[DEDICATO ALLA MEMORIA DEGLI AGENTI CONDELLO E CARUSO]
Se è vero che la mafia è una montagna di merda, qui la montagna, come nel caso dei GULLACE-RASO-ALBANESE, puzza talmente tanto che per farla sentire meno si sono sparsi qua e là, tra Genova e Schwerin in Germania.
Avevamo già accennato più volte a costoro, agli AVIGNONE, ed ora ne approfondiamo il profilo, così che le Autorità rimaste un pochino distratte (tra Italia e Germania) procedano con lo schiacciarli uno ad uno...
Il capo della cosca è Giuseppe AVIGNONE (attualmente piazzato dove deve restare: in galera), tra i responsabili primi della strage si Razzà dove vennero uccisi due agenti dei Carabinieri. Questi è spostato con una 'ndranghetista, la prima donna sottoposta a misure di prevenzioni personali (sorveglianza speciale e obbligo di dimora) e prima donna di 'ndrangheta della storia che si diede alla latitanza per sfuggire alle misure disposte dalla Magistratura. Si tratta di ANSELMO Chiara, figlia di ANSELMO Guerino (cl. 1924), capo storico della 'ndrangheta a Cittanova, la cui famiglia, ancora oggi nella cittadina della Piana di Gioia Tauro continua ad essere ben radicata ed attiva, soprattutto con molteplici imprese ed attività commerciali, oltre che anche – come le altre – bacino di “voti” per condizionare la gestione della cosa pubblica.
Il matrimonio della coppia 'ndranghetista, AVIGNONE Giuseppe e ANSELMO Chiara, ha avito come compare d'anello ZAPPIA Giuseppe, capomafia di S.Martino di Taurianova, la cui levatura criminale in seno alla 'ndrangheta è testimoniato dal fatto che questi presiedette il summit di Montalto del 26 ottobre 1969.
Dal matrimonio dell'AVIGNONE Giuseppe e della ANSELMO Chiara non potevano che nascere ed essere battezzata una nuova generazione di 'ndranghetisti.
Il primogenito è Vincenzo AVIGNONE (cl. 1963), che investigatori indicano chiaramente come “battezzato” dal capo storico della 'ndrangheta PIROMALLI Giuseppe (deceduto nel 2005). Il secondogenito è Guerino AVIGNONE (cl. 1965) autore di diversi omicidi, dopo aver abitato a Genova, è stato piazzato a vita nel carcere di massima sicurezza di Sulmona. Abbiamo quindi i “genovesi” Salvatore AVIGNONE (cl. 1972) con un bel 416-BIS (nel 2006) e Domenico AVIGNONE (cl. 1975) che conquistò già nel 1999 il 416-BIS, individuato come appartenente alla cosca SANTAITI-GIOFFRE' ed omicida nel 1992, 1994 e nel 2003.
Vediamo qualcosa in più su questi giovini 'ndranghetusi...
L'AVIGNONE Vincenzo (su facebook “Vinc Enzo”) 'ndranghetista con pedigree, dopo le “imprese” romane con lo svuotamento ed il fallimento della “I.CO.GE – IMPRESA COSTRUZIONI GENERALI SRL” (dove era socio con il fratello Salvatore e che aveva sede in via delle Balerari 295 a Roma, frazione di Ostia Lido), si è spostato con le attività in Germania dove ha aperto un ristorante, il “RIALTO”, a Schwerin, BleicherUfer 5.
Lo presenta bene il Vincenzo AVIGNONE (in facebook “Vinc Enzo AVIGNONE”), chi lo direbbe che è un “malandrino” battezzato da Giuseppe PIROMALLI... Si dedica anche alle fotografie, ha anche un blog... “ENERGIA TOTALE”...
Il figlio di Vincenzo AVIGNONE si chiama Giuseppe... proprio come il capo-cosca degli AVIGNONE, ovvero il nonno – Giuseppe AVIGNONE -, ma anche come il “padrino” di Vincenzo, Giuseppe PIROMALLI...
Abbiamo poi Guerino AVIGNONE che è stato già definitivamente sistemato, come il padre, in carcere. Al maxi processo “TAURUS”, nel 1999, a carico di molteplici esponenti della cosche della Piana di Gioia Tauro, uno dei 49 ergastoli inflitti è proprio per il Guerino AVIGNONE,(per precisione: un ergastolo e 32 anni di carcere), e due per i suoi parenti Giuseppe ed Antonio AVIGNONE (per l'esattezza 4 ergastoli e 32 anni a ciascuno dei due).
Per dare l'idea di quanto questi si credano padroni della vita e della morte delle persone, basta ricordare che nell'aprile del 1994 il Guerino AVIGNONE con il fratello Domenico AVIGNONE, quando avevano, rispettivamente, 29 anni e 19 anni (entrambi già pregiudicati ed il primo già anche ex sorvegliato speciale) sono stati riconosciuti ed arrestati – insieme a Vincenzo CONDOMITTI (21 anni, pure questi pregiudicato) – per l'omicidio, a Cittanova, in un locale pubblico, di Giacomo IENCO.
Ora, rinchiuso come è giusto che sia nel carcere di massima sicurezza di Sulmona, il Guerino AVIGNONE, ha pure la faccia tosta di lamentarsi delle condizioni di vita di un condannato all'ergastolo, pena che ritiene inumana. Voleva anche aprire un sito internet perché chi “razzola male” in Italia, secondo il mafioso Guerino AVIGNONE, sono quelli che non vogliono abolire l'ergastolo... e lui che è un mafioso assassino, figlio e fratello di mafiosi assassini senza scrupoli punta l'indice sulla pena inflittagli secondo Giustizia... avendo la faccia di tolla (per essere educati) di spingersi ad appellarsi (per uscire di galera) all' "umana pietà dei diritti".
A Genova abbiamo gli ultimi sfornati dalla coppia 'ndranghetusa, il Salvatore AVIGNONE con un 416-BIS e Domenico AVIGNONE con 416-BIS, come ricordato individuato come appartenente alla cosca SANTAITI-GIOFFRE' ed omicida nel 1992, 1994 e nel 2003. Sono loro che, come avevamo già anticipato tempo addietro, hanno due impresucce... Si tratta di della " SCA.MO.TER. SAS" e la "SCAVI E COSTRUZIONI SAS".
La prima, la “SCA.MO.TER S.A.S.”, codice fiscale 01596160992, ha sede in Corso Perrone 15. E' stata costituita presso il notaio Federico Maria di Reggio Calabria ma iscritta alla Camera di Commercio di Genova dal 18 novembre 2005. L'oggetto sociale è ampio e centrato su edilizia, rifiuti e movimento terra. Si son tenuti aperti anche la scusa per detenere l'esplosivo, visto che, nell'oggetto sociale, si legge che nell'oggetto dell'attività dell'impresa, vi è anche “ABBATTIMENTO CON L'ESPLOSIVO”.
Il capitale sociale è 10.000 euro, con socio Accomandatario (per il 50%) la LABONNE Maria Claudette (nata alle Isole Mauritius nel 1976), residente in via Tonale a Genova, e socio Accomandante (per il 50%) la ROZWADOWSKA Katarzyna Paulina (nata nel 1979 a Prato - come si intuisce dal nome e cognome, sic), residente a Genova in via Sant'Elia Antonio.
Dal 26 settembre 2008 è così... perché l'AVIGNONE Salvatore passò le sue quote e la qualifica di socio alla consorte ROZWADOWSKA Katarzyna Paulina, mentre in data 29 ottobre 2005 l'altro 50% lo aveva intestato alla LABONNE Maria Claudette.
Nell'appartamento di via Sant'Elia Antonio 45 int. 44, dove risultano residenti l'AVIGNONE Salvatore e la ROZWADOWSKA Katarzyna Paulina, ha invece sede la seconda società, ovvero la “SCAVI E COSTRUZIONI S.A.S. DI AVIGNONE SALVATORE & C” (codice fiscale 02042110995). Costituita il 9 maggio 2011, registrata alla Camera di Commercio di Genova il 19 maggio 2011. Anche in questo caso l'oggetto sociale è ampio e centrato su edilizia, rifiuti e movimento terra. Si son tenuti aperti anche la scusa per detenere l'esplosivo, visto che, nell'oggetto sociale, si legge che nell'oggetto dell'attività dell'impresa, vi è anche “ABBATTIMENTO CON L'ESPLOSIVO”.
L'impresa ha un capitale sociale di 5.000 euro e risulta “INATTIVA”... ed è intestata, in questo caso, direttamente ai due AVIGNONE al 50%. L'AVIGNONE Salvatore nato a Cittanova (RC) il 18/02/1972 e residente a Genova ed all'AVIGNONE Domenico nato a Taurianova (RC) il 2/03/1975 e residente a Genova in via Tonale 15 con la LABONNE.
A Genova, ovviamente, non hanno mai alzato il tiro sui lavori pubblici, “roccaforte” dei MAMONE e del loro “cartello” al centro di un'indagine per associazione a delinquere della Procura di Genova. Ma non è son rimasti a mani vuole. Vuoi per il rapporto – documentato ! - con Gino MAMONE, punto di contatto, secondo la Guardia di Finanza tra Criminalità Organizzata e mondo della politica e delle imprese, vuoi perché gli AVIGNONE sanno come farsi strada, non fosse altro che per la disponibilità di fondi da riciclare. E MAMONE - come vedremo dagli Atti - si da da fare per far lavorare gli AVIGNONE.
