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I MAMONE. Da un lato si brinda con i boss e dall'altro si conquistano gli appalti

Giovedì 07 Aprile 2011 22:20
IN CODA GLI ARTICOLI DE IL SECOLO XIX (ed. Genova e ed. Savona)
Franco RAMPINO e Gino MAMONE - 1993

E' la 'ndrangheta in Liguria. Quella 'ndrangheta che qualcuno cerca ancora di non vedere e, quando non può farne a meno, cerca di nascondere come la polvere sotto il tappetino di entrata della Pubbliche Amministrazione che gli ha spalancato i portoni (e le casse).

Delle cosche in Liguria abbiamo parlato a lungo. Li abbiamo denunciati e segnalati a chi di dovere, su ogni cosa che li riguardava che veniva a nostra conoscenza... e li abbiamo indicati pubblicamente. Gli abbiamo fatto sentire tutto il nostro disprezzo. Così continuiamo a fare, senza cedere ad intimidazioni o minacce.

Oggi pubblichiamo un nuovo capitolo di questa storia perché come abbiamo detto tempo fa: l'omertà si è rotta, i varchi si aprono e quindi si può chiudere la partita!

Partiamo da alcuni documenti che la Casa della Legalità è riuscita ad avere e fornire, a suo tempo, a chi di dovere...


Il logo del colosso dei MAMONE, la ECO.GEAlcuni ricorderanno l'Operazione PANDORA con cui la Guardia di Finanza, con il pm Pinto, scoperchiò il "monopolio" che l'ECO.GE dei MAMONE aveva costruito sulla grande partita degli appalti pubblici per le demolizioni e bonifiche delle ex Acciaierie di Cornigliano. Si era individuato il "cartello delle imprese" con cui l'ECO.GE era riuscita ad acquisire (direttamente o con subappalti) una fetta da 10 milioni su 15, con 11 appalti su 16, assegnati dalla società pubblica "SVILUPPO GENOVA SPA" (con, "grandi azionisti": Comune e Provincia di Genova, iniseme alla Regione Liguria).

Ebbene il meccanismo di "controllo" degli appalti per i MAMONE non era affatto una novità, ma era un meccanismo ben collaudato da tempo e protratto nel tempo. C'è chi "coordina" le offerte che devono essere presentate e ci sono le ditte che eseguono quelle offerte. In questo modo l'esito è definito in anticipo rispetto allo svolgersi della gara.

Ecco qui tre esempi di fax che dalla ECO.GE SRL venivano inviati il giorno precedente alla chiusura di una gara, con l'indicazione alle ditte riceventi dell'offerta che queste avrebbero dovuto presentare. Come si legge nelle copertine dei fax sono le indicazioni del "sig. MAMONE" e, come si legge in uno di questi: "è solo da copiare". I fax partivano a ruota ad una serie di soggetti, uno di seguito all'altro...

Ecco qui: esempio 1 - esempio 2 - esempio 3

Ma come abbiamo detto, non è possibile che qualcuno possa controllare gli appalti pubblici senza "un contatto" diretto interno all'Ente pubblico, in questo caso di "SVILUPPO GENOVA"... E come abbiamo più volte scritto nel gruppo di SVILUPPO GENOVA in allora (ma a quanto pare anche oggi, come vedremo) qualcuno "amico" dei MAMONE c'era (e c'è).

Su questa società si sono concentrate non a caso le attenzioni della Procura, con il pm Pinto, anche perché è proprio in quella società (che già aveva avuto rapporti d'affari con i MAMONE) che scoppio il caso di una busta di offerta per una gara giunta in ritardo ma ammessa "di forza" dalla direzione societaria... (che sia perché se salta una busta, salta anche il gioco delle offerte concordate?)

E se di "amici" dei MAMONE dobbiamo parlare, occorre partire proprio da chi è emerso essere amico loro dall'inchiesta del Gico... Questa si è sviluppata su tre filoni, da quello sui fondi neri a quello sui rapporti con i politici ed amministratori pubblici e, quindi, quello dei rapporti con altri soggetti della criminalità organizzata calabrese (che vedremo tra poco).

Claudio Burlando e Marta VincenziDalle intercettazioni di Gino MAMONE emergeva che i suoi progetti non li avrebbe fermati nessuno, perché lui è amico di Claudio BURLANDO e Marta VINCENZI... Ed in effetti i suoi progetti ed affari non li ha fermato nessuno, tanto meno BURLANDO e la VINCENZI.

Ma da quell'inchiesta è emerso ben altro rispetto alle intercettazioni in cui MAMONE affermava questa sorta di "santa" alleanza...

