Proseguiamo il viaggio nell'Emilia occidentale, terra di 'ndrangheta. Lo si sapeva da decenni ma il negazionismo (e la compromissione) era tale che copriva questa realtà ora sbattuta in faccia, bruscamente, con la maxi Operazione “AEMILIA”. Dopo una premessa generale e la prima puntata, centrata sul Comune di Reggio Emilia, proseguiamo questo viaggio. E riprendiamo da dove ci eravamo fermati. La figura dell'avvocato e consigliere comunale PAGLIANI Giuseppe.
Vi è un capitolo intero nell'Ordinanza di Custodia Cautelare del GIP di Bologna che ripercorre quanto evidenziato nell'Informativa dei Carabinieri di Fiorenzuola d'Arda del 7 maggio 2013 su PAGLIANI (esponente prima del PDL e poi di FORZA ITALIA, accusato di concorso esterno) e gli 'ndranghetisti...
E' un lungo capitolo dove però emerge anche altro, come il “controllo” delle gare d'appalto che avevano come regia il Comune di Reggio Emilia (dove ad amministrare erano gli uomini del centrosinistra ed in particolare del PD, vedi DELRIO) ed anche il "dettaglio" che le imprese degli 'ndranghetisti lavoravano sistematicamente per le cooperative rosse, tanto che gli 'ndranghetisti sfruttano proprio questo rapporto per negare la propria mafiosità e poi per affermare che dietro alle loro "disgrazie" vi era la scelta delle cooperative rosse di abbandonarli (fatto falso, anche perché le grandi coop i lavori li hanno garantiti, in terra emiliana, così come in terra ligure, con assoluta costanza, alle imprese delle famiglie di 'ndrangheta). Vediamo.
Il rapporto tra cellula 'ndranghetista emiliana e istituzioni politiche, già sperimentato nel corso di diverse tornate elettorali amministrative - su cui v. infra conosce un'improvvisa accelerazione nella primavera del 2012, in coincidenza con l'adozione, da parte del Prefetto di Reggio Emilia Prefetto Antonella De Miro, di numerosi decreti interdittivi prefettizi, prevalentemente ex art. 10 DPR n. 252/1998, e numerose interdittive antimafia atipiche (ex art. 1-septies 1. n. 726/1982), fornite anche ad altre Prefetture; tale attività di contrasto, positivamente enfatizzata dagli organi di stampa locale, ha esposto il Prefetto alle critiche dei soggetti destinatari dei decreti e delle persone a loro contigue, che di fatto in diverse occasioni hanno prodotto istanze o inviato ambigue missive di protesta.
In particolare, il 24.02.2012 il Prefetto di Reggio Emilia revoca la certificazione antimafia a COLACINO Michele, parte di un importante contratto per la raccolta dei rifiuti solidi urbani per conto del gruppo IREN, che ha affidato l'incarico in sub-appalto alla cooperativa TRANSCOOP di cui COLACINO è socio. L'interdittiva antimafia produce un grave dissesto economico alla ditta di COLACINO Michele, che lavora prevalentemente per enti di diritto pubblico. TRANSCOOP ha "bloccato'' gli automezzi di COLACINO che è stato costretto a licenziare i propri dipendenti.
La disperazione di COLACINO è evidente dalle parole che lui stesso riferisce a SARCONE Nicolino: «ah... e io ora sto andando a prendere i miei avvocati che sono da sabato qua...per che a me Nicola...INC... ma a me mi è successo un disastro Nicò...mi hanno sequestrato tutto Nicò, tengo tutto fermo Nicò, mi hanno rovinato a me Nicò. Tengo tutto fermo». SARCONE chiede i motivi e COLACINO risponde: «Infiltrazione mafiosa. Ieri alle otto mi hanno preso e mi hanno tenuto fino alle otto di sera alla DDA di Bologna, hai capito?...non mi hanno lasciato niente Nì, lo sai che ho addosso? Duecento euro Nì. Lo sai che sto passando? Tu neanche te lo immagini. Tu neanche te lo immagini. Tu nemmeno te lo immagini che sto passando io. E a vedere tutto fermo Nicò. tutto...mi hanno bloccato i camion, tutti i camion Nicò, solo due camion mi stanno lavorando, quelli che stanno lavorando a Verona che erano intestati ad un'altra società. Hai capito?...Lo sai che tengo io, non so neanche come fare con la casa, non so guarda...non...non... un disastro. Da sabato per me si è aperto un baratro, un disastro. Sai cosa vuol dire? Un disastro».
Non è solo COLACINO Michele a ricevere l'interdittiva antimafia, ma anche VERTINELLI Palmo.
Il 16.04.2012 un giornalista di Rai 1, tale GAETA, si presenta davanti agli uffici di Michele COLACINO per intervistarlo. COLACINO che è fuori ufficio, viene contattato da un suo dipendente VASAPOLLO Nicola che gli passa il giornalista. GAETA intende intervistarlo in merito all'interdittiva antimafia. COLACINO rilascia dichiarazioni che verranno mandate in onda in data 23.04.2012 sulla rubrica periodica di Rai 1 "Speciale TG1" . Nel corso dell'intervista, COLACINO, oltre a minimizzare la presenza della 'ndrangheta a Reggio Emilia, afferma che la vera mafia è individuabile nelle cooperative, nella Camera di Commercio e nella Prefettura .
A seguito della trasmissione del programma RAI, COLACINO riceve un sms da MUTO Antonio '71 con su scritto: "Bravo"
In tale affermazione risiede il pensiero pubblico non solo di COLACINO, ma , coralmente , di tutti gli appartenenti al sodalizio criminoso.
L'idea di fondo è dunque che l'attività prefettizia sia eterodiretta e che il Prefetto sia null'altro che la longa mamus di centri di potere politico-economico, in particolare le Cooperative, che la crisi economica ha reso ostili all'imprenditoria calabrese (il che vai quanto dire cutrese). E' questo il messaggio che verrà trasmesso prepotentemente all'opinione pubblica.
Ma, come osserva il Pubblico Ministero nella sua richiesta, si tratta di una versione strumentale e priva di ancoraggio a dati della realtà.
Scrive il Pubblico Ministero:
"Va subito segnalato che questo Ufficio ha richiesto riscontri al fatto che vi fosse una crisi che aveva colpito in particolare le imprese gestite da calabresi e ciò si è dimostrato assolutamente non vero, nel senso che non esiste una peculiarità sotto questo profilo del morso del rallentamento nel mondo dell'edilizia, dei trasporti insomma dei mondi in cui tradizionalmente hanno trovato occupazione inizialmente i tanti immigrati dalla Calabria (si vedano sul punto anche le dichiarazioni di Graziano DEL RIO): la crisi ha colpito tutti indifferentemente.
Il COLACINO ha avuto il merito di "sdoganare" per primo una battaglia che poi è stata presa e fatta propria dall'intero gruppo e di incarnare una posizione in relazione al tema della 'ndrangheta che, in fondo, è quella di tutti: la 'ndrangheta c'è, c'è anche a Reggio Emilia, ma è sempre altrove, sempre in un "altrove", fisico e geografico tale da non richiedere mai una presa di distanza reale, una indicazione precisa, una posizione chiara.
Purtroppo questo sarà il rischio corso anche da tanti amministratori constatato nel corso dell'indagine.
In realtà cosa pensasse COLACINO della crisi che stava attraversando il suo settore è molto chiaro da questa telefonata intervenuta con un suo collega tale Francesco il 5.12.2011
...
COLACINO Michele: però ti prospetto una cosa: purtroppo sai che ogni cosa ha una fine
BISTAFFA Francesco: eh
COLACINO Michele: è arrivata la fine della mia cooperativa., dato che un anno fa è cambiato direttore e presidente, ti ricordi che ti avevo accennato qualcosa..
BISTAFFA Francesco: si
COLACINO Michele: hanno perso, nel giro di 10 giorni 3 lavori.. 3 mega lavori proprio qua a Reggio
BISTAFFA Francesco: ok
COLACINO Michele: di cui io c'ho dentro 5 camion
BISTAFFA Francesco: vacca boia.. sempre legati all'Ecologia?
COLACINO Michele: esatto si, li hanno persi... ora c'è l'ultima gara a fine gennaio
BISTAFFA Francesco: uh
COLACINO Michele:e in pratica, dato che ha perso questi sono sicuro che perderà anche gli altri guarda
BISTAFFA Francesco: capito
COLACINO Michele: e...
BISTAFFA Francesco: ascoltami: ma che tipo di tutela avevate voi in.. nel senso, fare un lavoro, fare un investimento... e che tipo di tutela hai tu?
COLACINO Michele: li spiego: allora i miei lavori erano diversi per diversi Comuni
BISTAFFA Francesco: uh
COLACINO Michele: però qua i Comuni erano consorziati tutti sotto un'unica forma in ex "AGAC"
BISTAFFA Francesco: si
COLACINO Michele: L'AGAC aveva fatto una fusione
BISTAFFA Francesco: si
COLACINO Michele: Reggio Emilia..i Comuni di Reggio, i Comuni di Parma e i Comuni di Piacenza
BISTAFFA Francesco: si
COLACINO Michele: fin quando era così la cosa era sopportabile perchè ognuno aveva il suo.. sulla carta erano..avevano fatto questa fusione, però Reggio dipendeva dal Comune di Reggio..mi capisci?
BISTAFFA Francesco: certo
COLACINO Michele: fino a quando è stato così la mia cooperativa ha sempre pilotato le gare e non ci sono stati mai problemi
BISTAFFA Francesco: uh
COLACINO Michele: ora, circa..prima di quest'estate, hanno fatto una fusione con..con Torino e Genova
BISTAFFA Francesco: si
COLACINO Michele: dietro gli arresti che ci sono stati 3 mesi fa a Parma, sai che han arrestat... che il sindaco si è pure dimesso, roba del genere.