Quel che per loro è rimasta una costante sono i viaggi in Calabria, mensili. Tenere i contatti con la “mamma” è per loro questione vitale... si sa che nella loro concezione son “tutta una cosa”. Così come anche i contatti in carcere con il capo-vermi degli AVIGNONE, il Giuseppe AVIGNONE, sono costanti... e vedono coinvolti anche i più giovani esponenti della famigliola, quando invece, per ciò di cui è responsbile dovrebbe solo consumarsi in carcere in totale isolamento per tutta la sua restante esistenza.
Altri luntruni di famiglia AVIGNONE stanno, oltre che in Calabria, nel territorio di Taurianova, nella capitale dove si erano insediati e ramificati, con tanto di imprese, già ai tempi in cui era libero il padre AVIGNONE Giuseppe. Altri attivi invece scelsero il l'estremo ponente ligure... Altri sono nelle patrie galere, come il cuginetto del quartetto, Rosario AVIGNONE, che a Genova si dedicava alla distribuzione di droga negli anni '90 e, per questo, venne condannato a quattro anni e otto mesi di reclusione...
Legati a doppia mandata ai PIROMALLI e, con questi, alle 'ndrine storiche della Piana di Gioia Tauro che, in Liguria (così come in Piemonte e Lombardia) hanno la loro principale colonia... Parliamo dei GULLACE-RASO-ALBANESE e dei MAMMOLITI e famiglie connesse, imparentate e affiliate... E che la famiglia AVIGNONE abbia un saldo legame consolidato con i GULLACE-RASO-ALBANESE (come meglio vedremo) è confermato anche dal panorama Ligure dove si sono registrati i contatti con il MAMONE Gino (figlio di RASO Alba ed i cui legami con il GULLACE Carmelo sono agli Atti da tempo, oltre che fotografati!). Perché Genova, sin dai tempi del Guerino AVIGNONE? Perché questa è sempre stata considerata dalla 'ndrangheta (come da Cosa Nostra) terra sicura. Qui ci sono i GULLACE-RASO-ALBANESE, ci sono i VIOLA, i FURFARO... questa è la città considerata sicura anche dai FAZZALARI, visto che con il supporto del GIRARDELLI Romolo (riemerso nell'indagine sul “genovese” BELSITO Francesco, tesoriere della Lega Nord, e già noto esponente dei DE STEFANO), il boss Vincenzo FAZZALARI è proprio qui, nel capoluogo ligure, che passò la sua latitanza. Ma andiamo con ordine...
Prima di passare ad una ricostruzione storica della cosca, vediamo quanto, più di attualità, vi è sulla realtà genovese negli Atti ufficiali.
Nell'Informativa “PANDORA” relativa ai MAMONE [indagine che ebbe spunto dalle nostre fotografie che immortalavano i rapporti tra i MAMONE ed i politici genovesi nel 2005 - vai allo speciale] si legge un intero capitolo dedicato ai contatti e collegamenti di Gino MAMONE con noti esponenti della criminalità organizzata, si leggono uno dopo l'altro i nomi STEFANELLI Vincenzo (famiglia STEFANELLI-GIOVINAZZO), FOTIA Pietro “componente dell'omonimo sodalizio criminoso (affiliato alla 'ndrangheta)”, FACCHINERI Giuseppe detto “Pino” (annovera precedenti di polizia per tentato omicidio volontario, sequestro di persona a scopo di rapina e di estorsione, ricettazione, bancarotta fraudolenta, emissione di fatture per operazioni inesistenti e sostituzione di persona), ed anche – ma guarda che coincidenza – gli AVIGNONE Salvatore e Domenico.
Nel dettaglio di questo capitolo si legge:
“AVIGNONE Salvatore è nato Cittanova (RC) (concittadino di Gino), il 18/2/1972 e residente in Genova, in via Sant'Elia n.45/44 (dati anagrafe tributaria); negli archivi della Motorizzazione risulta residente in Cittanova (RC), dipendente (assunto il 23/06/2006) e socio accomandante (dalla data di costituzione con una quota di 5.000 euro) della “SCA.MO.TER. Sas” - c.f e p.Iva: 01596160992 – con sede in via F. Rolla n.22 b – int. 2 (dati anagrafe tributaria) corso Perrone n.15 (dati C.C.I.A.A.) rappresentata da LABONNE Maria Claudette [ricopre la carica di rappresentante legale della società – quale socio accomandatario – ma in realtà sembrerebbe una mera figura di comodo per gli AVIGNONE che di fatto, sono i veri amministratori. Tesi confortata dall'esito delle indagini svolte sul conto della predetta: a) non risulta risiedere all'indirizzo di Genova di Via Tornale 15/4, denunciato ai fini fiscali e anagrafici; b) è sconosciuta negli elenchi telefonici; c) il 17 marzo 2005 veniva assunta come addetta ai servizi di pulizia dalla “EUROPE SERVICE S.a.s.”di Genova, piazza Tommaseo n. 46 e pochi giorni dopo esattamente il 30 marzo 2005, dava le dimissioni; d) il 26 aprile 2005 veniva assunta come addetta ai servizi di pulizia dalla “S.a.s. ARALE” di Genova, via Camozzini 17/1 (…), il 30/09/2005 di dimetteva per cessazione dell'impresa; il 7 dicembre 2005 (a distanza di un paio di mesi dalla costituzione della “SCA.MO.TER.”) veniva assunta come bracciante agricolo, da SIBIO Giuseppe, nato a Giffone (RC), il 16/03/1980 e ivi domiciliato in strada privata Alvato, anche in questo caso pochi giorni dopo, esattamente il 31/12/2005, dava le dimissioni] nata alle Isole Mauritius il 03/12/1976 e residente in Genova...
Il soggetto risulta rappresentante legale (dal 18/01/1983) della “I.CO.GE IMPRESA COSTRUZIONI GENERALI srl”, con sede legale in Ostia Lido (Roma), via delle Baleari n. 295, sede operativa in Cittanova (RC), contrada Serra Razza s.n.c. e ulteriore sede (dal 01/02/2003) in Genova, via Tonale n. 15/4 (che guarda caso coincide con la residenza di LABONNE Marie Claudette) – c.f. e p.IVA 03660951009; risulta inoltre rappresentante legale (dal 18/01/1983) della “I.CO.GE IMPRESA COSTRUZIONI GENERALI srl”...
Lo stesso annovera precedenti di polizia per appropriazione indebita (denunciato il 16/02/2007 dai Carabinieri di Torino); associazione per delinquere di stampo mafioso (denunciato il 24/10/2006 dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria); reati in materia di infortuni sul lavoro (denunziato il 18/12/2004 dalla Polizia Municipale di Milano); contravvenzioni del c.p. (denunziato il 31/08/1995 dalla Polizia di Taurino – RC); oltraggio a p.u. (denunziato il 03/11/1998 dalla Polizia di Reggio Calabria).
Dal tenore delle conversazioni telefoniche intercettate nel corso dell'anno 2007, si può affermare che fra il MAMONE e l'AVIGNONE intercorra un'intesa perfetta, soprattutto per le attività della “SCA.MO.TER” nel settore del movimento terra: scavo, riporto, spianamento e ruspatura, scavo trincee, rimozione roccia, abbattimento con l'esplosivo; la demolizione di edifici e di altre strutture ed opere di sistemazione del terreno etc.
Una delle prime conversazioni rilevanti veniva intercettata verso la fine di febbraio 2007, (…). Il MAMONE contattava l'AVIGNONE per saper quando gli avrebbe recapitato una lettera: “ah... ma non me l'hai portata 'sta lettera?... ah allora andiamo... allora andiamo martedì mattina... eh?... ci vediamo... ci vediamo per le... per le otto e mezza eh?... poi lo chiamiamo e andiamo giù eh?...”.
Pochi giorni dopo il MAMONE lo ricontattava per fissare data e l'orario dell'incontro con un ingegnere: “eh senti una cosa domani pomeriggio verso le tre... tre... e un quarto di andare dall'ingegnere?... eh... ci vediamo lì da me... per le tre... eh?...” (…).
Nella metà di marzo (…) l'AVIGNONE informava il MAMONE della possibilità di effettuare un lavoro, definito “interessante”, e in ordine al quale aveva già visto il capitolato: “senti io ho dato un occhiata a quel capitolato... e il lavoro sembraaa... e...m... dovrebbe essere interessante quel lavoro” il MAMONE riferiva che si sarebbe interessato della vicenda per ottenere un appuntamento con l'amministratore e vedere il tipo di opere da eseguire: “eh... e allora... ci.. mi ci metto dietro... e tanto tu passi due... numeri... inc.le... prendiamo l'appunta... inc.le... ...inc.le... si io adesso poi lo chiamo piglio l'appuntamento andiamo a vederlo... eh?”. Pochi giorni dopo l'AVIGNONE chiamava il MAMONE (…).
Successivamente l'AVIGNONE chiama il MAMONE per informarsi se ha contattato l'amministratore di condominio: “si Gino buongiorno... SALVATORE... buongiorno, l'hai mica sentito l'amministratore?... del condominio” il MAMONE, dopo aver precisato di trovarsi a Reggio Emilia, si impegnava a chiamare l'amministratore nel pomeriggio: “io sono... sono a REGGIO EMILIA... lo devo chiamare al pomeriggio e poi ti chiamo...” (…).
Poche ore più tardi, infatti, il MAMONE informava l'AVIGNONE di aver sentito di persona, presumibilmente l'amministratore, il quale gli avrebbe riferito che nella mattinata del giorno successivo, avrebbe dato una risposta circa la possibilità di effettuare un sopralluogo: allora senti l'ho sentito m'ha detto che mi chiama domani nella mattinata, che mi dice...quando facciamo il sopralluogo che vede... vede tutte le sue cose... e poi facciamo un salto... eh..? (…).
