Ne avevamo accennato il 22 luglio e per fortuna Il
Secolo XIX immediatamente riprese la questione. Immediatamente il
Prefetto di Genova rilasciò una nuova chiara intervista in cui
affermava che da un lato i tanto famosi "certificati antimafia"
non servono a nulla, visto che basta avere qualche prestanome "lindo"
per i sodalizi mafiosi e tutto fila liscio (mentre nel Consiglio
Comunale di Genova i neo "paladini" dell'antimafia, un pochettino
in ritardo, chiedevano i certificati antimafia), ma anche che, ad
esempio, in Liguria vi sono troppi enti appaltanti, visto che qui,
oltre a Comuni, Province e Regione, vi è una galassia di scatole
cinesi di società pubbliche e partecipate a cui, gli Enti pubblici,
hanno "delegato" gestione di fondi, aree ed appalti così da
sottrarli - di fatto - al controllo istituzionale e dei
cittadini, oltre che rendere tortuoso, se non impossibile, anche il
controllo dei reparti investigativi dello Stato. Ed è così che il
Prefetto Musolino ha dichiarato che serve - non servirebbe, ma
"serve" - una centrale unica appaltante, così da garantire un
controllo rigoroso e soprattutto preventivo che eviti che qui "in
troppi hanno titolo per distribuire denaro pubblico. Se mettiamo
insieme i comuni, le aziende sanitarie, le società pubblico private
o le 'partecipate' della varie amministrazioni raggiungiamo una cifra
spropositata"...
In città vi è stato il silenzio
assordante, o meglio un silenzio su questo punto particolare, cioè
il nocciolo della questione... mentre ogni volta che capitava la
Vincenzi dal Comune, Repetto dalla Provincia, così come Burlando
dalla Regione, hanno dichiarato che loro sono in prima linea in
questa lotta (resta da capire dove sia collocata la "loro"
linea). Infatti nel capoluogo il sistema degli appalti, subappalti e
delle forniture è sempre piegato agli amici (tipo Coopsette e
Malacalza) ed agli amici degli amici (come i Mamone & c).
D'altronde la cerchia è sempre quella... Pietro Pesce lavora accanto
ai Mamone nel cantiere di Sestri Ponente, accanto all'Esaote dove i
Mamone con la EcoGe scavano e Pietro Pesce porta il calcestruzzo con
le sue betoniere che arrivano dalla collina del Molinetto di
Cogoleto... La Coopsette ha l'incarico per il nuovo passante sul
Polcevera delle Ferrovie e tra i fornitori c'è il gruppo Malacalza
ed al lavoro i mezzi e uomini della EcoGe (a proposito come mai nel
cartello del cantiere non risulta il subappalto?). In questo caso il
cantiere della Coopsette vede operai mandati a lavorare in cima ai
piloni in costruzione senza la minima protezione prevista dalle
normative vigenti... mentre lì accanto ai cantieri, dove operano
Coopsette ed Eco.Ge, proprio dove dovrebbe esserci una delle vie di
fuga del "Centro Divertimenti" di Fiumara (già made Coopsette &
Eco.Ge) spunta una discarica abusiva dove c'è di tutto ed oltre alla
quale si nota una betoniera nell'alveo del Polcevera che sosta per la
pulizia proprio dove si vede un deposito di calcestruzzo sul letto
del torrente.
Se andiamo nella Genova "futura" quella
dell'HIGH TECH... quella che cementificherà la collina degli Erzelli
che cosa troviamo? Prima di tutto troviamo il progetto di
speculazione edilizia approvato dal Comune di Genova e su, sino dagli
alto piani della Regione Liguria. Poi troviamo la GENOVA HIGH TECH
SPA, ovvero la società che realizza la grande cementificazione.
Nella società troviamo gli imprenditori che hanno sposato il
progetto di Castellano e che hanno snaturato quello che poteva essere
un recupero di quella collina in armonia con l'ambiente... Se
guardiamo però la visura camerale della GENOVA HIGH TECH SPA
scopriamo anche che questa non conta un fico secco, perché la stessa
è controllata dalla LONARDO TECHNOLOGY SPA di Milano. E qui i soci
sono INTESA SANPAOLO SPA (40.000 euro di quote), EUROMILANO SPA
(40.000 euro di quote), PROMETO SRL (40.000 euro di quote), NUOVA
ERZELLI srl (40.000 euro di quote).
E queste grandi imprese
del nord a chi hanno dato gli appalti dei cantieri agli ERZELLI?
Semplice: - in uno dei cantieri c'è la ECO.GE, sempre quella dei
MAMONE, famiglia che dal 2002 è indicata come legata alla
'Ndrangheta, al centro di molteplici inchieste per reati ambientali,
corruzione, turbativa d'asta ed in ultimo beccata - con il suo Gino
MAMONE (sostituito alla guida della società dalla consorte CAPUANA
Ines) - nel tentativo di corrompere un pubblico ministero!
