"Non cambi mai, non cambi mai..." - prendiamo spunto dall'udienza con la moglie di Gino Mamone

Sabato 27 Settembre 2008 11:24 Ufficio di Presidenza
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L'intimidazione per le mafie è una costante, proprio come lo è per il Potere. Possono lavarsi i colletti delle camice, possono farsi dottori, manager, politici, imprenditori e amministratori, possono nascondere quelle macchie di sangue delle banconote, ma il vizio dell'intimidazione non lo perdono mai! Proprio come non lo perde, questo vizio, quel Potere corrotto e colluso, e chiunque di questo sia espressione... ogni qualvolta si sentano puntare addosso attenzioni non gradite, cedono all'istinto, alla loro cultura di impunità. Chi lavora per loro assume, inesorabilmente questo stesso modus operandi, pronto a piegare i principi alla necessità di asservimento a cui è chiamato, quando non invece si pone chino per desiderio di assecondamento del desiderio del potente...



L'intimidazione però cambia da regione a regione. Al sud possono sparare, tutti sanno che succede e non crea nessun allarme. Al nord preferiscono altri mezzi... ma se il caso anche il piombo o il fuoco fanno la loro comparsa. Ma, nel momento in cui, le mafie sono riuscite a rendersi "invisibili", infiltrandosi e facendosi parte dell'economia cosiddetta legale, non vogliono rischiare di perdere quel velo che le protegge e scelgono altre strade. Soprattutto al Nord non possono permettersi di svelare la loro presenza perché metterebbero a rischio quei legami consolidati con apparati e amministratori pubblici, con società partecipate e Istituzioni, che hanno tanto perseguito e costruito in lunghi anni. Se devono passare al piano "fisico", ad esempio, un bel incidente è meglio... è una cosa che capita, è una disgrazia. Poi vi è un'altra strada, sottile, evoluta: ti querelano! Sì, usano la legge... è l'intimidazione "legale". E' lo strumento prediletto dai potenti, da coloro che si vogliono porre al di sopra di tutto e tutti. E' la conseguenza a quella censura della notizia vera ma sgradita che si è fatta strada in questo Paese.

Qualcuno si domanderà: come è possibile questo... questa intimidazione "legale". E' molto semplice. Naturalmente serve qualcuno che avvalli certe azioni, qualcuno nei posti giusti. Ma sappiamo che le mafie non hanno problemi a trovare "servi" negli ambienti che solo un ingenuo può ritenere immuni, come, ad esempio, Commissariati, Procure e Tribunali. Sanno come ricattare e sanno come ricompensare. Sono maestre in questo le mafie, proprio come lo è il Potere. Mafie e Potere hanno rapporti stretti perché se non fosse così non quella che chiamiamo mafia sarebbe solo criminalità comune. Ed allora, i signori "ripuliti" usano questo strumento per intimidire, per spingere al silenzio, per spaventare quanti potrebbero denunciare o semplicemente porre le "attenzioni" sui loro affari sporchi, con la complicità o ingenuità/superficialità (se vogliamo passare l'eventualità che in alcuni casi si tratti di questo).

Vediamo qualche esempio pratico.

Primo esempio. Tu scrivi una dichiarazione di una persona, un Collaboratrice di Giustizia, che parlando dei rapporti politico-imprenditoriali della sua vecchia famiglia parla di uno che è "amico di famiglia, spesso a pranzo con Gino", ma non si ricorda il nome e quindi non lo cita. Cosa succede? Dopo quasi tre anni ti arriva di botto una "citazione a giudizio" per "diffamazione" perché il tizio mai menzionato, mai nominato, si è riconosciuto in quella frase e si è sentito diffamato. Di fatto, se quella frase è diffamatoria dovrebbe auto-denunciarsi lui per diffamazione in quanto è lui stesso che ha detto che il soggetto di quella frase è lui. E già questo aspetto ci dice molto... ma vi è di più. Infatti prima della citazione a giudizio dovrebbe arrivarti la comunicazione che sei indagato per darti la possibilità di nominare un difensore di fiducia... ed invece niente. Poi comunque, inevitabilmente, per il disposto della procedura, dovrebbe arrivarti il decreto di conclusione delle indagini a seguito del quale l'indagato può chiedere di essere interrogato dal pubblico ministero o presentare un eventuale memoria. Ed invece niente. Ti arriva solo la citazione a giudizio! E' tutto qui? No. Sorvolando sul fatto che quella frase è della Collaboratrice di Giustizia e non di chi con essa a realizzato il dialogo, c'è ben altro. Infatti, quello che con la sua querela si è auto-diffamato è residente a Vercelli mentre il firmatario dell'articolo è residente a Genova. Ma la denuncia non è stata depositata ne a Genova ne a Vercelli, bensì ad Arezzo, la città nota per il "Venerabile materassaio", Licio Gelli, lui sì menzionato insieme al nipotino, nell'articolo [leggi l'articolo integrale]. Nemmeno l'avvocato d'ufficio assegnato è indicato correttamente sulla "citazione" in quanto nell'Albo di Arezzo il cognome del legale, indicato nell'atto, semplicemente non esiste! Straordinari... ma il messaggio è arrivato forte e chiaro e noi risponderemo... stiano pure tranquilli!

Secondo esempio.
Tu scrivi un articolo in cui, in un paragrafo, descrivi le dinamiche di una vallata, e tra parentesi citi i componenti di un nucleo familiare, quello dei MAMONE, che opera in quella zona. La moglie di Gino MAMONE, Ines CAPUANA, fa una querela cambiando radicalmente il soggetto della frase, che da "la vallata della Iplom di Busalla" diventa "...la nuova Ines". La cosa divertente quale è? E' che la Procura ha aperto un procedimento penale sulla base di quella querela e nel rapporto della Polizia Giudiziaria [clicca qui], che si concentra in 17 righe, si legge "In particolare, come richiesto dall'A.G., si evidenzia che effettivamente sussistono procedimenti penali pendenti a carico della società ECO GE, e riferibili ai coniugi MAMONE come si evince dagli allegati stralci CED,, il cui contenuto però è limitato a fatti contravvenzionali derivanti dall'attività di smaltimento rifiuti tossici ed il cui esito sembrerebbe definirsi con decreto di archiviazione.
Tali informazioni venivano acquisite dal legale della parte offesa
(Ines CAPUANA, moglie di Gino MAMONE, titolare con il marito della ECO-TRANS e dipendente della ECO GE srl e più precisamente Responsabile tecnico della gestione rifiuti, ndr), avvocato CAMPANILE (legale anche di Gino MAMONE e della ECO GE srl, ndr) che produceva gli atti giudiziari in argomento che si allegano alla presente nota.
L'analisi degli atti acquisiti, sebbene riferibili ad un contesto familiare, quello dei MAMONE, sovente chiacchierati per presunte aderenze con il crimine organizzato calabrese, non fornisce debito riscontro comparativo con quanto pubblicato su internet in merito a presunti traffici di droga o attività di usura.
In merito a quest'ultima fattispecie di reato unico elemento di riscontro si evidenzia nella figura dello zio del MAMONE Gino, CRISCINO Silvio, il cui nome compare nella pubblicazione su internet, pluripregiudicato ed effettivamente indagato per attività di usura e riciclaggio."


