Quella di oggi, pronunciata dal Tribunale di Imperia è una Sentenza storica. Per la prima volta si arriva ad una Sentenza in primo grado in cui gli 'ndranghetisti, radicati e operanti in Liguria - in questo caso nell'estremo ponente ligure – vengono riconosciuti colpevoli del rato di 416 BIS. , oltre ad interdizioni e ingenti risarcimenti danni, sono state inflitte agli uomini capeggiati dallo storico boss MARCIANO' Giuseppe detto “Peppino”, già protagonista ai tempo di Alberto TEARDO, della compravendita di voti...
Manca ancora il riconoscimento della responsabilità dei politici che hanno operato, di fatto, permettendo il rafforzamento dell'organizzazione mafiosa, ma su questo, una volta viste le motivazioni tra novanta giorni, si potrà compiere una seria valutazione.
Agli oltre due secoli di pene inflitte, è stata soprattutto la reazione degli imputati e dei loro parenti che ha permesso di comprendere – fuori da ogni margine di dubbio – che la 'ndrangheta è qui presente in carne ed ossa. Oltraggi alla Corte a ripetizione ed intimidazioni e minacce verso i Giudici, il Pm Giovanni Arena, i Collaboratori di Giustizia Francesco Oliverio e Gianni Cretarola ed il Presidente della Casa della Legalità, Christian Abbondanza. Violenza verbale ed anche fisica (con il tentativo di aprire il gabbio e di lanci dallo stesso verso l'aula). Particolarmente acceso il solito MARCIANO' Vincenzo cl. 77, così come il PELLEGRINO Roberto e SPIRLI' Filippo, ma anche uno degli imputati a piede libero quale BARILARO Antonino. I parenti degli 'ndranghetisti condannati continuavano anche fuori dall'aula ad insultare e cercare di intimidire Abbondanza che veniva anche seguito, nei corridoi, da un soggetto poi fermato da uno degli agenti presenti.
Le illazioni e calunnie con cui gli imputati hanno tentato di screditare l'impianto accusatorio e le decisive e inequivocabili prove alla base dell'accusa - il cui impianto accusatorio [] è stato confermato alla Sentenza con le condanne per 416 BIS - sono solo l'ennesimo insulto all'intelligenza ed alla Legalità e per questo vanno respinte totalmente.
Questo atteggiamento non rovina “la svolta" di questa Sentenza e non impedirà di continuare, come si è fatto in questi anni, ad indicarli, denunciarli e colpirli, perché quello di oggi non è un traguardo ma un passo decisivo in avanti per schiacciarli definitivamente.
Condannati e parenti se ne facciano una ragione perché - come avevamo già detto rispondendo alle loro precedenti minacce - sono loro ad essere finiti (e nei prossimi giorni vedranno presentare dalla Casa della Legalità una nuova denuncia per ingiurie, intimidazioni e minacce).