Chi sono i FAZZARI-GULLACE
Ne avevamo già, più volte, ampiamente parlato [vai allo speciale] ma pare sia stato insufficiente, ed allora ecco "chi sono"... partendo da alcuni esempi estratti da documenti ufficiali...
Relazione annuale DNA - dicembre 2009
"La crescente ampiezza della sfera di interessi economici ruotante attorno alle varie anime della ‘ndrangheta presenti nella regione ligure ben contribuisce a spiegare l'attivo interesse di tali articolazioni, registrato in recenti contesti investigativi, ad individuare in ambito locale specifici referenti amministrativi e politici, oltre che a rinsaldare e saldare le molteplici relazioni delle proprie rappresentanze economiche fiduciarie con gli ambienti imprenditoriali della regione.
Il fenomeno appare connotato da speciali note di concretezza con precipuo riguardo alla situazione nelle province di Savona (ove operano soprattutto le famiglie Fameli, Fazzari, Gullace e Fotia)..."
[testo integrale - ]
Relazione annuale DNA - dicembre 2008
"La crescente ampiezza della sfera di interessi economici ruotante attorno alle varie anime della ‘ndrangheta presenti nella regione ligure ben contribuisce a spiegare l'attivo interesse di tali articolazioni, registrato in recenti contesti investigativi, ad individuare in ambito locale specifici referenti amministrativi e politici, oltre che a rinsaldare e saldare le molteplici relazioni delle proprie rappresentanze economiche fiduciarie con gli ambienti imprenditoriali della regione.
Il fenomeno appare connotato da speciali note di concretezza con precipuo riguardo alla situazione nelle province di Savona (ove operano soprattutto le famiglie Fameli, Fazzari, Gullace e Fotia) e Imperia (ove sono attivi i gruppi Ventre, Sergi, Pellegrino e Iamundo), ma è riconoscibile con nitidezza anche nel Levante (ove sono attive le famiglie De Masi, Romeo e Rosmini) e nel genovese (ove operano le famiglie Nucera, Rampino, Fogliani, Asciutto), in ogni caso confermandosi l'importanza di un penetrante e continuo monitoraggio delle realtà connotate da più rilevante e tradizionale presenza di figure di speciale potenziale criminoso al fine dell'emersione dei reali tratti dei processi di aggregazione e radicamento territoriale dei gruppi di origine calabrese."
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Commissione Parlamentare Antimafia - Relazione 2006
"La DNA indica anche puntualmente le sfere di penetrazione economica dei gruppi della 'Ndrangheta in Liguria:
«Non di meno, al rilevato processo di ristrutturazione criminale dei gruppi calabresi prima sinteticamente delineato corrisponde una coerente espansione della dimensione affaristica dei medesimi gruppi, risultando da molteplici fonti investigative l'interesse di soggetti legati alla ‘ndrangheta in attività` economiche legali controllate attraverso una fitta rete di partecipazioni societarie (nel campo dell'edilizia, soprattutto, ma anche dello smaltimento dei rifiuti e del commercio) e una spregiudicata pressione usuraria su operatori economici locali funzionale ad obiettivi di sostituzione nell'esercizio delle imprese in crisi finanziaria. La crescente ampiezza della sfera di interessi economici ruotante attorno alle varie anime della ‘ndrangheta presenti nella regione ligure ben contribuisce a spiegare l'attivo interesse di tali articolazioni, registrato in recenti contesti investigativi, ad individuare in ambito locale specifici referenti amministrativi e politici, oltre che a rinsaldare saldare le molteplici relazioni delle proprie rappresentanze economiche fiduciarie con gli ambienti imprenditoriali della regione. Il fenomeno appare connotato da speciali note di concretezza con precipuo riguardo alla situazione nelle province di Savona (ove operano soprattutto le famiglie Fameli, Fazzari, Gullace e Fotia) e Imperia (ove sono attivi i gruppi Ventre, Sergi, Pellegrino e Iamundo), ma e` riconoscibile con nitidezza anche nel Levante (ove sono attive le famiglie De Masi, Romeo e Rosmini) e nel genovese (ove operano le famiglie Nucera, Rampino, Fogliani, Asciutto), in ogni caso confermandosi l'importanza di un penetrante e continuo monitoraggio delle realtà` connotate da piu` rilevante e tradizionale presenza di figure di speciale potenziale criminoso al fine dell'emersione dei reali tratti dei processi di aggregazione e radicamento territoriale dei gruppi di origine calabrese».
[testo integrale - ]
Significativo, anche il "patto" di convivenza con le altre cosche, come quella dei MORABITO-PALAMARA-BRUZZANITI, a Savona con i FOTIA. Questo è evidenziato, ad esempio, nella Relazione di servizio della Polizia di Stato sul funerale del boss Francesco FAZZARI:
"Si segnala che, in data 26.2.2009, nel Comune di Borghetto S. Spirito (SV), si sono svolte le esequie di FAZZARI Francesco, nato a Mammola (RC) l'1.10.1926, residente in vita a Borghetto S. Spirito (SV) in Via Per Toirano, come già evidenziato noto esponente in questa provincia della cosca dell'ndrangheta RASO-GULLACEALBANESE (originaria della Piana di Gioia Tauro -RC-).
(omissis)
Nel corso del servizio di osservazione svolto in occasione del citato evento, veniva altresì documentata la presenza di FOTIA Sebastiano e del proprio figlio FOTIA Pietro, noti esponenti in questo territorio della cosca dell'ndrangheta MORABITO-PALAMARA-BRUZZANITI (originaria della costa jonica calabrese), malgrado - per quanto consta a questo Ufficio - non risultino legami di parentela tra i predetti e la famiglia FAZZARI e gli stessi appartengano a due diverse cosche, geograficamente originarie ed operanti in due distinte zone della provincia di Reggio Calabria.
(omissis)
Il personale operante aveva modo, altresì, di constatare il verificarsi dapprima di un incontro formale tra i citati FOTIA e MAMONE e, subito dopo, di un colloquio ristretto ai soli FOTIA Sebastiano e MAMONE Luigi, protrattosi per alcuni minuti e - a parere di questo Ufficio - di particolare significato considerate le circostanze in cui esso si è svolto, nonché per il carattere degli interlocutori i quali - come detto - risultano appartenere a due distinte cosche."
Particolare che dopo nostre diverse pubblicazioni è stato poi evidenziato con tanto di prima pagina da Il Secolo XIX di Savona nella scorsa primavera []
Ma andiamo avanti...
Se le famiglie GULLACE-FAZZARI è stata più volte indicata nei rapporti investigativi e nelle relazioni pubbliche quale famiglia della 'ndrangheta attiva in Liguria, c'è ancora molto altro da ricordare ai signori degli Enti Locali, della Regione... così come alla Prefettura (che da oltre un anno sollecitiamo a prendere i provvedimenti necessari), al mondo delle imprese e delle banche...
Il legame è saldo con la cosca dei GULLACE-RASO-ALBANESE che è anche imparentata da un lato (GULLACE) con la potente cosca dei PIROMALLI e dall'altro (RASO) con i MAMONE.
La stessa vede operanti in questo territorio ed in quelli della provincia di Genova molteplici soggetti, tra cui, su tutti:
Carmelo GULLACE detto "Nino" (nato a Cittanova RC il 06.01.1951, residente in Toirano - SV, via della Costa 17), coniugato con FAZZARI Giulia.
Per comprenderne lo spessore criminale del soggetto e la conseguente pericolosità sociale si può rimandare ai precedenti di Polizia e condanne, ad esempio, per:
* associazione a delinquere di stampo mafioso;
* omicidio;
* sequestri di persona a scopo di estorsione;
* detenzione e porto abusivo di armi;
* traffico di sostanze stupefacenti;
* riciclaggio.
Lo stesso venne arrestato nel 1999 a Cannes, dove era latitante.
In merito al Carmelo GULLACE la DDA di Reggio Calabria negli atti relativi all'Operazione "IL CRIMINE" [ (gli altri atti dell'indagine sono disponibili alla pagina web qui)] scrive :
"GULLACE Carmelo, una delle figure più rappresentative del gruppo "RASO-GULLACE-ALBANESE"
Il GULLACE, già protagonista di rocambolesche assoluzioni, ha sempre dimostrato sia una straordinaria capacità di intimidazione, sia la capacità di tessere legami volti a garantire a se ed al gruppo criminale di cui è esponente apicale supporti e coperture dimostratesi estremamente efficaci.
Il GULLACE Carmelo è stato infatti uno dei protagonisti della sanguinosa faida di Cittanova che contrapponeva i GULLACE-RASO-ALBANESE ai FACCHINERI. Nell'ambito della faida, con il GULLACE, erano protagonisti anche i fratelli dello stesso: Francesco detto "Ciccio" ed Elio GULLACE. Oggi anche loro con il Carmelo, nel savonese... e con l'Elio GULLACE che si diletta con la , ovvero la Giumamarmi di Dolcedo, in provincia di Imperia.
Lo stesso Carmelo GULLACE già dai tempi del suo insediarsi nel savonese (nei primi anni settanta) era in stretto contatto con esponenti noti della criminalità organizzata calabrese già insediatisi nella riviera ligure. In particolare con:
* il nucleo familiare dei FAZZARI, con il quale si è poi imparentato;
* i FILIPPONE, Francesco e Antonio.