Quell'inchiesta sui rapporti politici dei MAMONE partiva da alcune foto che pubblicammo come Casa della Legalità nel 2005, quando ci recammo alla presentazione del più grande escavatore d'Europa, un caterpillar da 1.500.000 euro... In allora fotografammo: l'uomo di fiducia di Claudio BURLANDO; ovvero Piero PICCOLO (che poi dopo l'esplodere delle inchieste, a Sestri Ponente, auspicava che ci prendessero a calci nella schiena); Romolo BENVENUTO, ex Verdi e poi Margherita, parlamentare della commissione d'inchiesta sui rifiuti; Arcangelo MERELLA, assessore della Giunta Pericu in rappresentanza dell'Amministrazione; Massimo CASAGRANDE, consigliere comunale DS... e poi dirigenti sindacali e delle società pubbliche...

E dall'inchiesta emerse che Gino MAMONE aveva davvero ottimi rapporti con i politici... Con Paolo STRIANO, ad esempio, ex consigliere comunale della Margherita e poi assessore della Giunta della VINCENZI, con cui oggi Gino condivide un rinvio a giudizio per corruzione finalizzata ad una variante urbanistica per l'area dell'ex Oleificio Gaslini, il cui progetto il MAMONE aveva affidato all'architetto Vittorio GRATTAROLA, il grande amico di BURLANDO e delle COOP. Poi c'è Stefano FRANCESCA, che gli dava gli estremi per le fatture false, ed era il braccio destro di Marta VINCENZI (quando questa era al Parlamento europeo, poi nella campagna elettorale del 2007 e quindi in Comune sino all'arresto)... [vai allo speciale sulla Tangentopoli genovese]. Anche nel sindacato aveva ottimi amici, visto che all'esplodere delle inchieste gli edili della CGIL si schierano al suo fianco contro le inchieste che "criminalizzano" l'azienda.

Qualcuno però, fortunatamente, iniziò a parlare anche da questo fronte ed indicò anche un considerevole contributo monetario per la campagna elettorale delle regionali 2005 che portarono alla vittoria Claudio BURLANDO... Su questo non sappiamo se siano stati trovati riscontri o meno, ma quel che è certo è che BURLANDO incassava contributi dall'ECO.GE attraverso l'associazione MAESTRALE, come nel caso di un'iniziativa del 2004 a cui partecipò anche Marta VINCENZI (clicca qui).

Così, nonostante le inchieste, nonostante i molteplici contenziosi per illeciti ambientali e nonostante il rinvio a giudizio per corruzione, gli affari dei MAMONE non si sono fermati, ne nel campo pubblico, ne in quello privato. Non si sono fermati nemmeno dopo che il Prefetto di Genova, Musolino, nel luglio 2010, ha adottato un "informativa antimafia atipica" per l'ECO.GE, con cui dava indicazione agli Enti pubblici, così come alle centrali appaltanti, dei gravi indizi di mafiosità. Uno strumento che dava sia la possibilità di negare nuovi incarichi, sia quella di recedere quelli già assegnati. Gli affari dei MAMONE - che secondo le intercettazioni di Gino MAMONE non avrebbe fermato nessuno, perché lui è amico di... - sono andati avanti senza freno, alla faccia dell'informativa del Prefetto (che intanto qualcuno, dall'ombra, ha cercato di "eliminare" con una trappola quasi perfetta).

Alcuni esempi...
Del campo pubblico:

- appalto del COMUNE DI GENOVA per una demolizione in via Sardorella. L'inizio lavori è stato a fine luglio 2010. Demolizione eseguita!

- lavori di scavo e movimento terra nell'area ex Acciaierie di Cornigliano... (si proprio quelle dell'Operazione PANDORA) gestita dal nuovo vertice di SVILUPPO GENOVA (nominato dopo lo scandalo, da Claudio BURLANDO; Alessandro REPETTO e Marta VINCENZI);

- lavori d'urgenza per l'emergenza alluvione a Sestri Ponente, attraverso l'AMIU (società interamente del COMUNE DI GENOVA) l'ECO.GE era anche lì;

- sgombero campo rom di Cornigliano... chi ha eseguito lo sgombero della baraccopoli a seguito dell'Ordinanza del Sindaco? La ECO.GE.

