Nel regno delle “betoniere roventi” targate Carlo Ruggeri (presente alla serata), ex sindaco di Savona, e, quindi, del Federico Berruti, sindaco da due mandati, Renzi, che nel programma ha “cemento zero”, finisce subito in “buca”, prendendo come punto di riferimento forte per Savona e l'intera Liguria, proprio il Berruti signore del “cemento con zelo” (come ha stigmatizzato anche )...
Per Renzi non ci sono dubbi, lo dice chiaro: Berruti è il suo uomo di fiducia... Se qualcuno poteva pensare che la scelta di Genduso, ad Arma di Taggia (di cui abbiamo parlato nella prima parte), fosse già chiara, questa toglie ogni speranza anche al più ardito dei visionari.
Se per capire un politico, un partito, una squadra di governo, occorre guardare al contesto, quello ligure che si è selezionato il Renzi è davvero devastante. Un'assoluta contraddizione dei contenuti che lui tanto efficacemente esprime, anche nell'intervento a Savona. Ed infatti, per chi conosce questo territorio, queste amministrazioni, sentire Renzi, lì, al teatro Chiabrera, e vederlo accanto al Berruti, fa apparire la serata come la messa in scena di uno spettacolo di surrealismo tragicomico. Parla tanto di “meritocrazia” nel suo intervento a Savona, parla del debito... delle responsabilità di chi indebita le casse pubbliche, e cioè le future generazioni e poi indica un Berruti come valido elemento da portare in Parlamento e, perché no, al Governo... Sa stare sul palco, parla bene... e, quasi quasi, se qualcuno non sapesse cosa ha combinato l'Amministrazione Berruti, potrebbe pensare che si è davanti ad una “svolta”... Ma informandosi un minimo, cosa che Renzi, a quanto pare non sa proprio fare, il castello di sabbia fine si scompone rapidamente sotto una semplice brezza marina. Vediamo...
Partiamo con la rassegna dei “buchi” che porta in dote la Savona di Berruti al Renzi...
Il Comune di Savona con la gestione Berruti ha aumentato il proprio disavanzo nel 2010, arrivando a 4.648.064 milioni di euro. Questa la tabellina della Relazione della CORTE DEI CONTI che pubblichiamo integralmente ( – formato .pdf):
Berruti afferma spavaldo: “Non abbiamo buchi, solo squilibri nella parte corrente”, e rassicura: “Ci adegueremo alle decisioni della Corte dei Conti”. Come? Sarà anche un bocconiano, ma i numeri sono numeri e le precisazioni ai rilievi della Corte dei Conti (basta leggerla per rendersene conto) il Comune di Savona, alias la sua amministrazione, li aveva già portati in fase di istruttoria, prima del pronunciamento finale che, chiaramente, è stato fatto tenendo conto della “difesa” del Comune.
Non a caso nella prima parte della Relazione si legge:
“Vista la Relazione sulla verifica amministrativo – contabile eseguita presso la Società partecipata A.T.A. SPA di Savona dei Servizi Ispettivi del Ministero dell'Economia;
Visti i chiarimenti e le precisazioni forniti, a seguito di richiesta formulata dal Magistrato istruttore, dal Comune di Savona con note 7.02.2012 n. 6239, 20.03.2012 n. 14468 e 8.05.2012 n. 21584;
(…) Uditi in adunanza il Magistrato relatore, Dott. Alessandro Benigni e, in rappresentanza del Comune di Savona, il Segretario Generale, Dott. Vincenzo FILIPPINI, il Dirigente del Settore Finanziario, Dott. Daniele BESIO e la funzionaria del Servizio Finanziario, Sig.ra Mariangela SALINELLI”
Quindi Berruti ha ben poco da rigirare la frittatina. Il “buco” c'è ed è pesante, così come pesanti sono le irregolarità riscontrate dalla Corte dei Conti sulla gestione finanziaria del Comune (Amministrazione Berruti) ed in quella della partecipata ATA SPA (guidata da un fedele uomo proprio di Berruti che aveva pure il doppio incarico e quindi doppio stipendio).
Vediamo alcuni estratti, tanto per inquadrare la questione e sbugiardare il Berruti, il nuovo che avanza “adesso” con Renzi...
