ASL DI LOCRI, FINALMENTE SE NE PARLA!
(le liste dei soci delle ditte in "affari")
Finalmente si parla della di Accesso alla Asl di Locri che ha messo in evidenza le infiltrazioni della 'Ndrangheta. Un panorama inquietante, di collusioni e accordi e quanto meno tacita accondiscendenza di chi per decenni ha ricoperto ruoli dirigenti e primari nell’azienda sanitaria!
Qualcuno ha cercato di tenere lo scandalo della Asl di Locri chiuso in un cassetto. Coperto da assoluto riserbo. Il silenzio avvolgeva questa vicenda e sembrava impossibile romperlo. Questo nonostante già dall'ottobre scorso fossero evidenti rapporti "impropri" e pericolosi tra la direzione della Asl con alcune delle più efferate e potenti cosche della 'Ndrangheta, come quelle di Africo e della Locride, dai Morabito-Bruzzaniti-Palamara ai Cordì e Cataldo, passando per gli Aquino...
Quando, a seguito dell'inchiesta amministrativa, chiedemmo con ELio Veltri -di Democrazia e Legalità ()-, che venisse resa pubblica, immediatamente la relazione conclusiva della Commissione, il silenzio fu pressoché totale. Come se si trattasse di "bazzecole".
E' in quell'occasione che ci siamo anche resi conto che vi era qualcuno che cercava di usare, strumentalizzare (e quindi condannare alla dispersione e delusione) i ragazzi di Locri, con il loro movimento spontaneo contro le mafie che ha risvegliato tanta coscienza.
In allora, chiedemmo infatti anche ad AmmazzateciTutti di sostenere la richiesta di pubblicare quella Relazione. Convinti, come sempre, che la chiarezza e verità siano il fondamento della Legalità. Per risposta siamo stati "bannati" (in gergo normale si potrebbe tradurre "eliminati" - vedi ).
Era folle ignorare una verità, drammatica per la proporzione dell'infiltrazione e collusione, come quella della ASL di Locri. Infatti, crediamo - e nessuno ci farà mai cambiare idea - che la lotta alle mafie si fondi su alcuni principi di fondo e debba sempre evitare di cedere a tentazioni di moda o di ribalta. La lotta alle mafie non può essere piegata a ragioni di bandiera o di fedi, chi la combatte, non deve mai chinare il capo o voltarsi dall'altra parte, anche quando si vedono cose che non si credevano possibili o che magari fanno male. Inoltre, se si vuole essere coerenti e corretti, non ci si può mai, sostituire alla magistratura per scrivere - a propria opinione - sentenze di condanna o assoluzione, quando gli elementi per tali valutazioni sono propri solo di chi indaga. I movimenti antimafia devono sostenere la Magistratura, lo Stato, nel suo compito. Devono farlo contribuendo a sconfiggere la cultura dell'indifferenza e dell’omertà, della prepotenza e della resa. E' agendo con costanza, ogni giorno, dimostrando che la Legalità e la Giustizia Sociale sono l'unico strumento di tutela dei Diritti e dei più deboli. Lo si fa contribuendo a fare sempre maggior luce su fatti, persone e dinamiche e facendo si che tutto lo Stato si impegni su questa priorità nazionale, senza lasciare (con sempre meno fondi e mezzi) sola la magistratura e le forze dell'ordine nel loro lavoro.
I movimenti antimafia, come anche quello storico calabrese, fatto da Riferimenti come dal Cidis, Libera e le loro reti di comunità e gruppi, si sono sempre mossi in questa direzione e nessuno può permettersi di intaccare la credibilità del movimento antimafia.
La vicenda della Asl di Locri è tragico emblema del persistere, in modo trasversale, di quel rapporto di contiguità e accordo tra potere politico-amministrativo e mafia. Se non si rompe questo legame, possono piovere miliardi e miliardi ma questi verranno sempre erosi dalle cosche e dalla corruzione.
Ciò avviene in modo dirompente nella terra della Calabria (come delle altre regioni meridionali), ma ciò avviene in ogni parte d’Italia, dove la spregiudicatezza, la sete di potere, l’attaccamento senza alcun etica ai posti di governo ed amministrazione, portano parte della classe dirigente a stringere patti scellerati con le mafie che scelgono il nord o le regioni centrali del Paese, per ripulire il denaro sporco, produrre ulteriori guadagni, controllare sempre più pezzi di territorio. Ciò avviene se manca il rigore e l’etica e quando manca la consapevolezza che il contrastare, denunciare questi rapporti e questi “affari”, non può essere solo compito dell’azione repressiva e giudiziaria.
Qui si colloca il compito, anche dei movimenti antimafia, di dare le informazioni. Di rompere il muro di silenzi che alimenta la forza delle mafie, al sud come al nord. Svelare nomi e fatti, quelli accertati da atti pubblici e che sono inconfutabili. Impedire che chiunque possa dire “non lo sapevo”. Togliere la possibilità agli amministratori della cosa pubblica di nascondersi dietro al facile paravento “non sapevo che quella ditta fosse…”.
Ringraziamo quindi i giornalisti che stanno parlando e scrivendo di questi fatti, che hanno informato i cittadini del contenuto della Relazione sulla Asl di Locri. Ringraziamo AnnoZero per averne parlato con correttezza e chiarezza nella puntata sulla 'Ndrangheta (non era sulla Calabria, come qualcuno post-onda cercava di far credere, ma sulla criminalità ed i rapporti-accordi politica-affari-mafia).
Di seguito, la lista delle società citate dalla Commissione di Accesso, con i link alle pagine che abbiamo realizzato in queste ultime 36 ore, con tutti i soci, le informazioni sulle attività delle stesse e gli estratti, ad essi esplicitamente “dedicati” dalla Relazione amministrativa.
Chissà quante di queste hanno altri appalti e “affari comuni” con amministrazioni e enti pubblici?
Chi avesse informazioni (e documentazione relativa) è invitato a diffonderli.
La forza intimidatrice delle mafie, si può vincere, quando li si indica in tanti e soprattutto non si lasciano soli coloro che la combattono, coerentemente e costantemente, senza altri fini se non quelli di liberare davvero i cittadini dalla prepotenza e dal condizionamento dei prepotenti e della violenza.