- non si capisce, non risultando da nessuna parte, cosa ci facciano, saltuariamente, i camion ECO.GE anche nel cantiere di Brignole per la copertura del Torrente Bisagno (per cui lavora la PA.MO.TER), seguiti dal Commissario (ex Prefetto) Giuseppe ROMANO;
Dal campo privato ancora l'ECO.GE:

- subappalto con COOPSETTE per la RFI nel nodo ferroviario della Valpolcevera a Genova;

- subappalto con COOPSETTE per la fase due a SAN BIAGIO (avevano già eseguito la prima), dove però, per l'edilizia, c'è la CEMIN srl di RASO Antonino;

- subappalto con COOPSETTE per le TORRE SAN GIORGIO a Sestri Ponente;

- subappalto con UNIECO per le TORRI DEL FARO a San Benigno, dove, però, per l'edilizia c'è la CEMIN srl di RASO Antonino;

- subappalti in gran parte dei cantieri della GENOVA HI TECH agli Erzelli (dove opera anche la SCAVO-TER dei FOTIA).

[alcune foto di questi incarichi, pubblici e privati, le si trova qui]

Ma che gli appalti pubblici a Genova siano preda delle infiltrazioni mafiose era evidente da tempo e, nonostante i proclami "antimafia" della VINCENZI, lo sono ancora... E non potrebbe che essere così, quando alle lecitazioni e gare del COMUNE DI GENOVA si sceglie la strada del massimo ribasso a imprenditori che affermano di partecipare non per guardagnare ma solo per "cambiare i soldi", di strani inviti a presentare offerte e soprattutto quando si fa finta di nulla dopo aver assegnato un incarico da oltre 790 mila euro con licitazione (che avrebbe un tetto di 750 mila) ad un ditta che poi viene interdetta dagli appalti su richiesta della DDA di Reggio Calabria (clicca qui).

 

Ma ora passiamo all'altro filone... quello della criminalità organizzata, perché come abbiamo detto all'inizio: da un lato si conquistano gli appalti e dall'altro si brinda con i grandi boss... e Gino MAMONE, come l'intera famiglia, di rapporti consolidati e di imparentamenti con potenti boss della 'ndrangheta, ne ha quanti se ne vogliono...


Se già erano emersi da tempo i legami con altri esponenti della 'Ndrangheta, che già fecero indicate i MAMONE come famiglia della 'ndrangheta attiva a Genova nel settore degli appalti pubblici, si era anche vista conferma di questo dall'indagine del GICO che nel 2007 documentò i contatti di Gino MAMONE con diversi esponenti della criminalità organizzata calabrese, come, ad esempi, il Vincenzo STEFANNELLI, detto Cecè della coscsa STEFANELLI-GIOVINAZZO (insediata a Varazze, in provincia di Savona), tanto da far scrivere al Comdando della Guardia di Finanza, nel rapporto alla Procura, che si prospettava un tentativo di infiltrazione anche nei lavori della Tav)... Ma di questo abbiamo già parlato e ci torneremo, se il caso, in altra occasione... Oggi rendiamo noto parte del materiale che abbiamo reperito e fornito, come nostra abitudine, a chi di dovere, cioè allo Stato. Ecco qui, quindi, una breve riepilogo e qualche foto significativa...

Gino MAMONE inizia la grande scalata con l'ECO.GE dal 1993, quando la società guidata dal padre, la FRATELLI MAMONE & C, lascia spazio al salto di qualità... E quel 1993 è l'anno in cui Gino MAMONE riceve una sorta di "benedizione" con il brindisi dei potenti boss della 'ndrangheta in Liguria. Da un lato i RAMPINO che allora erano a capo della 'Ndrangheta in questa regione (con le sue diramazioni sul sud Piemonte e sino a Voghera, nel pavese) ed i GULLACE-RASO-ALBANESE, legati/imparentati ai potenti PIROMALLI, con le loro "ville-bunker" nel savonese.

Il tutto avviene in parallelo ad un battesimo, quello della figlia di Vincenzo MAMONE; fratello di Gino. Il "padrino" è Carmelo GULLACE, non solo affiliato ma uno dei più efferati e potenti boss, già tra i protagonisti della faida di Cittanova. Ed invitato d'eccezione è Franco RAMPINO che, con il fratello Antonio, come detto, erano a capo dell'organizzazione 'ndranghetista in Liguria.