La Corte dei Conti in merito alla società ATA SPA “ha rilevato le seguenti irregolarità imputabili al Comune di Savona:
a) proposta di modifica del contratto di concessione del diritto di superficie sul compendio immobiliare “ark Sacro Cuore”, già stipulato in data 12.02.2008 in attuazione della deliberazione consiliare 17.04.2007 n. 23, avente ad oggetto la cessione definitiva del diritto reale che risulta deliberata dal Consiglio Comunale in data 29.03.2011 in assenza di perizia estimativa relativa al valore economico della medesima cessione e nonostante il contrario disposto dall'art. 94 L. 122/1989, che limita la durata massima di tale cessione a 90 anni;
b) illegittima compensazione del debito IVA di € 610.606,98= nei confronti di A.T.A. SPA con una parte del complessivo credito di natura patrimoniale – di € 2.421.729,00= - derivante dalla concessione di cui sopra, mediante rinuncia al relativo credito da parte di A.T.A., in violazione dei principi contabili;
c) illegittimo ricorso all'indebitamento tramite mutuo, nella misura di € 600.000,00=, per la copertura di spese di natura corrente e non di investimento, relative alla manutenzione del verde pubblico e a varie opere di pulizie e spazzamento, sostenute negli anni 2009-2010, qualificate nei corrispondenti provvedimenti come “INTERVENTI DI QUALITA' URBANA – PARCHI E GIARDINI” e, nelle conseguenti fatture della Società A.T.A., come “Servizi straordinari di manutenzione del verde pubblico”. (…)
Lo svolgimento di tali servizi è stato concesso mediante affidamento alla società partecipata ATA SPA finanziato con le determine di impegno 1.04.2010 n. 198 e 20.01.2011 n. 45 e quelle conseguenti di liquidazione di spesa 13.12.2010 n. 671 e 24.11.2011 n. 669, tutte sottoscritte, in qualità di Dirigente del Settore qualità e dotazioni urbane, dall''Ing. Luca Pesce;
d) spese di natura ripetitiva sostenute negli anni 2007 – 2008, nella misura di € 852.155,00=, qualificate nei corrispondenti provvedimenti come “Affidamento ad ATA SPA e relativo impegno di spesa della fase A, della fase B e della fase C per l'anno 2008, del potenziamento dell'igiene urbana ai sensi del Piano di Qualità Urbana” e nelle conseguenti fatture della Società ATA come “Servizi straordinari di manutenzione del verde pubblico” (…)
Lo svolgimento di tali servizi è stato concesso mediante affidamento diretto alla società partecipata ATA SPA finanziato con entrate da alienazioni immobiliari – in violazione degli artt. 119 T.U.E.L – 328 L. 350/2003 – mediante le determinazioni di impegno 21.12.2007 n. 598 (nella misura di € 269.565,00= su € 300.000,00= effettivamente spese) 30.12.2008 n. 691 (nella misura di € 582.590,00= su 937.000,00= effettivamente spese), quest'ultima sottoscritta insieme a quella conseguente di liquidazione di spesa 28.01.2008 n. 47, in qualità di Dirigente del Settore qualità e dotazioni urbane, dall'Ing. Luca Pesce;
e) spese di natura ripetitiva negli anni 2009 – 2010, nella misura di € 771.000,00=, destinate al “miglioramento della qualità urbana” mediante affidamento diretto del relativo servizio alla società partecipata ATA SPA, finanziato con entrate da alienazioni immobiliari e mobiliari (…).
f) illegittimo cumulo dei compensi erogati in favore dell'Ing. Luca PESCE nel periodo 2007-2011 per gli incarichi contestualmente svolti di Dirigente del Comune di Savona con contratto determinato e di Dirigente della Società ATA SPA, per il periodo 1.09.2007 – 31.05.2011, con un compenso lordo complessivo, per quest'ultima posizione, di € 209.374,89=
(…)”
Ed ancora:
“La relazione dell'Organo di revisione economico- finanziaria del COMUNE DI SAVONA relativa al rendiconto per l'esercizio finanziario 2010, nel frattempo pervenuta all'attenzione del Magistrato istruttore, ha consentito di riscontrare le seguenti ulteriori ed autonome criticità:
g) aumento esponenziale del disavanzo di parte corrente, (€ 2.070.482,22= nell'arco di un biennio) e, in particolare, nell'ultimo anno, di € 1.718.616,42=, accompagnato dall'utilizzazione del 55% dei proventi da permesso di costruzione per la copertura di spese ripetitive;
h) sussistenza di e 2.790.651,00= di crediti vantati nei confronti della Società ATA che si trova in una situazione di estrema difficoltà finanziaria, avendo un indebitamento pari a € 14.434.342,00=, con un notevolissimo ridimensionamento del capitale sociale passato in due anni da € 2.824.194,87= a € 120.000,45 (…)”
Ci fermiamo qui nella trascrizione... (per chi vuole il testo completo è )
Oltre al “buco”, con un disavanzo di oltre 4 milioni e mezzo si sono mangiati anche oltre 2 milioni e 700 mila euro di quello che era il capitale sociale della partecipata ATA SPA.
