Omofobia - La Casa della Legalita' denuncia Mons. Rigon

Omofobia - La Casa della Legalita' denuncia Mons. Rigon

Domenica 20 Febbraio 2011 15:11 Ufficio di Presidenza
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Mons. Rigon con il presidente della CEI Bagnasco, all'inaugurazione dell'anno giudiziario ecclesiastico a Genova
[23.02.2011 DOPO LA RISPOSTA SOCIALE A MONS. RIGON, BAGNASCO LO CONVOCA, LO RICHIAMA E SCONFESSA LE SUE DICHIARAZIONI.
21.02.2011 DEPOSITATO UFFICIALMENTE L'ESPOSTO-DENUNCIA ALL'A.G. E CONTESTUALMENTE ANCHE QUERELA PER LE MINACCE GIUNTECI QUESTA NOTTE A FIRMA DI UNA UNA SEDICENTE "NAZIONE CATTOLICA"]

La Casa della Legalità - Onlus presenterà domani l'esposto-denuncia all'Autorità Giudiziaria nei confronti di Mons. Paolo RIGON, vicario giudiziale della Diocesi di Genova, per le espressioni omofobiche da questi pronunciate all'inaugurazione dell'Anno Giudiziario del Tribunale Ecclesiastico. Leggi il testo integrale dell'esposto-denuncia...


ESPOSTO nei confronti

Mons. Paolo RIGON,
Vicario Giudiziale della Diocesi di Genova


Il sottoscritto Abbondanza Christian, (...), in qualità di legale rappresentante dell'Onlus "Casa della Legalità e della Cultura - Onlus" con sede centrale in Genova, iscritta alla Registro delle organizzazioni di volontariato, nel settore della Sicurezza Sociale, presenta esposto-denuncia:

 


1) il Paolo RIGON, nella veste di vicario giudiziale della DIOCESI di GENOVA, durante la propria relazione all'inaugurazione dell'Anno Giudiziario del Tribunale Ecclesiastico, tenutasi pubblicamente a Genova in data 19 febbraio 2011, ha pronunciato la seguente frase: "OMOSSESSUALITA', UN PROBLEMA DA ESTIRPARE".

Tale espressione è platealmente ingiuriosa e intrinsecamente capace di istigazione alla violenza privata per oggettiva concezione razzista.


Tale frase pronunciata dal RIGON è stata quindi anche ripresa dalla stampa ed è disponibile presso il sito internet de "Il Secolo XIX" all'indirizzo:

2) il Paolo RIGON, nella medesima sede, approfondiva con i giornalisti tale passaggio ed affermava che "Se parliamo di questo argomento siamo sempre presi male. Il nostro intento è quello di far passare il messaggio che il problema dell'omosessualità è indotto. Parliamoci chiaro, omosessuali non si nasce se non in rarissimi casi di disfunzioni ormonali o fisiche. L'omosessualità è indotta e dunque bisogna prenderla dall'inizio. Perché se presa dall'inizio si può superare, ma bisogna prenderla dall'inizio, cioè dal momento che ci si rende conto del problema. Come? Attraverso psicoterapia. Se la psicoterapia viene affrontata nella prima adolescenza, se il problema si pone, è un problema che si risolve. Il nostro consultorio familare affronta parecchie volte questo tema e ci riesce anche. Quando purtroppo l'omosessualità è incancrenita è difficile estirparla".

Intervento, questi, chiaramente ingiurioso e volto ad un istigazione alla violenza privata per palese concezione razzista.

 

Infatti indicando la necessità di procedere nei confronti di persone omosessuali (indicate chiaramente in modo dispregiativo quali "malati") con terapie (come la psicoterapia) imposte, non solo ripropone l'ingiuria ma istiga ad un atto di violenza sull'individuo.

Nello stesso pronunciato del RIGON si afferma inoltre che occorre che ciò sia fatto soprattutto nella prima adolescenza, ovvero intervenendo per plasmare la persona nella fase forse più delicata della propria vita e nel momento in cui non è certamente il soggetto interessato a poter decidere se sottoporsi o meno a terapie. Il RIGON afferma inoltre che tale pratica è già svolta presso il Consultorio Familiare della Diocesi di Genova.


Tale intervento del RIGON è stato integralmente pubblicato, in audio, sul sito del Il Secolo XIX ed è quindi disponibile a questo indirizzo:

 

3) E' da segnalare inoltre che non è possibile indicare o far credere che l'omosessualità sia una malattia, e l'accostamento (omosessualità uguale malattia) non può assolutamente essere giustificato o giustificabile con una semplice espressione del libero pensiero in quanto le malattie non sono certamente una categoria del pensiero, bensì definite da strutture scientifiche preposte.

 

L'Organizzazione Mondiale della Sanità [OMS] ha escluso da lungo tempo l'omosessualità dalla lista delle malattie. E l'omosessualità è stata anche cancellata dal "Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders" [DSM] redatto dall'American Psychiatric Association [APA]. Ogni riferimento in merito alle "devianze sessuali" richiamate dalle organizzazioni sanitarie, infatti, è relativi a "devianze sessuali" proprie sia degli eterosessuali sia degli omosessuali.

 

Pertanto con le definizioni dell'OMS, così come delle altre strutture scientifiche, si è sancito che nessuna terapia può essere effettuata per cambiare un orientamento omosessuale.

 

Pertanto il riferimento giustificatorio alla "malattia" ed alla "cura" promosso dal Paolo RIGON, nel suo intervento, appare quanto mai grave, oltre che platealmente infondato e fuorviante, vista la veste ricoperta dal RIGON.

 

Non ritenendo, quindi, possibile considerare quanto espresso dal RIGON come semplice espressione del pensiero, e non potendo considerarle nemmeno quali espressioni rientranti nell'espletamento dell'esercizio di culto;

 

alla luce del C.P., delle Leggi vigenti, nonché della Costituzione della Repubblica italiana che riconosce la libertà di scelta di ogni individuo e reprime ogni forma di razzismo e di accanimento su persone che compiano legittimamente scelte di vita e quindi anche di natura sentimentale e sessuale lecite;

 

nonché anche alla luce della Sentenza 10248 del 15 marzo 2010 della Cassazione penale Sez I ove si sancisce ulteriormente la punibilità delle espressioni di riprovazione per le tendenze omosessuali, con inequivoco intento denigratorio,

 

si richiede all'A.G. di procedere per i fatti sopra esposti e di valutare anche ogni iniziativa ritenuta idonea ad impedire il possibile perpetuarsi dei comportamenti delittuosi.


Si richiede di essere tenuti informati dell'eventuale richiesta di archiviazione.

(...)



A CONFERMA DELLA GRAVITA' E DELL'INFONDATEZZA DEI CONTENUTI DELL'INTERVENTO DI MONS. RIGON...
è arrivato il richiamo del Presidente della CEI Bagnasco per il Monsignore. Questo sconfessione da parte di Bagnasco di quanto dichiarato dal RIGON conferma la gravita e infondatezza delle dichiarazioni da questo fatte in occasione dell'inaugurazione dell'Anno Giudiziario del Tribunale Ecclesiastico e che abbiamo denunciato all'A.G.
Ecco l'articolo de Il Secolo XIX -

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