BISTAFFA Francesco: si
COLACINO Michele: allora a Torino dipende tutto da Torino.. tutto da Torino dipende, tutto, dalla A alla Z, gli hanno tolto tutta l'autonomia a Reggio, a Parma..di conseguenza anche le gare d'appalto, quindi la mia cooperativa si è trovata spiazzata perchè uno: prima che usciva l'appalto lo stabilivano assieme come far uscire la gara
BISTAFFA Francesco: si
COLACINO Michele: quindi la mia cooperativa era avvantaggiata; due: sapevano sempre chi erano gli invitati ed era sempre gente di Reggio e quindi nessuno faceva la guerra tra di loro, ognuno faceva il suo
BISTAFFA Francesco: certo
COLACINO Michele: invece eee.. son venute fuori le gare e son venute per la prima volta qua a Reggio Emilia al massimo ribasso
BISTAFFA Francesco: vacca boia., per trovare i punteggi, come dicevi..
COLACINO Michele: non più a punteggio.. cioè ora puoi venire anche con un camion del 1970 a fare il lavoro che nessuno ti dice niente.. dopo che io ho..ecco! chi..
BISTAFFA Francesco: tu non hai nessuna forma di tutela sulla roba che hai già preso?
COLACINO Michele: esatto, esatto
BISTAFFA Francesco: ma roba da matti..io..
COLACINO Michele: ma non sto neanche a ripetere le cose perchè ho già avuto una
settimana di avvelenamento fuori dal normale e da litigi nella mia cooperativa...
BISTAFFA Francesco: ma è colpa dell'incapacità di qualcuno dici? o..
COLACINO Michele: si si, si si si, perchè anche se dipende da Torino..tipo il ragazzo che c'era prima, che aveva le palle, non perchè era calabrese, però aveva le palle..andava in Comune, andava dal Sindaco e gli diceva: "ascoltami qui noi siamo una cooperativa dove siamo 480 soci di cui abbiamo 1200 camion, di cui abbiamo 3 imprese, di cui Colacino, che sono enormi, con 37 dipendenti, abbiamo lavorato sempre qua, abbiamo fatto investimenti.. cioè una questione anche politica., parliamo di cooperative, parliamo nella zona rossa no?"
BISTAFFA Francesco: certo
COLACINO Michele: questo qua perchè mi sono incontrato l'altra sera e sono andato a mangiare una pizza e ho detto: "ma secondo te come fare, come era la cosa migliore?", "la cosa migliore era che uno doveva muoversi prima.. non è che deve aspettare che viene fuori la gara, devi muoverti prima del..del bando"
BISTAFFA Francesco: certo
COLACINO Michele: ma quando sentivi puzza di bruciato, che nessuno ti dava una mano, che nessuno ti diceva chi erano gli inviatati e roba del genere, ti dovevi muovere proprio sotto l'aspetto politico a dire: "oh noi una forma di tutela la vogliamo" così "la gente ha fatto degli investimenti" ...sta di fatto che ora una ditta di Foggia viene qui a Parma e la quello che facevamo noi., ho cliccato su internet questa ditta di Foggia
BISTAFFA Francesco: uh
COLACINO Michele: e addirittura l'amministratore delegato, che ora non è più quello, però ad agosto è stato arrestato, di questa ditta, per infiltrazione mafiosa per appalti truccati all'ospedale di Bari, cioè perchè a massimo ribasso chi può competere Francò? solo dei..
BISTAFFA Francesco: eh, oh Dio, o uno che c'ha delle macchinacce, ma già pagato o che, ma però mi hai parlato di percentuali veramente esagerale, vabbè...
COLACINO Michele: allora la..
BISTAFFA Francesco: INC il 30 e rotti %
COLACINO Michele: a Reggio, il depuratore di Reggio, l'ha vinto uno, sempre di fuori, con il 36% di..di ribasso
BISTAFFA Francesco: cavolo..
COLACINO Michele: il lavoro a Parma, noi avevamo fatto, loro avevano fatto il 6% di ribasso e invece lo ha visto questo di Foggia con il 18% di ribasso
BISTAFFA Francesco: che follia (impreca ndr)
COLACINO Michele: ma anche quel 18% devi venire qua, pure che hai i camion e sistemi i dipendenti.. io non lo so.. ora sta succedendo questo, ma non mi va neanche di parlarne fratello perchè se no mi avveleno di più
BISTAFFA Francesco: ti girano i coglioni e ti capisco
COLACINO Michele: allora io devo trovare una forma, una forma è questa perchè uno: non sto neanche più dietro la mia cooperativa, perchè piano piano me ne vado e mi vedo i cazzi miei.... allora, fino alla fine del 2013 quattro camion miei sono a posto... fino al fine del 2013.. perchè è l'unico lavoro che non rientra in quest'appalto, quindi sono a posto ed è, diciamo, il lavoro più remunerativo che ho
BISTAFFA Francesco: uh
COLACINO Michele: però, io ti chiedo una cosa
BISTAFFA Francesco: uh
COLACINO Michele: piano piano, piano piano quei 2, 3, se è possibile, no? ma ora ne ho 2 subito, dobbiamo fare in modo di., convertirli Francè
BISTAFFA Francesco: eh., mi muovo, mi muovo e magari, comincia a mandarmi fotocopie di libretti, di qualcosa, che comincio a muovermi.. perchè io ho gente che fa quel tipo di lavoro, capito? e glieli propongo.. è roba recente?
COLACINO Michele: Francò una è quella lavacassonetti del.. cioè era del cazzo, che dai soldi che gli ho speso è diventata efficiente al 1000%
Nessun attacco ai "meridionali", ai "calabresi" e nessuna necessità di difendersi da altro se non dalla crisi e dai cambiamenti determinati da talune amministrazioni locali anche per gli arresti disposti dalla magistratura."
E non appare eccentrica rispetto al tema una brevissima digressione sulle automobili in uso agli indagati che verranno censite dal Comando Compagnia CC di Fiorenzuola d'Arda la sera del 21.3.2012, in occasione dell'incontro conviviale presso il ristorante Antichi Sapori, sul quale si tratterà diffusamente in seguito:
Land Rover Range Rover DS*857*DX intestate a GE CAPITAL SERVIZI FINZANZIARI spa locatario MUTO Cesare;
Mercedes Classe E BT*610*NZ intestata a SARCONE Giuseppina;
Suzuki Gran Vi tara tg .EH* 113*DH intestata a MUTO Antonio;
Volkswagen Touareg DN*011*HF intestata a AIELLO Salvatore;
BMW X6 DW*406*RE intestata a COSTRUZIONI IAQUINTA;
BMW X5 tg EA*005*BF intestata CONSORZIO EUROPEA SOCIETÀ' GENERICA riferibile a DILETTO Alfonso;
ed ancora, GIBERTINI Marco, in un messaggio inviato a BONACINI Stefano così rappresenta, con una certa efficacia SARCONE (... 30.10.2013, ore 19:45, in uscita dall'utenza ... in uso a GIBERTINI Marco verso l'utenza ... in uso a BONACINI Stefano):
Testo SMS: " e@0x @SARCONE Nicola detto Nicolino, moglie lituana, un Aston, un Audi A 1000 targata Germania, una 500, tre amanti tra le quali un'insegnante di lettere del Liceo. Reggio Emilia, detta il Bancomat delle N'drine"
Da quanto rilevato non sembra certo che il tenore di vita degli indagati sia esattamente corrispondente all'immagine deliberatamente data in pasto all'opinione pubblica e che, probabilmente, non manca di far torto a quanti, anche calabresi, hanno avvertito sulla propria persona e sui propri beni gli effetti perversi della crisi economica.
Se, come detto, COLACINO 'sdogana' il (falso, perché costruito su presupposti non veritieri) problema dell'attacco agli imprenditori calabresi, è tuttavia SARCONE ad assumere, ben presto, il governo dei fatti.
L'occasione è fornita da un servizio andato in onda su Telereggio il 21.02.2012 che riprende un articolo apparso su "L'Espresso'' sulla 'ndrangheta a Reggio Emilia. Lo stesso giorno, alle ore 20.08, SARCONE Nicolino contatta DILETTO Alfonso dimostrandosi allarmato per quanto emerso nel servizio televisivo:
DILETTO Alfonso: ou!
SARCONE Nicolino: a casa sei?
DILETTO Alfonso: si
SARCONE Nicolino: te l'hai visto Telereggio?
DILETTO Alfonso: no, che è successo?
SARCONE Nicolino: ohi mamma mia! Vedi di prendere questi soldi e andiamocene
DILETTO Alfonso: che è successo? Metti Telereggio, metti Telereggio (DILETTO Alfonso si rivolge a qualche persona vicino a lui n.d.r.) che è successo?
SARCONE Nicolino: veramente non l'hai sentito?
DILETTO Alfonso:no
SARCONE Nicolino: sentilo alle undici, alle undici o alle dieci, a che cazzo di ora lo fanno di nuovo?
DILETTO Alfonso: che dice, di cosa parla?
SARCONE Nicolino: di te, di te..."neanche i cani" (espressione dialettale n.d.r.)
DILETTO Alfonso: di me? Cosa vogliono da me?
SARCONE Nicolino: ...INC...
DILETTO Alfonso: che dice?
SARCONE Nicolino: che deve dire, Peppone, Peppone e la “'ndrangheta”? Dicono
DILETTO Alfonso: Peppone e la 'ndrangheta! Ah
SARCONE Nicolino: eeee ...Brescello, GRANDE ARACRI, tu... ne ha nominato una decina, ne ha nominato...
DILETTO Alfonso: di cosa parlavano ?
SARCONE Nicolino: sentitelo più tardi...di Bibbiano ha parlato, "neanche ì cani" ...pausa... dice che negli appalti nelle cose, che ne so che cazzo dice, io
DILETTO Alfonso: siamo, siamo tutti a casa
SARCONE Nicolino: ...ride... c'è una fame che si muore
DILETTO Alfonso: ....ride...
SARCONE Nicolino: dice che stiamo facendo lavori a non finire, dice
DILETTO Alfonso: si?
SARCONE Nicolino: o mamma mia, sono pazzi davvero questi qua...dice che lo dice un pentito lo dice...
DILETTO Alfonso: il pentito...quale pentito?
SARCONE Nicolino: che ne so io, non so chi cazzo ha nominato qua...sentitelo questa sera, sentitelo...
DILETTO Alfonso: va bene dai, ok
SARCONE Nicolino: sentitelo vedi a che cazzo di ora è che non lo so, schiaccia e vedi quand'è l'altro orario
DILETTO Alfonso: va bene dai, ok...ciao
SARCONE Nicolino: hai capito?