* i PRONESTI', famiglia imparentata con il Carmelo GULLACE, attiva tra savonese, genovese e soprattutto nel basso Piemonte, in particolare nell'alessandrino.
Già allora, attraverso tali contatti e legami, lo stesso riusciva a garantirsi "coperture" per le attività criminali promosse, ed in particolare per omicidi e sequestri di persona a scopo estorsivo.
In merito si valuti, al solo fine di meglio inquadrare il soggetto, l'alibi prodotto dallo stesso GULLACE nel procedimento per il duplice omicidio (in un agguato tra Polistena a Cittanova, il 1 ottobre 1980) di Rocco FACCHINERI e Mario DE RACO, ed il tentato omicidio di Giuseppe FACCHINERI. L'alibi del GULLACE, arrestato il giorno seguente in Liguria, a seguito delle indicazioni fornite dall'unico sopravvissuto alla strage (che indicava il GULLACE Carmelo unitamente al cugino Camillo BRUZZI' ed Elio MAMONE), si rivelava falso con anche conseguentemente falsa testimonianza (reato amnistiato) di FAZZARI Francesco, FAZZARI Giulia, FILIPPONE Francesco, MOLINARI Massimo e CUCE' Felice.
Il GULLACE Carmelo nell'immediatezza dell'arresto in Liguria (il giorno seguente all'agguato omicida in Calabria) dichiarò che il giorno del duplice omicidio e del tentato omicidio degli esponenti dei FACCHINERI, lui si era recato presso lo studio del notaio CAULI ad Alassio per l'acquisto da parte di Giulia FAZZARI di un appartamento - acquistato dal Francesco FAZZARI ed intestato alla figlia Giulia - come casa coniugare per la Giulia FAZZARI ed il Carmelo GULLACE. Nonostante i soggetti indicati dal GULLACE avessero confermato le dichiarazioni dello stesso, ovvero l'alibi, gli accertamenti condotti rivelavano totalmente false. Infatti il venditore dell'alloggio ricordava che l'uomo presente nell'ufficio notarile aveva i baffi, mentre il GULLACE in allora non li portava. L'assoluzione del GULLACE Carmelo, per insufficienza di prove, per il tentato omicidio del Giuseppe FACCHINERI ed il duplice omicidio, non dipese dal venir meno dei gravi indici di colpevolezza (nella casa del BRUZZI' vennero, anche, rinvenute munizioni dello stesso tipo di quelle utilizzate nell'agguato), ma per l'entrata in vigore del nuovo codice di procedura penale. Si arrivò infatti ad avere un "incoerenza" dell'accusatore (il Giuseppe FACCHINERI) che nel frattempo divenne latitante e fece pervenire una ritrattazione delle accuse, per poi presentarsi direttamente in dibattimento di secondo grado scagionando i tre imputati riferendo una versione dei fatti totalmente discordante con la prima e con le poche emergenze acquisite in istruttoria.
Anche in merito al sequestro di persona ai danni di Marco GATTA, rapito in Nichelino il 19/01/1979, emergeva il coinvolgimento del GULLACE Carmelo. In tale procedimento vennero anche coinvolti, tra gli altri, Antonio PALAMARA e Michele CONDOLUCCI, nonché Rocco CATALANO e del Rocco PRONESTI' parente stretto del Carmelo GULLACE. In tale procedimento vennero sollevate questioni in merito all'utilizzazione di intercettazioni ambientali che, accolte, comportarono il venir meno degli elementi di cui alle imputazioni contestate ai soggetti.
Se pur non utilizzabili ai fini processuali le intercettazioni che riguardavano le dichiarazioni del GULLACE rappresentano un elemento significativo per inquadrarne, già in allora, l'appartenenza all'organizzazione 'ndranghetista.
Il GULLACE, nel ripetere la propria estraneità al duplice omicidio FACCHINERI-DE RACO che gli venne contestato, afferma:
"loro giocano... con due mazzi di carte... sparavano e poi... quando noi. quando moriva, quando moriva qualcuno di loro, o una donna, o un ragazzo o uno più grande... diceva fu tizio, caio, sempronio".
Quando parla della cosca GULLACE-RASO-ALBANESE ne parla sempre in prima persona, riferendo dei collegamenti con i MAMMOLITI ed i PIROMALLI ed affermando:
"i nemici dei PIROMALLI sono nemici miei e i nemici miei sono nemici dei PIROMALLI, ecco, la base è questa", ripetendo il medesimo concetto con riguardo ai MAMMOLITI e precisando "Ecco, abbiamo fatto un accordo con quello lì".
Sempre in merito allo spessore criminale del Carmelo GULLACE occorre richiamare il Decreto di Fermo della DDA di Reggio Calabria a carico degli esponenti delle cosche PIROMALLI-MOLE', nell'ambito dell'Operazione "CENTO ANNI DI STORIA". Nel Decreto di Fermo citato si legge:
"Altro dato ricorrente nei giudicati esaminati è l'accertato collegamento tra le cosche mafiose, unite in una federazione criminale dove i capi delle singole consorterie, dai Pesce, Bellocco e Pisano di Rosarno ai Crea e Franconieri di Rizziconi, dagli Avignone di Taurianova agli Albanese-Raso di Cittanova, dai Mammoliti-Rugolo di Castellecce ai Gullace-Cutellè di Laurena di Borello, riconoscono la suprema autorità in Giuseppe Piromalli, che unisce al suo personale prestigio criminale quello del defunto fratello, don Mommo, estendendo il suo dominio anche al capoluogo reggino tramite l'alleanza con la potente cosca De Stefano". Negli atti della DDA di Reggio Calabria altri passaggi significativi che ricostruiscono gli accertamenti compiuti in merito ai "plurimi omicidi iscritti nella faida di Cittanova tra gli Albanese-Raso-Gullace da un lato e i Facchineri dall'altro...
In particolare, si ritengono affiliati tutti i protagonisti della sanguinosa faida di Cittanova: Albanese Francesco, Albanese Rocco e Cosentino Tommaso; Raso Giuseppe, Gullace Carmelo e Bruzzì Camillo; e il principale artefice della faida di Taurianova, Avignone Giuseppe, del quale si segnala altresì "il coinvolgimento... nel processo "dei sessanta" ed in quello relativo ai "fatti di Razzà" (omicidio di due carabinieri in data 1° aprile 1977: v. p. 333 della sentenza 18/7/1985, n.5, cit., n.d.r.), la condanna per altri gravi reati reati, tra cui diverse associazioni per delinquere, il suo proficuo inserimento nei lavori del V centro siderurgico ed in quelli per il raddoppio della linea ferrata Reggio-Villa S.Giovanni. Vicende che -secondo la sentenza in esame- valgono a riscontrare abbondantemente la indicazione dell'Avignone, da parte di Giuseppe Scriva, quale capo di una delle più temute cosche della piana gioiese" (v. p.500 della sentenza del 12/2/96)".
[Il testo integrale dell'Ordinanza è disponibile ]
In ultimo occorre segnalare che diversi sono i soggetti che ci risultava indiscutibilmente più legati al Carmelo GULLACE sono stati stati arrestato nell'ambito dell'Operazione "IL CRIMINE" nonché per l'indagine "MAGLIO" [vedere O.C.C. - ], tra il luglio 2010 ed il giugno-luglio 2011.
quanto concerne l'Operazione IL CRIMINE ed IL CRIMINE 2, si tratta del RASO "Peppe" Giuseppe detto anche "avvocaticchio" (nato a Cittanova - RC il 1 aprile 1941, residente ad Antonimina (RC) in contrada San Nicola), al vertice del "locale" di CANOLO, in merito al quale, riportando un solo stralcio, si legge nel Decreto di Fermo:
"LOCALE DI CANOLO
D'AGOSTINO Raffaele, FILIPPONE Rosario e RASO Giuseppe:
RASO Giuseppe: con la qualità di organizzatore, dirigendo e organizzando il sodalizio, assumendo le decisioni più rilevanti, impartendo le disposizioni o comminando sanzioni agli altri associati a lui subordinati, decidendo e partecipando ai riti di affiliazione curando rapporti con le altri articolazioni dell' associazioni, dirimendo contrasti interni ed esterni al sodalizio, del locale di Canolo;
D'AGOSTINO Raffaele, FILIPPONE Rosario: con la qualità di partecipi attivi alla associazione mafiosa denominata ‘ndrangheta, con il compito di assicurare le comunicazioni tra gli associati, partecipare alle riunioni ed eseguire le direttive dei vertici della società e dell' associazione, riconoscendo e rispettando le gerarchie e le regole interne al sodalizio."
Per quanto concerne le operazioni scattate tra Piemonte e Liguria nell'ambito dell'indagine MAGLIO gli uomini legati al gruppo dei GULLACE-RASO-ALBANESE sono molteplici, come il (cugino) PRONESTI' Bruno Francesco, capo "locale" del Basso Piemonte, come l'Antonino MULTARI - del "locale" di Genova - imparentato con gli ALBANESE (cugini dei fratelli GULLACE)... ma anche, per fare un altro esempio, ai GORIZIA, legati ai MAMONE, uno nel "locale" del torinese e l'altro nel "locale" di Genova di cui abbiamo recentemente parlato...