Il MAMONE risultava, altresì, in contatto con AVIGNONE Domenico (...), nato a Taurianova (RC) il 02/03/1975 e residente in Genova, via Tonale n. 15/4, sul conto del quale gravano numerosi precedenti di polizia per tentato omicidio volontario (denunziato per due volte: dalla Polizia di Cittanova il 25/01/1992 e dai Carabinieri di Taurianova il 22/06/2003) e rapina (denunziato dalla Polizia di Cittanova il 25/01/1992.
Con costui [AVIGNONE Domenico, ndr] il MAMONE discuteva di un'opera da effettuare nei pressi della stazione di GE-Rivarolo. AVIGNONE: “io so... i ieri sono andato a veder... la... il posto... per il lavoro... là quello... che e proprio dove c'è la Stazione RIVAROLO... a è co... è la strada dove c'è la stazione di RIVAROLO subito dopo... il ponte”. Il MAMONE voleva fissare un appuntamento per la settimana successiva e poter parlare direttamente con la persona interessata: “vabbè poi lo sediamo al tavolo e ci parliamo... insieme a lui... eh... settimana prossima ci ...inc.le... al tavolo perché questo è un po' incasinato però lo cerchiamo di sedere al tavolo un minuto... eh” (…).
La settimana successiva l'AVIGNONE chiedeva notizie in merito: “no volevo sapere se avevi notizie di quell'amministratore sai?; il MAMONE confermava l'incontro per giovedì 29 marzo 2007: “devo vederlo giovedì pomeriggio perché io torno mercoledì e poi giovedì sono a Imperia a vedere una questione inc.le... fine lavori poi torno indietro... inc.le... dovrei vedere poi ti chiamo mh?” (…).
Nei mesi seguenti i due si risentono una quindicina di volte per incontrarsi all'interno degli uffici della “ECO-GE srl” o in posti limitrofi.
Nel mese di agosto (…) l'AVIGNONE si lamentava del comportamento troppo diligente di alcuni geometri presenti in cantiere: “ascolta, c'hai 'stigeometri che sono quasi quasi mi impiccano ah ah!” il MAMONE cercava di incoraggiarlo con il fatto che erano previsti ulteriori lavori all'interno del sito: “ma dobbiamo farlo solo perché poi domani li c'è da fare tutti i lavori di scavi di cose... dai... che ci mandi della gente che si metta lì e il lavoro lo fa capito?... però purtroppo li è così guarda Mimmo poi li ci sarà futuro speriamo che facciano tutto il resto del lavoro dai!”; Domenico AVIGNONE era al corrente della situazione prospettata, ma l'importo che aveva chiesto per eseguire le opere era già molto basso e quindi voleva un aiuto perché c'era il rischio di perdere i giusti ricavi. Infine chiedeva al MAMONE se poteva fargli visita in ufficio per consegnargli “un pensiero”: “lo so... si no me l'ha spiegato... inc.le guarda che stiamo proprio già eravamo proprio a filo a filo a gilo... io gliel'ho detto se lo dobbiamo farlo lo facciamo non è che... non è che ci voglio... però neanche andiamo a rimetterci Gino... io gliel'ho detto cerchiamo di mettere tutto però se c'è bisogno di una mano poi che ce la diano eventualmente con... delle cose... che ci viene incontro anche lui sul lavoro diciamo... inc.le... ti dico già che il prezzo l'avevamo tirato tirato tirato perché però a scender ancora... è un po'... fino a che ora ci sei? … che c'ho un pensiero da portarti...”.
Un mese più tardi (…) l'AVIGNONE si rivolgeva al MAMONE per alcune opere relative ad una sala cinematografica n.m.i. L'argomento era stato già discusso con l'ing. BIANCHI che lo aveva rassicurato: “ti avevo chiamato perché mi sono sentito con BIANCHI due giorni fa per quel lavoro del cinema... però mi ha detto... <<dovrebbe essere tutto a posto... però ancora non abbiamo niente di certo>>...”; dal canto suo MAMONE lo tranquillizzava, dicendo che l'indomani avrebbe avuto il consiglio d'amministrazione e comunque era tutto a posto. Inoltre, erano in attesa di altri contratti: “ah si si... abbiamo il consiglio d'amministrazione domani io... no no è tutto a posto devo... bisogna capire questo qua se firma 'sto ordine e poi parliamo... guarda un momento adesso dovrebbero uscire un po' di lavoretti...”.
Qui di seguito le trascrizioni integrali delle conversazioni telefoniche citate nella presente [che ricordiamo erano quelle di un'utenza di Gino MAMONE, ndr]:
(…)
Data Fonia: 23/02/2007 ore 14:31:36
(…)
AVIGNONE Salvatore = S
MAMONE Gino= G
G: pronto...
S: eee... Gino?
G: si...
S: e Avignone sono...
G: ciao come stai?
S: bene grazie...
G: dove sei giù?
S: no no sono qui a Genova ancora
G: ah... ma non me l'hai portata 'sta lettera?
S: no... e ci vengo personalmente così andiamo insieme poi lunedì
G: ah allora andiamo... allora andiamo martedì mattina... eh?
S: martedì mattina?
G: si... eh?
S: eh... a che ora ci vediamo così c'avevo già l'appuntamento
G: ci vediamo... ci vediamo per le... per le otto e mezza eh?... poi lo chiamiamo e andiamo giù eh?
S: vabbè dai otto e mezza
G: ci vediam lì da me e poi andiamo là... va bene?
S: co... come?
G: ci vediamo alle otto e mezza lì da me
S: okey
G: e poi andiamo insieme... eh?
S: va bene...
G: ti saluta il nostro amico eh!
S: salutalo salutalo... ciao... ciao
G: grazie ciao ciao ciao
(…)
Data Fonia: 26/02/2007 ora 13:47:14
(…)
MAMONE Gino = G
AVIGNONE Salvatore = S
S: si pronto?
G: Gino, Salvatore come stai?
S: eh... tutto bene...
G: eh senti una cosa domani pomeriggio verso le tre... tre... e un quarto di andare dall'ingegnere?
S: ah va bene... tre tre e un quarto quindi
G: eh... ci vediamo... ci vediamo lì da me... per le tre... eh?
S: va benissimo... su da te... al deposito giusto...
G: si... va bene?
S: in... a Fegino
G: okey?
S: okey... va bene
G: ciao ciao ciao
S: ciao ciao
(…)
Data Fonia: 15/03/2007 ora: 15.11.40
(…)
AVIGNONE Salvatore = S
MAMONE Gino = G
G: Si...
S: sii... GINO?
G: si...
S: SALVATORE... AVIGNONE...
G: ciao come stai?
S: e... tutto bene, senti io ho dato un occhiata a quel capitolato
G: eh
S: e il lavoro sembraaa... e... m... dovrebbe essere interessante quel lavoro
G: eh... e allora ci... mi ci metto dietro
S: e...
G: e tanto tu passi due...
S: e ma
G: numeri
S: de... no devo andare a vederlo... volevo vedere... inc.le...
G: ..inc.le.. prendiamo l'appunta ..inc.le..
S: ti ci hai parlato già? Con l'amministratore ci hai parlato?
G: ..inc.le.. si io adesso poi lo chiamo piglio l'appuntamento andiamo a vederlo...eh?
S: va bene allora aspetto una tua chiamata per l'appunatamento
G: okay
S: dai okay
Si salutano
(…)
Data Fonia: 19/03/2007 ora: 10.33.36
(…)
AVIGNONE Salvatore = S
MAMONE Gino = G
G: Si...
S: si GINO buongiorno
G: ciao
S: SALVATORE... buongiorno, l'hai mica sentito l'amministratore?
G: no allora fai una cosa
S: del condominio?
G: io sono... sono a REGGIO EMILIA
S: ah!
G: lo devo chiamare al pomeriggio e poi ti chiamo
S: ah... ho ca...
G: okey?
S: okey va bene
G: ciao caro
S: ci sentiamo nel pomeriggio
Si salutano
(…)
Data Fonia: 19/03/2007 ora: 17.30.45
(…)
AVIGNONE Salvatore = S
MAMONE Gino = G
G: Pronto
S: si... pronto GINO
G: ciao bello
S: buonasera
G: come stai?
S: tutto a posto...
G: allora senti l'ho sentito m'ha detto che mi chiama domani nella mattinata, che mi dice... quando facciamo il sopralluogo che vede...
S: mh
G: vede tutte le cose... e poi facciamo un salto... eh?
S: okay, va bene
G: va bene?
S: ci sentiamo domani...
Si salutano
(...)
Data Fonia: 23/03/2007 ora: 11.21.43
(…)
MAMONE Gino = G
AVIGNONE Domenico = D
D: e... sono MIMMO... GINO...
G: ciao MIMMO come stai?
D: bene... bene... ascoltami
G: dove sei?
D: io qua in giro, io so..i ieri sono andato a veder...la il posto
G: ah
D: per il lavoro
G: ottimo
D: là quello... che e proprio dove c'è la stazione RIVAROLO
G: come è comodo... o è incasinato?
D: ma è co... è la strada dove c'è la stazione di RIVAROLO subito dopo
G: ah..
D: il ponte
G: bene... bene...
D: è su... e... la strada diceva là però bisogna vedere se gli allacci vanno fatti dentro fuori, perché sai ci sono dei...