La strategia è chiara e nemmeno tanto originale: cercare un aggancio nel mondo politico.
Nel tardo pomeriggio dello stesso giorno, Alfredo PAOLINI, in presenza di SARCONE contatta PAGLIANI Giuseppe - avvocato ed esponente di spicco del PDL reggiano nonché capogruppo del partito presso il Consiglio Provinciale di Reggio Emilia - che non risponde. Mentre PAOLINI attende la risposta di PAGLIANI, parla in sottofondo con SARCONE Nicolino facendo dei conteggi sui probabili voti utili che si possono raccogliere:
"...in sottofondo si sente PAOLINI Alfonso che parla con SARCONE Nicolino
PAOLINI Alfonso: ..INC...però...
SARCONE Nicolino: se si candida un ...INC...
PAOLINI Alfonso: mille voti? Non ci sono mille voti?...Mille voti...non sono mille voti?
SARCONE Nicolino: non arrivano a due, trecento...portiamo dieci persone...
PAOLINI Alfonso: vanno dentro...
SARCONE Nicolino: ...INC...
La telefonata dà dunque il via ai rapporti con PAGLIANI Giuseppe, nelle sue vesti di politico locale.
A distanza di pochi minuti, PAGLIANI risponde al telefono. Dopo i convenevoli, PAOLINI comunica al politico: «...io ho una cosa per te e per noi... ci dobbiamo vedere urgentemente... dobbiamo organizzare una cosa che... se no qua troviamo un altro cavallo.... te lo dico...», ed ancora: «vogliamo a te...». PAGLIANI accetta immediatamente: «noi ci vediamo venerdì per un caffè...», e PAOLINI: «...si prendiamo un caffè e poi dobbiamo organizzare...con un po' di gente che...conta...con te...dobbiamo fare una cena e dobbiamo parlare di parecchie cose...però devi prenderti in mano tutto tu... ».
Il 24.02.2012 SARCONE chiede ad Alfonso se ha chiamato Giuseppe PAGLIANI e se sa a che ora è fissato l'incontro. PAOLINI gli risponde che si è dimenticato e che lo chiama subito. Subito dopo prova a contattare PAGLIANI che è impegnato. Alle successive ore 10.08 si registra la conversazione tra PAOLINI e PAGLIANI al quale chiede se si devono incontrare: «...niente... l'altra sera con... degli amici... gente che ti vuole conoscere... insomma... fare un discorsino con te... e siccome stamattina mi avevi detto che volevi prendere un caffè... se vogliamo incontrarci anche pomeriggio... non lo so'... vuoi prendere un caffè?...». PAGLIANI, evidentemente impegnato, ha necessità di spostare l'appuntamento al successivo lunedì pomeriggio e poi chiede: «...allora...qua da me o vuoi che ci vediamo da qualche parte?...». PAOLINI risponde: «...no prendiamo un caffè intanto per discutere un attimino dieci minuti non è che ehhh... puoi venire anche qua a Reggio insomma... ma per discutere dieci minuti... e poi organizziamo... poi organizziamo una serata... eli li questi qua è gente che vogliono... io gliel'ho detto... volevano prendere a uno... volevano fare una lista... io gli dico: -una lista?... no che cazzo fate?... lasciamo perdere qua!...non fate un cacchio perché-...ma questo è gente che conta... e vuole.... sostenuta insomma... vuole uno che gli dia una dritta -facciamo così... facciamo così... e facciamo così- ...perchè i giornali non possono sempre attaccare... cose che non esistono...così organizziamo una serata... noi con quelli... e decidiamo tutto quello che c'è bisogno da fare insomma...perchè qua dobbiamo dare... andare a senso unico non più...e chi si permette ad andare in un altro partito... nessuno ci deve andare...», PAGLIANI è d'accordo: «per... perfetto... dobbiamo assolutamente tenerli...» e PAOLINI: «...dobbiamo fare solo una cosa... perchè loro vogliono fare un'altra lista... gli Ito detto: -no! lasciate perdere! ci appoggiamo qua a Giuseppe- ...questi qua veramente... Giuseppe ti dico sono gente che... i voti ti porteranno in cielo ... guarda... però devi essere tu a consigliare e dire quello che bisogna fare...». PAGLIANI chiude la conversazione dicendo: «...io... noi lunedì ci vediamo... poi organizziamo anche una serata...».
Alle successive ore 10.58, PAOLINI contatta SARCONE e, commentando la precedente conversazione con PAGLIANI, gli comunica il nuovo appuntamento per il successivo lunedì 27.02.2012 alle ore 16.00. Tuttavia, per asseriti impegni di lavoro, PAGLIANI sposterànuovamente la data dell'appuntamento al 29.02.2012 in tarda mattinata. SARCONE Nicolino - evidentemente infastidito dai continui rinvii dell'appuntamento - il 28.02.2012 contatta PAOLINI Alfonso chiedendogli alcune delucidazioni sul contatto con il politico del PdL: «...ti avevo chiamato per un'altra cosa... ma quello di ieri... ma la finiamo di parlare soltanto senza fare niente?...» e PAOLINI: «...e che domani abbiamo l'appuntamento... ora stabiliamo se in prima mattina., o nel pomeriggio... mi ha chiamato ieri... poi ve l'ho detto ieri...». Aggiunge SARCONE: «....guarda che a me non me l'hai detto...». PAOLINI: «...e me ne sono dimenticato... ho parlato anche con il compare Totò... eravamo in macchina... ora lo chiamo... gli dico se facciamo verso le dieci... dieci e mezza... o nel primo pomeriggio...». SARCONE: «...eh... e quando ci vediamo... che un appuntamento glielo diamo a queste persone... a chi vuole parlare...». PAOLINI: «...per il momento dobbiamo andare noi... poi facciamo una sera... e organizziamo con gli altri... e ci parli tu, Gianluigi... Peppe... compare Totò... io... andiamo noi no?...». SARCONE: «...si ma due o tre gli facevo sentire l'opinione...» e PAOLINI in chiusura: «...e chiama tu che non c'è problema., chiama tu a chi vuoi... chiama tu... che io adesso lo chiamo e vediamo che orario mi da... va bene?...»
Alle successive ore 14.53 PAOLINI Alfonso e SARCONE Nicolino si accordano per fissare l'appuntamento con PAGLIANI Giuseppe presso l'ufficio di SARCONE Nicolino. Alle successive ore 17.50 PAOLINI Alfonso contatta PAGLIANI Giuseppe e i due si accordano per incontrarsi l'indomani alle ore 15.30 presso il centro commerciale "Eurospin". Dopo due minuti però il PAGLIANI richiama il PAOLINI e gli comunica l'impossibilità di vedersi per il giorno successivo. I due prendono quindi un nuovo appuntamento per il venerdì 02.03.2012. alle ore 11.00.
Il 1.3.2012, avuta conferma dell'appuntamento fissato per il giorno successivo, PAOLINI effettua una serie di telefonate finalizzate a comunicare il luogo e l'orario dell'incontro con il politico ad altri soggetti a lui vicini, quindi contatta SARCONE quale chiede di avvisare Pasquale (BRESCIA Pasquale, identificato perché presente alla conversazione tra PAOLINI e SARCONE) . Poi contatta IAQUINTA Giuseppe al quale fornisce le coordinate dell'appuntamento; IAQUINTA riferisce però di essere impegnato e PAOLINI in chiusura afferma: «...e organizzati dai... siamo sei... sette persone...». Infine PAOLINI contatta BRESCIA Pasquale chiedendo se ha avvisato «... Rocco... Roccuzzo nostro...» (che verrà poi identificato in GUALTIERI Rocco). Pasquale chiede poi al PAOLINI chi ha invitato e questi risponde: «...e niente siamo quelli... che poi tra noi ci vediamo...». Di fatto, sia IAQUINTA Giuseppe che GUALTIERI Rocco non parteciperanno a questo primo incontro perché impegnati. Dell'assenza di IAQUINTA si lamenta direttamente SARCONE Nicolino, secondo il quale , vista l'importanza della questione, si sarebbe potuto liberare. La presenza di MUTO Antonio viene dimostrata dalla conversazione nr. 11797 del 2.03.2012 (...) in cui MUTO comunica a PAOLINI che giungerà al summit con un po' di ritardo.
Dunque, il 2 marzo, ha luogo il primo summit tra il politico reggiano, PAGLIANI, e gli esponenti della cellula reggiana nell'ufficio di SARCONE Nicolino.
PAGLIANI Giuseppe arriva nel luogo dell'incontro intorno alle ore 11.10 , come si evince da una conversazione intercettata nella quale chiede informazioni stradali.
Alle ore 11.13 Nicolino contatta il fratello, SARCONE Gianluigi, sollecitandolo a recarsi nel suo ufficio dove si sta svolgendo il summit con PAGLIANI. Nel pomeriggio dello stesso giorno PAOLINI Alfonso e MUTO Antonio commentano l'incontro avuto in mattinata con PAGLIANI Giuseppe. MUTO afferma: «...compà la cosa di oggi... o che si segue e la mandiamo avanti... e qua facciamo una forza davvero... davvero...perchè oggi come oggi bisogna farla... se no... qua... a Reggio Emilia... ormai ci... hanno massacrato... compà...» e PAOLINI di contro: «...secondo me dobbiamo farla con Giuseppe... altre persone non ce ne sono che ci possono sostenere... secondo me o no?...». MUTO Antonio concorda: «...noooo no... c'è solo lui... solo lui... perchè poi gli facciamo una forza quand'è che sarà... le votazioni... comparsolo lui lo può fare e nessuno più...». MUTO è convinto della necessità di avere appoggio nell'amministrazione comunale perché «...la potenza è là...hai capito?...». PAOLINI allora aggiunge: «...no no mandiamo avanti... ora noi... senza altre persone... la mandiamo avanti noi... se la vogliono mandare...si può lavorare... e non l'avete sentito qua... che ha detto PAGLIANI... -io sono amico di Antonio, di Alfonso e di Pasquale... io non è che sono venuto!-... e ha detto -bello bello-... va bene...».
Il gradiente di avanzamento della vicenda suggerisce fin d'ora alcune considerazioni di rilevanza decisiva per la sua ricostruzione.