- in
altri tre cantieri invece troviamo quella BIELLA SCAVI di cui avevamo
parlato, come ricordato prima il 22 luglio scorso, ovvero la società
che gli 'ndranghetisti, con il gruppo del PEREGO, avevano avvicinato
(previa verifica se già non fosse legata a qualche cosca) per farsi
passare i lavori degli incarichi conquistati a Genova. Fatti
accertati dalla DDA di Milano nell'ambito dell'operazione TENACIA
[leggi l'Ordinanza integrale - clicca qui] e su cui avevamo
pubblicato alcuni significativi estratti, che qui
riportiamo:
Dall'Ordinanza del GIP di Milano del 6 luglio
scorso per l'Operazione "TENACIA" a
carico, tra gli altri, di STRANGIO Stefano con
PAVONE Andrea ed PEREGO Ivano della "PEREGO
GENERAL CONTRACTOR SRL" e "PEREGO STRADE SRL"
(entrambe fallite), si comprende molto bene delle verifiche che
vengono effettuate prima di procedere alla "conquista" dei
cantieri.
Si legge ad esempio: "Perego si dimostra
informato della onnipresenza dei calabresi e del livello di controllo
che essi esercitano sul settore del movimento terra. Ecco che cosa
dice l'imprenditore a proposito di lavoro da eseguire in territorio
genovese:
STRANGIO: dove sei tu in Liguria?
PEREGO: ah... ascolta me...
STRANGIO:dimmi, dimmi...
PEREGO: ho... no, un problema
diciamo... allora, io sono andato a un'area a Genova oggi... no...
STRANGIO:sì, me l'aveva...me
l'avevano detto, sì...
PEREGO: ecco c'è di mezzo "BIELLA
SCAVI"...
STRANGIO:BIELLA...
PEREGO:allora lui è già lì a
lavorare... ascolta, è già lì a lavorare... io sono arrivato, lui
sta facendo il primo lotto... il secondo lotto non lo vogliono più,
perchè è in difficoltà già nel primo...
STRANGIO: ah...
PEREGO: e dentro quella società è
andato un carissimo mio amico a lavorare... allora m'ha detto: Ivano
allora vieni giù... l'appalto ce lo da a noi, il secondo lotto...
STRANGIO:ah... ah... ah... ah...
PEREGO: perchè... (inc.)... c'è
l'appoggio... come sempre, no...?
STRANGIO:sì, sì, sì, sì...
PEREGO: io martedì voglio fare
una riunione con "BIELLA SCAVI"... c'è di mezzo
qualcuno...?
STRANGIO:ecco, va bene... dammi,
dammi...
PEREGO: informati... se no... dei
vostri...
STRANGIO:dimmi come si chiama...
PEREGO:se no venite in ufficio...
io martedì faccio venire "BIELLA SCAVI" in ufficio...
PEREGO: BIELLA SCAVI, si chiama
"BIELLA SCAVI" di Biella...
STRANGIO:ah... BIELLA SCAVI di
Biella... va bene...
PEREGO:sì...
STRANGIO:ok!
PEREGO:lui è già giù a fare il
primo lotto...
STRANGIO:va bene!
PEREGO:informatevi se c'è di
mezzo qualcuno di voi!
STRANGIO:... (inc.)...
PEREGO:che dobbiamo metterci a
tavolino a ragionarci... io gli lascio il lavoro...
STRANGIO:se c'è qualcuno...
qualcuno che...
PEREGO:bravo!!
STRANGIO:si può avvicinare...
PEREGO:(inc.)... la quota e noi
gli diamo il lavoro se no vado giù e facciamo il lavoro noi...
giusto?
STRANGIO:va bene va bene ok
PEREGO:io t'ho chiamato anche per
questo... informati...
STRANGIO:hai ragione!
PEREGO:perchè martedì io devo
far venire BIELLA in ufficio da me...
STRANGIO:a posto, va bene...
(omissis)
Dello stesso tenore della
precedente è la telefonata delle ore 18.22 immediatamente
successive, tra PAVONE e PEREGO, nel corso della quale - ed in
riferimento ai lavori de quo - PEREGO, quasi cercasse una sorta di
implicita autorizzazione da parte del suo interlocutore, lo informa
di aver incaricato Salvatore STRANGIO di eseguire i necessari
"accertamenti", per evitare di "schiacciare i piedi"
a qualcuno. All'affermazione fatta da PEREGO, Andrea PAVONE non
esterna alcun cenno di assenso o commento, anzi rimane completamente
in silenzio e non appena riprende a parlare lo fa con un nuovo
argomento, certo che dette affermazioni non vanno sicuramente
esternate telefonicamente:
(omissis)
PEREGO:io ho
chiamato Salvo...
PAVONE:eh...
PEREGO:allora... non... perchè...
gli ho detto: Salvo, allora... qui a... Genova c'è un bel lavoro, ho
detto, però c'è BIELLA SCAVI... io gli ho detto: guarda,
informati... è di Biella... si chiama BIELLA SCAVI... gli ho detto:
informatevi, prima che c'è dietro qualche calabrese o qualcuno...
che io vado a schiacciare i piedi... giusto, no...? ...gli ho detto:
informati perchè se non c'è dietro nessuno... io adesso lunedì lo
chiamo BIELLA e gli dico di venir nel mio ufficio... a far una
chiacchierata... ma se non c'è dietro nessuno io vado avanti faccio
il mio... bon basta... giusto...?
PAVONE:mah... vuoi che domani ti
chiamo per andare un attimino... a Noli?...
Difficile trovare
conversazioni di maggiore chiarezza. Perego è totalmente organico al
metodo calabrese di controllo del territorio. Davanti alla
prospettiva di un nuovo lavoro, egli si rivolge al suo referente per
accertare se l'appalto spetti a qualcun altro; altrimenti la Perego
accetteràla commessa..."