Tre milioni di metri cubi di nuove costruzioni. La Liguria sta per essere
ricoperta da una colata di cemento che ha un equivalente forse soltanto nella
"rapallizzazione" del Secondo Dopoguerra. Con un paradosso: mentre il mattone
cresce ovunque, la popolazione cala. Gli statistici della Regione annunciano che
la popolazione passerà da 1.593.136 abitanti nel 2005 a 1.435.361 nel 2025.
Insomma, la Liguria rischia di diventare una terra di seconde case. Di paesi e
cittadine sempre più costruiti, ma vuoti...
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“Il partito del cemento”, di
Marco Preve e Ferruccio Sansa (con prefazione di Marco Travaglio, edizione
Chiarelettere), è in libreria. La presentazione sarà martedì 8 luglio alle 18
nel parco genovese dell’Acquasola
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Sullo sfondo un partito trasversale che va dal centrosinistra al
centrodestra ed è unito dall'amore per il cemento. Decine, centinaia i progetti
già avviati o in via di approvazione. Operazioni immobiliari che vedono tra i
protagonisti - come a Celle Ligure o a Nervi - direttamente o indirettamente i
"furbetti del quartierino". Sì, proprio quel Gianpiero Fiorani che in Liguria
veniva a reinvestire il denaro guadagnato con le operazioni finanziarie che
ormai tutti conosciamo.
Secondo l'Istat, la Liguria è la regione d'Italia che si è mangiata la
maggior superficie libera dal cemento: in quindici anni, dal 1990 al 2005, il
territorio libero dalle costruzioni è passato da 249.000 ettari a
135.570 con una riduzione del 45,55 per cento. In pratica quasi la metà delle
zone libere sono state cementificate. Un record negativo. E la Liguria distanza
le altre regioni di molte lunghezze: al secondo posto di questa malinconica
classifica si piazza la Calabria che ha regalato al cemento il 26 per cento
delle sue coste libere. In Italia, mediamente, dal 1990 al 2005 le regioni hanno
perso il 17,06 di spazi incontaminati. La Liguria supera del 300 per cento
questa percentuale.
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E non è finita: sono in arrivo centinaia di palazzi, grattacieli, parcheggi,
box interrati e tanti, tantissimi porticcioli con posti barca. Secondo le stime
delle associazioni ambientaliste, soltanto lungo la costa ligure sono in via di
realizzazione oltre 3 milioni di metri cubi di nuove costruzioni. Come dire:
una nuova città che sta nascendo sulle coste già iper-congestionate della
regione. Il primo passo sono stati i porticcioli previsti dal Piano
territoriale di coordinamento della costa (il Ptcc) approvato il 19 dicembre
del 2000. Un piano frutto del lavoro di anni, durante i governi di diversi
orientamenti politici. Il Ptcc prevede una rivoluzione: la Liguria deve puntare
sui porticcioli. Per sviluppare il turismo e la cantieristica. Così, se nel
2000, i posti barca in Liguria sono 14.500, nel 2008 arrivano giù a 20.500 (i
dati sono forniti dall'assessore regionale Carlo Ruggeri). Ma è soltanto l'inizio:
da nuovi piani previsti o ancora in fase di discussione dovrebbero arrivare
altri 8.000 posti. A questi vanno ancora aggiunti 8.000 posti per le piccole
imbarcazioni. Il totale è di circa 34.000 posti, come dire un ormeggio ogni 47
abitanti.
Tanti. Troppi? I timori che cominciano a diffondersi in tutta la Liguria non
sono legati tanto ai moli: dietro ai porticcioli, è questo il punto, arriva il
cemento. Tanto. Intorno ai moli sono previste nuove costruzioni per almeno
circa 325mila metri cubi. I nomi delle cittadine interessate sono tra i più
famosi della Liguria e di tutta Italia: Ventimiglia, Bordighera, Ospedaletti,
San Lorenzo, Imperia, Loano, Savona, Albissola, Varazze, Genova Sestri,
Portovenere. Soltanto a Varazze, per prendere una delle località che fanno
parte della memoria vacanziera di milioni di italiani, dietro al porto sono
stati realizzati nuovi edifici per 37.000 metri quadrati.
«Sono chalet di legno che pare di essere in Norvegia», sospira Claudio, un
pescatore. Che racconta: «Quando la sera torno a riva con la mia barchetta non
tutto cambiato». riesco a riconoscere la costa. È
E pensare che Luigi Merlo, l'ex assessore della Regione, oggi presidente
dell'Autorità Portuale, aveva presentato uno studio molto chiaro: «Ormai è
dimostrato che per rendere economicamente vantaggioso un porticciolo non serve
anche cementificare». Merlo, però, è uno dei pochi a pensarla così. Altri, la
maggioranza, puntano sul mattone: ogni giorno spuntano altri comuni che
chiedono autorizzazioni per realizzare i porticcioli e gli immancabili
condomini.
Un fenomeno che sta cambiando per sempre il panorama della Liguria e che si
compone di tante "piccole" storie. Come quella della baia di Bagnabraghe, a
poche centinaia di metri dal residence di Bordighera dove Adriano Celentano
passa le sue estati lanciando appelli per la Liguria e il suo mare che muoiono.
E chissà se il Molleggiato sa che appena più in là sorgevano i resti di un
antico macello. Proprio sul mare. Adesso sono diventati un
pieds dans l'eau,
cioè un palazzo non solo vicino al mare, ma praticamente dentro l'acqua. E
addio ai progetti per conservare il vecchio edificio e la sua memoria. Meglio
costruire e rivendere a dodicimila euro al metro quadrato.
Poi ci sono Alassio e Albenga dove il Gabibbo e Antonio Ricci si battono
contro le ruspe che si mangiano le colline. Contro torri di cemento e vetro che
rischiavano di sovrastare e dominare il millenario centro storico. A Finale
invece stanno per essere realizzati qualcosa come 400mila metri cubi di nuove
costruzioni. Tanto per dare un'idea, è come se si impiantasse direttamente un
intero comune tipo la vicino Spotorno che ha 3.800 abitanti.
Ogni provincia, ogni Comune ha le sue mega-operazioni immobiliari, le sue
piccole speculazioni. Le ferite irrimediabili all'ambiente. Dai condomini che
sfregeranno l'uliveto di Megli, sopra Recco, al porto di Lavagna che vive in un
paradosso: inaugurato nel 1973 è uno dei maggiori del Mediterraneo. Ma non è
ancora stato collaudato. E poi ecco le nuove costruzioni che punteggiano
un'isola finora felice come le Cinque Terre. Fino all'estremità della Liguria,
fino alla Marinella, alle foci del Magra: qui una società della banca del Monte
dei Paschi di Siena sta "recuperando" un'area. Ma recuperare, chissà perché,
significa sempre anche costruire: ecco allora arrivare 900 nuovi posti barca,
750 residenze, 200 esercizi commerciali e 25 stabilimenti balneari.
Decine di progetti (e tanti grattacieli) che fioriscono ovunque, magari
firmati da architetti superstar come Bofil, Fuksas o Consuegra. Una garanzia di
qualità o il rischio che i grandi nomi siano usati come paravento per
speculazioni immobiliari?
La parola d'ordine è costruire. Ovunque. E si trasformano in condomini
ex-manicomi, colonie e fabbriche.
Ma in tutta la regione c'è chi comincia a dire di no. Chi dà vita a
movimenti spontanei sempre più lontani dalla politica e tenuti insieme dalla
rete di Internet. Perché il destino della Liguria si gioca adesso.
Ferruccio Sansa