[vedi qui un recente articolo su PRONESTI & C mentre per GORIZIA vedi qui e qui]
Dalle risultanze dell'indagine MAGLIO emerge che il gruppo facente capo al Carmelo "Nino" GULLACE è molto più accorto di altri. Nelle intercettazioni vengono indicati e citati come "quelli di Toirano" ed alle riunioni e cerimonie il Carmelo GULLACE manda dei rappresentanti, così da non esporsi. Non è certamente un caso che, ad esempio, ad alcune incontri degli 'ndranghetisti, oltre al cugino PRONESTI', ad esempio, abbia partecipato Luigi MAMONE.
Ma non è ancora finita e per capire meglio andiamo avanti.
Il GULLACE, oltre ad essere risultato in costante contatto con gli esponenti dell'organizzazione del suo gruppo familiare, si è imparentato, come ricordato, con i FAZZARI ed ha promosso un imparentamento - attraverso i RASO - ed un saldo legame con i MAMONE, come meglio (ri)vedremo in seguito.
Il GULLACE proprio attraverso il nucleo dei FAZZARI si è garantito quella parvenza di reinserimento sociale in quanto le imprese prima del Francesco FAZZARI e poi delle Giulia e Rita FAZZARI lo hanno sistematicamente fatto risultare quale loro "dipendente".
Il gruppo del GULLACE ha invece, attraverso, soprattutto i PRONESTI' ed i RASO, una forte influenza anche, come già ricordato, nella zona dell'alessandrino e del torinese.
Il nucleo familiare dei FAZZARI a cui si fa riferimento è, a seguito della morte del Francesco FAZZARI, questo:
- FAZZARI Giulia (nata a Genova il 23.07.1959 e residente in Toirano - SV, via della Costa 17), moglie del Carmelo GULLACE, con a carico precedenti di Polizia per:
* riciclaggio ed altro.
- FAZZARI Rita (nata ad Albenga SV il 21.04.1969 e residente in Reg. Antognano ad Albenga - SV), sorella di Giulia e coniugata con Roberto ORLANDO, con a carico precedenti di Polizia per:
* riciclaggio ed altro.
Alle due sorelle si deve poi aggiungere il Filippo FAZZARI, anche questi figlio del defunto Francesco FAZZARI, con cui ha condiviso anche il procedimento penale per gli interramento di rifiuti tossico-nocivi nella CAVA di BORGHETTO S.SPIRITO.
Lo stesso Filippo FAZZARI (condannato in Appello a 4 anni e 6 mesi, oltre al risarcimento di oltre 20 milioni di euro, per la vicenda dell'interramento di rifiuti tossico nocivi nella vecchia cava che ha comportato un significativo intervento di bonifica) si è trasferito prima della condanna in Spagna, ove, a quanto riferitoci, continuerebbe ad operare soprattutto nell'ambito del riciclaggio.
Vi è poi la figura del marito di Rita FAZZARI, ovvero l' ORLANDO Roberto (nato a Albenga nel 1971 e residente in Reg. Antognano ad Albenga - SV). Soggetto che aveva anche formale porto d'armi (pare che ultimamente non sia più stato rinnovato) e custodia, ed attraverso questo, per la caccia, usava girare con carabina in spalla, come ci è stato testimoniato... anche quando accompagnava in giro il Carmelo GULLACE.
Gli stessi, unitamente al GULLACE, a quanto risulta dalle segnalazioni giunte sono in contatto costante con il Filippo FAZZARI. Il gruppo del GULLACE risulta poi in contatto stretto con:
- i sopracitati FOTIA Sebastiano e FOTIA Pietro della cosca MORABITOPALAMARA- BRUZZANITI;
- i MAMONE, in particolare con Luigi, Antonino e Vincenzo (oltreché anche con Gino) su cui si approfondisce nel prossimo apposito paragrafo. Si segnala da subito che tra i RASO-GULLACE ed i MAMONE esiste un doppio rapporto di imparentamento:
> Luigi MAMONE è infatti coniugato con RASO Alba (nata a Cittanova - RC il 15.07.1940) dell'omonima famiglia RASO;
> Carmelo GULLACE è il padrino dell'ultima figlia di Vincenzo MAMONE; inoltre, sempre a titolo esemplificativo:
> il primo marito di Angela MAMONE (prima di Silvio CRISCINO) è stato uno esponente della famiglia RASO;
> vari esponenti della famiglia RASO risultano alle dipendenze della principale società dei MAMONE, ovvero la ECO.GE srl con sede in Genova, Via E. Ferri 11.
Altresì occorre segnalare che i mezzi ed il personale della ECO.GE è stato più volte visto presso la Cava di Balestrino in uso alla SAMOTER/COMITO dei FAZZARI-GULLACE.
Risulta inoltre un rapporto consolidato con il noto Antonio FAMELI esponente della cosca dei PIROMALLI di Gioia Tauro, e che da segnalazione giuntaci si recava spesso presso l'abitazione del Carmelo GULLACE in Toirano, durante il periodo in cui questi era sottoposto alle misure restrittive, facendo una lunga anticamera... Del FAMELI abbiamo già ampiamente parlato e qui, quindi non ci torniamo... [per approfondire clicca qui e qui dove si ricostruiscono i "nuovi" affari]
I contatti tra il GULLACE ed il FAMELI si ritrovano anche attraverso molteplici altri soggetti. Gli stessi condividono "storicamente" anche il legale... ovvero l'avvocato Giovanni RICCO (ora nuovo legate anche dei FOTIA, insieme a Tiziana PARENTI).
Contatti con altri pregiudicati e soggetti già noti agli Uffici emergono anche dai Servizi di Osservazioni effettuati, ad esempio, in occasione del funerale di Francesco FAZZARI, avvenuto in Borghetto Santo Spirito (SV) il 26 febbraio 2009. In particolare:
- SOFIO Orlando (nato a Cittanova - RC il 04.02.1954 e residente a Novi Ligure AL) condannato e con precedenti di Polizia, ad esempio, per:
* reati finanziari;
* riciclaggio;
* ricettazione;
* truffa.
[ed a proposito di "SOFIO" è curioso che nella villetta adiacente a quella di PRONESTI' Bruno Francesco, a Bosco Marengo (AL), sulla via Emilia, dove si tenevano anche incontri degli 'ndranghetisti (come abbiamo ricordato in merito al Centro Benessere di Alessandria aperto dall'affiliato REA Romeo e inaugurato dall'assessore-affiliato CARIDI Giuseppe), il nome sulla cancellata sia proprio "SOFIO"... che sia lo stesso SOFIO, parente o omonima non lo sappiamo... al momento, attendiamo quindi precisazioni in merito]
- ZURZOLO Antonio (nato a Taurianova - Rc il 07.01.1975 e residente ad Andora in provincia di Savona) con a carico precedenti per:
* stupefacenti;
* bancarotta fraudolenta;
* armi;
* ricettazione ed altro;
- PRONESTI' Rocco (nato a Cittanova - RC il 16.07.1951) con precedenti di Polizia ad esempio per:
* associazione a delinquere;
* omicidio;
* detenzione e porto abusivo di armi ed esplosivi;
* traffico di sostanze stupefacenti.
- GUERRISI Girolamo (nato a Cittanova - RC il 31.05.1954 e residente a Ceriale - SV) con precedenti di Polizia a carico relativi, ad esempio, a:
* associazione a delinquere;
* omicidio;
* detenzione e porto abusivo di armi;
* estorsione;
* rapina.
- BRUZZI' Camillo (nato a Taurianova - RC il 25.11.1955 e residente a Ortovero - SV) con precedenti di Polizia e condanne a carico relativi, ad esempio, a:
* associazione a delinquere di stampo mafioso;
* omicidio;
* detenzione e porto abusivo di armi ed esplosivo.
- SENATORE DOMENICO detto "Mimì" (nato a Cava dei Tirreni - SA il 27.11.1953 e residente ad Albenga - SV) con a carico precedenti di Polizia ad esempio per:
* detenzione e porto abusivo di armi;
* traffico di sostanze stupefacenti - anche a livello internazionale.
- FERRARA Giovanni (nato a Termini Imerese - PA il 29.01.1950 e residente a Toirano - SV), con a carico precedenti di Polizia per:
* associazione a delinquere;
* estorsione;
* detenzione e porto abusivo di armi;
* ricettazione.
- BARBIERI Carmelo (nato a Messina il 28.07.1955 e residente a Toirano - SV) con a carico precedenti di Polizia, ad esempio, per:
* associazione a delinquere;
* truffa;
* riciclaggio.
- BARBIERI Antonino (nato a Messina l'11.02.1973 e residente a Toirano - SV) con precedenti di Polizia a carico relativi, ad esempio, a:
* truffa;
* reati contro la persona.
- PRONESTI' Alessandro (nato a Cittanova - RC il 31.05.1974 e residente ad Albenga - SV) con precedenti di Polizia a carico relativi, ad esempio, a:
* traffico di sostanze stupefacenti;
* estorsione;
* usura.
