Il sottosegretario agli interni Ettore Rosato sembra che nella visita a Genova di ieri abbia detto che nel Capoluogo ligure ed in generale in Liguria, con l’eccezione di Imperia, non vi sia la mafia. A fare eco a questi, durante l’incontro, sembra essersi espresso il Prefetto di Genova, Giuseppe Romano. Se queste dichiarazioni fossero vere, ci teniamo a chiedere: 1) dove vivano? 2) Quale realtà osservino e quali fonti di documentazione utilizzino? Forse vivono a Paperopoli, osservano papere e paperi e leggono Topolino…‘ndranghetuso...
Sappiamo che non si deve dire che c’è la mafia, perché se no magari questa si incazza, dopo anni di duro lavoro per insabbiarsi e infiltrarsi nell’economia e nella politica. Sappiamo anche che a dire che c’è la mafia si rovina l’immagine ritrovata della città e della regione. Sappiamo anche che una volta che si riconosce che le mafie ci sono, sono radicate e attive, occorrerebbe contrastarle e combatterle a viso aperto. Sappiamo, a questo punto, che non le si vuole combattere, altrimenti non si negherebbe che esistano, donandogli quella “invisibilità” che vogliono.
Certo ci sono le elezioni tra pochi mesi e molte Amministrazioni pubbliche, da decenni, lavorano con ditte di famiglie, indicate nei documenti ufficiali dello Stato – pubblici - come nuclei della mafia, Calabrese o Siciliana. Dire questo significa dire che quanto meno vi è stata una scelta di convivenza, di connivenza o peggio, se seguiamo il ragionamento che Pierfranco Pellizzetti portò su MicroMega, ovvero: dove le mafie sono più radicate a Genova – nelle periferie – vi è il maggior consenso elettorale alla classe dirigente della cosiddetta “sinistra”.
Allora tacciamo, neghiamo ed ancora neghiamo. L’Usura e l’estorsione sono puri incubi di fantasia, come le serrande bloccate o le vetrate sfondate da moto in retromarcia o macchine che perdono il controllo, o panifici che sbagliano il lievito ed esplodono… Il riciclaggio è uno sport in fase di inserimento nelle discipline olimpiche (così qualche oro non ce lo toglie nessuno!) e il traffico di droga, armi, rifiuti ed esseri umani che coinvolge i grandi porti (e qualche porticciolo turistico del Tigullio) sono bazzecole, cose non di mafia, ma della "nuova economia creativa"! Il caporalato, il lavoro nero, gli incidenti e le morti nei cantieri edili, praticamente tutti di cooperative, probabilmente rientrano nella nuova “flessibilità”, grazie a famiglie mafiose dedite a questa “innovazione”, che li vede magari protagonisti nella gestione od anche, magari, nel controllo sindacale. E il primato delle Ecomafie, persistente da anni, nella regione, è sinonimo di “vitalità”. Il gioco d’azzardo, quello delle macchinette truccate o delle bische, sono uno stimolo alla creatività dell’individuo, perché “si è nati per vincere”, come declama una pubblicità!
Che strano che il Prefetto Romano, ed il sottosegretario Rosato, abbiano dimenticato che da Genova vi è un collaboratore di giustizia della ‘ndrangheta (che è stato anche in carico alla sua Prefettura per qualche mese!?!), o che vi sono beni confiscati alle mafie (cosa nostra ed ‘ndrangheta), sia in pieno centro storico che nei quartieri bene del capoluogo, ma anche nel Tigullio e nel Golfo dei Poeti. Forse ignorano perché se ci sono le confische, qui in terra di Liguria vi è solo una media di uno su dieci che viene assegnato ad utilità ed uso sociale (e poi diciamo che nel mezzogiorno solo il 40% viene riutilizzato perché hanno paura!). Forse i due non conoscono le sentenze ed i documenti della DDA, i rapporti di DIA e SCO, gli interventi del GICO, quelli dei NOE…ma davvero dove vivono…in Burundi? Che non conoscano nemmeno quel testimone di giustizia della Calabria, che mandato a Genova, come luogo protetto, ha implorato ed ottenuto di tornare in Calabria, “perché ce ne sono di meno”? Non si sono nemmeno accorti del racket della prostituzione che riempie i fondi dei palazzi adiacenti alle loro sedi, o le strade con minori dell'Est? E non hanno nemmeno notato i capitali della mafia russa che ha trovato fervidi accordi con le imprese genovesi e liguri? Od anche, che non si siano accorti del giro di riciclaggiio ed immigrazione clandestina e contraffazione che è gestito dalla mafia cinese ormai gestrice di una larghissima fetta del tessuto commerciale? No queste cose non le sanno, vivono nei Palazzi che amano il quieto vivere, gli scatti di carriera scanditi dal solo passare del tempo, e posti sicuri, salotti bene.
E così dobbiamo sentire certe boiate! Ma come non si siano accorti nemmeno della strana somiglianza della Liguria con la Calabria , con una Massoneria potente ed in essa settori, permanentemente deviati? Non si sono nemmeno accorti che da decenni questa infesta caratteri di gestione dell’economia pubblica e privata (Teardo e seguaci…ancora in auge non dicono nulla?).
O che forse, se ne sono accorti e conoscono bene tutto ciò? Per negare bene, per nascondere realtà palpabili bisogna conoscere bene quello che si nega.
Se noi siamo alterati dal sentire questo, non vogliamo immaginare come si sentano quegli uomini e quelle donne dello Stato, magistrati della DDA come gli agenti della DIA, dello SCO, del GICO, dei NOE,…che ogni giorno cercano di contrastare le cosche attive e operanti in tutta la Liguria ed a Genova, cercano di provare i loro rapporti con la “borghesia mafiosa”, quella dei colletti bianchi o grigi, come si preferisce, che gestisce e pilota appalti ed incarichi. Crediamo l'abbiano presa male, solo così possono prenderla coloro che conoscono le mafie e le combattono a rischio della propria vita, rinunciando alla propria vita, credendo nello Stato, i cui rappresentanti “alti” si dimostrano dei grandi “nani”.
PS 1
Il riferimento ai personaggi di Walt Disney non è casuale visto che “Paperino”, residente in via paperopoli, ma con tanto di conti corrente, è stato arrestato dalla DIA.
PS 2
Documenti ufficiali e pubblici che consigliamo di leggere sono nella sezione "Atti-Rapporti", così che lì possano recepire prima della prossima conferenza stampa di Stato.
PS 3
Naturalmente i grandi nani delle Istituzioni hanno trovato, come sempre, giornalisti asserviti e compiacenti... quando mai non li trovano? E così si può vivere più sereni e felici, ricordando un vecchio passaggio di Albenese "stiamo tutti bene, và tutto bene"