G: ..inc.le.. questo qua poi lo vediamo un attimino nel dettaglio, tu comincia a farti venire un idea poi quando c'abbiamo sotto le mani lui facciamo tutto che c'è da fare... eh?
D: e perché bisogna vedere la cosa è da fare... dentro perché fuori diciamo lo spazio c'è però
G: mh
D: se le cose bisogna farla...
G: vabbè poi lo sediamo al tavolo e ci parliamo
D: ..inc.le...
G: insieme a lui... eh
D: hm
G: ve bene?
D: va bene... quando... ma l'appuntamento quando lo fissiamo? ..inc.le..
G: settimana prossima ci ..inc.le.. al tavolo perché questo è un po' incasinato però lo cerchiamo di sedere al tavolo un minuto.. eh...
D: hm... va bene
G: tutto a posto?
D: tutto bene si
Si salutano
(…)
Data Fonia: 27/03/2007 ora: 10.39.34
(…)
AVIGNONE Domenico = D
MAMONE Gino = G
G: si
D: si buon giorno Gino
G: ciao come stai?
D: tutto bene, tu come va?
G: sono a Roma guarda!
D: ah sei a Roma
G: oggi e domani sono a Roma... tu come stai tutto bene?
D: tutto bene, no volevo sapere se avevi notizie di quell'amministratore sai?
G: devo vederlo giovedì pomeriggio perché io torno mercoledì e poi giovedì sono a Imperia a vedere una questione inc.le.. fine lavori poi torno indietro ..inc.le... dovrei vedere poi ti chiamo mh?
D: va bene! Allora ci sentiamo poi!
G: state lavorando ragazzi?
D: ma... in quell... stiamo aspettando che partano i lavori
G: eh ho capito... è un po' un casino un po' da tutte le parti eh
D: eh lo so
G: un momento un po' del cazzo
D: lo so
G: teniamo duro dai... ciao
D: ci sentiamo dopo ciao
G: si ciao
D: ciao
(…)
Data Fonia: 27/03/2007 ora: 16:22:46
(…)
AVIGNONE Domenico = A
MAMONE Gino = M
M: si
A: ciao Gino, Mimmo sono
M: ciao Mimmo, dimmi?
A: come stai?
M: bene bene sono a Roma
A: si me l'ha detto tu fratello... quindi rientri tu che...
M: io rientro domani non so a che ora ma domani eh?
A: ma i giornata sei già qua domani?
M: si si in giornata nel pomeriggio
A: okay allora ci vediamo inc.le
M: però poi devo andare a Bergamo... se al limite ci vediamo lì all'aeroporto quando arriviamo semmai ti... io dovrei prendere l'aereo delle tre e mezza
A: mh
M: perciò alle quattro e mezza sono all'aeroporto
A: va bè allora
M: ci prendiamo un caffè lì
A: ti chiamo io verso le due... così c'è anche il nostro amico e ci prendiamo un caffè assieme di là va bene?
M: va bene ciao grazie
A: ciao ciao
(…)
Data Fonia: 28:03/2007 ora: 15:26:16
(…)
AVIGNONE Domenico = A
MAMONE Gino = M
M: pronto
A: pronto Gino
M: oh ma non riesco a parlati io... sempre segreteria al telefono tuo
A: eh non lo so mo mi è arrivato il messaggio adesso
M: eh eh eh
A: forse stavo parlando c'avevo un'altra chiamata...
M: no no perché ho visto poi devo scappare a Bergamo e non vi ho visto
A: va be dai io... tu arrivi da Roma sicuramente c'era anche ritardo forse dell'aereo
M: e l'aereo ha ritardato più di di venti minuti ha ritardato
A: si ho visto vabbè ci sentiamo domani
M: domani mattina prendiamo il caffè lì dal bar alle otto e mezza nove meno un quarto eh?
A: dove?
M: lì dal bar dell'Agip dove ci siamo visti l'altra volta
A: okay... là vicino che sta da te diciamo
M: no lì da Castorama
A: okay
M: che passo lì ciao ciao
A: ciao
(…)
Data Fonia: 29/03/2007 ora: 08:11.45
(…)
AVIGNONE Domenico = A
MAMONE Gino = M
M: si pronto
A: Mimmo sono Gino
M: ciao Mimmo buon giorno dove sei?
A: io sono qui a Campi
M: ah arrivo dieci minuti arrivo
A: e dove ci vediamo?
M: lì dal bar
A: allora ci vediamo al bar là, dai
M: si ciao
A: ciao
(…)
Data Fonia: 13/04/2007 ora: 11:08.45
(...)
AVIGNONE Domenico = A
MAMONE Gino = M
A: pronto
M: si
A: ciao, Mimmo sono Gino
M: ciao Mimmo come stai?
A: bene stavo provando a chiamare... non so è caduta la linea
M: eh guarda ero qua al telefono, perché stavo telefonando poi ho schiacciato un bottone eh eh eh
A: io sto venendo su là... agli uffici
M: ah ve bene!
A: ci sei tu?
M: si si si sono qua
A: ah che ho provato pure a chiamare GILARDI ma no...
M: Gilardi è fuori... eh, perché dovevi vedere lui?
A: no dovevo portare dei documenti che
M: va bene va bene
A: portato un po' di documentazione così... si può fare qualcosa
M: va bene okay
A: va beh ci vediamo tra cinque minuti dai sto arrivando
M: ciao
A: ciao
(…)
Data Fonia: 17/05/2007 ora: 15:19:49
(…)
AVIGNONE Domenico = A
MAMONE Gino = M
A: pronto
M: ciao Salvatore dimmi... come va?
A: ciao Gino come va?
M: ero a una riunione qua con mio papà... tutto bene tu?
A: ahhh
M: tutto bene tu?
A: tutto bene si
M: eh
A: ero lì vicino agli uffici magari passavo a salutarti
M: eh guarda sto andando là se ci vuoi venire là ci prendiamo un caffè
A: io ci faccio un alto che son con mio fratello
M: sono in sopraelevata... sto andando là ciao
A: va bene ciao
(…)
Data Fonia: 30/05/2007 ora: 19:10:28
(…)
AVIGNONE Domenico = A
MAMONE Gino = M
A: pronto!
M: si
A: ciao Gino... Mimmo
M: oh Mimmo ciao come stai?
A: bene grazie e tu?
M: eh guarda corriamo sempre come i pazzi... eh non se ne può più caro... te?
A: niente ti avevo chiamato per salutarti... sono rientrati ieri dalla Calabria
M: ah bene... io.. fatti vedere poi eh?
A: va bebe
M: dai
A: ci vediamo per fine settimana
M: va bene okay... grazie un bacione
A: okay?
M: ciao bello ciao
A: ciao
(…)
Data Fonia 18/06/2007 ora: 09:51:00
(…)
AVIGNONE Domenico = A
MAMONE Gino = M
A: pronto
M: pronto
A: ciao Gino... Mimmo AVIGNONE
M: ciao Mimmo come stai?
A: tutto bene tu?
M: eh sono un po' nei casini con sta Stoppani guarda
A: eh si me lo diceva mio fratello..
M: l'hanno fatta fallire 'sti bastardi guarda... maledetti bastardi giudici di merda
A: tu tutto bene... a parte questo diciamo
M: eh bene... a parte quello tutto bene... ci abbiamo smenato un milione e mezzo di euro dino ad adesso
A: porca puttana
M: porca puttana maledetta
A: e va bà
M: voi ...inc.le... tutto a posto?
A: si tutto a posto
M: se n'è andata quella fogna hai trovato quello lì che fa lo spingitubo?
A: si abbiamo fatto... vi hanno mandato dei preventivi per... lo sta seguendo mio fratello comunque sta cosa
M: non ho capito
A: la sta seguendo mio fratello io sono mancato una decina di giorni ..inc.le.. sono rientrato fine settiana
M: bene
A: e niente se non sei impegnato passo a trovarti
M: guarda oggi c'ho una giornata... verso sera?
A: va bene quando ci hai tempo
M: c'ho un po' di casini in piedi con 'sti avvocati e 'ste cose guarda..
A: ..inc.le.. cose più importanti! ciao
M: ciao grazie... ciao
A: ..inc.le.. va bene ti chiamo in serata ti chiamo verso le sei ti faccio uno squillo magari
M: grazie ciao
A: ciao Gino
(…)
Data Fonia: 16/07/2007 ora: 11:34:10
(…)
AVIGNONE Domenico = A
MAMONE Gino = M
M: dimmi Mimmo
A: buon giorno Gino
M: ciao come stai?
A: bene ti disturbo?
M: no dimmi
A: tu... sei qua in giro a Genova?
M: sono in una riunione qui a Pegli e ai serbatoi, poi devo andare a fare due o tre giri sono un po' incasinato cosa avevi bisogno?
A: no così ..inc.le...
M: ehh prova a chiamarmi verso le cinque che se non vado su a Tortona sono in magazzino eh?
A: okay
M: va bene? ciao
A: ciao Gino grazie
M: ciao ciao
(…)
Data Fonia: 16/07/2007 ore 16:45:49
(…)
AVIGNONE Domenico = A
MAMONE Gino = M
M: Pronto
A: si Gino
M: ciao
A: come va?
M: sono un po' incasinato può darsi che passo dall'ufficio chiamami tra mezz'ora però eh?
A: va bebe
M: ciao ciao
A: ciao
(…)
Data Fonia: 16/06/2007 ora: 17:37:12
(…)
AVIGNONE Domenico = A
MAMONE Hino = M
M: dimmi Mimmo!
A: si Gino
M: dove sei... dove sei?