In primo luogo, non è dubbio che il contatto con l'esponente politico è fortemente voluto da SARCONE, sia pure su suggerimento di PAOLINI.
Non è casuale, infatti, la reazione stizzita di SARCONE all'apprendere dei rinvìi per impegni del PAGLIANI e nemmeno il luogo prescelto, l'ufficio della ditta da lui diretta. Infine, è SARCONE che definisce il parterre degli invitati (MUTO Antonio cl. 55, PAOLINI Alfonso, SARCONE Gianluigi, BRESCIA Pasquale e gli assenti IAQUINTA Giuseppe e GUALTIERI Rocco), azione che esprime un preventivo giudizio di rilevanza del personaggio e della sua meritevolezza.
Il secondo profilo investe direttamente la figura di PAGLIANI.
Egli non si fa scrupolo alcuno di recarsi nell'ufficio di un soggetto imputato del reato di cui all'art. 416-bis davanti al Tribunale della città in cui opera, non formula alcuna richiesta in merito ai soggetti che parteciperanno al summit, anzi dà mostra di conoscerli perfettamente e di essere loro amico (così PAOLINI, nella conversazione che precede, riportando quanto evidentemente detto dal politico locale: "e non l'avete sentito qua... che ha detto PAGLIANI... -io sono amico di Antonio, di Alfonso e di Pasquale... io non è che sono venuto!-... e ha detto -bello bello-... va bene...").
All'evidenza, PAGLIANI non avverte la necessità di porsi degli interrogativi quantomeno di
opportunità politica perché conosce perfettamente i propri Kingmakers , e la conoscenza è invero del tutto reciproca, se è vero che PAOLINI non ha avuto esitazioni nel l'individuare in PAGLIANI la sponda politica [Del resto, l'inopportunità di avvicinare elementi come MUTO e SARCONE formerà oggetto di perplessità anche da parte dell'avv. Antonio SARZI AMADE", compagno di partito di PAGLIANI, anch'egli presente alla cena conviviale di cui si tratterà immediatamente dopo. Ma, come avverte il Pubblico Ministero “il tornaconto politico che si prospetta è troppo grande perché vi si possa rinunziare, sicché il PAGEIANI non si pone il problema del disvalore costituito dalla mafiosità dei soggetti con cui tratta, perché costoro, per lui, rappresentano voti, i voti dei calabresi (non solo quelli degli 'ndratighetisti)”]
Come acutamente avverte il Pubblico Ministero, quello dianzi descritto è l'incontro che assume valore fondamentale nella definizione del patto politico-mafioso: non a caso un incontro riservato e selettivo, nel quale si sono poste le fondamenta dell'azione successiva.
"Ma dopo quel primo incontro, per così dire di vertice, si riteneva necessario organizzarne un altro con più ampia partecipazione, ovviamente per far comprendere quale fosse la forza ed il potere degli organizzatori, per dare soddisfazione, cioè, alla comunità ed accaparrarsene il consenso.
Solo così, infatti, si poteva accrescere la forza del sodalizio anche agli occhi dei non appartenenti alla comunità, e far comprendere ai gestori del potere politico-amministrativo del territorio, e soprattutto di quello comunale, visto che secondo MUTO Antonio«...la potenza è là...hai capito?...» , quanto fosse utile disporre della amicizia della comunità calabrese e, soprattutto, di chi era in condizioni di gestirla".
Si tratta di una cena tra esponenti del mondo politico ed imprenditoriale che si terrà la sera del 21.3.2012 presso il Ristorante Antichi Sapori di BRESCIA Pasquale.
(…)
Ai fini che qui rilevano è sufficiente osservare che vi prenderanno parte , oltre che gli esponenti di vertice del sodalizio criminoso (SARCONE Nicolino, BRESCIA, PAOLINI, DILETTO, SARCONE Gianluigi, IAQUINTA Giuseppe e COLACINO Michele, MUTO Antonio) PAGLIANI ad altri esponenti del mondo politico locale come l'avv. Caterina ARCURI, voluta perché calabrese, l'avv. Antonio SARZI AMADE' vicino al PdL e il consigliere comunale Rocco GUALTIERI, nonché “quelli con i camion", verosimilmente autotrasportatori, portati da DILETTO ed infine, a non lasciare dubbi sul rilievo pubblico da attribuire all'evento, una giornalista.
Al termine della cena, quando è stata da poco superata la mezzanotte, PAGLIANI Giuseppe commenta la fidanzata, quanto accaduto in serata :
SONIA: eh
PAGLIANI Giuseppe: amore, è venuto tardi eh?
SONIA: uh uh uh
PAGLIANI Giuseppe: non mi lasciava più andare via
SONIA: uh
PAGLIANI Giuseppe: e mi hanno raccontato le testimonianze pazzesche.. pazzesche su tangenti che le cooperative si facevano dare da loro per raccogliere dei lavori.. guarda che la cooperativa grossa è una mafia schifosa, con roba da processo, veramente una roba schifosa.. ho saputo più cose stasera che in 10 anni di racconti sull'edilizia reggiana! perchè questi sono la memoria dell'edilizia degli ultimi 30 anni eh!
SONIA: uh
PAGLIANI Giuseppe: a Reggio han costruito loro eh! tutto eh!
SONIA: uh si
PAGLIANI Giuseppe: "dove non eravamo noi manu..manovali eravamo piccoli imprenditori.... dove non eravamo appaltanti delle cooperative eravamo subappaltanti cioè è difficile trovare un edificio dove non ci siano stati un pò di cutresi a costruirlo eh! davvero eh nano!
SONIA: eh!
PAGLIANI Giuseppe: lo sai?
SONIA: uh..si
PAGLIANI Giuseppe: no, è stato molto molto molto importante.. vogliono usare il partito
SONIA: uh
PAGLIANI Giuseppe: non vogliono usare altre linee, vogliono usare il partito, proprio il.. il PDL per andare contro la MASINI, contro la Sinistra, anche per la discriminazione.. dice: "fino a ieri noi gli portavamo lavoro, eravamo la ricchezza di Reggio..con tutto quello che ne concerne., oggi ci hanno buttati a terra via come se fossimo dei preservativi usati?" vero eh!
SONIA: uh uh uh
PAGLIANI Giuseppe: capito amore?
SONIA: eh! la MASINI poverina fa meglio a fare le valige!
PAGLIANI Giuseppe: adesso gli faccio una cura come dio comanda!
SONIA: eh...
PAGLIANI Giuseppe: adesso le faccio una curetta giusta eh lei!
SONIA: uh uh
...Omissis., dalle ore 00:28:20 fino alle ore 00:31:07...
PAGLIANI Giuseppe: è stato bello, mi hanno raccontato una roba da processo!
SONIA: eh
PAGLIANI Giuseppe: una roba da processo.. cioè mi aspettavano proprio a.. mi aspettavano proprio per raccontarmi, capito? tutta questa roba qua!
SONIA: uh.... e bisogna che ci rincontriamo anche a VIANO
PAGLIANI Giuseppe: eh, hanno, bisogna che ci programmiamo velocemente l'incontro a VIANO eh!
SONIA: eh
PAGLIANI Giuseppe: no, non bisogna mica mollare niente eh!
...Omissis dal minuto 00:31:38 fino alla fine del brano...
Si delinea dunque la convergenza di interessi che è fondamento e giustificazione dell'accordo politico-mafioso.
Si tratta, invero, dell'identificazione del medesimo obiettivo, traguardato da due angolature solo, apparentemente divergenti.
Per SARCONE occorre contrastare alle fondamenta l'iniziativa prefettizia e l'offensiva mediatico-istituzionale antimafia che si sta sviluppando a Reggio Emilia per mano in particolare della Presidente della Provincia Sonia Masini, attraverso una progressiva opera di identificazione, subdola ma efficace, di genere, degli esponenti del clan nei calabresi un tempo richiesti ora discriminati; per PAGLIANI, mettere a disposizione«...il PDL», per andare «contro la MASINI, contro la Sinistra, anche per la discriminazione...», sfruttando la potenzialità elettorale dei «cutresi» per sconfiggere politicamente la Masini.
Il PAGLIANI non tarda a riscuotere parte del credito che si è acquisito.
Ciò accade in relazione alla presentazione di una lista civica per le elezioni comunali di Campegine (RE) per cui PAGLIANI chiederà un aiuto al PAOLINI e, attraverso costui, al DILETTO, che si attiveranno per raccogliere firme per la presentazione della lista “L'Altra Campegine”.
Dopo una fase di relativo stallo, nell'estate-autunno del 2012 si verificano alcune vicende che richiamano prepotentemente all'attualità l'adempimento del patto.
Nel mese di luglio si assiste ad una serie di attacchi nei confronti della Presidente della Provincia Sonia Masini, specialmente in relazione ad un gara per l'affidamento dell'appalto di Global Service: tema, in sé del tutto lecito, se non fosse che PAGLIANI lo solleva violentemente con l'arrière pensée discendente dalla comunanza di interessi con la cosca del SARCONE.
Ma soprattutto, il 5 luglio 2012, a seguito delle segnalazioni dei Carabinieri al Prefetto di Reggio Emilia basate anche su un servizio di o.c.p. che aveva riguardato lo svolgimento della cena conviviale del 21.3.2012, erano state impartite delle interdirti ve antimafia nei confronti di alcuni dei partecipanti alla stessa muniti di autorizzazione di polizia alla detenzione e/o al porto di armi, con conseguente revoca delle stesse. Si tratta in particolare di BRESCIA Pasquale, IAQUINTA Giuseppe, MUTO Antonio, PAOLINI Alfonso.
Il Prefetto motivava il suo decreto in base alle frequentazioni dei destinatari con i fratelli SARCONE (Nicolino. Gianluigi e Grande Giuseppe), DILETTO Alfonso, FLORO VITO Gianni, COLACINO Michele e ritenendo che ciò facesse venir meno il requisito morale di cui all'art. 43 TULPS.
Non risulta dagli atti di indagine che il TAR, adito dagli interessati, si sia pronunciato in difformità, confermando i provvedimenti. Il 12 luglio, data della notifica dei provvedimenti, si assiste ai primi commenti tra PAOLINI e SARCONE.