Straordinario. Un Vice Questore aggiunto della Polizia Giudiziaria firma il rapporto di un Ispettore Superiore che produce un indagine come questa, basata sugli elementi forniti dal legale della famiglia MAMONE. Non c'è che dire solo su una cosa: hanno avuto una rapidità fulminea... alla faccia di quelli che parlano di lentezza della Giustizia, nemmeno un mese di indagine! Peccato che non gli sia nemmeno passato per la mente di chiedere alla DDA se vi fosse qualche "dato" sui MAMONE, e così non hanno chiesto alla DIA (che ha a Genova anche un Centro Operativo), nemmeno al GICO della GdF o ai NOE... a loro sono bastate le produzioni dell'avvocato della famiglia MAMONE (che per il ruolo è "certamente" superpartes, sic!). Queste, devono aver pensato, saranno pure leggermente di parte, ma non sono mica "chiacchere", come invece sembrano essere considerati gli atti di indagine, atti giudiziari, le Relazioni semestrali della DIA ed anche le Relazioni della Commissione Parlamentare d'inchiesta sulle mafie (con poteri d'inchiesta equivalenti a quelli dell'Autorità Giudiziaria). Questi seppur atti scritti, pubblici, sono solo "chiacchere"... non possono essere smentire dalla "parola" dell'avvocato della famiglia. Ma è straordinario anche il fatto che un pm, Alberto Lari, ha assunto tale indagine di 17 righe e proceduto al rinvio a giudizio. Da parte nostra ben venga, così chiariamo una volta per tutte!

Ma vediamo i fatti, attraverso l'udienza del 24 settembre 2008, a quella del 21 maggio scorso la signora non si era presentata. [mancano ancora alcuni link e le foto che provvederemo ad inserire in giornata]

Per prima viene ascoltata Ines CAPUANA, la querelante. Il pm le chiede come prima cosa come aveva appreso dell'articolo pubblicato su internet e questa dichiara che lei non legge il sito della Casa della Legalità e non è molto brava a navigare in internet, dichiarando che due persone l'hanno chiamata per dirle che vi era quell'articolo. Il pm le chiede quando questo sia avvenuto e la signora risponde che è avvenuto tra il 20 e 22 febbraio del 2007 (l'articolo è del 22 febbraio 2007 ndr). Il pm le chiede poi se lei o qualcuno della sua famiglia fosse stato o sia coinvolto in procedimenti per mafia e la signora risponde assolutamente no. Il pm le chiede anche se avesse, magari con il suo legale, accertato se effettivamente l'articolo fosse stato scritto da Christian Abbondanza e se eventualmente avessero chiesto una precisazione o smentita allo stesso. Qui la signora e l'avvocato CAMPANILE rispondono: no, assolutamente no! Il pm chiede anche se oltre ai processi per le questioni inerenti i rifiuti tossici sia mai stata sottoposta ad altro processo. La signora CAPUANA afferma che lei non ha mai avuto processi. Il pm le dice che per tali fatti sullo smaltimento dei rifiuti certamente lei ha avuto dei processi, ma la signora CAPUANA risponde che per lei quelli non sono processi e poi afferma che comunque lei non vi è mai andata. Il giudice ricorda anche alla signora CAPUANA che se vuole può rimettere la querela, in quanto la diffamazione è un reato che si persegue per querela di parte. Ma la signora dichiara di no. Il nostro legale, avvocato Multedo, chiede come prima cosa se la signora conoscesse Asia OSTERTAG (la collaboratrice di giustizia uscita dalla famiglia MAMONE riconosciuta dallo Stato come tale per le sue dichiarazioni rese alla DIA e DDA). Mentre la signora CAPUANA rispondeva "si è stata mia cognata", l'avvocato della signora afferma che non è attinente alla questione (??) ed il giudice accoglie l'obiezione. Si procede dunque con altre domande, come ad esempio se avesse mai letto gli articoli pubblicati su "IL SECOLO XIX" relativi alle inchieste su appalti e corruzione, bonifica Stoppani, voto di scambio con le cosche della 'ndrangheta, su cui i MAMONE sono indagati dalla Procura di Genova? La signora CAPUANA risponde di non leggere molto i giornali e poi dichiara che poi IL SECOLO XIX non le piace. Il nostro avvocato le chiede: ha mai letto i rapporti che ogni sei mesi la DIA pubblica in cui ad esempio sono indicati Luigi MAMONE e famiglia? La CAPUANA dichiara che lei non legge certe cose. Nuova domanda: non ha mai nemmeno letto la relazione della Commissione Antimafia sulla 'ndrangheta? La signora CAPUANA ribadisce che non legge certe cose.

E' la volta dell'Ispettore Superiore della PG che deve riferire in merito all'indagine svolta, alias sulla relazione d'indagine (le 17 righe). A questi il pm chiede come prima cosa se avesse verificato se effettivamente Christian Abbondanza fosse stato l'autore dell'articolo oggetto di querela. L'agente risponde: no, questa verifica non è stata effettuata.
Il pm chiede quindi se vi siano altri procedimenti e indagini che coinvolgono la signora CAPUANA ed i MAMONE. Lui risponde che dalle indagini da lui svolte non risulta altro oltre a quanto riferito nella relazione. Il nostro avvocato gli chiede: non è venuto a conoscenza del fascicolo presso la DDA di Genova 15410/05/21 RG NR (fascicolo relativo alle verbalizzazioni della collaboratrice di giustizia proveniente dalla famiglia MAMONE). L'agente risponde: no, non sapevo vi fosse questo fascicolo. Altra domanda del nostro legale: non conosce il contenuto delle relazioni della DIA o della Commissione Antimafia o di atti giudiziari, per cui sono stati emessi e richiesti anche ordinanze di custodia, dove tra gli indagati vi è ad esempio Gino MAMONE? L'agente risponde che lui non ha approfondito e si è limitato al CED e che quindi non può escludere che esistano altri procedimenti ed indagini a carico dei MAMONE.

Era la volta di Christian Abbondanza ma considerata l'ora tarda il giudice dispone il rinvio al 17 dicembre. Ma, da qui, già che ci siamo... anticipiamo i fatti che saranno documentalmente prodotti in quella data, punto per punto... alla nuova udienza pubblica.

1) Prima di tutto non si è mai scritto che la signora Ines CAPUANA sia stata oggetto di attività di usura o trafficante di droga [leggi il paragrafo dell'articolo del 22 febbario 2007]. Se si vuol cambiare il senso delle parole, modificare le frasi scritte, ignorare la punteggiatura... fottersene della lingua italiana... allora va bene tutto... ma il soggetto della frase era ed è "La vallata dominata della Iplom di Busalla" ed è a questo che è riferito l'essere "oggetto di attività d'usura". Rispetto alle attività d'usura nella zona, dopo gli arresti del CRISCINO Silvio ed altri, con tanto di sequestro dei beni e condanna già in primo e secondo grado, vi era stato un nuovo arresto per usura, di tale MAGNOLI Domenico - coimputato del CRISCINO - di cui è stata data notizia dal "CORRIERE MERCANTILE" del 13 gennaio 2007 [leggi l'articolo in .pdf]. Ed anche sulla questione traffico di droga l'articolo è chiaro. Nella vallata (che è il soggetto) ci è stato segnalato dagli abitanti del Comitato Salute Pubblica un immane traffico di camion e tra questi anche di molti carichi di fusti. Non abbiamo mai detto: 1) che quei camion siano della ECO TRANS; 2) nell'articolo non vi è nessun collegamento tra CAPUANA e quei camion; 3) non abbiamo detto che i camion con i fusti che vanno e vengono nella vallata sono carichi di cocaina, ma abbiamo scritto "carichi di fusti proprio come quelli usati per i trasporti illeciti di cocaina - mista ad un altro toccasana: l'arsenico -...". Tra l'altro il 20 maggio 2008 come Ufficio di Presidenza abbiamo anche fatto un apposito articolo per ribadire il concetto [leggi l'articolo integrale].