A: io ora passo... inc.le.. sto tornando da Bolzaneto mi son fermato qua all'ufficio
M: eh fermati che sto arrivando... arrivo arrivo
A: ah stai arrivando?
M: si ciao ciao
A: ciao
(…)
Data Fonia: 18/07/2007 ora: 10:40:45
(…)
AVIGNONE Domenico = A
MAMONE Gino = M
M: dimmi Mimmo
A: ciao Gino buon giorno
M: buon giorno dimmi tutto!
A: disturbo?
M: no no dimmi?
A: ci vediamo più tardi? O sei impegnato
M: eh io sono incasinato oggi... guarda ho un po' di casini qua e poi devo a mangiare con una persona cosa avevi bisogno=
A: no niente così quando... per passare... inc.le sono qui a Cogoleto che c'ho l'appuntamento con Marco GILARDI (fonetico)
M: ah si me l'ha detto che dobbiamo lì ci ha detto il curatore di andare avanti sulla discarica che poi vedrà cosa fare lì adesso ci acc... inc.le... andiamo avanti e poi vediamo
A: va bene dai
M: eh okay?
A: eh... inc.le quando hai un po di tempo dai
Si salutano
(…)
Data Fonia: 07/08/2007 ora: 15:40:08
(…)
MAMONE Gino = M
AVIGNONE Domenico = A
M: dimmi Mimmo come va?
A: tutto bene Gino!
M: ah si muore di caldo... ah ah ah ah... sei arrivato?
A: si io sono arrivato stanotte... inc.le.. muore di caldo che sei venuto dal freddo proprio!
M: eh belin si stava meglio lassù ehh altro che balle! ehehehehehe
A: ah ti trovo più tardi?
M: prova a chiamare che adesso sono qua in giro a Bolzaneto, però a che ora passi?
A: non lo so io sono qua... sono in ufficio diciamo sono sempre qua in zona
M: dai ti do uno squillo appena sono in là dai
A: va bene
Si salutano
(…)
Data Fonia: 07/08/2007 ora: 16:27:27
(…)
MAMONE Gino = M
AVIGNONE Domenico = A
A: pronto
M: Mimmo... Gino
A: si Gino
M: senti ci vediamo domani che io devo andare via per fare una commissione
A: va bene
M: eh ci sentiamo poi domani in giornata e ci vediamo
A: okay
M: okay ciao Mimmo
A: ciao Gino
(…)
Data Fonia: 08/08/2007 ora: 16:08:06
(…)
AVIGNONE Domenico = A
MAMONE Gino = M
M: Mimmo?
A: si Gino
M: ciao dove sei?
A: eh qua in giro
M: eh io sono in ufficio per le cinque
A: ah
M: se vuoi passare sono lì alle cinque eh?
A: va ben ci vediamo più tardi là
M: ciao
A: ciao
(…)
Data Fonia: 10/08/2007 ora: 17:57:59
(…)
AVIGNONE Domenico = A
MAMONE Gino = M
M: dimmi Mimmo?
A: si Gino
M: ciao dimmi tutto
A: non ho sentito ce ero ...inc.le
M: eh si ero... eh eh eh
A: acolta, c'hai 'sti geometri che sono quasi quasi mi impiccano ah ah!
M: ma no e che preso per il collo perché lì... tu speriamo di prendere il resto del lavoro eh!!
A: lo so... si no me l'ha spiegato... inc.le guarda che stiamo proprio già eravamo proprio a filo a filo a filo
M: si lo so lo so
A: io gliel'ho detto se lo dobbiamo farlo lo facciamo non è che
M: ma dobbiamo farlo solo perché poi domani li c'è da fare tutti i lavori di scavi di cose...
A: si ma te adesso è una cosa perché eventualmente.. inc.le... loro quindi non è...
M: eh ehh
A: non è che ci voglio... però neanche andare a rimetterci Gino
M: no no dai... che ci mandi della gente che si metta lì e il lavoro lo fa capito?
A: io gliel'ho detto cerchiamo di mettere tutto però se c'è bisogno di una mano poi che ce la diano eventualmente con... delle cose... che ci viene incontro anche lui sul lavoro diciamo... inc.le
(rumori sottofondo)
M: vabbuò dai! Vediamo di farlo dai
A: ti dico già il prezzo l'avevamo tirato tirato tirato perché però a scendere ancora... è un po'...
M: eh lo so purtroppo lì è così guarda Mimo poi li ci sarà futuro speriamo che facciano tutto il resto del lavoro dai!
A: mh va bo Gino
M: inc.le... tutti... ciao caro
A: ma tu vai fuori? o
M: no vado in campagna poi lavoro perché c'ho d'andare anche in Sicilia di un lavoro in raffineria in Sicilia sono incasinato guarda!
A: fino a che ora ci sei?
M: adesso sto andando via... inc.le..
A: che c'ho un pensiero da portarti
M: ah... io sto qua mezzoretta guarda
A: mh se ce la faccio... inc.le...
M: ehhh?
A: lunedì ci sei?
M: no no lunedì non ci sono che sono a Milano tutto il giorno perché...
A: va beh se ce la faccio passo prima che vai via... dai
M: se no c'è Nunetto! Ce lo lasci a Ninetto
A: okay okayokay ciao
M: ciao
(…)
Data Fonia: 03/09/2007 ora:15:26:04
(…)
AVIGNONE Domenico = A
MAMONE Gino = M
M: si
A: ciao Gino come va?
M: bene tu?
A: tutto bene
M: dove sei sei ancora giù?
A: no no sono qui a Genova sono arrivato ieri
M: dimmi tutto
A: sei impegnato? sei qua
M: no sono a Chiavari guarda
A: ah sei a Chiavari
M: devo andare in ufficio più tardi c'ho una persona di corsa poi devo scappare di nuovo in centro
A: eh
M: hai bisogno?
A: no così passavo a salutarti se eri qua!
M: eh prova a passare sono lì eh
A: fra quanto ti trovo?
M: eh? … ma guarda se tutto va bene io un oretta, un oretta e mezza dovrei essere lì
A: va bene dai ci vediamo di là allora... ciao
(…)
Data Fonia: 12/09/2007 ora: 17:41:51
(…)
MAMONE Gino = M
AVIGNONE Domenico = A
A: pronto
M: Mimmo?
A: si Gino
M: ciao come stai?
A: tutto bene tu?
M: ma siamo qua a battagliare dietro sempre sta cazzo di STOPPANI guarda che mi stanno levando la pelle ah ah ah
A: okey... ti facevo ancora in ferie, mi hai detto che eri fuori che eri partito
M: ma no! Sono andato via un week end eh eh eh
A: ah infatti ho detto... io non ho chiamato in questi giorni ho detto che eri fuori ho detto... non lo disturbo lo lascio... almeno si riposa un pochettino pure lui... come è tutto bene?
M: aspetta un attimo MIMMO... (verosimilmente il MAMONE si rivolge verso persone che transitano vicino a lui – n.d.r.)... voi tutto bene?
A: si si diciamo insomma si tira avanti...
M: dimmi tutto Mimmo
A: ti avevo chiamato perché mi sono sentito con BIANCHI due giorni fa per quel lavoro del cinema...
M: ah si
A: però mi ha detto
M: ah si si
A: doveva essere
M: abbiamo il consiglio d'amministrazione domani io
A: dovrebbe essere tutto a posto... però ancora non abbiamo niente di certo
M: no no è tutto a posto devo... bisogna capire qua se firma 'sto ordine e poi partiamo
A: okay... okay... il resto tutto bene?
M: tutto bene?
A: si si si
M: guarda... un momento adesso dovrebbero uscire un po' di lavoretti...
A: eh vediamo
M: speriamo che escono dai
A: al momento siamo fermi completamente noi
M: sei andato giù lì a Sestri Levante?
A: si siamo andati a vedere si ehhh ho fatto perché gli devo portare tutt...
M: sei andato a fare i documenti, ce gli hai portati?
A: si ho fatto la richiesta già... la sett..., il giorno precedente che ci siamo visti e ci vogliono dieci giorni che mi arrivi
M: eh porca...
A: appena pronto glieli portiamo e...
M: va bene dai
A: che ci... inc.le... di due mesi quindi ha detto che ne vuole uno
M: inc.le... a ho capito vabbè ti poteva far cominciare... cazzone!
A: eh che ne so... mi ha detto che era già un po' arretrat... datato quindi
M: vabbè, uno piuttosto si ferma se non ce lo danno inc.le... comuncia no?
A: eh...
M: la gente... cazzo
A: dice che non dipende da loro che c'è il sub-appalto del Comune quindi dice non... comunque
M: vebbè
A: appena arriva partiamo
M: okay va buono ciao ciao
A: va bene ciao Gino
Ora è più chiaro a tutti il “fraterno” rapporto che esiste tra il MAMONE ed i fratelli AVIGNONE. E MAMONE Gino non può non conoscere chi siano costoro, la loro storia, nota e pubblica. E' della stessa terra madre e con loro è un rapporto a “baci” e lavori... E proprio su questi lavori, il MAMONE sa bene che gli AVIGNONE non possono partecipare a gare d'appalto pubbliche. Si accenderebbero tutte le spie rosse con una semplice informativa antimafia... E Gino MAMONE mette a disposizione i propri contatti per fargli prendere lavori in subappalto, lavori per privati, così che anche a loro non manchi il lavoro, in terra di Liguria, tra Genova e le due riviere della provincia.