Telefonata nr.2340 del 12/07/2012 delle ore 17:39:18 intercettata sull'utenza telefonica ... in uso a Nicolino SARCONE in uscita verso l'utenza ... in uso a PAOLINI Alfonso (...):
[...]dal minuto 01.17:
PAGLINI Alfonso:- oggi m'hanno fatto un notifica...alle 12.30..
SARCONE Nicolino:- Che notifica?!?
PAOLINI Alfonso:- Eh eh...poi ti spiego...ah ah ah..e va bene..ti fanno ridere..guarda...
SARCONE Nicolino:- è?!?
PAOLINI Alfonso:- Ti fanno ridere!
SARCONE Nicolino:- Che è?!?..va male?!?
PAOLINI Alfonso:- Eh?!?
SARCONE Nicolino:- Una cosa?!?
PAOLINI Alfonso:- Nooo...ci hanno...dice che se entro un mese non faccio ricorso..mi tolgono tutte le armi!..
SARCONE Nicolino:- Ti tolgono le armi?!?!
PAOLINI Alfonso:-Si perchè cammino con te...cammino con Floro Vito Giuliano..coso..Giuseppe...con Michele!..ah! ah! ah! c'ho detto?! ma vi dovrei ammazzare io?!?
SARCONE Nicolino:- Pure con me?!?..c'è scritto il mio nome?!?...
PAOLINI Alfonso:- E...tu sei in prima fila tu!!!
SARCONE Nicolino:- Ah madonna!!...
PAOLINI Alfonso:- La scimmia...
SARCONE Nicolino:- Ma la Polizia o i Carabinieri?!?
PAOLINI Alfonso:- Carabinieri! ...però ce l'ha mandato il Prefetto... quella puttanona!!!...
SARCONE Nicolino:- Mah!!!
PAOLINI Alfonso:- Si è fatto la fotocopia Luigi....
SARCONE Nicolino:- Ah?!?
PAOLINI Alfonso:- S'è fatto la fotocopia Gianluigi...Gianluigi...Peppe (SARCONE n.d.r.)....dice che ho mangiato il 21/03 da Pasquale...
SARCONE Nicolino:- Noi?!?
PAOLINI Alfonso:- Eh...!!!
SARCONE Nicolino:- Ehhh....
PAOLINI Alfonso:- c'ho detto domani andiamo a mangiare in piazza!...vi sta bene?!?
SARCONE Nicolino:- E che giorno è il 21/03...e qual'è il problema?!?
PAOLINI Alfonso:- Eh qual'è il problema?!?....il problema è il suo...che cazzo me ne fotte a me.. c'ha messo la "Scimmia"...a te a Peppe...a Gianluigi...Michele.. al fratello di Giulia...a Giuseppe...pure da Pasquale sono andati...
SARCONE Nicolino:- la madonna!...
PAOLINI Alfonso:- Eh.. m'ha detto Pasquale...che m'ha chiamato...che io c'ho detto che stavo andando la...m'ha detto...compà sono venuti!! e m'hanno fatto tornare indietro che m'hanno portato qua al ristorante...m'ha detto che colpa ne ho se quello viene e mangiare qua?!...io ora me ne vado se no ci troviamo un ristorante più "pulito"....c'ho detto...che poi per quante volte andiamo noi al ristorante....ah ah ah...mannaia la madonna...ah ah ah...
SARCONE Nicolino:- Oh...mmm...
PAOLINI Alfonso:- Oi l'hanno fatto pure a Peppe.. oi mamma....ah ah ah...mi scappa da ridere a me...guarda..
SARCONE Nicolino:-Ed ora che cazzo fanno!!?....non ci sto capendo niente...
PAOLINI Alfonso:- Ma che casino...mamma mia...questa è quella puttanona li!!!.. (Prefetto)
[...]
SARCONE Nicolino:- A mangiare..a mangiare e qual'è il problema..non si mangia?!?
PAOLINI Alfonso:- Dall'Antichi Sapori (Pasquale Brescia)...c'è scritto bello!...
SARCONE Nicolino:- Non ti puoi incontrare ad un ristorante?!?
PAOLINI Alfonso:- Eh..!!!...ora andiamo tutti i giorni!!!
SARCONE Nicolino:- Matri...matri..matri...
PAOLINI Alfonso:- Ora andiamo tutti i giorni e me ne frego di loro... eh...!!! ...arrivato a questo punto...io compà.. com'era prima facciamo ora!..che cazzo me ne fotte a me proprio!!...
SARCONE Nicolino:- Ma non c'entra!!!...non c'entra!!!...è che c'è un meccanismo troppo sballato qui ora!...
PAOLINI Alfonso:- Si si si...
SARCONE Nicolino:- Se queste cose sono valide..no?!?...se ritengono ste cose valide veramente... moli...!!!
PAOLINI Alfonso:- Si si si
SARCONE Nicolino:- Pure se uno mangia con un altro paesano?!!
PAOLINI Alfonso:- Io non lo so com'è!...se ci vediamo ci dobbiamo ammazzare anziché mangiare?!!...che ce lo dicano!...non lo so io!...
SARCONE Nicolino:- Se facciamo la guerra...se facciamo la guerra può darsi che non ci dicano niente!..(ironicamente n.d.r. )
PAOLINI Alfonso:- Ma secondo me è così...ci dobbiamo fare consigliare veramente...è impossibile adesso..a parte che io ti ripeto...non...problemi non ne ho in nessuna maniera..
SARCONE Nicolino:-E chiama a quello chiama a quel coso la...chiama a quello...e gli dici...ma come cazzo dobbiamo fare qui...ma tu c'hai abbandonati pure...come dobbiamo fare?!?
PAOLINI Alfonso:- E pure non ci abbandoniamo...certe volte...anche non c'abbandoniamo pure...mannaia la miseria...prima ci facciamo e poi ci prendiamo l'uno con l'altro..
SARCONE Nicolino:- Ma che abbandoniamo...che non m'ha chiamato nessuno..
PAOLINI Alfonso:- Abbandonare...m'ha spiegato un pò Rocco...la..la faccenda..
SARCONE Nicolino:- Si stanno spaventando per quello...
PAOLINI Alfonso:- Nooo...c'è anche un problema nel partito...stanno creando problema nel partito...me l'ha spiegato un attimo..ma non a livello dei "nostri"...tra loro...ma lo chiamiamo e facciamo...organizziamo di nuovo se no davvero questo...
SARCONE Nicolino:- E c'era pure mio fratello?!?
PAOLINI Alfonso:- No Peppe non c'era!....Gianluigi!...Gianluigi: "e quand'era questo giorno?!" e Gianluì...qualche giorno siamo stati!...o quel giorno che c'era PAGLIANI e quei cornuti c'hanno presi a tutti la...
SARCONE Nicolino:- E non lo so che giorno era!...che cazzo mi devo ricordare...
PAOLINI Alfonso:- Chi cazzo se lo ricorda il giorno!...io non mi ricordo...
SARCONE Nicolino:- 21/03...21/03...21/03....è Marzo, giusto?!?
PAOLINI Alfonso:- A Marzo...a Marzo!..si!...ehhh...chi si ricorda?!...io con Giuseppe...Michele e tutti questi insieme dov'eravamo?!?
SARCONE Nicolino:-Può essere pure quella giorinata..ehh?!?
PAOLINI Alfonso:- Eh!!!....ma quella volta c'erano tante persone..perchè hanno messo solo a noi?!?eh?!?
SARCONE Nicolino:- E si...mettono persone che hanno precedenti...che possono fare notizia...no?!?..ehh
PAOLINI Alfonso:- Mmm..
SARCONE Nicolino:- Eh..ti mettono la persona singola?!?..ti mettono?!?
PAOLINI Alfonso:- Ho capito..
SARCONE Nicolino:- Floro Vito...mio nipote...ce l'hai detto o no?!?
PAOLINI Alfonso:- A chi lo dovevo dire?!?...al Carabiniere l'ho detto...ma agli altri... ehhh... ho detto che era nipote..c'hanno messo pure a Giulia.. fratello di Giulia.. vedi quanti ne hanno scritto....mah !.!!...
SARCONE Nicolino:- E fammela una copia..fammela una copia..che la mando...ce la mando all'avvocato..
Omissis dal min. 08.00 al min. 08.41
SARCONE Nicolino non ha intenzione di subire passivamente né il provvedimento del Prefetto di Reggio Emilia né le critiche mediatiche che sta subendo l'ambiente 'ndranghetista reggiano. Per questo dice a PAOLINI Alfonso che devono intraprendere qualche azione difensiva con l'aiuto di un avvocato. SARCONE, appunto, dice che è necessario rivolgersi a PAGLIANI.
Telefonata nr.2355 del 12/07/2012 delle ore 20:02:29 intercettata sull'utenza telefonica ... in uso a Nicolino SARCONE in entrata dall'utenza ... in uso a PAOLINI Alfonso (...):
SARCONE Nicolino:- Stai ..incomp... subito?
PAOLINI Alfonso:- E no sto girando a piedi nel cantiere! e a ..incomp .. che sto girando in quel senso!
SARCONE Nicolino:- ah
PAOLINI Alfonso:- e non ti chiamavo no ! sono ..incomp... lo chiamo?! Ora le ho viste le chiamate!
SARCONE Nicolino:- ma dimmi una cosa?!! ma siccome mi sono informato e dobbiamo trovare ad una persona di qua...
PAOLINI Alfonso:- eh
SARCONE Nicolino:-e secondo me proprio a lui chiamiamo! a questo qua, come si chiama?! a quest'avvocato a Giuseppe...
PAOLINI Alfonso:-PAGLIANI?
SARCONE Nicolino:- eh! perchè ci deve dare un appuntamento da avvocato.. ..non c'entra niente ne politico e ne niente! da avvocato! così con lui risparmiamo anche qualche soldo no!?
PAOLINI Alfonso:- e glielo diciamo! ma lui non è penale è lo stesso?
SARCONE Nicolino:-e va be a noi un appuntamento ci deve dare! noi vogliamo andare noi, almeno io! voglio andare la a parlarci se per lui è possibile!
PAOLINI Alfonso:- penso di si! pensi di si! lo chiamo dai!
SARCONE Nicolino:- penso che fa una lettera.... non lo so che deve fare a titolo informativo ....
PAOLINI Alfonso:- e e lo facciamo non ci sono problemi!