Vi sono poi, come abbiamo recentemente ricordato [vedi qui], anche, ad esempio, gli SCIGLITANO... presenti anche questi al funerale del Francesco FAZZARI, con la terza e quarta auto del corteo funebre. Si tratta di SCIGLITANO Giovanni, nato a Seminara (RC) nel 1959, con a carico precedenti di Polizia per associazione a delinquere, reati inerenti gli stupefacenti ed altro. Questi sono titolari di una delle ditte a cui pare le banche concedano ottimi trattamenti, così come il Comune di Loano, per la loro società CI.SA SRL. Ed oltre alla società in questione la rete di rapporti e influenza del gruppo va ben oltre, così come erano già ampiamente consolidati i rapporti con noti "imprenditori" del savonese, come VERUS, ACCAME e CASANOVA, ai tempi della Rifiuti Connection ligure dei primi anni Novanta e che già abbiamo affrontato, anche nella triste pagina dell'atteggiamento da parte dell'allora Procura savonese [vedi qui].
Sulla base di quanto segnalatoci, sia da fonti liguri sia da fonti calabresi, il Carmelo GULLACE è inoltre in contatto con il proprietario di un impresa di produzione di stoccafisso, nella Piana di Gioia Tauro, che poi, guarda caso, vedeva i propri prodotti essere venuti a Ventimiglia nel negozio di uno degli esponenti apicali della "locale" di Ventimiglia, ovvero di Fortunato BARILARO. Si consideri, tra l'altro, che lo "stocco" è uno degli elementi che rientrano nel "rito" di affiliazione della 'Ndrangheta, così come evidenziatosi dalle attività di indagine della DDA di RC.
Venendo al nucleo collegato dei MAMONE, che abbiamo anche documentalmente provato con il video prodotto alla DDA di Reggio Calabria ed alla Procura di Savona, avevamo già parlato ampiamente, pubblicando anche molteplici fotogrammi, tra cui quelli dei momenti di incontro e riunione tra Gino MAMONE e Franco RAMPINO, Carmelo GULLACE e Franco RAMPINO, Gino MAMONE e Carmelo GULLACE, di Giulia FAZZARI con Franco RAMPINO... nonché quelli di Luigi MAMONE con Franco RAMPINO e Carmelo GULLACE, il brindisi dei boss con Gino MAMONE (che di lì in avanti ha visto la sua ECO.GE conquistare una posizione monopolistica sul mercato degli appalti e incarichi pubblici)... ed il taglio della torta della festa del Battesimo effettuato dal boss Carmelo GULLACE, padrino della piccola MAMONE.
[vedi qui]. Qui qualche scatto esplicativo:
Fatti ripresi ampiamente anche dalle pagine genovesi e savonesi de "Il Secolo XIX"... vedi , , e .
Un altro incrocio rilevante è, in questo ambito, quello con CRISCINO Silvio, secondo ed attuale marito di Angela MAMONE (sorella di Luigi e Antonino MAMONE, precedentemente sposata con un RASO, per matrimonio combinato tra le famiglie).
Il CRISCINO Silvio, indicatoci da una collaboratrice di giustizia come il "banchiere" dei GULLACE e MAMONE a Genova, è stato arrestato e condannato per usura.
A quanto ci risulta, a seguito dell'imparentamento con la famiglia RASO, per il matrimonio "combinato" tra le famiglie, la Angela MAMONE ebbe "l'autorizzazione" alla separazione dopo l'intervento dei parenti dalla Calabria, a condizione che il nuovo consorte, il Silvio CRISCINO, si mettesse a disposizione delle attività della gruppo.
Lo stesso CRISCINO è poi stato arrestato e condannato per usura. Principalmente attivo nella zona di Busalla, ed operante con altri soggetti legati alla criminalità organizzata calabrese noti agli Uffici, quali ad esempio: Cosimo GORIZIA, Giuseppe GORIZIA, Giuseppe SOFRA' e Stefano BORAGINE, oltre che con Domenico MAGNOLI, coinvolto nella medesima inchiesta del GICO che ha portato all'arresto del gruppo del CRISCINO. Tali contatti, comunque, possono indiscutibilmente far emergere le connessioni delle cosche genovesi e savonesi, con quelle, sempre della 'ndrangheta, presenti e attive nel sud Piemonte.
Si segnala a questo proposito che il fratello del Cosimo GORIZIA, ovvero Domenico GORIZIA, nato a Mammola (RC) l'1.01.1970, da circa un anno trasferitosi da Torino a casa del fratello a Serra Riccò (GE), è stato raggiunto da Ordinanza di Custodia Cautelare emessa dal GIP di Torino, nell'ambito dell'Operazione "MINOTAURO". Il Domenico GORIZIA agli atti della DDA di Torino risulta affiliato alla 'ndrangheta, appartenente al "locale" di Cuorgnè ed avente dote di (almeno) di "santa". Lo stesso Domenico GORIZIA è coniugato con CAMARDA Daniela, figlia di CAMARDA Nicodemo (anche questi arrestato nella medesima Operazione MINOTAURO), nato a Grotteria (RC) il 27.01.1940, attivo nel "locale di Cuorgnè" e come scrive il GIP nell'O.C.C.: "L'attività investigativa dei Carabinieri di Torino ha altresì documentato, con attività d'intercettazione audio e video, l'attribuzione della dote di trequartino a CAMARDA. Il conferimento, di cui si è ampiamente parlato nel capitolo dedicato ai "riti", è avvenuto il 9 gennaio 2008, nel ristorante SOCIETA' di Prascorsano (TO), nel corso della stessa cerimonia in cui è stata conferita la medesima dote ad ARENA Cosimo."
La verifica sulle società in cui si sviluppava l'influenza degli uomini legati, al GULLACE, alcuni anni fa, faceva anche emergere che le società:
- GEDAG SAVONA SRL (con sede in Genova Borzoli, iscritta CCIAA di GE)
- GEDAL SRL (con sede a Ovada - AL , iscritta CCIAA di AL)
- GEDAC SRL (con sede in Genova centro, magazzino a Siderno-RC, iscritta CCIAA di GE)
fossero collegate tra loro attraverso alcuni soci e con particolari degni di attenzione. Nel dettaglio se si evidenziava che:
- la GEDAL SRL vedeva tra i soci, con intestazione delle quote a nome della figlia Barbara CRISCINO, il CRISICINO Silvio, che a seguito del sequestro dei beni conseguente al provvedimento connesso al procedimento penale per usura, cedette le quote all'altro socio, ovvero al BISACCIA Aldo, soggetto indicatoci come legato anche questi al Carmelo GULLACE ed ai MAMONE. Nella stessa società, risultava anche nel recente passato, come amministratore formale, la moglie del CRISINO, ovvero Angela MAMONE.
- nella GADAG SAVONA SRL, ove operava come dipendente anche una figlia del GULLACE, socio di maggioranza ed amministratore risultava il già menzionato BISACCIA Aldo come visto già legato a società di fatto riconducibile al GULLACE;
- nella GEDAC SRL risultavano chiaramente i nominativi tra i recenti amministratori della stessa del BISACCIA Aldo e familiari. Il particolare ulteriormente significativo della stessa è che svolgendo attività in Genova, con sede nella centrale via Assarotti, la società ha aperto un unità locale di "magazzino" presso Siderno in provincia di Reggio Calabria.
Tutte e tre le società svolgono la medesima attività di fornitura di macchinette automatiche per il caffè.
Sul gruppo GULLACE-FAZZARI occorre ancora precisare anche che:
- ci venne segnalato che lo stesso Carmelo GULLACE in compagnia di altri, non meglio identificati, in diverse occasioni, si sarebbe recato, soprattutto nelle ore serali, presso l'ex discoteca DOMINO in località Bardineto (SV). In detto luogo, a quanto riferitoci, era stato anche visto alcuni giorni prima del rinvenimento nella ex Discoteca di tre fucili e una busta con 5 mila euro. Tale materiale corrispondeva a quanto, alcune settimane prima, era stato rubato nell'imperiese.
Detto rinvenimento è stato effettuato dalle Forze dell'Ordine (Polizia di Stato) che stavano controllando la zona di Bardineto e Toirano alla ricerca di Luca SALVATICO, l'infermiere quarantenne scomparso alcuni giorni prima proprio in quella zona e di cui si sono perse inspiegabilmente le tracce. Si tratta di fatti del marzo 2010, ancora oggi senza soluzione e che hanno spinto in diverse occasioni i parenti del SELVATICO ad affermare che probabilmente lo stesso ha visto cose che non doveva vedere e per questo qualcuno lo ha fatto sparire.
- oltre ai contatti con i FOTIA ed i MAMONE che si sviluppano anche attraverso la "motivazione" dei rapporti tra le rispettive aziende (SAMOTER > Gullace-Fazzari - SCAVO-TER > Fotia - ECO-GE > Mamone), il gruppo GULLACE-FAZZARI era ed è in contatto con gli altri esponenti legati alla criminalità organizzata calabrese citati ed anche con gli esponenti della cosca RAMPINO, sino alla morte degli Antonio e Franco RAMPINO, al vertice della 'Ndrangheta in Liguria sino alla loro scomparsa, quando al vertice dell'organizzazione 'ndranghetista in Liguria si insediò il Domenico "Mimmo" GANGEMI.