Parlando dei lavori “dalla stazione Ferroviaria di Rivarolo”... lì di lavori ce ne sono stati molti. Da quelli (iniziati l'anno prima) nell'area CARGO delle Ferrovie, sulla sponda destra del Polcevera, proprio davanti alla sede della ECO-GE. Ma poi sono iniziati quelli per il “nodo ferroviario Voltri-Brignole” e quindi, in questo ambito () quelli per la costruzione della nuova Caserma dei Carabinieri di Rivarolo, accanto alla stazione ferroviaria di via Roggerone. Un cantiere praticamente “fantasma”. Non c'è nessun cartello che indichi chi ha fatto cosa e chi fa cosa. Scavi e movimento terra chi li ha fatti? Non è dato saperlo. Forniture e costruzione? Un altro mistero... così come è un mistero questo cantiere abbandonato da tempo, con i lavori fermi ed uno palazzina mai conclusa. Era questo il cantiere di cui parlavano? Quello che volevano accaparrarsi gli AVIGNONE? Quello per cui dovevano “mettere al tavolo”, con Gino MAMONE, il responsabile. No... perché sarebbe davvero vomitevole che nell'ambito dei lavori per la costruzione di una caserma dei Carabinieri fosse chiamati, anche solo per spostare un granello di terra, gli AVIGNONE, di quella famiglia che a Razzà ha ammazzato due agenti dei Carabinieri.
A Sestri Levante che subappalto era quello di cui parlavano? Quello che c'aveva dietro il COMUNE, che cantiere era? E così ancora: il cinema di cui parlavano quale è? E' forse l'EDEN di Pegli? E quell'incontro a Cogoleto ed il discorso della discarica?
In Calabria, come meglio vedremo, avevano ottimi contatti con la politica. A partire dal Sindaco di Canolo, il D'AGOSTINO Domenico... cumpare di mafia & affari del vecchio AVIGNONE Giuseppe. Non solo. Dalle indagini della Procura emersero dichiarazioni di collaboratori di giustizia, che indicavano la presenza, al summit della cosca AVIGNONE, quel 1 aprile 1977, prima della strage con l'uccisione di agenti dei Carabinieri, oltre ai componenti della cosca e del D'AGOSTINO Domenico, tutto il gotha della 'ndrangheta della Piana di Gioia Tauro (i boss Giuseppe PIROMALLI, Saverio MAMMOLITI, Francesco ALBANESE, Girolamo e Giuseppe RASO - il primo detto “Mommo” e “il Professore” ed il secondo, “avvocaticchio” -) ma anche un Senatore della Repubblica della Democrazia Cristiana, Antonino MURMURA.
A Genova con chi avevano i contatti gli AVIGNONE? Oltre a quelli con il MAMONE “collettore” con politici, amministratori pubblici, funzionari e imprenditori, chi, politico, ha avuto ed ha rapporti con loro? Uno che è certamente in contatto con loro c'è. E' lo stesso che si era già visto in contatto con i MAMONE, con lo STEFANELLI Giovinazzo, così come con il GARCEA Onofrio, per citare i principali. Intercettato ma non rinviato a giudizio dalla Procura di Genova. E' quel Salvatore Ottavio COSMA di cui si era già parlato, sia per l'associazione con i FOGLIANI e l'ANASTASIO - “la Città del Sole” - sia anche di recente, per i suoi contatti con CARIDI Giuseppe affiliato alla 'ndrangheta, del “locale” del Basso Piemonte (vedi qui).
Salvatore Ottavio COSMA è di Taurianova, anche se giovanissimo si è trasferito a Genova... e la strage di Razzà ha segnato proprio Taurianova ed è una storia nota, a partire dalla Piana di Gioia Tauro. Quella storia di sangue è conosciuta dai calabresi...
Cosma, nonostante il pedrigree degli AVIGNONE, ha tra i suoi contatti facebook sia l'AVIGNONE Salvatore (operativo su Genova) che il Vincenzo AVIGNONE (operativo i Germania)... se vuole spiegarci come mai anziché il disprezzo più assoluto (e pubblico) verso costoro ha pensato di accettarli tra i propri conttatti/amicizie della sua pagina pubblica su facebook, sarà davvero un piacere pubblicarlo.
Ma a parte le domande su quali lavori hanno fatto a Genova, ed i rapporti con la politica c'è la storia degli AVIGNONE. Quella storia che è segnata dal summit del loro clan a Razzà, il 1 aprile 1977, che si tramutò nell'uccisione di due Carabinieri... Ed è proprio questa storia che ora andiamo a ricostruire, brevemente, così che sia ben presente nella memoria e così da capire le connessioni e interessenze della loro “rete” o, come sarebbe meglio dire, del loro verminaio, a partire dal consolidato rapporto con i GULLACE-RASO-ALBANESE e le altre famiglie del “locale” di CANOLO.
La loro storia si può iniziare a raccontare dall'AVIGNONE Giuseppe (padre di Vincenzo, Guerino, Salvatore e Domenico, tutti mappati come “affiliati”). Possiamo dire da subito che sono una famiglia di killer in cui le donne, ovvero le consorti, sono a pieno titolo parte della cosca. E non è un caso che il patrimonio sequestrato nel 1994 risultasse tutto intestato alla mammuccia “figlia d'arte” 'ndranghetista, ovvero all'ANSELMO Chiara., prima donna a cui sono state applicate le misure della sorveglianza speciale e del soggiorno obbligato, nonché – per eludere queste – prima donna latitante come i vermi d'Aspromonte.
La storia di AVIGNONE Giuseppe si fonde, giudiziariamente, innanzitutto, a quella di ALBANESE Girolamo, ZINNATO Vincenzo, LOMBARDO Domenico, FURFARO Francesco, D'AGOSTINO Domenico, CIANCI Domenico e CIANCI Damiano. Ovvero a coloro che sono stati riconosciuti colpevoli della strage di Razzà dove vennero uccise due carabinieri che stavano per identificare i soggetti presenti al summit della cosca.
Questi, abituati a girare con le armi, un giorno, il 1 aprile 1977, nel primo pomeriggio, erano riuniti nella casa colonica del pregiudicato PETULLA' Francesco. Siamo a Taurianova, in frazione Razzà. Passa una pattuglia dell'Arma dei Carabinieri composta da tre agenti: Stefano Condello, Vincenzo Caruso e Pasquale Giacoppo. Gli agenti notano molteplici auto parcheggiate davanti a quella casa. Giacoppo resta in auto mentre Condello e Caruso si recano per un controllo verso l'abitazione. E dalla casa che ospitava la riunione di 'ndrangheta, della cosca AVIGNONE, iniziano ad essere esposi colpi d'arma da fuoco che hanno come bersaglio i Carabinieri. I due Carabinieri Condello e Caruso vengono ammazzati ma, difendendosi riescono - quantomeno - a colpire a morte due degli 'ndranghetisti Rocco e Vincenzo AVIGNONE, mentre gli altri riescono a fuggire nell'immediatezza, ma non riusciranno ad evitare il processo...
Una delle auto che i Carabinieri avevano notato parcheggiata dal casolare del pregiudicato PETULLA' era la FIAT 123 targata RC 144634 appartenente ad un 'ndranghetista, ALBANESE Girolamo... che venne visto, dopo la sparatoria, dall'unico agente dei Carabinieri sopravvissuto alla strage.
Un'altra auto che sarà elemento chiave dell'inchiesta è stata la FIAT 127 blindata targata RC 175814 intestata ad ANSELMO Chiara, moglie del pluri-pregiudicato AVIGNONE Giuseppe, ricercato per inosservanza del soggiorno obbligato sull'isola dell'Asinara. Nella vettura blindata venne ritrovata la patente rilasciata il 14 novembre 1969 all'AVIGNONE Giuseppe che questi avrebbe dovuto consegnare a seguito della revoca e che invece dichiarò di averla smarrita. Nell'auto anche un'altra patente, questa falsificata con la foto dell'AVIGNONE ma intestata a ZITO Giuseppe di Gioia Tauro.
Un'altra FIAT 127, quella targata RC 181875, era invece intestata a ZINNATO Rosa, moglie dell'AVIGNONE Rocco, e la FIAT 127 targata RC 175716 a ZINNATO Vincenzo.
Poi una Vespa, la Vespa 50 dell'AVIGNONE Vincenzo.
L'indagine parte da qui. Una ricostruzione meticolosa promossa dai Carabinieri con la Procura di Palmi.
Se gli agenti dell'Arma avviano da subito gli interrogatori, non riescono ad individuare tutti i partecipanti al summit nel casolare di Razza. Non riescono, soprattutto a catturare il capo-vermi AVIGNONE Giuseppe. Questi infatti, dagli elementi raccolti nell'indagine, fuggi, alla volta di
Roma, insieme al D'AGOSTINO Domenico (detto “MIMMU 'U SINDACU”), sindaco di Canolo. In quella fuga per sottrarsi all'arresto per la strage, furono accompagnati da RASO Francesco (detto “Ciccio Pattalu”), della cosca GULLACE-RASO-ALBANESE, e da GULLACE Carmelo detto “Nino” (di cui siamo tornati a parlare anche di recente in due occasioni, qui e qui oltre che nello speciale).
A Roma avevano giù il loro fitto verminaio di supporto. Utile a creare coperture e fabbricare alibi. Si faccia conto che, ancora oggi, a Roma vi è, pienamente operativo, il numero uno della cosca GULLACE-RASO-ALBANESE, ovvero Girolamo RASO detto “Mommo” e “il Professore”. - cugino del GULLACE Carmelo.
L'AVIGNONE proprio da Roma si costruì l'alibi per quel 1 aprile 1977. Un alibi che crollo inesorabilmente con le verifiche dei Carabinieri e che permise di individuare alcuni dei “tasselli” della ragnatela 'ndranghetista nella capitale.