SARCONE Nicolino:- però io voglio andare! voglio andare perchè non sono belle cose e a me....
PAOLINI Alfonso:- no no è giusto! ma stai scherzando
SARCONE Nicolino:- non è che mi può portare queste cose marce sempre avanti! secondo te?! Cioè danneggi le persone per me?! ma stiamo scherzando!!
PAOLINI Alfonso:- Compà a me non c'è nessun problema ..incomp...
SARCONE Nicolino:-no Alfo non è per te! non è per te! te lo giuro non è per te! è per me stesso, perchè tu non puoi parlare sempre di me dopo tanti anni, hai capito?!
PAOLINI Alfonso:- E' una rottura di coglioni, stanno rompendo i coglioni! io adesso lo chiamo, se ci da un appuntamento andiamo a trovarlo! andiamo io e te a trovarlo, la carta l'abbiamo!
SARCONE Nicolino:- vedi di chiamarlo con la scusa di questa carta che gli fai vedere ... che così gli diciamo
PAOLINI Alfonso:- va bene dai!
SARCONE Nicolino:- va bene!? fammi sapere però!
PAOLINI Alfonso:- lo chiamo adesso... se mi risponde! Ok?
SARCONE Nicolino:- ma con Pasquale ti sei visto?
PAOLINI Alfonso:- no, non ci siamo visti che sono venuto qua al cantiere io!
SARCONE Nicolino:- uhm ma a lui l'hanno informato dal ristorante o gli hanno dato la stessa carta tua?
PAOLINI Alfonso:- penso che gli abbiano dato la stessa carta, non lo so! mi ha chiamato anche a me e mi ha detto:" ti è arrivata anche a te?" e diceva del ristorante che siamo andati la al ristorante!non lo so poi...mentre passo ora che vado passo!
SARCONE Nicolino:- comunque i conti non tornano!
PAOLINI Alfonso:- si?
SARCONE Nicolino:- Quella sera non c'è stato Peppe mio fratello!
PAOLINI Alfonso:- e perchè l'hanno messo? Io non lo so, che ti devo dire io? E per questo, ci dobbiamo ricordare quella sera che sera era!
SARCONE Nicolino:- e Pasquale si dovrebbe ricordare!
PAOLINI Alfonso:- ah...Pasquale lo dovrebbe sapere! io ora non è che mi ricordo la sera!
SARCONE Nicolino:- e rimirati se la ricordo io! però lui quel PAGLIANl...la data l'ha segnata sicuramente che quelli camminano con le agende!...
PAOLINI Alfonso:- ah questo è anche vero!
SARCONE Nicolino:- e lo dobbiamo chiamare che con lui sappiamo più di qualche cosa!
PAOLINI Alfonso:- adesso lo chiamo dai! va bene?
SARCONE Nicolino:- Lo chiami?
PAOLINI Alfonso:- Si adesso lo chiamo! fammi chiudere il cancello e lo chiamo!
SARCONE Nicolino:- poi vieni a Reggio?
PAOLINI Alfonso:- e poi me ne devo venire a Reggio che faccio!? Speriamo che se ne vadano questi cornuti qua! poi vengo a Reggio dai!
SARCONE Nicolino:- dai va bene dai
PAOLINI Alfonso:- va bene ciao ciao
SARCONE Nicolino:- ciao
La notizia dei provvedimenti del Prefetto e, soprattutto della sua motivazione, rimane riservata fino a martedì 18 settembre 2012 quando su "Il Resto del Carlino" edizione di Reggio Emilia viene pubblicato l'articolo, redatto da Sabrina PIGNEDOLI, dal titolo "Cena politica con persone sospettate di mafia II Prefetto vieta le armi a quattro commensali".
Quasi immediata è la reazione di SARCONE, che in una conversazione con PAOLINI detta la linea da tenere attraverso i mezzi di comunicazione.
Telefonata nr.5624 del 20/09/2012 delle ore 19:27:20 intercettata sull'utenza telefonica ... in uso a Nicolino SARCONE in entrata dall'utenza ... in uso a PAOLINI Alfonso (...):
Sarcone Nicolino:- Pronto!
Paolini Alfonso:- uhei!
Sarcone Nicolino:- ma tu c'è l'hai con me forse!
Paolini Alfonso:- e mi sono fatto un paio di ore di sonno....che c'è l'ho con te? Mi ero addormentato sono andato a letto verso le cinque e mi...
Sarcone Nicolino:- sono quattro volte che ti chiamo!
Paolini Alfonso:- e avevo sonno compà! e non l'avevo per niente e ora come sono arrivato ho visto il coso! E ...incomp... cosa mi hai fatto? Che ce l'ho con te, secondo te!?
Sarcone Nicolino:-quindi non l'hai visto per niente il giornale?
Paolini Alfonso:- La gazzetta ho visto! Che c'è contro di Pagliani... che cazzo devo vedere!!?
Sarcone Nicolino:- no il Resto del Carlino oggi!
Paolini Alfonso:- no non l'ho visto per niente il Resto del Carlino io
Sarcone Nicolino:- eh la c'è un macello!
Paolini Alfonso:- si? e mannaggia la Madonna!
Sarcone Nicolino:- la.... questo qua secondo me...io non lo so che cazzo ha scritto!
Paolini Alfonso:- Pagliani?
Sarcone Nicolino:- Ma non si sanno neanche difendere!
Paolini Alfonso:- per questo motivo mi hai chiamato...io sono stato prima mezz'ora con lui...con Fruonzo
Sarcone Nicolino:- con chi?
Paolini Alfonso:- Con Fruonz!
Sarcone Nicolino:- si?
Paolini Alfonso:- e diceva e che devi fare?! che cosa dobbiamo fare? Dimmi tu e "e ma no ma qua io che cazzo c'entro che cosa'!...qua stanno parlando che ce ne dobbiamo andare del tutto di qua..." e
Sarcone Nicolino:- e lui...lui parla pure?
Paolini Alfonso:- E gli ho detto sembra che ti sto dicendo che tu "e che cazzo dobbiamo fare? No...no dice ma qua non si può stare più"...dice... e adesso te ne sei accorto gli ho detto!?!?
Sarcone Nicolino:- e...
Paolini Alfonso:- mi ha detto che cazzo sta succedendo che mi mettono a me che io sono il più pulito! mi ha detto!
Sarcone Nicolino:- si il cazzo che gli frega!
Paolini Alfonso:- e be! mannaggia alla Madonna! vedi a quest'altro!
Sarcone Nicolino:- lui ha tutti i reati brutti!
Paolini Alfonso:- e dice io sono il più pulito e....
Sarcone Nicolino:- si si e perchè non va dal giudice!? non va dal Prefetto!? non va dove cazzo vuole?!!
Paolini Alfonso:- e... gliel'ho detto! che cazzo dobbiamo combinare? Gli ho detto ...incomp...
Sarcone Nicolino:- ha i soldi e ci mette un avvocato no?! con i cazzi!
Paolini Alfonso:- lui non vuole sapere niente...si frega di lui che se ne va da qua!
Sarcone Nicolino:- e quanto ci vuole che a noi ci salva se se ne va!
Paolini Alfonso:- e.... gli ho detto .... dice che è impossibile che tutti i giorni....
Sarcone Nicolino:- devi fare una cosa ! vedi come dobbiamo fare a parlare!
Paolini Alfonso:- eh...
Sarcone Nicolino:- perchè lui deve dire la.... perchè siccome questa cosa non la sto sentendo da nessuna parte …
Paolini Alfonso:- eh....
Sarcone Nicolino:-la serata è stata organizzata non da lui!
Paolini Alfonso:- eh...
Sarcone Nicolino:-uno! Secondo!... è stata organizzata per lo schifo che stavano facendo le cooperative che stavano facendo a Reggio Emilia sopra ai meridionali...
Paolini Alfonso:- si...si...
Sarcone Nicolino:- precisamente su quelli di Cutro!
Paolini Alfonso:- eh
Sarcone Nicolino:- cioè tu non è che devi rinnegare l'evidenza!!
Paolini Alfonso:- a non la devi rinnegare!?!? ma noi siamo nel mezzo ..incomp... come va alla fine compà e e alla fine......
Sarcone Nicolino:- però non è nemmeno giusto... hai capito?
Paolini Alfonso:- si si vogliono bruciare lui
Sarcone Nicolino:- perchè ora stanno attaccando tutti a lui! Lui giustamente lo vedono tutto impappinato non è che c'è un bell'articolo a questo cazzo di giornale qui!
Paolini Alfonso:- e si quel figlio di puttana del PD la Ri...come si chiama?
Sarcone Nicolino:- è?
Paolini Alfonso:- Quel Riccio come si chiama quello del PD? Quello lo sta attaccando!
Sarcone Nicolino:- c'è ne è uno....
Paolini Alfonso:- del PD è dai! che l'ho letto sulla Gazzetta di Reggio!
(A questo punto si sente l'audio del giornale radio che dice: Conduttrice Tg radio:- -... di Antonio Mendicino l'autotrasportatore)
Sarcone Nicolino:- zitto zitto!
Conduttrice:- .... dell'informativa anti mafia del Prefetto di Reggio
Sarcone Nicolino:- a... va bene dai ci sentiamo dopo! (chiude bruscamente perché vuole ascoltare il giornale radio)
Paolini Alfonso:- va bene
Sarcone Nicolino:- ci sentiamo più tardi!
La tesi di SARCONE è chiara e dimostra il possesso di una lucida visione dei fatti che concorre ulteriormente a renderlo un leader.
Indubbiamente, l'articolo del 18 settembre ha messo in grave difficoltà sul piano politico PAGLIANI, 'vittima' di un errore - non è chiaro se consapevole o meno - dell'avv. SARZI AMADE' che, nel redigere i ricorsi al giudice amministrativo in favore dei soggetti colpiti dalle interdittive prefettizie, aveva allegato una lettera del PAGLIANI, nel quale si assumeva il ruolo (in effetti corrispondente al vero) di organizzatore dell'incontro.
