Quando le intimidazioni mafiose, condizionano collaboratori e testimoni di giustizia

Quando le intimidazioni mafiose, condizionano collaboratori e testimoni di giustizia

Martedì 09 Ottobre 2007 01:00 Ufficio di Presidenza
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Ne abbiamo parlato molte volte del fatto che mentre lo Stato abbandona testimoni e collaboratori di giustizia, le mafie non lì perdono di vista. Il potere di condizionamento delle cosche mafiose è in questo nostro Paese molto più persuasivo dello stato di abbandono che le nuove normative legislative (dal cosidetto Giusto Processo alla nuova legislazione su collaboratori e testimoni, varate entrambe con il Governo D'Alema, per fare due esempi) riservano a chi decide di denunciare la mafia ed i legami di questa con il Potere. Nonostante le denunce di collaboratori e testimoni, di associazioni impegnate nella lotta alle mafie ed alle articolate denunce di magistrati (tra cui Caselli. Ingroia, Grasso e molti altri) le normative sono rimaste nella loro peggiore versione, che, di fatto, tutela la mafia!
Purtroppo lo sforzo di agenti e magistrati antimafia che sul territorio operano con coraggio, dedizione e scrupolo, viene messo in discussione dalla forza intimidatrice della mafia ed oggi abbiamo un nuovo esempio. Dove? In Liguria, terra dove la presenza mafiosa (soprattutto ‘Ndrangheta e Cosa Nostra) ha da decenni radici profonde, ramificazioni, collusioni e legami con colletti bianchi dell’economia e della politica...


Si tratta del Collaboratore di Giustizia - proveniente dalla famiglia Mamone, le cui dichiarazioni e verbalizzazioni erano state tutte scrupolosamente riscontrate dai reparti competenti dello Stato – Tiziana (Asia) Ostertag. Le pressioni, i calorosi inviti della “famiglia”, che tiene nella propria casa la figlia minore della Collaboratrice, l’hanno – a quanto pare - portata in Aula a ritrattare tutto. Certo Carmelo Gullace con la sua cosca, i Fazzari, i Raso, i Mamone e consorterie varie, certamente possono essere contenti, ma i fatti restano, inequivocabili. Ma qui siamo in terra dove un incidente non si nega a nessuno tra freni d’auto tagliati, ad esempio, mica si spara… qui sono in guanti – e colletti – bianchi, di velluto, da buoni salotti!
Noi se necessario siamo pronti a testimoniare e deporre su tutto quello che sappiamo - perchè l'abbiamo vissuto direttamente - su questa storia!

09.10.2007 - Il Secolo XIX
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