A questo proposito oltre alle risultanze di un video che abbiamo reperito e consegnato all'Autorità Giudiziaria, e che abbiamo ampiamente illustrato con fotogrammi inequivocabili [vedi qui], appare significativo che in occasione della morte del Francesco FAZZARI la famiglia FAZZARI-GULLACE abbia voluto indicare esplicitamente nei manifesti funebri il ringraziamento a "l'amico MIMMO MARTELLI con famiglia". Il MARTELLI è infatti un esponente della famiglia RAMPINO.
Tale fatto così come altri elementi in merito alle influenze del Carmelo GULLACE e delle FAZZARI è stato da noi indicato anche pubblicamente il 7 febbraio 2011 senza ricevere mai alcuna smentita [vedi qui].
In merito al medesimo gruppo GULLACE-FAZZARI occorre inoltre segnalare fatti che si ritengono di assoluto rilievo già segnalati alla Procura della Repubblica - come quanto sopra - e nello specifico:
- Villa Fazzari (Borghetto S.Spirito)
Solo nell'autunno 2010, a seguito di molteplici nostre iniziative e segnalazioni alle Autorità competenti, il COMUNE di BORGHETTO SANTO SPIRITO ha portato ad esecuzione lo sgombero della cosiddetta "VILLA FAZZARI" sita in prossimità della vecchia CAVA "FAZZARI" oggetto di sequestro e bonifica. Tale struttura sequestrata e con ordine di demolizione risalente ai primi anni Novanta non era mai stato eseguito sino a quanto l'attenzione è stata posta con insistenza, mettendo così in evidente difficoltà quanti all'interno del COMUNE DI BORGHETTO S.SPIRITO non intendevano scontrarsi (o volevano agevolare) i FAZZARI-GULLACE.
Ad oggi, comunque, non risulta ancora effettuato o assegnato incarico di demolizione della struttura che prima di essere stata sgomberata e consegnata al Pubblico Patrimonio dal nucleo familiare della Rita FAZZARI e Roberto ORLANDO è stata in parte danneggiata pesantemente, come tradizionale segnale di disprezzo per l'Autorità, tipico delle famiglie mafiose. Risulta che la Rita FAZZARI abbia nuovamente tentato di bloccare tale procedura con ricorso amministrativo.
Si segnala che, nuovamente a seguito dei controlli sollecitati, si è proceduto anche ad allontanare dalla casa comunale sita lungo la provinciale e che sale verso la ex Cava Fazzari e la vecchia villa Fazzari, il Domenico "Mimì" SENATORE, soggetto storicamente legato ai GULLACE-FAZZARI, nonché al FAMELI, che non si comprende a quale titolo occupasse tale immobile.
- Villa Gullace-Fazzari (Toirano)
La struttura sita in Via della Costa 17 è sorta su un terreno della ex COMITO e presumibilmente trattasi di un passaggio fittizio del bene stesso. La villa risulta dalle visure catastali frazionata e appare complessivamente superiore sia come volumi, sia come metri quadri, rispetto a quanto dichiarato (ovvero si presume anche rispetto a quanto indicato nelle concessioni edilizie). Inizialmente i vari frazionamenti erano intestati alla Giulia FAZZARI, con anche iscrizione del provvedimento di sequestro che venne posto per breve tempo su parte della struttura dall'A.G. Successivamente, in concomitanza con le attenzioni poste sul nucleo GULLACE-FAZZARI e della causa sulla truffa relativa alle quote societarie della COMITO, la Giulia FAZZARI ha proceduto ad effettuare "donazione" dei diversi frazionamenti della villa alle figlie, con chiaro intento di eludere eventuali sequestri e confische dei beni.
Occorre anche ricordare che se il GULLACE Carmelo in una perquisizione da parte della Guardia di Finanza fu sorpreso mentre tentava la fuga dal retro della villa, nella vecchia "VILLA FAZZARI" vi era la consuetudine - a quanto riferitoci da più fonti - di dare rifugio a latitanti o persone legate alla 'ndrangheta che dovevano restare nascoste per un determinato periodo. Inoltre appare doveroso ricordare che lo stesso GULLACE Carmelo, prima di raggiungere la Costa Azzurra dove venne poi arrestato, era stato affidato, per il primo periodo di latitanza ai MAMONE e, dalle indicazioni raccolte, lo stesso aveva disponibilità di un "bunker" sotterraneo nella zona di Genova Campi, ai piedi della collina tra Coronata e Borzoli, ove risiedono i MAMONE ed il già citato CRISCINO Silvio.
Vi è poi un dettaglio assolutamente rilevante... che purtroppo è stato ignorato per troppo tempo e che pare proprio voglia continuare ad essere ignorato dalle Pubblica Amministrazione. Si tratta dell'origine del patrimonio e delle società in attività criminali e riciclaggio.
Se si era già evidenziato che le attività lavorative del GULLACE Carmelo fossero fittizie e puramente volte a garantirgli una "copertura", recentemente abbiamo acquisito e fornito all'Autorità Giudiziaria documentazione del defunto Francesco FAZZARI.
In una lettera, estremamente significativa ed esplicita, lo stesso ricordava alle figlie Giulia e Rita FAZZARI l'accordo intercorso che prevedeva l'intestazione fittizia delle sue società alle due sorelle e l'impegno delle stesse a versare al Francesco FAZZARI una quota mensile.
Il FAZZARI indicava nella lettera le medesime società su cui già si era evidenziata l'origine nei capitali di illecita provenienza e frutto delle attività illecite perseguite dalla stessa famiglia unitamente al gruppo del GULLACE.
Nella missiva inviata con raccomandata alle figlie il FAZZARI, il boss Francesco FAZZARI indicava:
* STRADE E COSTRUZIONI quale società a tutti gli effetti sua e solo erroneamente intestata alla Rita FAZZARI;
* CONSORZIO FERROVIAL, SAMOTER e COMITO società a lui riconducili e create dallo stesso.
Vi sono poi i fatti relativi alla CO.MI.TO. srl. Qui troviamo anche denunce e cause civili da parte del FAZZARI Orlando, anche questi figlio di Francesco FAZZARI ma da sempre dissociatosi dalle attività criminali della propria famiglia. Inoltre abbiamo anche noi prodotto, con un esposto apposito, documentazione e rilievi in merito, anche alla luce del fatto che appare evidente il "dettaglio" di una società a tre soci che, senza alcun passaggio di quote sottoscritto da uno di questi, diviene di proprietà di solo due soci (Giulia e Rita FAZZARI) con esclusione del terzo (Orlando FAZZARI).
Oltre a quanto sin qui evidenziato, la pericolosità sociale del nucleo GULLACE-FAZZARI, vede il ripetersi anche di pratiche illecite nel settore "ambientale", vista la pesante capacità di intimidazione e di condizionamento delle Pubbliche Amministrazioni.
Dopo il disastro ambientale con l'interramento di oltre 12 mila fusti tossico nocivi nella vecchia CAVA "FAZZARI" di BORGHETTO S.SPIRITO, il nucleo familiare dei FAZZARI, con il GULLACE, hanno avuto infatti la concessione per una nuova CAVA, poi adibita a di DISCARICA, a BALESTRINO. Tale concessione e gestione è stata da tempo analizzata e segnalata alla Prefettura di Savona ed alla Procura della Repubblica (con anche un video e foto della CAVA-DISCARICA) ove vengono conferiti ed interrati rifiuti speciali non conformi alle normative. Abbiamo infatti proceduto a documentare lo stato dei luoghi, così come anche evidenziato le omissioni degli interventi necessari alla messa in sicurezza dell'area e le pesanti omissioni di intervento da parte della REGIONE LIGURIA - DIREZIONE AMBIENTE, nonché della PROVINCIA e delle altre Autorità preposte.
Nella CAVA-DISCARICA DI BELESTRINO, ove vorrebbero realizzare anche un bell'inceneritore (con tanto di approvazione di apposita variante al PUC da parte del COMUNE DI BALESTRINO), ad oggi certamente si può indicare che si sviluppano:
- con conferimenti notturni, chiaramente volti ad evitare possibili controlli, come quelli relativi ai materiali provenienti dalla demolizione del cantiere della citata CI.SA. SRL di LOANO;
- conferimenti (e quindi visite e contatti) gli esponenti delle famiglie FOTIA e MAMONE (SCAVO-TER e ECO-GE).
Su detta Cava, pur in presenza del precedente dei riempimenti della vecchia CAVA FAZZARI a Borghetto Santo Spirito, è stata non solo prorogata l'attività estrattiva nonostante la presenza di un ampio fronte di frana attiva sovrastante, ma è stata anche autorizzata l'attività a "discarica" per materiale di inerti (in deroga a precedente provvedimento della REGIONE in cui si disponeva il ripristino attraverso "terra vergine").
Inoltre sulla stessa attività "estrattiva" ed alla proroga concessa occorre segnalare che l'area su cui è stata autorizzata la prosecuzione dell'estrazione rientra anche in un SIC (Sito di Interesse Comunitario), così come da molteplici foto forniteci risulta che anche l'attività di uso della Cava a "discarica" non sia stato limitato ad inerti ma anche ad altri materiali non rientranti in questa categoria e che necessitano di autorizzazioni mai rilasciate ne alla COMITO ne alla SAMOTER. Appare evidente l'omissione di controllo da parte degli enti preposti, oltre al nucleo ispettivo delle REGIONE, anche della PROVINCIA e del COMUNE DI BALESTRINO.