Per rimediare, PAGLIANI si vede costretto a far pubblicare sull'edizione del 19 settembre una sua dichiarazione del seguente tenore:
"Ieri Pagliani ha scritto che oggetto della cena fu anche l'immobilismo delle istituzioni, «Provincia e Comune di Reggio in primis»: «A tale cena sono giunto dopo circa un'ora dall'inizio. Ho svolto il mio intervento come sempre faccio in qualsiasi occasione pubblica in cui sono invitato. A questa cena erano presenti giornalisti reggiani oltre a numerosi professionisti anch'essi interessati ai problemi legati alla crisi economica dell'edilizia. Purtroppo l'avvocato Antonio Sarzi Amadè, che era presente alla cena, nel ricorso presentato al Tar di Parma ha scritto erroneamente che la stessa era stata da me organizzata. Da sempre sostengo l'opera del Prefetto Antonella De Miro volta a combattere fenomeni di infiltrazioni malavitose nel nostro territorio provinciale, e nessuno potrà con notizie strumentali mettermi contro la stessa ammiro chi opera a favore della giustizia e da storico militante della destra politica ritengo che l'ordine pubblico, laddove vi siano colpe provate, sia un valore da imporre con fermezza nella società in cui viviamo». Sarzi ricorda che l'incontro «fu indetto con le forme dell'autoconvocazione su precisa sollecitazione di alcuni dei soggetti poi partecipanti » e parla di «mala trasposizione» «nel corpo del ricorso».
SARCONE detta quindi la linea politica, che dovrà essere seguita, nell'interesse comune, anche da PAGLIANI , ossia a) "la serata è stata organizzata non da lui!"; b) "è stata organizzata per lo schifo che stavano facendo le cooperative che stavano facendo a Reggio Emilia sopra ai meridionali... ".
PAGLIANI pare aver compreso e, negli interventi pubblici successivi, pubblicati su 'Il Resto del Carlino' si atterrà scrupolosamente a quella linea.
Rispondendo ad una nota del direttore dell'edizione reggiana del quotidiano Davide Nitrosi egli scriverà:
Volevo solo capire i loro appalti con le coop. Caro NITROSI emerge dal tuo commento una insistita faziosità che al tempo stesso spaventa e fa sorridere. L'avvocato SARZI AMADÈ (sempre bravo e scrupoloso ma che stavolta nella stesura del suo ricorso è stato indotto in errore, come ha confermato lui stesso rettificando l'unico fatto saliente della vicenda, ossia la natura, la modalità di convocazione e il contesto in cui è avvenuta la cena) con la lettera da lui firmata ieri attesta la verità e dunque riporta la vicenda in un giusto alveo. Non ho organizzato io l'evento e mica potevo conoscere le generalità di tutte le circa 70-80 persone presenti in quel ristorante, tra cui c'erano colleghi del mio partito e lo stesso avvocato SARZI AMADÈ.
L'evento poi era di ambito pubblico, organizzato in un esercizio pubblico e pubblicizzato la mattina stessa del 21 marzo 2012 su un quotidiano locale. Da qui una domanda: le parole del professionista valgono solo quando sono a me sfavorevoli? Un bravo giornalista dovrebbe distinguere la misura dei fatti (specie quando del tutto accidentali, verificatisi nella mia totale buonafede e per molti aspetti a mia insaputa, come ti ho già spiegato, e di cui, col senno di poi, mi ritrovo mio malgrado a dover giustificare nella veste di "parte lesa" ) da quello che pare essere un forzato processo alle intenzioni. So di essere un rappresentante politico e dunque è doveroso che ogni mia dichiarazione o azione sia sottoposta al pelo e contropelo della stampa. Non è per caso che il tuo feroce commento porti con sé la cifra di un attacco politico puro nei confronti miei e del Pdl, oppure anche le mie sono semplici elucubrazioni da derubricare alla voce di una contrapposizione tra schieramenti, il mio ed eventualmente il tuo? Ti invito all'impegno sul campo e ad impiegare parte del tuo prezioso tempo per chiarire insieme a me chi abbia avuto nella nostra città interessi economici ed episodi di reale contatto con la criminalità organizzata infiltrata nel nostro tessuto provinciale: tanti di questi artigiani operano, ad esempio, per o con le coop rosse. Ed è solo sulla scorta di questa mia annosa battaglia ideale, condotta anche a garanzia di un corretto svolgimento delle procedure di appalti da parte delle istituzioni pubbliche (vedi il caso Global Service) clic ho ritenuto di non sottrarmi a un invito, partecipando seppure in ritardo a quell'incontro. Ti invito sin da subito a partecipare al consiglio provinciale prossimo nel quale verrà discusso il mio Ordine del Giorno sul fenomeno malavitoso dell'usura presente in abbondanza anche nella "bella Provincia" di Reggio, laddove nessuno più di me sostiene pubblicamente la meritoria ed efficace azione del Prefetto Antonella De Miro circa la prevenzione e la repressione dei fenomeni criminali presenti sul nostro territorio. (...) Anche Gesù fu tradito nel corso di una cena: tuttavia posso assicurarti, caro Davide, che la mia, di cene, non sarà l'ultima, specie se avvengono in pubblico e nell'esercizio della mia funzione, pure questa pubblica. Giuseppe PAGLIANI (Capogruppo PDL in Provincia)
Ancora, in un'intervista pubblicata sul medesimo quotidiano il 3 ottobre 2012 a firma Antonio Ligabue dal titolo "Altro che cene. Indaghino sulle coop rosse" .
Rinviando per la lettura alla richiesta del Pubblico Ministero, il contenuto dell'articolo si connota per un duplice rilievo. Il primo coniuga ossequio formale dell'istituzione prefettizia con la precisazione che i provvedimenti interdittivi debbano essere assunti in presenza di "elementi inconfutabili di colpevolezza", il che val quanto rimarcare l'illegittimità di quelli adottati dal Prefetto reggiano (tesi, in effetti, coincidente con quella di SARCONE); il secondo mira a spostare il fuoco dell'attenzione sulle cooperative rosse, accusate di aver sfruttato in passato le imprese cutresi impegnate nei subappalti e di averle estromesse in tempo di crisi, dove l'inferenza causale con 1'azione prefettizia non è lasciata all'intuizione del lettore.
La vicenda che si è descritta e che concerne tanto la posizione di PAGLIANI sub specie iuris del concorso esterno nel reato di cui all'art. 416-bis c.p. così come provvisoriamente contestato, sia la capacità del sodalizio criminoso inteso nella sua espressione di vertice di stabilire solidi legami con la politica locale.
Riprendendo alcune considerazioni già formulate, deve conclusivamente osservarsi:
1. Giuseppe PAGLIANI , ovviamente, non è intraneo al sodalizio criminoso, né è ad esso affiliato. Egli, tuttavia, conosce, si direbbe piuttosto bene, alcuni tra i capi dell'organizzazione 'ndranghetista emiliana: è certa, infatti, la non estemporanea conoscenza, anzi il rapporto di amicizia con MUTO Antonio, PAOLINI Alfonso, BRESCIA Pasquale (“e non l'avete sentito qua... che ha detto PAGLIANI... -io sono amico di Antonio, di Alfonso e di Pasquale...”).
2. La duplice veste di consigliere di opposizione all'interno del Consiglio Provinciale lo colloca nella veste di uomo, per così dire di lotta (a Reggio) e di Governo (a Roma, dove il partito di appartenenza fa parte delle forze politiche che sostengono l'esecutivo...il quale nomina i Prefetti...).
3. Se, probabilmente, egli raccoglie il malcontento di alcuni elettori cutresi nei confronti di Antonio OLIVO, consigliere comunale del PD, al quale SARCONE Gianluigi imputerà nella lettera al direttore di Libero la totale inerzia, deve convenirsi sul punto che la sua individuazione non è casuale, ma meditatamente connessa al fatto che SARCONE e PAOLINI hanno di lui quella conoscenza sufficiente a farlo ritenere politico autorevole e soprattutto affidabile, ruolo evidentemente non riconosciuto ad esempio a GUALTIERI Rocco e all'avv. Caterina ARCURI, nonostante ella sia cutrese ed abbia per un certo tempo militato nello stesso PDL ; l'avv. ARCURI, come dimostrano sia le conversazioni che le dichiarazioni rese in merito alla cena del 21 marzo, è considerata inaffidabile ("traditrice" la definisce Pasquale BRESCIA) probabilmente perché troppo indipendente.
4. E' da escludere ragionevolmente che PAGLIANI non fosse a conoscenza della qualità criminale di SARCONE e del fatto che egli fosse imputato nel processo conseguente all'indagine Edilpiovra; Reggio Emilia non si sottrae alle logiche e consuetudini della provincia italiana, dove le notizie circolano velocemente sulla bocca di tutti. D'altra parte, se è vero che egli rivendica un'attenzione alle infiltrazioni mafiose in tempi non sospetti (si veda, a tal fine, l'intervista del 3.10.2012), deve darsi per certo che egli fosse pienamente informato dei trascorsi dei propri ospiti. Ovviamente anche SARCONE gode (deve godere) nella consapevolezza del PAGLIANI della presunzione di innocenza; sennonché è di palmare evidenza che il livello di attenzione che si esige in capo al politico è più elevato di quello richiesto al quisque de populo. Analoghe considerazioni debbono valere per gli altri soggetti da lui conosciuti.
5. Sta di fatto che egli non esita un istante ad accettare la proposta di PAOLINI né soprattutto, a far visita al SARCONE, nel primo e fondamentale incontro, ovviamente da tutti sottaciuto, del 2 marzo: che la posta in gioco sia elevata lo dimostra il disappunto di SARCONE nell'apprendere dell'assenza di IAQUINTA, fa osservare che per una questione così importante avrebbe potuto liberarsi, dove evidentemente viene illustrato al PAGLIANI il progetto ("io ho una cosa per te e per noi... ") e vengono definiti i termini del patto: sostegno politico incondizionato al PAGLIANI in cambio della disponibilità a rappresentare le tesi della cosca mafiosa negli ambienti politico-istituzionali e davanti agli organi di informazione; ciò sul fondamento - perfettamente razionale dal punto di vista di SARCONE - che la tesi della discriminazione e della persecuzione è destinata ad assumere un ben diverso impatto nell'opinione pubblica se propugnata da un politico in vista piuttosto che dai diretti interessati;
6. Contrariamente alla vulgata ufficiale - che vuole il PAGLIANI invitato fungibile alla cena conviviale del 21.3.2012 - egli è pienamente coinvolto nel progetto relativo alla riunione almeno fin dal 16 marzo, allorquando si registra la telefonata con PAOLINI nella quale PAGLIANI fa presente diligentemente di essersi già attivato per raccogliere materiale contro la Presidente MASINI; dalla telefonata si apprende del resto che è lo stesso PAGLIANI a indicare il giorno.