Luigi e Gino Mamone, in una foto inviataci via e-mail dall'Ufficio Stampa dell'ECO.GE dopo la pubblicazione dell'articolo sull'Escavatore 2) Noi abbiamo indicato che Luigi MAMONE e famiglia quale "noto agli uffici dell'antimafia" e questo è un dato di fatto. Non una nostra invettiva o calunnia. La mafiosità dei soggetti è scritta in documenti pubblici redatti da organi investigativi dello Stato! Al di la di ogni possibile dubbio di omonimia vi è la relazione della DIREZIONE INVESTIGATIVA ANTIMAFIA del secondo semestre 2002 (2 volume) [leggi la Relazione in .pdf].
in cui si afferma chiaramente il nome della società della famiglia "FRATELLI MAMONE & C" che raccoglieva i componenti della famiglia, indicata nella relazione quale soggetto della 'NDRANGHETA. Non ci vuole un genio quindi, basta una visura camerale per accertare chi siano, con nome, cognome, data e luogo di nascita. Da questa si evince che i MAMONE indicati dalla DIA sono questi: MAMONE Luigi nato a Cittanova (RC) nel 1936; MAMONE Antonino nato a Cittanova (RC) nel 1946; MAMONE Vincenzo nato a Taurianova (RC) nel 1959; MAMONE Gino nato a Cittanova nel 1961, MAMONE Antonio nato Genova nel 1964; MAMONE Caterina nata a Genova nel 1963 e RASO Alba nata a Cittanova nel 1940 (della famiglia RASO legata ai GULLACE-ALBANESE). Abbiamo qui omesso il giorno e mese di nascita per evitare la tanto richiamata "privacy"ma il quadro dovrebbe essere chiaro adesso, o no?
I MAMONE, inoltre erano già indicati dalla Relazione della Commissione Parlamentare Antimafia (che ha poteri d'inchiesta equivalenti a quelli dell'Autorità Giudiziaria) nel 1999 [leggi l'estratto sulla Liguria della Relazione in .pdf] come anche nell'ultima approvata nel febbraio 2008 dedicata proprio alla 'NDRANGHETA [leggi la Relazione in .pdf].

3) Premesso anche questo "dettaglio" sulla famiglia MAMONE, o come dicono l'Ispettore Superiore ed Vice Questore agg. sul semplicemente "chiacchierato" contesto familiare, andiamo avanti. Nel 2005 noi pubblichiamo un articolo su un iniziativa pubblica della ECO GE srl, ove ci siamo recati per scattare qualche foto agli amici di famiglia [leggi l'articolo integralmente]. Alcune di queste poi sono divenute anche parte delle inchieste sulla corruzione e sul voto di scambio politico-mafioso a Genova. Battesimo di una piccola Mamone con Carmelo Gullace padrino
A seguito di quella pubblicazione venne a cercarci una donna, Asia OSTERTAG, alias Tiziana OSTERTAG ex moglie di Vinenzo MAMONE. Questa ci produce foto, documenti, denunce che da 9 anni presentava ai Carabinieri e ci dice voglio raccontare tutto. Non si fida più dello Stato dopo 9 anni di denunce ignorate e ci chiede di pubblicare le sue dichiarazioni sul sito. Noi lo facciamo ma a condizione che poi lei raccontasse nel dettaglio tutto alla DIA ed iniziasse a collaborare con lo Stato. Lei accettò e noi pubblicammo il dialogo "Esperienze di famiglia". Era novembre 2005!
In questo dialogo Asia ci raccontava dei rapporti con amministratori pubblici e politici, delle riunioni con le altre famiglie indicate dallo Stato come mafiose, del consolidato rapporto con pluripregiudicato 'ndranghetista Carmelo GULLACE, dell'usuraio Silvio CRISCINO che si occupava di gestire i fondi dei MAMONE e di GULLACE, dei rapporti con banche dalla CARIGE alla BNL passando per quella ove opera il nipotino di Licio GELLI, di società ed affari della famiglia, di riciclaggio, di società estere e quelle operanti tra savonese e milanese, oltre che a Genova. Ricorda i legami massonici e con ex piduisti di primo piano come Alberto TEARDO... e ci racconta quanto tutti gli ex familiari, compresa la cognata Ines CAPUANA, la deridessero quando affermava che voleva andarsene e non saperne più nulla di quello che aveva scoperto sui loro affari [leggi il dialogo integrale].
A seguito di questo dialogo Asia accetta di verbalizzare tutto quello che sa con la DIA. Mentre questo passaggio avviene il giornalista, de IL SECOLO XIX, Marco Menduni pubblica un articolo che riprende quanto pubblicato nel dialogo. Era il giorno 8 dicembre 2005. Purtroppo quella pubblicazione da un'accelerata alla questione. Nello stesso articolo si parla di querele con richiesta di oscuramento del sito da parte dei MAMONE. [leggi l'articolo de Il Secolo XIX], ma ad oggi in merito a questo non è mai arrivato nulla di nulla. Invece arrivò altro. Infatti Asia si è dovuta asserragliare in casa perché i cari familiari MAMONE assediavano il portone. Questo sino a notte quando poi gli agenti dello Stato sono intervenuti per metterla in sicurezza. Un primo rifugio, in attesa delle pratiche burocratiche, fu trovato dal fondatore di Libera, don Luigi CIOTTI. Nel febbraio del 2006 la stessa viene riconosciuta su istanza della DDA e DIA di Genova come collaboratrice di giustizia dalla Commissione Centrale del Ministero degli Interni ed inserita nel programma di protezione. Questa notizia viene anche riportata, il 21 marzo 2006, da quotidiano LA REPUBBLICA con un articolo di Marco Preve [leggi l'articolo di Repubblica].
Questo riepilogo perché? Semplice: la famiglia MAMONE è considerata dallo Stato una famiglia della 'NDRANGHETA, tanto da riconoscere ad un suo fuoriuscito lo status di Collaboratore di Giustizia ed inserendo questi nel programma di protezione. Le verbalizzazioni da questo rese e riscontrate dagli organi investigativi sono parte del fascicolo 15410/05/21 RG NR che ne l'Ispettore superiore ne il Vice Questore aggiunto della PG hanno "notato". Queste dichiarazioni e verbalizzazioni contenute in detto fascicolo dimostrano ulteriormente che quanto scritto da noi in merito ai MAMONE non è altro che quanto affermato in rapporti, atti giudiziari e investigativi dello Stato. Non solo: Ines CAPUANA non sapeva davvero nulla di questi due articoli (presentazione dell'escavatore dell'ECO GE e dialogo con Asia OSTERTAG)? I suoi familiari non le hanno detto che era citata anche lei? Le hanno taciuto cosa stava accadendo e non si è posta la domanda del perché la cognata fosse stata inserita in un programma di protezione? Curioso!

