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08.05.2007 – Gazzetta dello Sport
Donati: "La confessione sia totale”
di Stefano Boldrini
Intervista al professore in prima linea nella battaglia anti-doping: "Basso deve dire tutto: solo così si potrà smantellare un'organizzazione irregolare e si potrà parlare di svolta"
ROMA, 8 maggio 2007 - Professor Sandro Donati, la confessione di Ivan Basso rappresenta davvero una svolta per il ciclismo e per la lotta al doping?
"Credo che si possa parlare di un avvio di collaborazione. Una confessione reale deve essere totale e consentire di smantellare un'organizzazione irregolare. Una confessione totale dovrebbe indicare i nomi dei tramiti che lo hanno messo in contatto con il medico del centro dello scandalo, Eufemiano Fuentes. Dovrebbe rivelare se le due ultime squadre nelle quali ha militato fossero a conoscenza di queste sue pratiche in Spagna. Dovrebbe svelare quante volte ha fatto queste trasfusioni e in quali circostanze. Altrimenti, se non sarà messo a disposizione degli inquirenti questo quadro generale, una parziale confessione di Basso potrebbe anche essere considerata un'operazione studiata a tavolino non solo con il suo entourage, ma anche insieme con altri soggetti interessati ad allentare la tensione sul ciclismo, per affrontare con meno problemi le prossime competizioni".
Qual è la sua opinione sull'inchiesta denominata Operaciòn Puerto, condotta dall'unità operativa della Guardia Civil e avviata nel febbraio 2006?
"Mi sembra che ci siano molte analogie con i casi Conconi e Ferrari. Siamo di fronte ad un network internazionale, in cui atleti di diversi sport e di diversi Paesi magicamente sapevano a quale porta andare a bussare. Questa porta era evidentemente il segreto di Pulcinella. Ora, le massime istituzioni del ciclismo e dello sport in generale devono scegliere se riconoscersi nel contesto di Pulcinella oppure considerarsi delle colombelle che non si erano accorte di nulla. A loro la scelta".
Come giudica le reazioni?
"Non posso valutare le reazioni degli addetti ai lavori in quanto molti di loro hanno precedenti di doping e i loro pareri erano obbligati. Quando si dice che "Basso messo alla strette non poteva negare e che è finita un'epoca", si fa cinismo allo stato puro. Mi pare anche che non sia un buon giornalismo quello di sondare i pareri di avvizziti addetti ai lavori o di personaggi che hanno ancora un passato pieno di ombre. Qui si dimentica che l'ammissione di responsabilità di Basso è frutto del lavoro d'inchiesta condotto da magistratura e polizia. Il sistema sportivo ha poco di che rallegrarsi o vantarsi. Avrebbe potuto spezzare la catena delle complicità storiche create molti anni fa e non l'ha fatto".
La confessione di Basso può essere davvero la svolta?
"Dipende da quanto saranno esaurienti le sue dichiarazioni. Se riusciranno davvero a scardinare il sistema del doping, allora si potrà parlare di svolta". Per la Procura antidoping del Coni questa confessione è un successo. "Bisogna ammettere che questa volta la Procura ha dimostrato una sua incisività e voglia di arrivare in fondo. E' una piccola rottura rispetto all'inerzia del passato, ma anche in questo caso se davvero siamo di fronte ad una svolta bisogna aspettare i prossimi atti".
Basso ha detto: non lasciatemi solo.
"Ha ragione. Basso ha compiuto un gesto importante. E' stato messo alle strette e quasi costretto a farlo, ma si è preso in ogni caso la responsabilità di ammettere le sue colpe. Non va lasciato solo in un momento difficile dopo essere stato esaltato nei giorni delle vittorie". Il suo pentimento potrebbe procurargli uno sconto e dimezzargli la squalifica.
"Gli sconti devono essere consistenti di fronte ad una confessione completa e collaborativi. L'atleta è soprattutto una vittima del sistema".
La scheda di Donati
Consulente dell'agenzia mondiale antidoping
Alessandro Donati è nato a Monteporzio Catone, in provincia di Roma, il 14 giugno 1947. È stato responsabile delle squadre nazionali di atletica leggera dal 1977 al 1987. Fu esonerato dopo le denunce del doping e del salto truccato di Evangelisti ai Mondiali di Roma del 1987. Autore di diversi libri sulle metodologie del doping, è stato responsabile della divisione Ricerca e Sperimentazione del Coni dal 1990 al 2006. Nel 1993 pubblicò un dossier sull'uso di Epo nel ciclismo. Questo documento portò all'apertura dell'inchiesta sul professor Conconi. Donati svolse un ruolo attivo anche nell'inchiesta sul doping nel calcio che portò alla scoperta delle irregolarità commesse dal laboratorio antidoping di Roma. Attualmente è consulente della Wada (l'agenzia mondiale dell'antidoping), consigliere del ministro della Solidarietà sociale e collabora con l'associazione Libera nell'attività antimafia.
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SIAMO DI NUOVO
OPERATIVI ONLINE
(IN ESILIO DIGITALE)
Dal 29 dicembre si è
lavorato sodo per
salvare i dati e portare il
sito in sicurezza all'estero.
Abbiamo cercato, già che
si doveva operare sul sito,
di rinnovarlo e migliorarlo.
Ci sono ancora alcune cose
da sistemare e lo faremo
nei prossimi giorni.
Ma intanto si riparte!
Andiamo avanti.
f.to i banditi
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