7. L'incontro conviviale, apparentemente destinato a raccogliere le doglianze degli imprenditori calabresi che si assumono discriminati dal nuovo corso e a fare il punto degli effetti della crisi soprattutto nel campo dei trasporti e dell'edilizia, in realtà ha la funzione di rendere evidente, a chi sia disponibile ad interpretarlo, il salto di qualità compiuto dal vertice dell'organizzazione criminale, che è ora in grado di sedersi pariteticamente al tavolo con gli esponenti di una parte del mondo politico locale. Ed in effetti, che l'idea di dar voce ad un disagio senz'altro esistente anche tra artigiani e piccoli imprenditori fosse del tutto estranea alla scopo della riunione lo dimostra l'insofferenza dello stesso SARCONE nell'apprendere che DILETTO Alfonso avrebbe partecipato con una "ventina di camionisti", ("non ci servono, le persone li chiami, tutte le persone devono sapere i cazzi tuoi, scusami, eh?").
8. La convergenza di interessi tra il gruppo 'ndranghetista e PAGLIANI è, come visto, duplice: da un lato l'enfatizzazione della funzione discriminatoria discendente dalle interdittive prefettizie, che si vuole adottate con procedure sommarie cui conseguono effetti potenzialmente dirompenti per il ceto imprenditoriale calabrese; dall'altro la necessità di distogliere l'attenzione dell'opinione pubblica dal tema dell'efficace contrasto alla criminalità organizzata , sostituendo questo tema dell'agenda politica con quello delle diffuse (e asserite) illegalità da parte delle cooperative di sinistra e delle ombre che lambiscono la Presidente MASINI. Tale convergenza realizza la reductio ad unum degli interessi di cui sono portatori da un lato SARCONE e il suo gruppo, dall'altro PAGLIANI. Posto che non risulta possibile muovere un attacco diretto al Prefetto, occorre creare un clima favorevole all'idea che le interdittive prefettizie, tagliando fuori imprese dalla competizione economica per un semplice sospetto o poco più. corrispondano ad uno strumento persecutorio e discriminatorio, siccome indirizzato ad alcune categorie di soggetti, gli imprenditori calabresi, probabilmente a vantaggio di altri. Sulla stessa linea si colloca la rescissione del nesso sinergico tra azione di prevenzione e scuotimento delle coscienze, attraverso la "cura" che PAGLIANI ha in serbo per la MASINI, vale a dire l'allestimento di una campagna contro la Presidente della Provincia che coinvolga anche il sistema cooperativo reggiano, così sostituendo questo tema a quello delle infiltrazioni mafiose. Come si vede dunque, i due temi sono fortemente connessi e funzionalmente inscindibili.
9. Non è, ovviamente, in discussione il diritto di critica dell'istituto o dei singoli provvedimenti da parte del PAGLIANI. In verità, il dato saliente è costituito dal perfetto allineamento tra SARCONE e i suoi sodali e le prese di posizione pubbliche del PAGLIANI che pare volutamente ignorare, pur avendone gli strumenti, dal momento che è un avvocato, la natura e la funzione dell'informativa prefettizia e l'importanza dell'azione di prevenzione contro le infiltrazioni mafiose. Del resto, una brevissima rassegna della giurisprudenza amministrativa rende immediatamente evidente che essa si fonda su presupposti del tutto diversi da quelli che fondano un giudizio di responsabilità. Il richiedere pubblicamente - pur dichiarandosi in apparenza sostenitore dell'opera del Prefetto -che le stesse debbano essere adottate in presenza di ''colpe provate” o di "inconfutabili elementi di colpevolezza" significa non aver compreso, o meglio non volerne comprendere la funzione, in un'ottica in cui fa indubbiamente velo l'esazione da parte di SARCONE degli obblighi assunti al momento della stipula del patto.
10. Molto più a suo agio il PAGLIANI nella battaglia politica contro la Presidente MASINI, battaglia del tutto legittima ma, come detto, condizionata nelle sue premesse dall'essere causalmente riferibile all'accordo stipulato con il sodalizio criminale. E' lo steso PAGLIANI, per implicito, a confermare il peccato originale della propria azione politica.
Egli, infatti, nonostante i ripetuti veementi attacchi, resterà sempre completamente silente sia sulla preparazione della cena del 21 marzo sia, soprattutto sull'incontro di venti giorni prima. Una inferenza logica di palmare evidenza impone di ritenere che egli fosse pienamente consapevole di chi fossero e cosa rappresentassero i suoi interlocutori ma, ovviamente, che tale dato di conoscenza non fosse confessabile. Da ultimo a PAGLIANI viene offerto di presenziare alla trasmissione televisiva Pokeballe dove, alla presenza dei conduttori Marco GIBERTINI (concorrente esterno nel reato associativo) e MARCHESINI (legale di SILIPO Antonio), offre ancora una volta la propria menzognera versione sulla cena, all'interno di un format che vede anche un'intervista a Gianluigi SARCONE. Scrive al riguardo il Pubblico Ministero «Ovviamente la presenza del PAGLIANI che nel condividere con gli 'ndranghetisti la battaglia politica, con loro condivide anche la difesa dei passi compiuti secondo la strategici già indicata, facilita il lavoro di tutti. Una trasmissione solo con SARCONE sarebbe stata difficile, per non dire improponibile. PAGLIANI rende tutto possibile, più facile ed anche più evidente. E dà una prospettiva politica concreta alla rivendicazione. Trasforma consapevolmente in bai tagli a "politica" una battaglia gestita e voluta da un gruppo di criminali, il più influente dei quali è in quel periodo sotto processo a Reggio Emilia per mafia. Quest'ultimo particolare risulta, lo si vedrà a breve, un punto di legittimazione per SARCONE Nicolino, non un limite, almeno nei rapporti con questi personaggi.»
11) E' questo, indubbiamente, il profilo più delicato dell'intera vicenda, nel quale può insinuarsi il sospetto che PAGLIANI venga penalmente perseguito per il particolare modo di esercitare il suo diritto di concorrere alla vita politica, in contrapposizione alla MASINI. Sospetto astrattamente legittimo, ma che gli elementi acquisiti consentono con sicurezza di fugare; né può imputarsi al PAGLIANI il non aver saputo sviluppare le conseguenze della strisciante, ma inesorabile infiltrazione del fenomeno mafioso nel tessuto economico reggiano, incapacità del resto del resto comune a molti politici locali. La contrapposizione politica con la MASINI si alimenta infatti della forza acquisita a seguito dell'accordo con SARCONE e si realizza attraverso la completa assonanza degli argomenti dell'azione politica di PAGLIANI con la Weltanschauung dei fratelli SARCONE esaltata sugli organi di informazione, (lotta alla mafia e non ai mafiosi, contrasto alle iniziative prefettizie, sostituzione del tema delle infiltrazioni mafiose con quello delle cooperative rosse, ovvero, mutuando una felice espressione del Pubblico Ministero "la rimozione tattica" del problema) in perfetta simbiosi.
(…)
In breve, le indagini hanno convincentemente dimostrato che, in un frangente di oggettiva difficoltà per la consorteria criminale rappresentato dall'emissione delle informative interdittive da parte del Prefetto e del crescente diffondersi della sensibilità dell'opinione pubblica locale sul problema delle infiltrazioni mafiose nel tessuto sociale il clan 'ndranghetistico nella sua espressione di vertice ha cercato l'appoggio del PAGLIANI, in qualità di esponente politico locale. Egli ha accettato l'offerta nella piena consapevolezza, disvelata tanto dai dati di conoscenza in suo possesso, quanto dal segreto sull'incontro del 2 marzo 2012 serbato con ostinata perseveranza, dell'esistenza della cellula 'ndranghetista e dell'autorevolezza criminale di Nicolino SARCONE.
I termini dell'accordo possono essere così sintetizzati: a) la promessa di un massivo sostegno elettorale; b) la creazione nell'opinione pubblica di un clima favorevole agli esponenti del clan mafioso attraverso la falsa rappresentazione dello strumento prevenzionale come metodo di discriminazione e persecuzione contro una intera categoria di soggetti, definiti per genere e appartenenza come imprenditori cutresi, da collocare fuori dal mercato perché non più consentanei al sistema della cooperative di sinistra; e) la conseguente creazione di una spendibilità politica e sociale degli argomenti a cuore ai singoli indagati, ai quali si è offerta la possibilità, fino a quel momento del tutto inimmaginabile, di guadagnare la ribalta mediatica locale; d) infine, l'assunzione consapevole nell'azione politica di opposizione (si ribadisce per l'ennesima volta, in sé legittima) alla Presidente MASINI, dei temi sollecitati dal clan 'ndranghetista.
L'azione volontaria e consapevole del PAGLIANI assume una effettiva rilevanza causale rafforzativa delle capacità operative dell'associazione, perché dà rilevanza pubblica ai temi cari all'organizzazione mafiosa, rende spendibile l'idea che chi ne fa parte possa essere vittima come altre - mercè il braccio operativo rappresentato dal Prefetto - della insostenibile crisi economica, distoglie l'attenzione dai temi delle reali infiltrazioni mafiose.
La condotta dell'indagato non si è dunque esaurita nella stipula di un mero accordo elettorale (circostanza sulla cui persistente rilevanza penale peserebbe la nuova formulazione dell'art. 416-ter c.p.), ma si è risolta in un ben più ampio ed articolato contributo funzionale al rafforzamento degli interessi della cosca.
Un'ultima considerazione, probabilmente superflua alla luce degli elementi acquisiti, concerne la buona fede del PAGLIANI, ossia che questi fosse realmente convinto che quanto a lui riferito nel corso dei due incontri, soprattutto quello segreto, fosse vero. Si è già tuttavia rilevato che il vizio di origine, il condizionamento della sua libertà politica viene implicitamente rivelato dalla perseverante negazione dell'esistenza di contatti preliminari con SARCONE e da una verità ufficiale sulla cena del 21 marzo 2012 palesemente difforme dal vero.