4) Visto che a quanto pare non basta... andiamo avanti. Nel frattempo noi abbiamo pubblicato la galassia societaria dei MAMONE. Abbiamo iniziato nel dicembre 2005 e poi via via abbiamo integrato con tutte le nuove società ed i passaggi di quote, come quelli da Luigi a Gino MAMONE, o quelle con la SVILUPPO GENOVA SPA o le società comuni che ci sono state, ad esempio, con il grande immobiliarista, vicino a Claudio BURLANDO, GIACOMAZZI ed il suo socio PICCARDO. Anche in queste era indicata Ines CAPUANA e la ECO TRANS [leggi: la galassia Mamone - le new entry - alcuni passaggi di quote].

Piero Piccolo, uomo di fiducia di Burlando, con Luigi MamoneGino Mamone e Massimo Casagrande 5) Arriva poi una querela di Gino MAMONE. Non è però sul dialogo con Asia OSTERTAG, bensì per l'articolo sulla presentazione del grande escavatore. Qui veniamo più volte contattati dall'agente incaricato delle indagini che ci comunica che il legale del MAMONE ha comunicato che se noi avessimo tolto il richiamo alla Relazione della DIA avrebbero rimesso la querela. Noi con il nostro legale prof. Alfredo Galasso, abbiamo comunicato che la Relazione della DIA non sarebbe stata rimossa, in quanto è un documento pubblico. Abbondanza chiede di essere interrogato ed il giorno stesso dell'interrogatorio, avvenuto il 17 maggio 2006, ha poi pubblicato un ampio resoconto dello stesso sul sito [leggi l'articolo "A.D.R. a domanda rispondo"]. Nello stesso si ricostruivano tutti i fatti a nostra conoscenza sui MAMONE, si citavano - e produceva copia delle foto - i legami con noti esponenti politici tra i quali Massimo CASAGRANDE, Romolo BENVENUTO e Piero PICCOLO, uomo di fiducia di Claudio BURLANDO e co-fondatore dell'associazione MAESTRALE, il rappresentante della Giunta PERICU, Arcangelo MERELLA ed altri. Si producevano i documenti in nostro possesso e si citavano tutti i componenti della famiglia, ivi compreso il marito di Angela MAMONE, il CRISCINO Silvio ed i legami sanciti anche tramite cerimonie religiose con i GULLACE e FAZZARI. Nello stesso interrogatorio si citava anche la società ECO TRANS di Ines CAPUANA e Gino MAMONE (società che risulta in  liquidazione volontaria dal 19 gennaio 2006), come anche la "ECOLOGIA EDILIZIA" con soci tra gli altri l'ECO GE e la CAPUANA e tutte le società della "galassia" ricostruita con semplici e pubbliche visure camerali. Nello stesso veniva anche prodotto un articolo pubblicato dalla Romolo Benevenuto all'iniziativa dei Mamonerivista MICROMEGA in cui si parlava ampiamente della famiglia MAMONE [leggi integralmente l'articolo di Micro Mega].
In questo caso la PG incaricata delle indagini chiede alla DIA se confermava o meno quanto contenuto della Relazione semestrale che noi avevamo pubblicato. La DIA confermò riga per riga.
Anche qui: partendo dal presupposto ed assunta per vero la dichiarazione sotto giuramento della signora CAPUANA secondo cui non aveva mai letto gli articoli sui MAMONE pubblicati dal sito della Casa della Legalità, e che quindi con gli altri (presentazione escavatore, dialogo con Asia, articolo de Il Secolo XIX, articolo di Repubblica, articolo di MicroMega, relazioni varie) gli sia sfuggito anche il resoconto dell'interrogatorio pubblicato, la questione diviene ancora più curiosa. Infatti l'avvocato di Gino MAMONE che ha certamente avuto modo di sapere quanto Abbondanza ha riferito e prodotto in detto interrogatorio, è l'avvocato CAMPANILE, ovvero lo stesso legale di Ines CAPUANA. Ci pare strano che non avesse comunicato alla signora che noi l'avevamo menzionata, addirittura in un interrogatorio verbalizzato. Ma andiamo avanti.

6) Nel frattempo, il giorno 11 dicembre 2005, ci aveva anche scritto lo Studio legale CONTESTABILE, in nome e per conto del titolare dell'impresa "STOCCO E STOCCO", di Francesco D'AGOSTINO - che è stato anche eletto in Consiglio Provinciale di Reggio Calabria -, ci invia una missiva in merito alla citazione della società nel dialogo con Asia OSTERTAG. Noi provvediamo immediatamente a pubblicarla con la dovuta risposta, senza batter ciglio [leggi missiva e la nostra risposta]. Poi, addirittura, anni dopo, siamo nel novembre 2007, ci contatta il titolare della ditta, Francesco D'AGOSTINO, per scusarsi del comportamento dell'avvocato CONTESTABILE e, addirittura, si reca di persona per chiarire la vicenda a Genova, accompagnato con il nuovo legale. Ci teneva molto visto che si è recato da noi con il suo nuovo avvocato che doveva seguire legalmente dei suoi colleghi arrestati il giorno precedente insieme al presidente del Tribunale di Vibo Valentia, PASQUIN, per collusioni con il clan MANCUSO.

7) Nel gennaio 2006 intanto venivano arrestati 7 usurai coinvolti in un inchiesta dal pm Andrea Canciani della DDA e vagliata dal gip Califano di Genova. Tra questi anche il CRISCINO Silvio, cognato, come ricorda anche Marco Preve su LA REPUBBLICA [leggi l'articolo integrale di Repubblica] di Gino MAMONE, titolare della ECO GE. Tra gli indagati anche Domenico MAGNOLI di Busalla, già coinvolto in un indagine del GICO, imputato insieme al CRISCINO Silvio, che sarà poi arrestato un anno dopo. E' proprio il suo arresto [leggi l'articolo del Corriere Mercantile] che, come ricordato, insieme alle altre informazioni dateci dal Comitato di Busalla, sarà causa ed oggetto dell'articolo sulla "Vallata dominata della Iplom..." oggetto della querela della CAPUANA.
Tale fatto dimostra che l'accostamento di questo arresto al nome del CRISCINO non è affatto casuale o pura invettiva. Ma andiamo avanti.
Mentre il CRISCINO si trova detenuto nel carcere di Marassi, la sua villetta, a poca distanza da quella dei MAMONE sul crinale che da Borzoli arriva a Coronata, avviene una strana rapina al narcotico. Ne da notizia IL SECOLO XIX. E' il 1 aprile 2008 e attraverso il giornale la moglie del CRISCINO, ovvero Angela MAMONE, sorella di Luigi e zia di Vincenzo e Gino, lancia un messaggio chiaro: mio marito non c'entra nulla, è in carcere ingiustamente e tutto si chiarirà [leggi la nostra nota stampa e gli articoli de IL SECOLO XIX].