AVIGNONE Giuseppe, ovvero il capo-vermi della famiglia, infatti, appena giunto a Roma accompagnato dal RASO e dal GULLACE, si era dedicato alla costruzione dell'alibi. Riuscì infatti ad ottenere che un Vigile urbano di Roma gli rilasciasse una multa datata 1 aprile. I Carabinieri scoprirono la montatura dell'AVIGNONE il 6 aprile e non fu quindi una sorpresa quando il legale di questi, l'avv. Angelo BRUZZESE, le presentò agli inquirenti... La montatura era questa: AVIGNONE non poteva essere a Razzà perché era a Roma. Le “prove” (sic) a sostegno dell'alibi fornite dall'avvocato erano “documentazione rilasciata dal ristorante e di vari negozi ove erano stati effettuati acquisti” e dalla partecipazione la sera del 31 marzo ad una festa presso la trattoria TERRANOVA in compagnia di numerosi amici e quindi (ma guarda un po', sic) la contravvenzione del 1° aprile, presa alle ore 12 in piazza Buenos Aires a seguito dell'acquisto – avvenuto in mattinata – di una FIAT 128, all'autosalone PROCACCINI, e prima di andare a stipulare una polizza assicurativa per poi, concludere l'alibi-day con una crisi epilettica.
Il 22 aprile 1977 il Nucleo Investigativo e la Compagnia dei Carabinieri di Roma-EUR, a seguito di segnalazione dei Carabinieri di Taurianova, poco dopo le 20, davanti al bar MA-GI, arrestarono l'AVIGNONE che era in compagnia del cognato DE RACO Luigi. L'AVIGNONE aggredì i Carabinieri, per tentare la fuga con il DE RACO, ma grazie alla presenza di altri agenti, nonostante le violenze dei due, alla fine l'AVIGNONE ed il DE RACO saranno arrestati. Sul luogo dell'arresto erano presenti anche i fratelli PROCACCINI Alberto e Roberto che dopo la cattura dei due si allontanarono velocemente su due auto. L'AVIGNONE Giuseppe “casualmente” era in possesso di una patente di guida falsificata, intestata a tal ROMEO Carlo di Taurianova ma residente a Roma, nonché di una Carta d'Identità falsificata sempre con il nominativo del ROMEO. Nel borsello anche una rubrica telefonica con il recapito del pregiudicato PROCACCINI Roberto.
Dalle indagini espletate risultò che la Carta d'Identità dell'AVIGNONE ma con il nominativo del ROMEO era stata compilata appositamente su un modello in bianco sottratto dagli Uffici del Comune, mentre il ROMEO Carlo di Taurianova era il cugino primo dell'AVIGNONE Giuseppe.
Se i PROCACCINI erano i partecipi della “montatura” dell'acquisto dell'automobile a Roma, nel loro autosalone all'EUR da parte dell'AVIGNONE Giuseppe, chi era colui che ha partecipato alla costruzione della seconda parte dell'alibi fasullo, ovvero la “stipula della polizza assicurativa”? Era Vincenzo CAFARI, titolare dell'agenzia di assicurazione INTERCONTINENTALE di via Tagliamento a Roma.
Il CAFARI, quando venne arrestato, interrogato dal PM, il 30 aprile 1977, dichiarava che l'AVIGNONE Giuseppe il 4 aprile gli si era presentato sconvolto e piangente dicendogli di essere “un perseguitato perché i carabinieri gli avevano ucciso due familiari e ne avevano percosso un terzo”.
CAFARI è il “colletto bianco” a servizio delle cosche della 'ndrangheta a Roma. E' legato agli AVIGNONE da tempo. Infatti negli Atti del processo ai “Sessanta” emergeva già la sua figura, così come si accertava che anche la cosca degli AVIGNONE, così come quella dei DE STEFANO e dei PIROMALLI, disponeva di una vasta base operativa nella capitale. Già nell'ordinanza di rinvio a giudizio del Giudice Istruttore si leggeva: “anche la cosca AVIGNONE, così come quella di DE STEFANO e PIROMALLI, dispone di una vasta base operativa a Roma: e per troppa singolare coincidenza, uno dei punti di riferimento sia degli AVIGNONE, come dei PIROMALLI e dei DE STEFANO è proprio il CAFIERI”.
Ammise che aveva conosciuto il PIROMALLI Giuseppe e DE STEFANO Paolo, dichiarando che questi si erano recati nel suo Studio per chiedere “qualche cortesia” e segnalando che lui aveva svolto attività politica come “segretario particolare del sottosegretario Sebastiano VINCELLI” fino alla fine del mandato di questi (1974). Altresì ammise di essere “amico di Carmelo CORTESE”, uno dei “cassieri della 'ndrangheta”...
Ma per togliere totalmente il velo su coloro che erano serviti dal CAFARI è la segretaria del CAFARI dal 1974 al 1977. Questa fu più precisa e smascherava chi fossero i “clienti” dello Studio CAFARI a Roma. Tra quelli che visitavano e telefonavano al CAFARI, oltre all'AVIGNONE Giuseppe, ricordava il RASO Francesco, CARFAGNA Camillo, PIROMALLI, MAMMOLITI, DE STEFANO, SPADARO Sebastiano, un certo Totò... e PAPALIA, PALAMARA ed altri, così come ricorda di aver sentito nominare PROCACCINI, TROPEANO e BARBARO.
E questo CAFARI non era, con quello studio di via Taurianova, solo legato alla politica attraverso il sottosegretario Sebastiano VINCELLI, ma lo sarà anche con altri, a partire dalla rete di LIGATO Ludovico che all'ambiente massonico ed 'ndranghetista non era molto estraneo.
E se si son ritrovati già tra gli alleati degli AVIGNONE, per la fuga, con il D'AGOSTINO Domenico, proprio il GULLACE Carmelo ed i RASO, queste figure riemergono dagli Atti giudiziari riguardanti la cosca degli AVIGNONE e la loro rete nella capitale. E' la figura del “sarto”. Questi dopo l'arresto del CAFARI si recò nel suo Studio, sempre quello dell'agenzia di assicurazione INTERCONTINENTALE di via Tagliamento a Roma per chiedere alla segretaria del CAFARI se nella cassaforte vi erano dei documenti, certo che vi fossero “documenti importanti”. Quell'uomo, “il sarto”, era ARLETTO Michele, cugino dell'ARLETTO Caterina coniugata con AVIGNONE Antonio, fratello del capo-cosca Giuseppe.
E l'autovettura dell'ARLETTO Michele, trasferitosi a Roma da Taurianova da anni, la FIAT 850 Coupé targata “Roma B 67315” era l'auto con cui, prima dell'arresto, circolava l'AVIGNONE Giuseppe. Ed ancora il 4 aprile 1977 quell'auto dell'ARLETTO aveva a bordo GULLACE Carmelo e RASO Francesco.
Ed ora dobbiamo soffermarci un attimo. Aprire una parentesi perché altrimenti rischiamo di comprendere chi siano i protagonisti di questo verminaio. Il RASO Francesco che con GULLACE Carmelo gestirono la fuga a Roma di AVIGNONE Giuseppe e D'AGOSTINO Domenico, che era a bordo, sempre con il GULLACE Carmelo, dell'auto dell'ARLETTO e che la segretaria di CAFARI aveva indicato come uno dei “clienti” dello Studio, è quello stesso RASO Francesco che sarà poi condannato per l'omicidio (di cui abbiamo già accennato recentemente) di un altro 'ndranghetista, il D'AGOSTONO Antonio detto “Totò” (fratello del Domenico – sindaco di Canolo – e di Raffaele divenuto poi uno degli esponenti apicali del “locale” di Canolo, retto dal RASO Giuseppe frattelastro del GULLACE). Omicidio che era avvenuto nel novembre del 1976 e che fece esclamare al boss FAZZARI Francesco “La pala l'hanno pagata”. Affermazione del FAZZARI (legato a doppia mandata al GULLACE Carmelo, a cui ha dato in sposa la primogenita e operativa FAZZARI Giulia) che seguiva al suo “desiderio” di vedere ammazzato il D'AGOSTINO a cui imputava l'attentato ad una sua pala meccanica nella sua tenuta di Acarta, base logistica della cosca GULLACE-RASO-ALBANESE.
E la storia di queste cosche è storia di sangue che scorre, quindi, anche in seno alle stesse famiglie. E così sarà per anni, tanto che, il 7 luglio 1987, nella Piana di Gioia Tauro andò in scena l'assassinio di 5 affiliati (ALBANESE Raffaele, il RASO Francesco, CATALANO Rocco, BRUZZI Camillo – altro cugino del GULLACE Carmelo e suo compare di crimine in più occasioni – ed un AVIGNONE).
Così come anche, non può essere dimenticato, il tentato omicidio di PRONESTI' Giovanni, dopo il quale l'AVIGNONE Giuseppe ed il ZITO Giuseppe – considerato “uomo di spicco del clan dei PIROMALLI” -, che saranno coimputati per il fatto di sangue, raggiunsero insieme l'Hotel Verrazzano di Firenze.
Dalle prime rapine in gioventù, con il boss dei MAMMOLITI, Saverio MAMMOLITI, l'AVIGNONE Giuseppe ormai era un capo indiscusso della 'ndrangheta con saldi legami a tutte le più potenti cosche della Piana di Gioia Tauro.
