(Contiene brani video
della requisitoria del P.M.al Processo Tav. )...
Quel che più fa
dannatamente arrabbiare nella tempesta che sta investendo il PD è il
dibattito che si è aperto sullo
scoppio della questione morale.
L'errore è triplice. Intanto nel pretendere di chiamare "morale"
una questione che è sostanzialmente "criminale"; poi
nell'identificare ancora una volta una indagine giudiziaria con
l'apertura di un simposio sul concetto di morale, come se indagini,
prove ed intercettazioni, fossero il pretesto per far filosofia e
stimolassero una riflessione sul bene e sul male; terzo, perché il
verbo "scoppiare" lascia intendere che si tratti
dell'emergere di una assoluta novità, e non della fotografia
polverosa di un sistema che procede inarrestabile, con i suoi modi ed
i suoi protagonisti, da decenni. Decenni.
Davanti al baratro che si
è aperto nella politica piddina di Firenze (i
primi
arresti di funzionari fanno tremare qualcuno in città), dopo le
vittimistiche orazioni degli indagati Cioni, Formigli e Biagi, dopo
la sceneggiate nazional popolari del sindaco Domenici, che è andato
ad incatenarsi davanti alla sede de La Repubblica
facendosi
portare sul posto in auto blu (pare quella dell'ANCI
!)con autista, dopo che le
primarie di partito
son state sostituite d'imperio
dalle
primarie di
coalizione (una ipotesi
scartata sdegnosamente fino a pochi giorni fa dal PD) con doppio
turno ( sic), ebbene, davanti a tutto questo, Veltroni, per provare
ad evitare il crollo totale del sistema a Firenze ed in Toscana (non
dimentichiamo che Provincia e Regione sono coinvolte nell'indagine,
seppur indirettamente), ha pensato bene di convocare presso la
segreteria nazionale Vannino Chiti.
Perché?
Vannino Chiti è
attualmente vicepresidente del Senato. Non occupa alcuna carica nel
partito toscano. Il quale partito ha i suoi rappresentanti
istituzionali (consiglieri eletti in ogni espressione del governo
locale) ed i suoi dirigenti e quadri, pomposamente eletti tramite la
grande kermesse delle primarie popolari, quelle che portarono, in un
fiorire di liste dai nomi fantasiosi e variopinti, le piccole
nomenclature di sempre al nuovo potere diffuso del PD, quando
Veltroni stesso fu eletto con questo metodo. Qualcuno le ricorda?
Qualcuno ricorda quel 14 ottobre 2007? Qualcuno ricorda gli altri
quattro contendenti alla segreteria? Rosy Bindi, Enrico Letta, Pier
Giorgio Grawonsky, Mario Adinolfi? Le schede blu, grigie, gialle, per
le cariche regionali, locali, nazionali....qualcuno ricorda?
In
Toscana, stravinse la lista
Democratici
con Veltroni, ed il suo
capolista, Andrea Manciulli, divenne segretario regionale. Centinaia
di migliaia di voti.
Poi, il 2 marzo 2008, una
assemblea di centinaia e centinaia di delegati ha votato per
l'elezione del segretario cittadino di Firenze, Giacomo Billi, e per
quello della federazione metropolitana (una invenzione territoriale
diessina, passata al PD senza soluzione di continuità, che copre
quasi l'intera provincia), Andrea Barducci.
Né Manciulli, né Billi,
né Barducci sono stati convocati a Roma, in questa fase. Né un solo
consigliere comunale, provinciale, o regionale. È stato convocato
Chiti. Perché? Che potere ha, Chiti? Da cosa gli deriva? Chi lo ha
eletto, incaricato, delegato ad occuparsi della gestione del PD
fiorentino? E dove sono le centinaia di delegati, e le migliaia di
votanti alle primarie, con le loro schede azzurre e grige, dove sono
finiti i loro voti, le loro volontà, dove sono finite quelle onde di
rinnovamento, di partito nuovo, del nuovo, per il nuovo, che fa
politica nuova, dove sono finite, se tutto il potere è in mano a
Vannino Chiti?
Vannino Chiti. È lui, il
nuovo? È lui nuovo al sistema di potere-opere
pubbliche-interessi-gestione del territorio, quel sistema che ha
fatto implodere (grazie alla magistratura e alle intercettazioni) il
feudo fiorentino?

Mica tanto.
Vannino Chiti è stato
presidente della regione Toscana dal 1992 al 2000. Poi è volato al
parlamento, e recentemente, è stato anche ministro. Una carriera
forte, basata sul radicamento nella regione che governò. E per la
quale fece scelte di portata storica. Per esempio, gestì il
passaggio, l'assegnazione dei lavori e le procedure ad essi relative
della TAV.
Si
celebra in questi mesi a Firenze, nel silenzio quasi totale dei
media, il processo contro
Cavet, (un
consorzio di imprese edili) che ha avuto in appalto la tratta della
TAV tra Bologna e Firenze. È la tratta più impegnativa, dovendo
attraversare gli Appennini, ma l'impatto che i lavori hanno avuto sul
territorio, in particolare sulle montagne e la valle del Mugello
(lato toscano del cantiere) sono stati devastanti, distruttivi,
clamorosamente impattanti. Fonti, sorgenti, fiumi estinti per sempre.
Decine di famiglie, nuclei abitativi, frazioni lasciati per sempre
senz'acqua.