8) Nell'ottobre 2007 si tiene l'udienza a Savona per gli esponenti della famiglia FAZZARI e della collegata cosca dei GULLACE-RASO-ALBANESE (a cui sono anche legati i FAMELI attivi nel campo dell'immobiliare) [leggi l'articolo sulle mafie, furbetti e affari nel savonese]. Famiglie della 'NDRANGHETA operanti nel savonese, legate ed i contatto con i MAMONE, già pesantemente coinvolte non solo nella Rifiuti Connection della Liguria con le Cave dei Veleni piene di rifiuti tossico nocivi del cui traffico e smaltimento abusivo si è da sempre occupata la criminalità organizzata calabrese, ma anche, tra l'altro, per sequestri di persona, estorsione e omicidi per cui il Carmelo GULLACE, attualmente residente a Toirano in provincia di Savona, è stato processato, condannato ed arrestato nella latitanza in Francia. La moglie di Carmelo GULLACE è una FAZZARI, mentre la moglie di Luigi MAMONE è una RASO. Il processo doveva tenersi in gennaio ma continua a subire rinvii su rinvii, nella tradizione migliore di una procura "in sonno" come quella savovese. Tra i testimoni che devono essere ascoltati anche la Collaboratrice di Giustizia proveniente dalla famiglia MAMONE, Asia OSTERTAG. Questa che è stata inserita nel programma di protezione dalla Commissione Centrale presso il Ministero degli Interni nel febbraio 2006, uscì volontariamente dal programma di protezione in quanto questo non funzionava, con limiti pesantissimi, soprattutto per quanto concerne la questione dei minori [le ragioni di questa scelta le abbiamo approfondite in un dialogo dell'aprile 2008 proprio con la Collaboratrice di Giustizia - leggi il dialogo]. Esempio emblematico è che la figlia minore della collaboratrice non è stata portata, come previsto dal "patto", in protezione bensì lasciata dallo Stato al nucleo familiare da cui era fuoriuscita la Collaboratrice venendo, per questo, posta sotto protezione.
A detta udienza la Collaboratrice avrebbe dovuto, stando al disposto del cosiddetto "giusto processo", confermare in Aula tutte le dichiarazioni verbalizzate e già riscontrate dai reparti investigativi, come negli atti giudiziari. In una situazione chiaramente di non sicurezza palese, e dopo pesanti intimidazioni e minacce la collaboratrice non ha confermato in aula. Purtroppo per le norme vigenti nulla è valsa la pesante denuncia del Pubblico Ministero sulle effettive intimidazioni e minacce portate alla collaboratrice di giustizia per impedirle di rendere la testimonianza. Come non sono valsi i rapporti investigativi a comprova di detta situazione o le testimonianze che quanti, come noi, hanno seguito e per quanto potuto supportato la collaboratrice dal momento dell'avvio della collaborazione con lo Stato, potevano produrre e testimoniare [leggi in nostro articolo e quello de IL SECOLO XIX].

Claudio Burlando con alle spalle il simbolo della sua associazione Maestrale, un vero fulcro del blocco di potere 9) Arriviamo all'anno in corso. La prima pesante inchiesta che scuote la città e che vede coinvolta anche l'ECO GE e società collegate è quella sul Porto di Genova. E' quella seguita dal pool di pm che ha portato all'arresto del Presidente dell'Autorità Portuale Giovanni NOVI e con una schiera di indagati impressionante, da Paride BATINI della Culmv, ad Aldo SPINELLI e vari operatori portualiSoggeti che poi, in buona parte, ritroviamo tutti nell'associazione politica MAESTRALE di Claudio Burlando [leggi il nostro articolo e leggi anche il capitolo de "Il Partito del Cemento" sul Presidente della Regione Liguria].
Quello che emerge dalle intercettazioni è un quadro devastante in cui la cosa pubblica è piegata mortificata agli interessi privati degli "amici" [per leggere tutto sull'inchiesta vai allo speciale con anche i documenti della Procura]. Ed in questa l'ECO GE dei MAMONE vede con Decreto di Perquisizione locale e sequestro del 1 febbraio 2008, firmato dai pm Molisani, Zucca e Cotugno, il sequestro di tutti gli atti di affidamento di concessioni e lavori affidate alla società e collegate [leggi il decreto integralmente in .pdf]. Tale fatto è stato anche pubblicato dalla stampa [leggi l'articolo de IL SECOLO XIX del 9 febbraio 2008]

10) Il Gino MAMONE è, come risulta da atti ufficiali relativi ad un fascicolo per cui vi è stata dal Palazzo di Giustizia l'ennesima fuga di notizie e quindi ampiamente ripresi dalla stampa [IL SECOLO XIX - CORRIERE DELLA SERA], non solo indagato nell'inchiesta sulla Tangentopoli Genovese [vedi ordinanza del GIP Fuccigna - pdf] e coinvolto con la ECO GE nell'inchiesta sul Porto, ma anche fulcro del filone sul voto di scambio con le cosche calabresi. Infatti risultano i suoi contatti con tale STEFANELLI Vincenzo, detto Cecè, appartenente della famiglia STEFANELLI-GIOVINAZZO coinvolta nell'operazione "URANO" della DIA di Genova (1999) [vedere "operazioni" nella relazione I semestre 2000 della DIA in .pdf] per traffico internazionale di stupefacenti gestito dalla mafia albanese con la 'NDRANGHETA. Detta famiglia mafiosa è operante nel savonese. Lo STEFANELLI Vincenzo, in rapporti con il Gino MAMONE coniuge della CAPUANA, ha con molteplici denunce, per associazione a delinquere di stampo mafioso, sequestro di personale, estorsione, traffico di stupefacenti ed altro. Sino al 21 dicembre 2007, titolare della società NICAT, che presumibilmente aveva rapporti d'affari con la ECO GE di Gino Mamone e dove lavora Ines CAPUANA.