Alla faccia della “meritocrazia” questi amministratori tanto amati dal Renzi... La Corte dei Conti ha trasmesso la relazione alla propria Procura Regionale ed intanto la Procura di Savona ha aperto una bella inchiesta. E, quindi, che poi non si dica che, nel caso arrivino “avvisi di garanzia ad orologeria” o provvedimenti di altra natura... perché se candidi uno che ha gestito il Comune così, con conseguente apertura di indagini della Magistratura contabile e di quella ordinaria, e lo sai perché i rilievi della questione sono tutti pubblici, poi non ti può lamentare!
Un “buco” che alimenta i conti nei paradisi fiscali
I cittadini pagano la tassa sui rifiuti. Le discariche sono lì, nel savonese, gestite dalla ECOSAVONA. Ma chi guadagna ha i conti alle Isole Vergini Britanniche... ma era anche disponibile a spostarsi alle Bermuda. Non è una barzelletta, è uno dei “meriti” degli uomini locali selezionati da Renzi.
Vediamo di spiegare brevemente, rimandando a quanto già documentato e scritto un bel po’ di tempo fa, senza, ovviamente, ricevere risposta alcuna né da Berruti sindaco di Savona, né da Caviglia sindaco di Vado Ligure...
La ECOSAVONA è una società partecipata dal COMUNE DI SAVONA e dal COMUNE DI VADO LIGURE. La partecipazione societaria maggiore e di maggioranza è però della GEOTEA... e come scrivevamo nel 2010: “La GEOTEA spa, ha una propria unità in via Nicolò Tommaseo 44 a Vado Ligure, ma sede legale in Milano, via Carlo Giuseppe Merlo 3, ed è controllata per il 50,107% dalla GEOTEA INTERNATIONAL S.A. (società anonima) avente sede in LUSSEMBURGO, in Route D'Esch 7/11.
La GEOTEA INTERNATIONAL S.A. è a sua volta controllata al 99,99% dalla GEOTEA HOLDING LTD, altra società anonima, con sede nelle ISOLE VERGINI BRITANNICHE. Altro "socio", della GEOTEA INTERNATIONAL S.A. risulta essere, per lo 0,01%, la EUROPEAN CAPITAL PARTNERS LTD, sempre con sede nelle ISOLE VERGINI BRITANNICHE.”
Sì, proprio così: la normativa che vieta agli Enti Pubblici di operare con soggetti aventi sedi nei paradisi fiscali e con proprietà coperte da segreto fiduciario, a Savona non conta!
Le normative antiriciclaggio a Savona (e Vado Ligure) sono finite in “buca”... e “chi si è visto si è visto”.
La Procura della Repubblica di Savona, quando, come Casa della Legalità, presentammo un dettagliato esposto, ha aperto un fascicolo.
Dai Comuni silenzio assoluto... Anzi, la risposta che è emersa qualche tempo dopo, come ha riportato il quotidiano online SavonaNews (), aveva un qualcosa di buffo: nell'affermare che tutto fosse regolare che cosa si sono inventati? Un trasloco dal paradiso fiscale delle Isole Vergini Britanniche al paradiso fiscale delle Bermuda...
Anche qui in sintesi: la GEOTEA tramite Renato MAZZOLINI (residente a Montecarlo, ed insieme a Vincent GOY è Amministratore della GEOTEA INTERNATIONAL S.A. di Lussemburgo), rassicurò che la GEOTEA HOLDINGS avrebbe avuto già a sua disposizione, per operare, la società LBO ITALIANA INVESTIMENTI S.P.A.. Questa società, però, con sede a Milano, ha un socio unico che ne controlla le 600.000 azioni. Il socio unico è EUROPE CAPITAL PARTNERS V S.A. con sede in Lussemburgo, di cui gli amministratori sono i predetti MAZZOLINI e GOY. E dov’è la proprietà della EUROPE CAPITAL PARTNERS V? Nella società BERMUDA EXEMPTED LIMITED PARTNERSHIP, con uffici a Clarendon House, Church Street Hamilton, Bermuda… società governata dale leggi delle Bermuda!!!