Sono stati molteplici gli esposti e le denunce effettuate alla REGIONE LIGURIA, alla PROVINCIA, al COMUNE DI BALESTRINO, nonché all'allora Procuratore Capo di Savona Vincenzo SCOLASTICO ed al Comando dei Carabinieri di Borghetto Santo Spirito e presso la Procura, in merito alle irregolarità ed agli illeciti relativi alle società operanti nella Cava, ma a detti esposti non è mai stato dato alcun seguito. In merito a questo è di assoluta rilevanza e degno di nota un particolare già indicato nel nostro esposto all'A.G. che qui riportiamo:
in data 16 giugno 2008 veniva tra l'altro segnalato alla REGIONE LIGURIA, oltre che al COMANDO DEI CC DI SAVONA (Corso Ricci) ed alla PROCURA DELLA REPUBBLICA di SAVONA, che la REGIONE LIGURIA avrebbe prorogato l'attività di abbancamento della CAVA CO.MI.TO - SA.MO.TER. dal 2008 sino al 2012.
Nella medesima comunicazione del 16.06.2008 la LIGUR BLOCK segnalava alle autorità preposte che l'ISPETTORE TECNICO - U.P.G. IN MATERIA DI POLIZIA MINERARIA, Geom. ROBERTO RIZZO, si accompagnava per un sopralluogo presso la CAVA CO.MI.TO. - SA.MO.TER con il pluripregiudicato della 'ndrangheta CARMELO GULLACE.
Nella nota si chiedeva chiarimento all'UFFICIO ATTIVITA' ESTRATTIVE del DIPARTIMENTO AMBIENTE della REGIONE LIGURIA chiarimento in merito, segnalando inoltre che il CARMELO GULLACE non era ne socio ne responsabile ne della CO.MI.TO. ne della SA.MO.TER. Precisiamo ulteriormente in merito a questo episodio che il CARMELO GULLACE risultava in allora ancora agli arresti domiciliari.
in data 22 settembre 2008 con prot. PG/2008/126103 il DIPARTIMENTO AMBIENTE - SERVIZIO ATTIVITA' ESTRATTIVE , a firma del Direttore Dott.ssa Gabriella MINERVINI rispondeva che l'attività della CAVA CO.MI.TO. - SA.MO.TER. vedeva un ultimo ATTO AUTORIZZATIVO del 14/06/2007 n° 1625 intestato alla SA.MO.TER. srl.
Nella medesima lettera la dott.ssa Gabriella MINERVINI riportava inoltre, testualmente, quanto segue:
"DIFFIDA
La S.V. è formalmente DIFFIDATA, a far pervenire ulteriori segnalazionie/o esposti non supportati da idonee motivazioni ed ultronee alle specifiche competenze e ai compiti d'istituto di questo Servizio, ad usare, a fare riferimenti normativi, e/o ad attribuire particolare paternità con scopi denigratori, ad appartenenti a questa struttura in riferimento ai provvedimenti intrapresi da questa Amministrazione nei settori di competenza.
La. S.V. è formalmente DIFFIDATA, dal palesare comportamenti equivoci da parte di questo personale Ispettivo e/o Dirigente di questa Amministrazione, insinuando rapporti di contiguità con persone, i cui precedenti, comunque non a conoscenza del personale, non riguardano l'attività di questo Servizio;
La. S.V. dovrà altresì esimersi, nel modo più assoluto, dal preservare nella diffusione di quanto sopra mettendo quantomeno in cattiva luce l'operato di questa Amministrazione. Correttezza comportamentale, trasparenza amministrativa ed equidistanza nei confronti dell'utenza, che sono e restano una costante, nello svolgimento dei compiti d'istituto svolti da questa struttura..."
In coda alla stessa lettera della dott.ssa Gabriella MINERVINI vi è inoltre un aggiunta sottoscritta personalmente dal Geom. Roberto RIZZO. La stessa, testualmente, riporta quanto segue:
" DIFFIDA
La diffido dal porre in essere per il futuro atteggiamenti offensivi della MIA reputazione, ed in particolare dell'attribuirmi fantasiosi rapporti di contiguità con persone, i cui precedenti, comunque non erano e non sono a mia conoscenza e comunque non riguardano i compiti d'istituto dell'Organo di Vigilanza da cui dipendo.
La diffido inoltre dall'insinuare l'intrattenimento, da parte mia, di rapporti con l'utenza improntati al conseguimento di interessi personali, mettendo il dubbio, nello svolgimento della mia attività ispettiva, il che è sempre improntato alla correttezza comportamentale, trasparenza amministrativa ed equidistanza nei confronti dell'utenza.
La diffido infine, nel modo più assoluto, dal perseverare nella diffusione di quanto sopra mettendo quantomeno in cattiva luce il mio "modus operandi" in modo particolare nei confronti della mia Amministrazione e di Enti Terzi.
In difetto di quanto sopra, sporgerò senz'altro.
Questo elemento, che crediamo significativo per il fatto che si diffida chi denuncia il boss, è solo uno di quelli che risultano sintomatici del fatto che le Pubbliche Amministrazioni, davanti agli 'ndranghetisti trapiantati in Liguria, si mostrano molto, ma molto accondiscendenti, quando non completamente chini [alcuni esempi, rimanendo ai GULLACE-FAZZARI ed ai collegati MAMONE li avevamo indicati qui e qui].
Come accennato la SA.MO.TER. ha inoltre presentato un progetto per la realizzazione nella Cava di BALESTRINO di un impianto per l'incenerimento dei rifiuti (classificato come "modificatore molecolare"). Tale progetto non ha registrato solo l'espressione di parere favorevole delle P.A. a partire dal Comune di BALESTRINO, ma ha anche visto apportare le necessarie modifiche al PUC (Piano Urbanistico Comunale) per rendere compatibile tale progetto con i vincoli della pianificazione comunale.
Detta modifica appariva però illegittima in quanto il PUC non può certo agire in modifica di norme e pianificazioni di enti "superiori" e quindi non può certamente modificare i confini del SIC (Sito di Interesse Comunitario) per rendere possibile la realizzazione in tale sito di un impianto per l'incenerimento dei rifiuti. Inoltre detto progetto confligge con la disposizione di ripristino della CAVA così come definito dal Piano Cave e dalle concessioni in essere.
A fronte di tale modifica come Casa della Legalità (ed anche il WWF Liguria) abbiamo proceduto ad inviare Osservazioni al Comune di BALESTRINO (e per conoscenza alla PROVINCIA ed alla REGIONE) in opposizione alla modifica della destinazione a PUC dell'area della CAVA. In risposta il Comune di BALESTRINO, oltre all'erronea affermazione dell'invio post scadenza delle nostre osservazioni, indica in delibera [] che le nostre Osservazioni (così come quelle del WWF Liguria), che chiedevano il mantenimento dell'attuale caratteristica dell'area con anche il mantenimento dell'obbligo del "ripristino", non sono accoglibili in quanto tali proposte sarebbero di competenza della Regione Liguria.
Tale indicazione, platealmente infondata, dimostra ulteriormente quanto l'Amministrazione del Comune di BALESTRINO subisca la pesante influenza dei FAZZARI-GULLACE.
Il gruppo GULLACE-FAZZARI, anche attraverso i MAMONE ed il FAMELI, ha saputo costruire una pesante contiguità e collusione con i settori di controllo. Così come i FOTIA, hanno infatti saputo non solo puntare all'infiltrazione nell'economia ed al condizionamento delle Pubbliche Amministrazioni, ma anche concretizzare consolidati rapporti con soggetti interni alle Forze dell'Ordine.
Anche su questo alcuni elementi sono già emersi, altri invece vedono, a quanto sappiamo, un'attenta ed approfondita attività di indagine, anche sulla base di alcuni elementi che siamo riusciti ad avere e che quindi abbiamo portato all'attenzione dell'A.G. e dei reparti investigativi. Quindi solo alcuni di questi elementi possono essere qui indicati, quanto basta per dare l'idea della capacità di penetrazione in questo settore.
Se la recente inchiesta della Guardia di Finanza e della Procura di Savona, denominata "DUMPER" [] ha evidenziato il coinvolgimento di un ispettore della Polizia di Stato in servizio alla Questura di Savona. Trattasi di Roberto TESIO che, sulla base delle risultanze dell'inchiesta e delle intercettazioni, non solo incontrava presso i locali del TARRICO (uomo di fiducia del FOTIA) il Pietro FOTIA, ma rivelava a questi notizie relative alle attività investigative che lo riguardavano.
Ci risulta inoltre, da testimonianze dirette di alcuni agenti della Polizia di Stato, che uno di loro n.m.i. (prima dell'arrivo alla Procura di Savona con funzioni di Procuratore Capo del dott. Granero) fossero stati convocati in Procura per una sorta di "richiamo" in quanto gli agenti avevano proceduto con relazione di servizio ad indicare alcuni fatti relativi ad esponenti della famiglia FOTIA. Ma veniamo ai GULLACE-FAZZARI e connessi MAMONE e FAMELI...
