Ed a Palermo ci si muove sulla partita dei "rifiuti", tra indagati eccelenti e Operazione Antimafia

Ed a Palermo ci si muove sulla partita dei "rifiuti", tra indagati eccelenti e Operazione Antimafia

Venerdì 11 Giugno 2010 01:02 Ufficio di Presidenza
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Su AMIA e Bellolampo tra indagati eccelenti e operazione AntimafiaNel gennaio scorso abbiamo inviato un esposto alle Autorità Giudiziaria ed alle Istituzioni palermitane per segnalare che sulla "partita" rifiuti, ed in particolare di AMIA qualcosa non tornava. Non era solo questione di "buco" milionario, e non erano solo le questioni già sollevate della politica clientelare perseguita da AMIA con i soldi pubblici ed i debiti da circa 190 milioni di euro lasciati alle casse pubbliche e nemmeno la questione "politica" e non giudiziaria della scelta strategica di eliminare la positiva esperienza dalla Cooperativa sociale Apas (risparmio di soldi pubblici, occupazione di persone socialmente deboli, raccolta differenziata spinta e quindi tutela di salute e ambiente), ma quello che abbiamo segnalato e indicato erano proprio questioni di illegalità pesanti che si perpetuavano, nella gestione della società dopo la messa in liquidazione ed il fallimento...


D'altronde l'emergenza "rifiuti" a Palermo la si era perseguita con tenacia per conquistarsi la "mano libera" come già avvenuto in Campania, e non era certamente un mistero, ad esempio, che alla discarica di Bellolampo ci fossero seri problemi. Sulla questione eravamo già intervenuti come Casa della Legalità diverse volte, a partire dal maggio 2009, quando esplose come da copione lo stato di "emergenza" e, anche con un , indicammo che da tempo si stavano accumulando i rifiuti per poi urlare all'emergenza ed aver quindi mano libera extra norme nelle scelte amministrative e di gestione. Con quel video e con l'articolo di allora (maggio 2009) indicammo non solo gli interessi che stanno dietro al business dei rifiuti a Palermo, tra AMIA e Discarica di Bellolampo, dove già erano state evidenziate le influenze di Cosa Nostra a partire dai Lo Piccolo.

Quello che abbiamo indicato con la nota trasmessa a gennaio di quest'anno era una violazione palese, conclamata del Contratto di Servizio di Amia e le responsabilità del Gaetano Lo Cicero, tra Comune, Amia e Bellolampo... ed in particolare sul "dettaglio" della responsabilità sulla gestione platealmente clientelare che era stata posta in essere in AMIA - con il Consiglio ed Amministrazione del Comune di Palermo - non solo con gli incrementi della spesa pubblica e la necessità di ripiano con soldi pubblici degli oltre 190 milioni di buco e con ricaduta sulla qualità (pessima) del servizio, con grave danno alla collettiva. L'anomalia che era lapalissina ma pareva non si notasse, nemmeno dopo l'avvio della procedura fallimentare della società pubblica, l'AMIA, vedeva infatti una pesante continuità anche nella fase di fallimento con la gestione che, quantomeno, ha corresponsabilità pesanti nella gestione pregressa che ha condotto allo stesso fallimento; oltre al fatto che il medesimo soggetto produceva e produce un pesante conflitto di competenze (controllore e controllato).

Infatti, segnalammo: "risulta che l'Ing Gaetano LO CICERO:
- è DIRETTORE GENERALE del COMUNE di PALERMO (ovvero soggetto che dovrebbe essere il primo controllore dell'AMIA spa e del rispetto del contratto di servizio sottoscritta da questa);
- era anche il Presidente dei AMIA spa, ovvero pienamente inserito nella gestione che ha portato al fallimento della società stessa con un deficit milionario;
- è stato nominato LIQUIDATORE di AMIA spa".