Frane,
smottamenti, gallerie scavate male. Smaltimento dei rifiuti del
cantiere irregolare. Costi
moltiplicati almeno cinque volte dalle previsioni originarie.
Danni (cosa diversa dai
costi) valutati dai periti della Procura attorno al miliardo,
miliardo e mezzo di euro. Un ecosistema sconvolto. 60 km di tunnel e
accessi di sicurezza "dimenticati". E i soliti intrallazzi
tra controllati (la Cavet) e controllori.
Chi compone
Cavet?
Innanzi tutto la
Impregilo, riconducibile al gruppo Fiat.In
impregilo recentemente sono entrati: le
Generali, la Banca
Popolare di Milano,
Igli spa di cui
fa parte
Fondiaria-Sai, Gruppo Gavio e
Autostrade Spa,
controllata dalla famiglia Benetton.

Fondiaria-
Sai è quella "di Ligresti", il quale ha anche un buon 2%
di Generali. Sull' area ex Fiat e su quella Fondiaria, a Firenze, si
sono avviate (e quasi completate) le più grandi operazioni
immobiliari della Toscana. Sulla prima, a Novoli, l'Università, il
Palazzo di Giustizia, centri commerciali, cinema multisala e
abitazioni. Sulla seconda, a Castello, la Scuola per marescialli e
brigadieri, abitazioni, centri commerciali, i nuovi palazzi di
Provincia e Regione, l'ipotizzato stadio made in Della Valle... tutte
cose sulle quali indaga, come si sa, la magistratura.
Ma torniamo al processo
Cavet-Tav (che questa redazione ha seguito nei limiti delle sue
possibilità, mentre tutte le udienze sono scaricabili in audio dal
sito di Radio Radicale): le indagini e la requisitoria dei PM hanno
fatto emergere, al di la dei danneggiamenti e delle devastazioni
ambientali, tutto quel grigiore non criminale, non penale, ma
fortemente censurabile, delle amministrazioni locali e regionali.
La ricostruzione delle
inadempienze e delle superficialità della gestione della cosa
pubblica, ricostruzione effettuata in aula dal PM Gianni Tei, lascia
l'amaro in bocca per la quantità di dettagli assai poco edificanti
che rivela.
Seguiamo il suo
intervento del 10/4/2008, nel quale troveremo l'atteggiamento dei
Comuni, quello della Regione, nomi che ricorrono nelle inchieste di
oggi e che, negli anni '90, gestirono la vicenda TAV, ci renderemo
conto di chi fece carriera e chi no...Ripetiamo il concetto: non si
tratta di comportamenti criminali, di valenza penale. Ma sono atti e
atteggiamenti dalla grande valenza politica e, diremmo, stavolta sì,
morale.
NOTA: le richieste di
condanna dai pm Giulio Monferini e Gianni Tei al processo a Firenze
per i danni ambientali causati dai cantieri dell'Alta Velocità in
Mugello, ammontano a oltre 180 anni di reclusione complessivi per 43
persone coinvolte . Tra le richieste di condanna più pesanti ci sono
quelle a 10 anni di prigione per Alberto Rubegni, Carlo Silva e
Giovanni Guagnozzi, presidente, consigliere delegato e direttore
generale di Cavet, il consorzio di imprese che ha avuto in appalto i
lavori Tav. Le accuse, a vario titolo riguardano i danni che lo scavo
dei tunnel dell'alta velocità hanno prodotto alle falde acquifere e
ai torrenti (danneggiati e in certi casi prosciugati), e le procedure
illecite di smaltimento dei rifiuti di scavo (il cosiddetto smarino).
Viceversa, è stata chiesta l'assoluzione per altri 21 imputati del
processo.
L'atteggiamento delle amministrazioni locali.
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video 1
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Un sindaco si disinteressa
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Video 2
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da funzionario ad assessore
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Video 3
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da opposizione ad assessore
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La posizione della Regione Toscana e del
Ministero dell'Ambiente.
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Video 4
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il presidente Vannino Chiti si impone
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Video 5
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Regione e Ministero: parti civili?
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Controllati e controllori. Convergenza di
interessi.
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Video 6
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la "teoria della cattura".
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Video 7
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l'Osservatorio Nazionale Ambientale.
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Video 8
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Nomi che tornano alla ribalta ed inefficienza.
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Video 9
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Chi paga?
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Le carriere.
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Video 10
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da sindaco a dirigente TAV
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Video 11
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assessori, onorevoli, ministri.
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Pagate i danni!
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video 12
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La delega al privato. L'abdicazione delle
funzioni pubbliche.
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Video 13
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Valutare se in sentenza rimettere gli atti alla Corte dei
Conti.
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IL PROCESSO CAVET-TAV IN TUTTE LE SUE FASI
(DIBATTITO, REQUISITORIA DEI PM, ARRINGHE DELLA DIFESA) PUO'
ESSERE ASCOLTATO SUL SITO Radioradicale.it
digitando "cavet" nel motore di ricerca interno. La
sentenza è attesa, dopo le ultime udienze, tra il gennaio ed il
febbraio 2009.
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