11) Proseguiamo. Il Gino MAMONE afferma, sempre stando agli atti della Procura pubblicati dalla stampa e quindi ormai pubblici, di avere legami di amicizia con tutti i "potenti". Da Claudio BURLANDO presidente della Regione Liguria, a Marta VINCENZI Sindaco di Genova. Nella rapporto della Finanza ci sono dal Sindaco di Arenzano Luigi GAMBINO, ai CASAGRANDE e FEDRAZZONI, STRIANO... sino all'ex sottosegretario agli Interni Ettore ROSATO (che tanto andava d'accordo con l'ex Prefetto di Genova Giuseppe ROMANO [leggi un nostro vecchio articolo]).
Parlando in un ristorante di Corso De Stefanis il 27 gennaio 2007  con Michelino CAPPARELLI, in merito all'area ex Oleificio Gaslini, acuqisita dai MAMONE per un progetto di una "nuova Fiumare" dell'architetto Vittorio GRATTAROLA (uomo di fiducia di Claudio BURLANDO e delle COOP), Gino MAMONE afferma: "Questo progetto non lo ferma nessuno, perché sono amico di BURLANDO, sono amico di tutti, della MARTA..."
Sarebbe curioso conoscere la consistenza dei "contributi" che la famiglia MAMONE versava per le campagne elettorali degli "amici", anche se, considerando le dichiarazioni sicure sull'avvallo ai propri progetti da parte delle più alte cariche Istituzionali-Amministrative, le cifre devono essere state abbastanza consistenti, probabilmente a sei zeri.
Questo anche considerando che nelle intercettazioni pubblicare dalla stampa in merito al fascicolo che affronta il filone sul voto di scambio con le cosche, Gino MAMONE si mostra molto generoso con i suoi "amici" anche quando questi non ricoprono più cariche istituzionali; ad esempio, MAMONE Gino nell'ambientale con il Michelino CAPPARELLI afferma riferendosi a Massimo CASAGRANDE: "io gli ho detto, se vuoi centomila euro te li regalo perché siamo amici".
Franco Zunino, assessore all'ambiente della Regione Liguria, fidato di Claudio Burlando Anche Luigi GAMBINO, ex e neo Sindaco di Arenzano, quando parla con Gino MAMONE si mostra molto disponibile. Infatti nell'ambito dell'inchiesta sulla bonifica della ex Stoppani, emerge chiaramente il forte interesse dei MAMONE su quell'area. Interesse che prima aveva visto la Regione con BURLANDO sostenerli - tanto da spingere il suo uomo Franco ZUNINO (assessore all'Ambiente della Regione e che abbiamo già consociuto soprattutto per l'appalto alla società CO.FOR a Celle Ligure [leggi l'articolo con l'estratto della nota dell'Autorità di Vigilanza e lo Speciale]) e poi, dopo la pubblicazione dei nostri articoli, cambiare posizione e sostenere la strada del Commissariamento avanzata dal Ministero dell'Ambiente [leggi il nostro articolo]. In merito ai contatti su questo esemplare è l'intercettazione del 30 gennaio 2007, pubblicata da IL SECOLO XIX, in cui GAMBINO dice a MAMONE: "Io ne vengo adesso, guarda, ehm... per aprirti tutte le strade possibili".
Il rapporto degli investigatori della Finanza pubblicato in ampi stralci dal quotidiano ligure continua poi: "Avvalendosi dei suoi numerosi appoggi politici, MAMONE può ottenere l'approvazione degli enti locali. Grazie alle intercettazioni sono stati acquisiti preziosi elementi circa il coinvolgimento delle sottoindicate persone che opererebbero a favore dei MAMONE: lo stesso STRIANO, Giampiero LAZZARINI (il responsabile dell'Ambiente per Arenzano), Gabriella MINERVINI (direttore generale Ambiente della Regione), Cecilia BRESCIANI (vice-commissario per la bonifica della Stoppani) e l'allora sottosegretario all'Interno, Ettore ROSATO (Margherita)". [leggi l'articolo de IL SECOLO XIX sulla Stoppani del 25 gennaio 2008 in .pdf - leggi l'articolo de IL SECOLO XIX sull'inchiesta]. Inoltre, come si apprende da un'altro articolo de 21 maggio 2008 (il giorno dell'udienza in cui la signora CAPUANA-MANONE non si è presentata), IL SECOLO XIX dava notizia che le "cimici" negli Uffici della FILSE, la Finanziaria della Regione Liguria, erano state messe proprio per intercettare gli incontri con i MAMONE [leggi l'articolo in .pdf]

12) Ma quello della STOPPANI non è l'unico "capitolo" relativo alle bonifiche ed appalti pubblici in cui emergono le indagini sui MAMONE. Abbiamo infatti, come visto sopra la partita dell'ex oleificio Gaslini, ma anche la bonifica dei depositi Praoil di Pegli, l'inchiesta sui lavori per l'AUTORITA' PORTUALE, la grande questione delle ex Acciaierie di Cornigliano con SVILUPPO GENOVA SPA e l'appalto per la demolizione del gasometro. Rispetto alla questione MAMONE-SVILUPPO GENOVA, di cui noi abbiamo parlato nel 2006 [leggi l'articolo integrale] nell'articolo "Nel mirino Sviluppo Genova", IL SECOLO XIX del 23 maggio 2008, si legge: "Anche il direttore amministrativo della Sviluppo Genova, Salvatore SAFFIOTI, è indagato dal pm Francesco Pinto con l'ipotesi di turbativa d'asta" ed ancora: "Questa è una tranche dell'inchiesta principale. Che vede il pm indagare anche sul ruolo di ECO GE, la ditta della famiglia MAMONE che risulta protagonista di numerosissimi lavori di bonifica e ristrutturazione a Genova e in Riviera negli ultimi anni. Una serie di operazioni nella quali, in modi differenti, il nome di SVILUPPO GENOVA ricorre" [leggi l'articolo]. Nello stesso rapporto, ripreso da IL SECOLOXIX, la Finanzia in merito ad un indagine sul riciclaggio sottolinea: "emergono collegamenti con ambienti della criminalità organizzata ligure in particolare con i MAMONE" e prosegue "Gino MAMONE è stato segnalato dalla DIA per i suoi legami con la cosca della 'NDRANGHETA calabrese dei MAMMOLITI..."
Anche di questo non gli è mai giunto all'orecchio nulla alla signora CAPUANA? Sembra che viva sotto una campana di vetro la signora visto che ha giurato all'udienza del 24 settembre che non esistono, a quanto di sua conoscenza, inchieste che riguardano i componenti della sua famiglia. Anche l'avvocato CAMPANILE non ne deve essere a conoscenza visto che non ha prodotto nulla in merito all'agente della PG. E l'Ispettore superiore di PG con il Vice Questore aggiunto, pure non hanno saputo nulla di inchieste ed intercettazioni che la stessa Procura - per cui lui svolge l'attività di PG - stava portando avanti... da ben prima, non solo della sua relazione 27 giugno 2007, ma anche della delega che gli diede il pm Lari del 21 maggio 2007.

Ines Capuana e Gino Mamone negli Uffici della ECO.GE 13) I MAMONE con la ECO GE, ove non dimentichiamo lavora anche Ines CAPUANA - nella foto qui accanto a Gino proprio negli Uffici della società - come responsabile tecnico gestione dei rifiuti, sono stati anche coinvolti in nuove contestazioni sui lavori svolti. Se quello della ex Raffineria ERG (con il cui Riccardo GARRONE hanno un ottimo rapporto, a quanto pare) di San Biagio dove ora sorge l'IPERCOOP, raccontatoci dalla collaboratrice di giustizia, ha trovato conferma, e quello della STOPPANI è al centro di un'apposita inchiesta della Procura di Genova, come anche la "partita" delle demolizioni nelle area dell'ex Acciaierie di Cornigliano, con un presidente del Cda che veniva minacciato perché non si recasse in Procura con le carte di appalti "sospetti" [leggi l'articolo di Marco Menduni su IL SECOLO XIX - leggi il verbale del Cda integrale in .pdf]... su cui noi parlammo con largo anticipo nel 2006 e più recentemente abbiamo anche realizzato un breve video [guarda il video], è al centro delle attenzione della Procura di Genova [vedi articolo de IL SECOLO XIX]. Ma non basta. Nel novembre 2006 presso una cava sulle alture di Pegli vengono rinvenuti dai NOE i materiali oggetto di bonifiche e lavori effettuati dalla ECO GE. In particolare sono stati trovati residui di colate d'acciaieria e materiali dell'Euroflora. A Cornigliano l'ECO GE operava ed anche ad Euroflora, avendo questa avuto dalla società pubblica partecipata FIERA DI GENOVA SPA l'incarico dello smaltimento. Naturalmente i materiali erano lì, i NOE non hanno certamente avuto visioni, ma alla ECO GE - che intanto già minacciava di chiudere perché sempre sotto certe "attenzioni" - mostravano le carte secondo cui quei rifiuti erano stati regolarmente smaltiti. Dal punto di vista legale conta la carta con timbro e firma e non la sostanza dei materiali! [leggi l'articolo ed il nostro comunicato]