Il gruppo dei GULLACE-FAZZARI e quello del FAMELI si sono sempre connotati per una pesante capacità di infiltrazione e condizionamento dei settori di controllo. In estrema sintesi:
- l'agente della Polizia di Stato DELOGU Davide veniva arrestato - ed espulso dalla Polizia di Stato - perché aveva tentato di far avere al Carmelo GULLACE il passaporto a questi necessario per l'espatrio che gli era stato vietato. Lo stesso DELOGU avrebbe anche svolto il ruolo di "cerniera" per un esponente di una lista di destra candidato alle elezioni provinciali di Savona nella coalizione di Angelo VACCAREZZA, con il Carmelo GULLACE.
- alcuni agenti dell'Arma di Carabinieri n.m.i. in servizio a BORGHETTO S.SPIRITO e LOANO mostravano pesanti acquiescenze verso i gruppi dei GULLACE-FAZZARI e del FAMELI, intrattenendo palesi rapporti amicali con il Carmelo GULLACE in locali pubblici della zona. Due di questi agenti che erano in servizio presso la stazione di BORGHETTO, stando a quanto a nostra conoscenza, sarebbero stati trasferiti ad altra sede.
- una delle persone in stretto raccordo il nucleo familiare dei MAMONE è un agente della Polizia di Stato, di nome "Gianni", il cui ruolo e grado è a noi sconosciuto (vedere foto a lato) che attualmente dovrebbe svolgere attività presso il Commissariato di Cornigliano.
Lo stesso era presente anche alla festa del battesimo di cui al video sopra illustrato e si intratteneva a lungo con il CRISCINO Silvio, ovvero al soggetto che svolgeva il ruolo di "banchiere", come già indicato, per i GULLACE e MAMONE.
Sempre in contatto costante con i MAMONE (ed attraverso questi con il GULLACE) risultava anche un agente n.m.i. dei Servizi Segreti (che stiamo cercando di identificare) che gli forniva informazioni in merito ad inchieste ed indagini, così da permettergli di anticiparle o renderle inefficaci.
Oltre a tutto questo vi sono molti altri punti che abbiamo segnalato alle autorità competenti e che ovviamente non riportiamo qui... Lo scorso anno e nuovamente nel 2011 abbiamo inviato richieste documentate ed articolate di intervento al Prefetto di Savona così come alla Procura della Repubblica di Savona e ad altri reparti preposti al contrasto delle organizzazioni mafiose. A seguito di queste, sappiamo, sono stati avviati approfondimenti e verifiche, accessi antimafia e indagini tutt'ora in corso. Ma tutto questo, così come una storia criminale conclamata, appare costantemente ignorata dalle Pubbliche Amministrazioni savonesi... tra cui quella di Albenga.
LA PARTITA DI ALBENGA...
Partiamo da un dato sull'amministrazione comunale di ALBENGA. Con la maggioranza di centrodestra che ha eletto il sindaco Rosy GUARNIERI, è entrato in Consiglio Comunale, diventandone Presidente, il cugino di Andrea NUCERA del "crollante" gruppo GEO, ovvero quel Massimiliano NUCERA, a sua volta coinvolto in molteplici indagini della Procura di Savona e che, con Andrea NUCERA, promuove nella vicina ANDORA un progetto di nuova speculazione edilizia davvero curiosa, nel senso che per avere la concessione ad edificare ed il terreno su cui realizzarla, cede al COMUNE DI ANDORA (con l'accordo pieno dell'Amministrazione FLORIS) terreni che non sono più loro da molto, molto tempo... (ma di questo parleremo a breve con un apposito approfondimento).
L'amministrazione della GUARNIERI, molto vicina al Presidente della Provincia di Savona Angelo VACCAREZZA (di cui abbiamo già parlato per la licenza data nella veste di sindaco di LOANO al CASINO' ROYALE del boss Antonio FAMELI e per alcune foto in compagnia del pluripregiudicato Valter NEGRO su cui torneremo in altra occasione), ha riportato alla luce il progetto di una DISCARICA per inerti a CAMPOCHIESA promosso proprio dalla SA.MO.TER. della Rita FAZZARI, ovvero del gruppo FAZZARI-GULLACE.
Ma partiamo dall'inizio di questa storia, che ritroviamo quando alla guida del COMUNE DI ALBENGA vi era il centrosinistra.
In località MORTEO, frazione CAMPOCHIESA, nel COMUNE DI ALBENGA vi è un'area verde, in buona parte rientrante in un SIC (sito di interesse comunitario). Vi è un avvallamento, fatto di verde e muretti a secco. Per arrivarci nulla più di un sentiero, al di là di dove arriva la stradina (con un piccolo ponticello) chiusa da una sbarra divenuta area "di fatto" usata a discarica. Ed è proprio in quell'avvallamento che la SA.MO.TER. dei FAZZARI-GULLACE, durante lo scorso ciclo amministrativo, ha presentato il progetto firmato dallo studio BORRA di Borghetto Santo Spirito per aprire una discarica di inerti.
Nel progetto della SA.MO.TER venivana tra l'altro, negata l'esistenza di vincoli, quando invece, come ha indicato chiaramente il WWF nelle Osservazioni inviate alla REGIONE LIGURIA:
"L'area è soggetta a vincolo paesistico ambientale ai sensi dell'art. 142, lettera c) del D.leg. 22/01/2004 n. 42, in quanto ricadente nelle fascia di 150 m da corso d'acqua iscritto. Si osserva che la presenza del succitato vincolo nel Piano Provinciale di gestione dei rifiuti della Provincia di Savona, relativo ai rifiuti speciali, indicherebbe non idonee le aree destinate ad ambiti naturalistici includendo i principali corsi d'acqua (affluenti di sponda sinistra del rio Carenda denominati rio Fasceo e rio Caretto.) e relative fasce di tutela (vedi TAB. B1). A conferma di quanto si osserva che il Rio Carreto ricade anche all'interno del S.I.C. (ambito naturalistico).".
Proseguiva il WWF:
"nell'area interessata essendo presente vegetazione arborea ed arbustiva in stadio di crescita evolutivo sarebbe riconducibile come boscata in virtù sia dell'art.2 della L.R. n. 4/99 comma 1 che recita "Agli effetti della presente legge si considera bosco il terreno coperto da vegetazione forestale arborea e/o arbustiva, di origine naturale o artificiale, in qualsiasi stadio di sviluppo nonché il terreno temporaneamente privo della preesistente vegetazione forestale arborea e/o arbustiva per cause naturali o per interventi dell'uomo" ,
che dell'art.1 comma 3 lettera b) del D.Lgs. n.227/01 che recita "Sono assimilati a bosco: a) ..omissis; b) le aree forestali temporaneamente prive di copertura arborea e arbustiva a causa di utilizzazioni forestali, avversità biotiche o abiotiche, eventi accidentali, incendi; c)
...omissis";"
Ma ancora non basta:
"Il previsto progetto ricade in zona ANI-MA dell'assetto Insediativo del PTCP. Pertanto tale non è ammissibile al contrario di quanto affermato nel progetto in quanto:
Le norme di attuazione del regime Assetto insediativo ANI-MA,all' Indirizzo generale di MANTENIMENTO (MA) recitano:
- L'indirizzo generale di MANTENIMENTO si applica:
a) nelle situazioni in cui l'assetto territoriale ha raggiunto soddisfacenti condizioni di equilibrio tra fattori antropici ed ambiente naturale, tali da escludere l'opportunità di significative trasformazioni pur ammettendosi marginali potenzialità di completamente;
b) nelle situazioni in cui debbono considerarsi già sostanzialmente esaurite le potenzialità di espansione pur non configurandosi soddisfacenti condizioni di equilibrio tra fattori antropici ed ambiente naturale.
- L'obiettivo è quello, nel primo caso di tutelare le situazioni di particolare pregio paesistico presenti alla scala territoriale e, nel secondo, di evitare ulteriori compromissioni del quadro paesistico-ambientale quali sarebbero indotte da nuovi consistenti insediamenti.
- In entrambi i casi la pianificazione dovrà pertanto essere informata a criteri di sostanziale conferma dell'assetto attuale, con una più marcata attenzione agli aspetti qualitativi e strutturali nel primo caso e a quelli quantitativi nel secondo caso.
Il regime ANI-MA normato dall'art. 52 delle N.T.A. recita:
ANI-MA (Aree non insediate - Regime normativo di MANTENIMENTO): Tale regime si applica nei casi in cui, pur in presenza di valori naturalistici elevati o comunque significativi, si ritiene che modeste alterazioni dell'attuale assetto del territorio non ne compromettano la funzione paesistica e la peculiare qualità ambientale.
L'obbiettivo della disciplina è quello di mantenere sostanzialmente inalterati quei caratteri che definiscono e qualificano la funzione della zona in rapporto al contesto paesistico e di assicurare nel contempo, in termini non pregiudizievoli della qualità dell'ambiente e con particolare riguardo alle esigenze dell'agricoltura, una più ampia fruizione collettiva del territorio, un più efficace sfruttamento delle risorse produttive e una più razionale utilizzazione degli impianti e delle attrezzature eventualmente esistenti.
Non è pertanto consentito aprire nuove strade di urbanizzazione, ne costruire nuovi edifici, attrezzature ed impianti ad eccezione degli interventi specificamente volti al conseguimento degli obbiettivi sopraindicati, purché non alterino in misura paesisticamente percepibile lo stato dei luoghi.