E non è un caso che quel 1 aprile 1977 un importante summit di 'ndrangheta, con persone “importanti” che non potevano essere viste, fosse proprio ospitato dalla cosca AVIGNONE. E non è nemmeno un caso che quel giorno uccisero senza pietà due Agenti dei Carabinieri, in quella frazione Razzà di Taurianova.
Non solo gli alibi forniti dall'AVIGNONE e dagli altri vermi non hanno retto ed anzi hanno permesso di individuare e schiacciare un ampia parte dei loro fiancheggiatori, in Calabria come nella capitale, ma non hanno ostacolato l'avvento della Giustizia. Le condanna sono arrivate. Una dopo l'altra. Non hanno avuto buon gioco le confessioni e ritrattazioni dell'AVIGNONE Giuseppe che cercava di farsi passare per povera vittima dei Carabinieri quando, inequivocabilmente, il carnefice è lui ed il suo verminaio di assassini mafiosi. E non sono valsi nemmeno i tentativi di sembrare “pazzo” dell'AVIGNONE Giuseppe che, ripetutamente, tentava di suicidarsi senza mai riuscirci (guarda caso... è ancora vivo e vegeto a spese dello Stato)... Cercava di salvarsi dal verdetto di colpevolezza con l'aiuto degli psichiatri... simulando... Ma nonostante il “pazzo” lo facesse bene (d'altronde uno così, capo cosca e assassino tanto normale non può essere) le porte del carcere si sono aperte davanti a lui e non si dovrebbero – si auspica – più aprire prima della sua dipartita.
Lo spessore criminale degli AVIGNONE ed il loro legame con il gotha della 'ndrangheta è “sigillato” anche da una maxi operazione in Calabria, andata in esecuzione il 21 dicembre 1983, con 124 mandati di cattura della Procura di Palmi. Un operazione che ha permesso di aggiungere tasselli, grazie alla collaborazione di giustizia del SCRIVA Pino e di altri, su: 31 omicidi, quattro sequestri di persona, l'omicidio del esponente comunista di Rosarno Giuseppe Valarioti e sulla strage di Razzà.
Tra i destinatari del provvedimento ci sono MAMMOLITI Saverio, Giuseppe PIROMALLI (il “capo” della 'Ndrangheta in allora); il FAMELI Antonio (legato ai PIROMALLI ed al GULLACE Carmelo, e che si è sistemato – si spera definitinativamente di recente dopo nostre numerose denunce); Vincenzo MACRI'; il BRUZZI Camillo (cugino e cumpare del GULLACE); Giuseppe MAMONE di Cittanova; FILIPPONE Rocco; CATALDO Giuseppe di Locri... i RASO Girolamo e Giuseppe, il GULLACE Carmelo, l'ANSELMO Guerino (padre della consorte di AVIGNONE Giuseppe) gli AVIGNONE, così come i PESCE e BELLOCCO di Rosarno... gli ALBANESE...
E sulla strage di Razzà il quadro si completa. Si accerta che oltre ai già imputati e condannati in primo e secondo grado – e che abbiamo già visto – erano presenti in quella casa colonica di Taurianova anche: PIROMALLI Giuseppe, MAMMOLITI Saverio, ALBANESE Francesco, i RASO Girolamo e Giuseppe. Ma non basta. Si acquisisce che oltre ai capi delle cosche della Piana di Gioia Tauro, e come già visto al Sindaco di Canolo, D'AGOSTINO Domenico, vi era anche – come abbiamo già anticipato - il Senatore MURMURA Antonio, per cui la Procura di Palmi procedeva a chiedere formalmente l'autorizzazione a procedere. E, per una confidenza dell'AVIGNONE fatta allo SCRIVA e da questo riferita agli inquirenti, si comprende “il perché” di quella strage: quella riunione ai massimi livelli serviva a discutere di APPALTI e la presenza di quei personaggi di spessore non poteva permettere che i Carabinieri procedessero ad identificare i presenti.
Tra i presenti al summut di Razzà individuati nell'immediatezza della strage (presenza confermata dalle dichiarazioni dello SCRIVA) che fu prosciolto in fase preliminare, per insufficienti elementi probatori, era MONTAGNESE Renato, già Sindaco di Rosarno e che nel frattempo era diventato Direttore del CONSORZIO SVILUPPO DELL'AREA INDUSTRUALE di Reggio Calabria.
Il MONTAGNESE presentò un alibi che non stava in piedi e che si rivelò costruito ad arte con false testimonianze di tutti i suoi “testimoni” che si erano dati da fare, come nel caso di AVIGNONE Giuseppe, anche nel produrre falsi documentali utili a salvare il MONTAGNESE. Nonostante questo, essendo venuta meno la certezza del riconoscimento di uno testimoni chiave dell'inchiesta, venne, come detto, prosciolto.
Da quell'indagine iniziano a gettarsi, inoltre, le ombre del coinvolgimento di alcuni magistrati nella rete di fiancheggiatori della 'ndrangheta.... Ma questa è un'altra storia che ormai speriamo (a vent'anni di distanza) si possa chiudere, sia sulle vecchie, sia sulle nuove contiguità e complicità togate.
Veniamo, prima di chiudere, alla mogliettina 'ndranghetusa dell'AVIGNONE Giuseppe, ovvero la ANSELMO. Questa era formalmente intestataria dell'impresa (che in realtà è dell'AVIGNONE Giuseppe) che con i propri autocarri ed attrezzature meccaniche (come le motopale cingolate) era impegnata nei lavori di costruzione del PORTO DI GIOIA TAURO (per conto dell'impresa “TIMPERIO SPA” di Roma e del consorzio “COGITAU SPA” sempre di Roma), oltre che in subappalto nei lavori delle Ferrovie dello Stato per il raddoppio dei binari tra Villa S.Giovanni e Reggio Calabria.
Come per i FAZZARI-GULLACE pure gli AVIGNONE non solo si dilettavano in omicidi, sequestri di persona, droga ed estorsioni, ma avevano pure anche la stessa abitudine di rubare pure le attrezzature ed i mezzi ad altre imprese, come nel caso di una motopala rubata all'impresa “SEASE”, a Roma, in località Tor de' Cenci, la notte tra il 22 ed il 23 marzo 1977.
La fittizia intestazioni dei beni e le operazioni volte a coprire passaggi di denaro sporco per ripulirlo, emergevano con chiarezza nell'indagine promossa dopo la strage di Razzà. Non solo quella messa in piedi dall'AVIGNONE e consorte, ma anche quella, per fare qui un esempio, consistente in un giro di pagamenti mascherati da “forniture”, come quelli effettuati da ALBANESE Girolamo al MAZZAFERRO Rocco... peccato che la documentazione dei rapporti “commerciali” tra i due fosse, tra il settembre '75 e l'aprile '77, pari a 32.108.000 di lire ed i pagamenti in assegno risultavano, di loro, pari a 54.085.750. E peccato che poi, grazie alle indagini, vennero individuati i pagamenti sul conto intestato all'ALBANESE presso la Banca Industriale Agricola di Radicena, di complessivi 56.530.000 di lire dai MAZZAFERRO (e, per precisione: 25.707.000 da MAZZAFERRO Antonio; 27.273.000 da MAZZAFERRO Rocco e 1.550.000 da MAZZAFERRO Domenico).
Questa è una storia non ancora chiusa, come abbiamo visto. Una storia che deve essere chiusa, una volta per tutte, con la loro sconfitta senza appello e senza pietà alcuna...
La sentenza del 4 gennaio 1979 (c.d. processo dei Sessanta) il Tribunale di Reggio Calabria, nel giudicare tra gli altri esponenti di vertice delle cosche operanti nella città di Reggio Calabria, quali ad esempio Paolo DE STEFANO, Domenico LIBRI e Pasquale LIBRI, e delle cosche della fascia tirrenica della provincia di Reggio Calabria quali ad esempio Girolamo PIROMALLI cl. 18, Giuseppe PIROMALLI cl. 21, Gioacchino PIROMALLI cl. 34, Vincenzo MAMMOLITI, Giuseppe PESCE, Teodoro CREA, Domenico CREA, aveva rilevato l'esistenza di una “ferrea solidarietà che accomuna le cosche dell'intera provincia, nel rispetto del più assoluto principio di giustizia distributiva a fronte di un noto utile finanziario, che bene avrebbe potuto costituire accaparramento della sola cosca della piana”.
Veniva, in sostanza, affermato che la ‟ndrina” di Locri (CATALDO), quella di Reggio (attraverso i LIBRI) e le consorterie della Piana (MAMMOLITI, PIROMALLI, MAZZAFERRO, RUGOLO, PESCE, AVIGNONE) si erano riunite ed avevano deliberato la comunione nella gestione di un affare, nel contesto di un'entità istituzionale nuova, il “consorzio delle cosche”, e cioè “l'esistenza di una superassociazione per delinquere (società delle società) che si occupava della programmazione delittuosa ogni volta che l‟intervento congiunto fosse imposto dalla complessità dell'operazione delittuosa, dall'estendersi della medesima in territori appartenenti a più cosche (sequestro di persona), dalla previsione di una notevole locupletazione (sfruttamento della cava di Limbadi) al cui godimento appare giusto - per deliberazione dei capi - rendere partecipi le altre cosche, attraverso le proprie rappresentanze idoneo a gestire, nell‟interesse dei consorziati, vicende di particolari dimensioni (come lo sfruttamento della cava di Limbadi), progetti illeciti la cui dinamica attuazione coinvolgeva l‟intervento di più cosche localizzate in vari centri della provincia”...
Ecco questi, tutti, devono essere spazzati via, una volta per tutte! Ora! E finché non sarà così noi non ci fermeremo dall'indicarli al pubblico disprezzo!