E non basta. La ECOSAVONA, con socia di maggioranza la GEOTEA, voleva l'ampliamento della discarica... Se già si era vista affidare il “monopolio” sul Comune di Savona e limitrofi, senza alcuna gara pubblica, le Amministrazioni pubbliche sostengono e concedono senza colpo ferire anche l'autorizzazione al mega ampliamento della Discarica del Boscaccio... con buona pace delle norme nazionali ed europee sulla concorrenza, le gare pubbliche e le norme antiriciclaggio. Tutte finite in “buca”... tra il Boscaccio, a Vado Ligure, ed i paradisi fiscali!
Un “buco” che agevola le mafie...
La famiglia FOTIA a Savona fa affari d'oro. Ed i FOTIA sono indicati da lungo tempo come terminale della potente cosca della 'Ndrangheta dei MORABITO-PALAMARA-BRUZZANITI.
Non lo "inventiamo" noi, lo dicono i reparti investigativi dello Stato, in primis la DIA, lo dice la Procura Nazionale Antimafia, così come anche verbali di Collaboratori di Giustizia ripresi negli Atti dell'indagine MAGLIO.
Nella spartizione con le altre cosche, Savona ed hinterland sono cosa loro. Poi qualche volta si allargano e magari lavorano fianco a fianco dei PELLEGRINO o dei MAMONE... o, perché no, degli altri soggetti facenti capo al boss Carmelo “Nino” GULLACE... Spesso i camion dei FOTIA erano nella cava della SAMOTER, quella delle FAZZARI, alias GULLACE, a Balestrino.
Nel loro “dominio” su Savona hanno avuto sempre ottimi rapporti, come abbiamo documentato ampiamente (vedi i vari articoli nello speciale), con le Pubbliche Amministrazioni, con tutte, di ogni colore, ma in particolar modo con quelle di centrosinistra. Non stiamo qui a ripetere quanto già scritto e riscritto, lo sintetizziamo così:
- nel precedente ciclo amministrativo targato Berruti, nel posto chiave di Presidente della Commissione Urbanistica del Comune di Savona vi era Drocchi, arrestato per corruzione e riciclaggio nel 2011, quando era già di nuovo in lista per le nuove elezioni che torneranno ad incoronare Berruti. Con Drocchi, uomo forte del Pd del Comune di Savona, è arrestato (nell'operazione Dumper della Procura di Savona con la Guardia di Finanza) il Pietro FOTIA;
- proprio ad una società dei FOTIA, dopo tante gare andate deserte, il Comune di Savona, Amministrazione Berruti, svende una palazzina in via De Amicis. Uno di quegli appartamenti ristrutturati finirà poi, con un mutuo alla moglie di Drocchi;
- l'ultima Festa Democratica di Savona è stata inaugurata da Berruti insieme all'avvocato Romani, uno dei legali dei FOTIA che è anche il presidente della Fondazione della Cassa di Risparmio di Savona;
- per i familiari dei FOTIA c'è anche la licenza comunale del Comune di Savona per una bella sala giochi. Poi che il titolare (cugino dei FOTIA e BRUZZANITI) minacci chi osa ricordare chi sono i FOTIA, con tanto di commenti su facebook quali “ti spacco il culo”, è un dettaglio;
- i FOTIA sono poi il principale fornitore di opere per la colossale operazione targata UNIECO (grande coop rossa) proprio a Savona, in Via Stalingrado... E questo è un rapporto storico, consolidato, visto che gli stessi FOTIA dichiarano apertamente che tra il 2007 ed il 2010 grazie alle commesse di UNIECO hanno incassato 3 milioni di euro. Ed a Savona, non dimentichiamoci, che le grandi cooperative rosse sono di casa;
- colpiti da misura interdittiva del GIP di Savona, a seguito delle risultanze dell’indagine Dumper, i FOTIA hanno pensato “bene” di sfidare le Istituzioni, issando gli operai contro i Provvedimenti delle Autorità e spingendoli, spingendosi, ad azioni di intimidazione e ventilando possibili disordini per l’ordine pubblico. Davanti a questo, il silenzio del sindaco Berruti, informato sui fatti, è stato assordante.
Forse, tutto questo può bastare. Tutto è noto da tempo. Tutto è conosciuto. Ma Renzi non lo ha notato. Se è stata solo una svista finire in così tanti “buchi” può anche prendere una posizione e dire che Berruti, oltre che Genduso, tanti meriti pare proprio che non li abbiano e che quindi a Roma è meglio che non scendano!