Ed ancora "l'Ing. Gaetano LO CICERO è stato il firmatario della "Convenzione" di AMIA spa con la società cooperativa APAS.
Su questo punto si inserisce un aspetto che occorre valutare con attenzione:
- la Cooperativa Sociale APAS aveva avuto incarico trimestrale per la raccolta di rifiuti destinati al conferimento in piattaforma, nell'ambito della raccolta differenziata;
- tale incarico veniva assegnato con Convenzione apposita di AMIA spa che delegava, con tale atto, alla APAS tale incarico di cui la responsabilità di espletamento è dell'AMIA spa;
- la Convenzione è stata sottoscritta per AMIA spa dal Presidente Gaetano LO CICERO;
- con tale Convenzione la cooperativa sociale APAS non solo ha inserito in un lavoro regolare anche quei soggetti critici che non avevano occasione di cittadinanza, ma - con dati disponibili - ha anche dimostrato che era possibile abbassare drasticamente i costi della gestione della raccolta differenziata gravante sulle casse pubbliche, dimostrando nei fatti che vi erano storture pesanti (e non dovute al fato) nella gestione costosa condotta da AMIA spa;
- la Convenzione non è stata rinnovata nonostante il lavoro sia stato svolto correttamente, ed a fronte di un irrisoria disponibilità di mezzi assegnati, rispetto a quelli in uso ad AMIA spa, i lavoratori di APAS raccogliessero quantità di materiali - che conferivano in piattaforma - superiore, a livello praticamente esponenziale, a quella che veniva garantita da AMIA, abbattendo - fatto non secondario - drasticamente i costi;
- oltre al tentativo di boicottaggio di tale esperienza lavorativa che, pur in presenza di una Convenzione chiara, poneva ostacoli all'espletamento del lavoro da parte del personale APAS, AMIA spa non ha proceduto al pagamento del dovuto, lasciando i lavoratori dell'APAS senza stipendio;
- ad oggi non è ancora stato saldato il dovuto da AMIA spa ad APAS sull'ultima mensilità"
Si segnalò anche che: "Oltre al fatto (e legato al fatto) in questione, che dovrebbe ottenere soluzione rapida, vi è un altro aspetto centrale che avrebbe e dovrebbe comportare la risoluzione del rapporto tra COMUNE DI PALERMO ed AMIA spa.
Infatti AMIA spa ha sistematicamente violato l'art. 12 del Contratto di Servizio con il Comune di Palermo. L'articolo in questione "Divieto di cessione a terzi - aspetti organizzativi" stabilisce, testualmente che: "E' fatto assoluto divieto alla Società di cedere anche parzialmente il presente contratto e, comunque, di affidare a terzi lo svolgimento dei servizi in esso previsti.
Ciò premesso, la Società ha comunque piena facoltà di utilizzare le forme e gli strumenti organizzativi ritenuti più idonei per il conseguimento di più elevati livelli di efficienza ed economicità, fermo restando l'obbligo di garantire l'efficacia dei servizi ed il rispetto degli standard di qualità previsti. Per il raggiungimento dei propri obiettivi produttivi la Società potrà quindi, nei limiti previsti dalla legge, avvalersi di terzi per lo svolgimento di talune attività previste dal contratto, rimanendo comunque responsabile nei confronti del Comune ed impegnandosi a fare rispettare tutti gli obblighi derivanti da esso derivanti".
A questo punto se le attività delegate, per esempio, da AMIA ad APAS rientrano nella legittimità rispetto all'art. 12 citato, il COMUNE DI PALERMO deve ottenere da AMIA spa l'immediata soluzione del contenzioso di fatto creatosi con la cooperativa sociale APAS; chiedendo inoltre spiegazione e conto del fatto per cui si stato interrotto tale incarico pur se questi, con l'incarico ad APAS, ha rappresentato un potenziamento della raccolta differenziata, con contestuale riduzione di costi sulle casse pubbliche, creando al contempo occasioni occupazionali.
Se invece tale attività delegata da AMIA ad APAS non risultasse rientrare nei margini organizzativi di manovra stabiliti dall'Art. 12 allora il COMUNE DI PALERMO ha il dovere di chiudere il proprio rapporto con AMIA spa in quanto questa ha violato il contratto di servizio, pretendendo che venga sanato il contenzioso con APAS, in quanto questa cooperativa sociale non può subire danno da una gestione scorretta da parte di AMIA spa".

Si indicava quindi che appariva "quindi evidente che il conflitto tra i diversi ruoli svolti dall'Ing. LO CICERO sia dirompente e paralizzante sulla questione illustrata: è al contempo il rappresentante e facente funzioni degli interessi di AMIA spa e di quelli del COMUNE DI PALERMO" e che "pertanto, alla luce di quanto esposto, si richiede di considerare la questione evidenziata, adottando gli interventi che si riterranno opportuni".