Il taglio della torta è affidato a Carmelo GULLACE (che vanta precedenti di polizia, come scrive uno dei reparti in un rapporto per:  

con a carico precedenti di Polizia e condanne per associazione a delinquere di stampo mafioso, omicidio, detenzione e porto abusivo di armi, traffico di sostanze stupefacenti, sequestro di persona a scopo di estorsione riciclaggio ed altro...
Anche ai brindisi non ci sono i genitori della bambina, ma i boss... sia al brindisi iniziale, sia a quello che, come detto, pare proprio una "benedizione" alla "nuova era" rappresentata da Gino.
In quell'occasione, il battesimo della figlia di Vincenzo MAMONE, c'erano tutti: c'erano Ines CAPUANA, allora fidanzata e poi moglie di Gino, così come Silvio CRISCINO, marito di Angela MAMONE e soprattutto l'usuraio che già indicammo nel 2005 come "il banchiere" dei MAMONE e GULLACE... c'era Pietro CAPALBO, con la moglie Caterina MAMONE, entrambi titolari della EDIL CA.MA (altra società ben inserita nel settore degli appalti pubblici a Genova e non solo) ed il primo anche responsabile regionale edili della CONFAPI, l'associazione delle piccole e medi imprese)... C'era naturalmente Giulia FAZZARI, figlia di Francesco FAZZARI e soprattutto moglie di Carmelo GULLACE e, con la sorella RITA e consorte, sono padroni di quella nuova cava a Balestrino (dopo quella sequestrata perché piena di rifiuti tossico nocivi a Borghetto Santo Spirito), che nuovamente vive grazie alle concessioni e disattenzioni della Pubblica Amministrazione, a partire dalla REGIONE LIGURIA, oltre che della PROVINCIA DI SAVONA [e per approfondire sui GULLACE e le FAZZARI clicca qui].

Come avevamo ricordato gli imparentamenti hanno rafforzato i legami delle famiglie di 'ndrangheta a Genova, e quello tra i GULLACE-RASO-ALBANESE con i MAMONE è un legame forte e consolidato... qualcuno lo negava ed ora non potrà più farlo. Qualcuno negava persino che si conoscessero e qualcuno ignorava le prove e gli elementi inconfutabili che invece dimostravano quelle connessioni e quei legami che, tra l'altro, non dimentichiamolo, fece dei MAMONE uno dei soggetti principali del supporto alla latitanza di Carmelo GULLACE. Noi già indicammo che questi rapporti erano proseguiti nel tempo... che mai si sono fermati. Lo facemmo quando indicammo, ad esempio, l'incontro che vi è stato tra le cosche GULLACE-RASO-ALBANESE (facenti capo ai PIROMALLI) e quella dei MORABITO-PALAMARA-BRUZZANTI, in occasione del funerale di Francesco FAZZARI. In allora si incontrarono i MAMONE ed i FOTIA (Sebastiano e Pietro, il capofamiglia ed il figlio "portavoce" dei fratelli formalmente titolari della SCAVO-TER, )... ed intorno a loro tutti gli uomini del GULLACE e delle FAZZARI... e la partecipazione al "dolore" di quel "Mimmo MARTELLO e famiglia", citato nei manifesti funebri e che poi è il nipote dei defunti RAMPINO.... così come del pluripregiudicato Rocco PRONESTI' detto "u lupu" con precedenti di polizia, sempre come scrivono i reparti, per associazione a delinquere, omicidio, detenzione e porto abusivo di armi ed esplosivi, traffico di sostanze stupefacenti ed altro)...

Non è il caso di perdersi oltre nel raccontare questa storia della 'ndrangheta che si fa impresa, promuove il grande riciclaggio, soffoca il mercato ed ogni possibile concorrenza, arrivando a costruire un "blocco di potere" con le amicizie che contano nella politica (e nella massoneria), sin dentro ai settori di controllo... arrivando quindi alla grande conquista degli appalti pubblici (e privati) in una sorta di regime di monopolio...

Quindi ecco a voi alcune foto che dicono più di mille parole... e vedremo se ancora qualcuno in questa Liguria vorrà ignorare i fatti, la realtà... e vedremo anche che scuse inventeranno questa volta quei politici e quegli Amministratori Pubblici, così come quelle grandi imprese, a partire dalle potenti cooperative emiliane, per giustificare il perpetuarsi dei loro rapporti con i MAMONE ed il proseguire degli incarichi che a questi hanno affidato e mantenuto.

PS
A proposito, chissà la signora Sindaco cosa dirà... noi avevamo detto che se avremmo pubblicato a breve documenti inediti e come si vede noi quando diano una parola è quella!