14) Per chiudere vediamo ancora due bazzecole, anzi un po' di "chiacchericcio", secondo i parametri, che a quanto pare, sono stati adottati dall'Ispettore Superiore e dal Vice Questore Aggiunto della PG.
Partiamo dall'Ordinanza del GIP Fuccigna. Qui è chiaramente indicato Gino MAMONE quale soggetto indagato anche in questa inchiesta. A pagina 17, testuale "Gino MAMONE (anch'egli indagato in questo procedimento) rappresentante della "ECO.GE srl" di Genova. Oltre alle varie intercettazioni telefoniche riportate, vi è un significativo sms del 19 febbraio 2007, inviato da Massimo CASAGRANDE a Stefano FRANCESCA: "Sabato mattina ho visto gino che aspetta la fattura. Quindi invia la fattura da 10000 piu iva a eco.ge srl via e. Ferri11 genova 16161. Lunedì prossimo vedi a pranzo Alfonso con Gino. Per quelli di Vercelli dammi ancora qualche che devono deliberare l'incarico alla tua società".
L'Ordinanza del GIP Fuccigna [ordinanza del Gip formato .pdf] è quella con cui è stata disposta, su richiesta del pm Pinto, la custodia cautelare in carcere per ALESSIO Roberto, CASAGRANDE Massimo, FEDRAZZONI Claudio, FRANCESCA Stefano, ed ai domiciliari per PROFITI Giuseppe, per la stessa inchiesta che vede anche tra gli indagati a piede libero MORETTINI Massimiliano e STRIANO Paolo (che essendosi dimessi dalla carica di Assessori hanno, come rivelato dalla stampa, evitato provvedimenti restruttivi).
A pagina 5 dell'Ordinanza si inizia a parlare di un incontro del 5 novembre 2007 presso il ristorante Lamuri di Genova. Attorno al tavolo vi sono quattro degli indagati: ALESSIO, CASAGRANDE, FEDRAZZONI e FRANCESCA. Dall'intercettazione ambientale effettuata viene "affrontato nuovamente l'aspetto della emissione delle fatture fittizie. A riguardo emergeva un cambio di strategia degli indagati che prendevano in considerazione l'ipotesi di far emettere le suddette fatture non più al FRANCESCA (visto l'incarico pubblico che ricopre) ma all'Avv. CASAGRANDE...". Ad un certo punto dell'intercettazione (pag. 9) si legge: "CASAGRANDE: evitiamo... evitiamo diciamo a futura memoriaa..ee.. tantii... evitiamo tanti problemi.. tu stai fuori, completamente...... FRANCESCA: si, no ma certo, però ..inc.le.., proprio questo, cioè aldilà di questa cosa scomoda, però... di una cosa diciamo sua.. cioè.... domani mattina una stronzata belin, cioè.... FEDRAZZONI: no vabbè ora verrebbe in modo molto tardivo, un conto è è .. temporalizzarla a determinati fatti che.. ora, secondo me la puoi la puoi risolvere tranquillamente tu, proprio fuori da ogni cosa CASAGRANDE: ... c'è ABBONDANZA che gira FEDEAZZONI: beh prima o poi te lo fa il culo, ABBONDANZA (fonetico) te lo fa il culo". In nota della Procura al nome ABBONDANZA nell'Ordinanza viene i magistrati scrivono "Si riferiscono verosimilmente a Christian ABBONDANZA della associazione CASA DELLA LEGALITA', che opera in Genova con un proprio sito internet denunciando fenomeni di illegalità diffusa".
Inoltre nella trascrizione integrale della conversazione si afferma il dettaglio del dialogo di cui sopra (pag 201) tra CASAGRANDE e FEDRAZZONI. "FEDRAZZONI: beh prima o poi te lo fa lui eh, ABBONDANZA (fonetico) te lo fa lui.. pensa che c'è lui, io, MERELLA, Piero PICCOLO. CASAGRANDE:..inc.le.. si si, ma ..inc.le.. FEDRAZZONI: a me Piero PICCOLO ..inc.le.."
Detto passaggio è quindi chiaramente riferito alla nostra azione durante la presentazione del grande escavatore della ECO GE dei MAMONE nell'area dell'ex Oleificio Gaslini [leggi l'articolo integralmente]. Fu quella circostanza che permise di rompere il muro di silenzio che avvolgeva la famiglia MAMONE pur essendo indicata dalla DIA e dalla Commissione Antimafia, da moltissimi anni, quale famiglia della 'NDRANGHETA.
Con quella pubblicazione usci allo scoperto e trovò il coraggio, dopo il dialogo con noi pubblicato nel novembre 2005, di verbalizzare con lo Stato tutto quanto sapeva, l'ex moglie di Vincenzo MAMONE. Degno di nota è anche il fatto che nel "gruppo" degli indagati scoperti con questo filone di indagine dalla Procura e che rappresenta una piccola parte del sistema di corruzione e collusione che imperversa nelle stanze del Potere ad ogni livello in questa città e Regione, vi è anche MORETTINI Massimiliano, l'ex Presidente Regionale dell'ARCI Liguria, che personalmente e con la struttura ci attacco pesantemente, arrivando a chiamare il Presidente della Casa della Legalità, nel momento delicatissimo in cui seguivamo la Collaboratrice di Giustizia nella fase in cui non era ancora scattato il sistema di protezione, per minacciarlo di spaccargli la faccia [per leggere tutto lo speciale sulla Tangentopoli Genovese clicca qui].