Bene. Dopo pochi giorni dal nostro esposto è stata avviata una bella perquisizione a Bellolampo e Lo Cicero è finito tra gli indagati della Procura di Palermo. Non basta. Infatti si è anche appurato che l'AMIA indicava certificazioni di qualità che invece non aveva più e le attività di verifica sono arrivate al nocciolo della questione: il Comune di Palermo. E' finito infatti indagato anche il Sindaco di Palermo, Cammarata. Infatti il Direttore Generale del Comune, con tutti gli incarichi connessi in Amia che abbiamo indicato, ovvero il Lo Cicero, qualcuno lo ha nominato ed a qualcuno rispondeva. Quel qualcuno è l'amministrazione comunale nella persona del Sindaco.
Ecco dunque che sui rifiuti qualcosa si muove a Palermo e forse, una volta tanto, un buco milionario nelle casse di una società pubblica, si scoprirà che qualcuno di ben preciso - e quindi perseguibile - lo ha fatto. Non ci pare proprio infatti che questo fallimento gli sia riuscito "perfetto" ai signori e qualcuno dovrà pur pagare perché se da un lato il business dei rifiuti a reso e rende, dall'altro, questa volta, nei rifiuti ci si sono inciampati!

E non è, per dovere di cronaca, l'unico caso in cui sui rifiuti si resta impantanati. Infatti, l'altra questione che sollevammo nel maggio 2009 era la questione Pizzimbone e della discarica che loro gestiscono nell'imperiese, quella di Ponticelli. Ebbene la Discarica è stata posta sotto sequestro e qualche problemino i Pizzimbone lì lo hanno serio, molto serio, visto che anche il Tribunale dei Riesame ha rigettato la richiesta di dissequestro presentata dai legali della Spa della monnezza quotata in Borsa. Comunque sia pare che i riflettori sui Pizzimbone siano puntati anche al Sud, dove anche Saro Crocetta ha indicato il "dettaglio" di gare per l'assegnazione degli incarichi di raccolta dei rifiuti in Sicilia che paiono proprio tagliate su misura per la Biancamano, che - non a caso - vince partecipando da sola... Forse anche perché il principale concorrente nazionale che avevano, la Manutencoop Ambiente della Lega Cooperative - come è stato scritto anche nel libro "Tra la via Emilia e il Clan" -, è stata venduta da Manutencoop proprio ai Pizzimbone, gli amici di quel Marcello Dell'Utri che non deve essersi dispiaciuto affatto - insieme a Tremonti ed alla lobby per il nucleare nei Balcani degli Stati-Mafia - della disfatta politica di Claudio Scajola.

E tornando a Palermo, proprio all'oggi, è scattata una vasta operazione antimafia che è arrivata proprio alla discarica di Bellolampo. Sono stati centinaia e centinaia gli agenti dello SCO di Palermo che hanno eseguito l'operazione coordinata dalla DDA di Palermo con 19 persone destinatarie di ordinanze di custodia cautelare in carcere per reati di associazione mafiosa, estorsione, riciclaggio ed intestazioni fittizie di beni; oltre al sequestro preventivo di imprese, beni immobili per diverse centinaia di migliaia di euro.
L'indagine diretta dal pm Roberto Scarpinato ha permesso di scoperchiare la gestione di grandi appalti per opere pubbliche e di iniziativa privata, facendo emergere le connessioni tra mafia e imprese. Uno degli appalti al centro degli appetiti di Cosa Nostra e quindi dell'inchiesta è quello per la costruzione del termo-cancro-valorizzatore nella discarica di Bellolampo.
Tra i destinatari del provvedimento ma già detenuti vi sono: Franco Bonura, Carmelo Cancemi, Vincenzo Marcianò, Antonino Rotolo, Giuseppe Troia; mentre quelli finiti in carcere questa mattina sono: Giuseppina e Vincenzo Bonura, Filippo Chiazzase, Francesco Gottuso, Antonino Maranzano, Vincenzo Rizzacasa, Francesco Paolo, Francesco, Marcello e Salvatore Sbeglia, Fausto Seidita e Pietro Vaccaro, oltre all'imprenditore ing. Francesco Lena, titolare della società di produzione vini la Santa Anastasia, che secondo la DDA reinvestiva i soldi sporchi dei boss. Tra i destinatari del fermo uno è risultato irreperibile e quindi latitante.

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