PS 2 (sulle foto)
quello in casa con la coppola durante tutto il rinfresco e la riunione dei boss è il vecchio Vincenzo MAMONE, padre di Luigi MAMONE senior


LE PAGINE DE "IL SECOLO XIX" DEL 8.04.2011
CON GLI ARTICOLI SUL BRINDISI DEI BOSS
Edizione di GENOVAEdizione di SAVONA

 
 

Vincenzo Mamone, Luigi Mamone e Carmelo Gullace il

Vincenzo Mamone, Carmelo Gullace, Luigi Mamone, Giulia Fazzari, Franco Rampino

Gino Mamone con Franco Rampino fuori dalla Chiesa

Gino Mamone con Franco Rampino fuori dalla Chiesa

Gino Mamone con Franco Rampino fuori dalla Chiesa

Gino Mamone con Franco Rampino fuori dalla Chiesa

Carmelo Gullace, Vincenzo Mamone, Franco Rampino

Carmelo Gullace, Franco Rampino, Luigi Mamone

Carmelo Gullace, Franco Rampino, Luigi Mamone

il taglio della torta è per il boss Carmelo Gullace

Ines Capuana, allora fidanzata e poi moglie di Gino Mamone

Giulia Fazzari conversa con Franco Rampino

Giulia Fazzari conversa con Franco Rampino

Giulia Fazzari conversa con Franco Rampino

La sequenza del brindisi di Gino Mamone con Franco Rampino, accanto a nonno, Carmelo Gullace e Luigi Mamone

La sequenza del brindisi di Gino Mamone con Franco Rampino, accanto a nonno, Carmelo Gullace e Luigi Mamone

La sequenza del brindisi di Gino Mamone con Franco Rampino, accanto a nonno, Carmelo Gullace e Luigi Mamone

verso il brindisi di Gino MAMONE con Franco RAMPINO, attorniano dal vecchio nonno, Carmelo GULLACE e Luigi MAMONE

il brindisi di Gino MAMONE con Franco RAMPINO, attorniano dal vecchio nonno, Carmelo GULLACE e Luigi MAMONE

il brindisi di Gino MAMONE con Franco RAMPINO, attorniano dal vecchio nonno, Carmelo GULLACE e Luigi MAMONE

il brindisi di Gino MAMONE con Franco RAMPINO, attorniano dal vecchio nonno, Carmelo GULLACE e Luigi MAMONE

il brindisi di Gino MAMONE con Franco RAMPINO, attorniano dal vecchio nonno, Carmelo GULLACE e Luigi MAMONE

il brindisi di Gino MAMONE con Franco RAMPINO, attorniano dal vecchio nonno, Carmelo GULLACE e Luigi MAMONE

il brindisi di Gino MAMONE con Franco RAMPINO, attorniano dal vecchio nonno, Carmelo GULLACE e Luigi MAMONE

il brindisi di Gino MAMONE con Franco RAMPINO, attorniano dal vecchio nonno, Carmelo GULLACE e Luigi MAMONE

il brindisi di Gino MAMONE con Franco RAMPINO, attorniano dal vecchio nonno, Carmelo GULLACE e Luigi MAMONE

il brindisi di Gino MAMONE con Franco RAMPINO, attorniano dal vecchio nonno, Carmelo GULLACE e Luigi MAMONE

qui, sullo sfondo a destra, Gino MAMONE parla a lungo con Carmelo GULLACE

qui, sullo sfondo a destra, Gino MAMONE parla a lungo con Carmelo GULLACE

qui, sullo sfondo a destra, Gino MAMONE parla a lungo con Carmelo GULLACE

qui, sullo sfondo a destra, Gino MAMONE parla a lungo con Carmelo GULLACE

Pietro Capalbo, Vincenzo Mamone, Giulia Fazzari, Franco Rampino e Carmelo Gullace

Franco RAMPINO e Carmelo GULLACE durante un dialogo a due
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COMMISSIONE
PARLAMENTARE
D'INCHIESTA
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Estratto Atti
trasmessi
dall'allora
Giudice Istruttore
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ARRESTO-BERNESCHI
O.C.C.
BERNESCHI
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O.C.C.

CUPOLA
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sulle ultime
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ANTIMAFIA

SCAJOLA,
MATACENA
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INTEGRAZIONE
CON AGGRAVANTE
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 GOLEM III
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A PALERMO
CROLLA IL

TEOREMA
DELLA
"TRATTATIVA"

Sentenzaprocesso
MORI-OBINU
prima parte
seconda parte



QUANDO LA

'NDRANGHETA
NON LA SI VEDE

Sentenza
integrale su

MAGLIO 1
(Basso Piemonte)
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Sente
nza
integrale su

MAGLIO 3
(Liguria)
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L'articolo che abbiamo
scritto dopo
le sentenze
vedi qui

ma in APPELLO
ARRIVANO LE
CONDANNE
A TORINO

Sentenza 
integrale su

MAGLIO 1
(Basso Piemonte)
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La nostra inchiesta

presentata al
Convegno di
Alessandria
utile a far ribaltare la
il giudizio
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Loro vogliono l'oblio,
noi gli diamo
l'Attenzione
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