15) Della 'NDRANGHETA a Genova si occupa anche IL SOLE 24 ORE. Il 27 maggio 2008 con un articolo di Roberto Galullo in cui si legge: "Migliorini (segretario generale della Cisl Liguria, ndr) non lo dice ma forse lo sa: gli spezzoni di indagine di queste settimane sono figli di un filone molto più ampio che parte con le denunce alla DIA di Asia OSTERTAG, moglie separata di Vincenzo MAMONE, imprenditore nel ramo delle bonifiche e smaltimento, che con la famiglia in Liguria ha creato un impero ed è impegnato nel recupero sia di Cornigliano che dell'area Stoppani. MAMONE entra nell'indagine della Procura sugli appalti nelle mense ma il nome della famiglia compare soprattutto in un rapporto della DIA (Direzione Investigativa Antimafia) del 2002. Per la DIA la famiglia MAMONE è legata alla cosca MAMMOLITI di Oppido Mamertina. E all'ECO GE - tra le società leader dei MAMONE - e alle ditte ad essa collegata, la Procura di Genova chiederà il 1° febbraio 2008 la copia di tutti gli atti di concessione o lavori ottenuti anche dall'Autorità Portuale." [leggi l'articolo integrale in .pdf]
Il 23 maggio 2008, il CORRIERE DELLA SERA, scrive: "... I filoni sulla corruzione legata ai lavori dell'impresa di MAMONE, la ECO GEm sono più d'uno. Lui sa che ora avrà difficoltà ad avere appalti, perciò ieri si presentato in ufficio e ha licenziato i suoi 130 operai. I sindacati lo hanno convinto a sospendere i licenziamenti ma lui dice: "Mi perseguitano, hanno distrutto la mia immagine". [leggi l'articolo integrale in .pdf]
Eccoci dunque all'ultimo capitolo. Gino MAMONE, con il suo avvocato CAMPANILE, ha negato in tutti i modi il suo coinvolgimento in queste inchieste, arrivando a minacciare la chiusura della ECO GE (ove lavorano moltissimi dei parenti della famiglia) [leggi anche l'articolo de IL SECOLO XIX in .pdf].
a destra Venanzio Maurici (camicia a strisce) con Giacomo Maurici (camicia a strisce)A tale reazione ricattatoria, se mi toccate avrete centinaia di disoccupati in più, i dipendenti (con i parenti in testa) sono scesi in piazza con il sostegno di Venanzio MAURICI [di cui abbiamo già ampiamente parlato leggi qui]. Il MAURICI, responsabile della Fillea Cgil si è presentato come rappresentante del Sindacato e poi ha dichiarato che: "non bisogna criminalizzare un'azienda in base a fonti poco credibili". E' straordinario come un segretario degli edili possa permettersi di commentare in questo modo un'inchiesta della Magistratura, tanto che nessuno lo fa notare. Noi si, scriviamo un articolo ed il giorno seguente riceviamo una telefonata dalla CGIL che ci comunica che quella espressa da MAURICI, cioè la difesa di soggetti indicati come 'NDRANGHETA dai reparti investigativi dello Stato ed indagati dalla Procura di Genova, era una posizione personali e non della CGIL [leggi il nostro articolo]. Ma di Venanzio MAURICI si è occupa, il 28 maggio 2008, anche IL SOLE 24 ORE in un articolo di Roberto Galullo dal titolo "sulle grandi opere e le mani di tre coop". In questo si legge: "Ma c'è un sindacato, la Fillea Cgil, presente e attivo ovunque, al quale quasi nessuno fa mancare l'appoggio. A partire dall'allora candidato Sindaco Marta VINCENZI che in campagna elettorale girava tra i cantieri della metropolitana in compagnia del suo leader (finora) indiscusso: Venanzio MAURICI, potente segretario regionale e provinciale. Trovare interlocutori a Genova che vogliono parlare di quest'uomo è praticamente impossibile. Alzate di spalle, anche dei suoi colleghi, e sorrisi. Nato a Genova nel 1959, nel sistema d'indagine della Questura, a suo carico risale un arresto il 31 luglio 1978 per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale. Forse a cucire le bocche dei genovesi è la parentela con il cugino Giacomo, nato a Riesi (Caltanissetta), con una sfilza di condanne iscritte nel casellario giudiziale che vanno dalla detenzione illegale di armi all'emissione di assegni a vuoto, dall'usura alla truffa, dalla corruzione al traffico di droga. Ma quel che inquieta è la notizia di reato del 26 giugno 1995 del Comando provinciale dei Carabinieri di Genova per associazione di tipo mafioso. A inquietare ancor di più, forse, è che il sindacalista Venanzio MAURICI, unico tra tutti i sindacalisti, si è recato presso le imprese MAMONE (legati secondo la DIA alla cosca MAMMOLITI di Oppido Mamertina e tirati in ballo nello scandalo di queste settimane) a gridare solidarietà alla famiglia. Il giorno dopo è stato sconfessato dalla Cgil che non sa più come trattare questo caso spinoso." Poi si legge anche: "L'asse, però, si è creato anche tra COOPSETTE e famiglia MAMONE. A esempio nell'area di San Biagio: le imprese della famiglia MAMONE hanno bonificato 270mila metri quadrati di terreno dove sorgeva una raffineria, COOPSETTE ha costruito (tra le altre cose) 220 alloggi per le Forze dell'Ordine. Lo stesso copione per la riqualificazione di 168mila metri quadrati dell'area Fiumara, dove sorgeva l'Ansaldo." [leggi l'articolo integrale in .pdf].

In conclusione... si può ben comprendere che i MAMONE non ce la perdonino, come anche quel sistema di Potere che con esso è contiguo. Ecco che quindi ritroviamo tutti coloro che ci hanno fatto la "guerra" aperta, a partire dai MAMONE, per arrivare ai MAURICI, passando per MORETTINI & C. Ecco la "cupola" del Potere che muove i suoi passi per ricondurre il tutto al silenzio.
Ma noi andiamo avanti e siamo contenti di aver pubblicato fatti, foto e documenti che sono stati d'aiuto agli organi investigativi e giudiziari dello Stato per il loro lavoro, anche se questo ci ha causato un isolamento sempre più asfissiante, pesanti minacce e intimidazioni, ivi comprese quelle "legali" per cercare di farci tacere e distogliere la nostra "attenzione" su certi soggetti e certi affari. Certo è una brutta abitudine la nostra; potremmo limitarci a farci belli con denunce generiche, parole tuonanti di principio... e magari - come fanno altri - prendere i contributi e le sponsorizzazioni di corrotti e collusi e sedersi accanto a loro a qualche convegno. Certo vivremmo tutti meglio... ma noi preferiamo sporcarci le mani e metterci la faccia, fare inchieste civili, raccogliere informazioni e collaborare con i reparti preposti, affidabili e preparati dello Stato, senza permettere a nessuno di intimidirci o farci tacere. Noi facciamo nomi, cognomi e riportiamo fatti, non ci inventiamo nulla e non raccontiamo bufale, nell'assoluto rispetto della legge e soprattutto dei diritti sancito dalla Costituzione. Così è se vi pare... e pure se non pare!

 

PS
Gli autori del libro-inchiesta "Il Partito del Cemento", Marco Preve e Ferruccio Sansa, scrivono: "Marzo 2007: un uomo sulla cinquantina chiama al giornale per chiedere un appuntamento. "Vediamoci alla stazione di Albissola", dice. All'inizio ci viene da ridere: l'incontro clandestino, senza presentazioni, senza nomi. La richiesta di anonimato, la paura. Sembrava di essere in un film. Di che cosa poi bisognerebbe aver paura, ci chiedevamo? L'abbiamo capito mentre parlavamo al tavolo della stazione e il nostro interlocutore si guardava attorno senza sosta. Be', non si tratta del timore di finire ammazzati, l'eroismo è richiesto altrove, ma certo si rischia qualcosa anche qui: c'è il pericolo di restare soli, di vivere male. Così l'omertà si diffonde al Nord, contagia anche noi. E però... se stai zitto ti viene un tarlo dentro che non ti lascia mai in pace. Alla fine sei preso in una morsa: da una parte i signorotti del paese, ma anche i tuoi amici, perfino i parenti, la moglie, che chiedono di tacere. Dall'altro ci sei tu, che te la prendi con te stesso prima ancora che con gli altri..."
Ecco dunque perché non possiamo e non si può tacere!