Naufragio radioattivo
I sommozzatori scoprono contenitori e un rimorchio di camion dove si
arenò la Rosso. Intanto la risposta del governo in Parlamento conferma
i molti sospetti dei magistrati. E le denunce de "L'espresso"
di Riccardo Bocca
(...) Per anni la Procura di Reggio Calabria ha svolto tra pressioni e minacce scrupolose indagini, archiviate il 14 novembre 2000 dal giudice delle indagini preliminari. Finché le decine di migliaia di pagine dell'inchiesta sono passate alla Procura di Paola, dove il procuratore capo Luciano d'Emmanuele ha aperto un nuovo fascicolo affidandolo al sostituto Francesco Greco...
(...) E soprattutto è stata resuscitata una gigantesca storia di cui la motonave Rosso è soltanto un piccolo, anche se gravissimo, capitolo. Si tratta del sistema clandestino concordato da alcuni governi, europei e non, per smaltire milioni di tonnellate di rifiuti tossici. (...) Con due metodi: affondandoli con le navi sulle quali viaggiavano (ipotesi Rosso), oppure stipandoli in missili da sparare sotto i fondali marini. Questo scrivevano a chiare lettere Carabinieri e Guardia di Finanza nelle loro informative. Ed è quello che "L'espresso" ha riferito, augurandosi che la Procura di Paola potesse avere il massimo sostegno nel tentativo di dimostrare il reato di affondamento doloso e occultamento dei rifiuti tossici.
(...) «L'anno 1992, addì 17 del mese di gennaio», si legge in un verbale firmato dal sottotenente di vascello Massimo Barbagiovanni Minciullo, «mi sono recato a Formiciche, dove si è arenata la motonave Rosso. Sul posto ho constatato che il relitto della motonave è stato completamente rimosso dalla spiaggia da parte della ditta Cannavale responsabile dei lavori di demolizione. Nella zona del cantiere sono rimaste solo alcune strutture (una gru, cavi, contenitore, bombole) della ditta suindicata e pochi rottami di ferro».
La realtà che i subacquei della Blue Tek hanno filmato, e di cui "L'espresso" propone in queste pagine alcune immagini, è diversa. Per centinaia di metri («Ma la zona potrebbe essere anche più estesa, visti gli anni passati e le mareggiate avvenute», dicono i sub), si trovano parti del relitto e del suo contenuto.
(...) Valutazioni ora affidate alla Procura di Paola, dove il sostituto procuratore Greco certifica l'importanza dei ritrovamenti: «Confermo che gli elementi individuati sono riferibili alla motonave Rosso», dice: «Procederemo al recupero di tutto ciò che è chiuso per verificarne il contenuto. Il tempo trascorso complica il lavoro, ma indagheremo sopra e sotto la sabbia con la bonifica integrale del sito».
(...) Ma il colpo di scena è venuto dal maresciallo Calvano, il quale ha parlato di «videocassette amatoriali» dalle quali «abbiamo riscontrato che la nave Rosso era scortata dalla Jolly Giallo, altra unità appartenente alla stessa flotta» ("L'espresso" pubblica un fotogramma in queste pagine). Perché? L'ipotesi più probabile, secondo gli investigatori, è che l'equipaggio della Rosso dovesse essere trasferito sulla sorella Giallo prima dell'affondamento per non lasciare tracce, e che l'operazione sia stata ostacolata dal mare mosso. Una tesi su cui il sostituto procuratore Greco dovrà dire l'ultima parola. Intanto la partita si allarga. (...) Evidenti segnali di allarme si sono colti in alcune vicende giudiziarie da cui è emersa una chiara sovrapposizione tra queste attività illegali e il traffico di armi».
(...) La domanda è: perché per anni, mentre la giustizia arrancava tra mille sgambetti, la politica taceva? Il sottosegretario Ventucci, nella sua risposta in Parlamento, non lo spiega. In compenso, mette a fuoco per la prima volta ufficialmente la figura di Giorgio Comerio, l'ingegnere di Busto Arsizio che secondo gli inquirenti proponeva ai governi di mezzo mondo di sparare missili di immondizia radioattiva dentro i fondali marini. (...) Ulteriori indagini della Procura di Brescia hanno evidenziato l'affondamento doloso a Capo Spartivento di una nave, la Rigel, carica di materiale radioattivo. Per tale attività criminosa operava, a livello internazionale, una holding denominata O.d.m. (Oceanie Disposai Management), dedita all'inabissamento in mare di rifiuti radioattivi e tossico-nocivi coi penetratori, facente capo al Comerio stesso».
(...) Per saperne di più lo snodo centrale resta l'inchiesta della Procura di Paola, ossia il tentativo di provare il reato di affondamento doloso della Rosso e l'occultamento dei rifiuti tossici. Solo così, a catena, potrebbero riaprirsi le quinte di questa assurda storia. Una svolta che potrebbe venire, oltre che dai rilievi sui fondali di Formiciche, anche dai risultati dei prelievi svolti il 16 luglio dal supertecnico Ornelio Morselli a Foresta di Serra D'Aiello (Cosenza), località dell'entroterra dov'è stata scoperta una massiccia presenza di fanghi industriali. La Procura di Paola vuole sapere se questi fanghi provengono dalla motonave Rosso, ossia se dopo 14 anni è stato effettivamente individuato il sito dello smaltimento clandestino. Anche perché, come è in grado di anticipare "L'espresso", a Foresta ci sono tracce di granulato di marmo: la stessa sostanza presente su altre navi dei veleni affondate misteriosamente. E sempre nell'area di Foresta, raccontano vari testimoni, si è scavato anni fa per prelevare terra e procedere al ripascimento della costa marittima, colpita dall'erosione. Ma guarda caso l'unico punto risparmiato è stato quello dove si pensa siano sepolti i rifiuti nocivi, come mostra anche un'evidente curva della vegetazione. (...)