La zona viene indicata dall'assetto insediativo del P.T.C.P. oltre che ANI-MA anche di tipo propositivo come AS le attività sportive (AS), intese come finalità da perseguire mediante destinazione di aree dì ampie dimensioni, attrezzate e infrastrutturate per l'esercizio di pratiche sportive comportanti un uso estensivo dei territorio e dotate dei relativi servizi oltre che di quelli connessi alle attività complementari, nonché - ad esclusione delle zone soggette al regime normativo di conservazione - di eventuali strutture per la ricettività ed il soggiorno degli utenti purché commisurate al tipo ed alla capienza degli impianti e compatibili con gli obiettivi di tutela paesistico-ambientale;"
Oltre a tutto questo (vincoli ambientali e urbanistici) l'incompatibilità del sito per il progetto della SA.MO.TER. si evidenziavano anche per quanto concerneva la viabilità. Ancora una volta quanto dichiarato nel progetto della società dei GULLACE-FAZZARI risultava palesemente falsato, come dimostrato dalle osservazioni ed analisi del WWF:
"1. La strada di accesso a Campochiesa consente il passaggio di veicoli aventi peso totale a terra (P.T.T.) non superiore a 10 t.
2. Il cavalcavia dell'autostrada è un ponte di 2^ categoria che consente il passaggio di mezzi con P.T.T. fino a 40 t.
3. Secondo lo Studio di Impatto Ambientale (SIA) - pag.40 - si può ipotizzare un conferimento giornaliero di mc 435, condotti da circa 30 camion. Nello studio non è indicato che tale numero riguarda i soli mezzi in entrata: quindi il totale dei camion è di 60 al giorno (circa 8 ogni ora). Questa è solo l'ipotesi più favorevole, non la più verosimile. Dalla relazione finanziaria si ricava il rapporto tra metri cubi e tonnellate, che varia tra 1,8 ton, per mc, (60% dei conferimenti) e 2,2 ton. per mc. (40%).
4. 435 mc. al giorno hanno un peso di:
435 *0.6 = mc. 261 * 1.8 = 469.8 t
435 *0.4 = mc .174 * 2.2 = 382.8 t
Totale 852.6 t
Questa è l'ipotesi più favorevole; perciò ci permettiamo di considerarne altre due. La prima considera il P.T.T. max pari a 10 t. La seconda (mista) considera mezzi da 40 t (60%) e mezzi da 10 t P.T.T..
Ipotesi con P.T.T. max pari a 10 t:
con una tara media di 3 t per mezzo, ogni camion potrebbe portare un massimo di 7 t di inerti; ne consegue che: 852,6 t : 7 t = 122 viaggi. Considerando anche il ritorno si hanno 244 veicoli al giorno, pari a 30 viaggi all'ora.
Tenuto conto che ci sono solo due slarghi per consentire il passaggio in senso alternato e che il tragitto da percorrere è di oltre 2 Km, tale previsione non risulterebbe conforme anche con il C.D.S. ed il vigente P.R.G. in quanto non consente l'allargamento dell'attuale viabilità, vedi artt. 61 (disciplina dei crinali) e 62 (aree interne ed elementi naturalistici) delle Norme tecniche di attuazione del PRG. Lo stesso consente il miglioramento delle reti infrastrutturali esistenti con molte limitazioni. Occorre aggiungere che, lungo il percorso, sono presenti diverse attività oltre a quelle agricole: agriturismo Il Colletto, Centro ippico Veirano, impianto di tiro al piattello.
Visto le criticità riscontrate non è possibile effettuare un tale numero di viaggi.
Ipotesi mista:
60% con mezzi da 40 t P.T.T. = 17 viaggi (469,8 : 28)
40% con mezzi da 10 t P.T.T. = 55 viaggi (382.8 : 7)
Totale 72 viaggi per 2 = 144 viaggi andata e ritorno = 18 viaggi ora. Anche in questo caso, certamente non limite, la viabilità è molto problematica.
Si ritiene inoltre osservare che per quanto riguarda il tratto di viabilità alternativa che si vorrebbe realizzare, si confermano le criticità finora riscontrate per quanto riguarda l'innesto con la viabilità esistente dove persiste il vincolo della portata di 10 t.
Alla luce di quanto sopra, si ritiene che la previsione di viabilità di asservimento a tale discarica sia incongruente e insufficiente con le previsioni contenute (passaggio giornaliero consistente in 30 camion da 40 t. P.T.T.) nello Studio di Impatto Ambientale presentato."
Davanti a contestazioni di merito che smontavano radicalmente la proposta ed il progetto di una discarica in tale sito, la Commissione VIA della REGIONE LIGURIA esprimeva parere negativo e respingeva il progetto, facendo sì che la Giunta Regionale (che non può modificare i pareri della Commissione di VIA) deliberasse in tal senso (clicca e ).
Ma la storia di questa "sognata" discarica dei FAZZARI-GULLACE non è solo questa... Ed anche qui, alcuni dettagli possiamo darli, rispetto a quanto abbiamo segnalato e denunciato a chi di dovere già a partire dallo scorso anno.
Il boss Carmelo "Nino" GULLACE non prese bene la ferma opposizione del WWF al progetto della Discarica. Il GULLACE, insieme alla consorte Giulia FAZZARI, si presentò a casa del referente del WWF di Albenga... gli disse chi era lui e la sua signora... gli disse che non accettava l'atteggiamento del WWF... rimprovera, addirittura, il referente del WWF di aver parlato contro il progetto in una riunione presso la sala parrocchiale di Campochiesa (sala ove si svolgono abitualmente incontri sulla vita del paese, ndr) affermando che "lui è credente e che in Chiesa si va solo per pregare". Sempre il GULLACE in quell'occasione affermava che non comprendeva perché il WWF cercasse di bloccare tutti i "SUOI lavori" e, nella lista, indicava: la DISCARICA DI MORTEO A CAMPOCHIESTA e la PISTA DI GO-KART. Poi sempre il GULLACE affermava che lui era "persona PULITA" (SIC!) e, quindi, pretendeva (inutilmente!) una lettera di scuse, con una sorta di "nulla osta" ai "suoi" progetti, da parte del WWF.
La Rita FAZZARI ora cerca di far vedere che il progetto è tutto suo, che la SA.MO.TER. è sua... ma se già prima avevamo visto ampiamente dove sta l'origine e la gestione "di fatto" di quella e della altre imprese a lei ed alla sorella formalmente intestate, questo "dettaglio" della visita e missiva del GULLACE toglie ogni possibile dubbio!
Ed allora sarebbe davvero curioso capire cosa ha folgorato, sulla via di Campochiesa, la sindachessa Rosy GUALTIERI... Perché vuole a tutti i costi dare il via libera a questo progetto? Prima di chiudere dedichiamo ancora qualche riga alle nuove Delibere dell'amministrazione del COMUNE DI ALBENGA guidata da Rosy GUARNIERI...
Già sulla PISTA DI GO-KART, di cui avevamo ampiamente parlato, dando anche spazio al titolare del progetto che negava ogni collegamento o volontà di conoscenza con il GULLACE ed il suo gruppo [vedi qui], la Sindaco GUARNIERI dovrebbe spiegare come fa a concedere le autorizzazioni all'esecuzione dell'opera in presenza di un vincolo inderogabile (derivante dalla Legge nazionale sulle aree percorse dal fuoco!)... Quel progetto, a parte il fatto che il GULLACE lo indicava come "SUO", è, come abbiamo dimostrato e segnalato a chi di dovere, illegittimo, perché prevede un intervento su un area percorsa dal fuoco. Non è difficile vedere tale area vincolata dalle cartografie... eppure proprio al COMUNE DI ALBENGA (così come in PROVINCIA ed in REGIONE) non riescono proprio a vederla e così hanno proceduto a nuova deliberazione per il via ai lavori per la PISTA DI GO-KART [].
Ancora di più non si comprende la Delibera favorevole alla prosecuzione dell'iter autorizzativo per la DISCARICA DI INERTI presentato dalla SA.MO.TER del gruppo FAZZARI-GULLACE, approvata dalla Giunta comunale del COMUNE DI ALBENGA il 20 settembre 2011 [].
La sindaco GUARNIERI abbraccia anche il Ministro dell'Interno Roberto Maroni, ma poi si piega per permettere un ennesimo progetto delle note famiglie 'ndranghetiste dei FAZZARI-GULLACE... vorremmo davvero che ci spiegasse il perché... Noi siamo disponibili ad un pubblico confronto, a CAMPOCHIESA, davanti ai cittadini che devono sapere cosa sta facendo la sua amministrazione!
Un Sindaco oggi, anche in Liguria, dovrebbe ormai erssere conscio che intorno ai mafiosi occorre fare terra bruciata... bisogna isolarli e fargli sentire il più totale disprezzo sociale. Non bisogna permettere loro di continuare ad inquinare l'economia locale, di strangolare le imprese che operano correttamente e senza la disponibilità infinita di denaro sporco da icicilare... Bisogna reagire e prevenire! Qualcosa, in alcuni casi, è iniziato a cambiare dopo le nostre denunce pubbliche ed alle autorità preposte, perché anche i GULLACE-FAZZARI, oltre che i MAMONE, il FAMELI, i FOTIA (per restare alle famigliole qui citate) hanno sentito stringersi il cerchio intorno a loro... si sono sentiti puntare l'indice contro e le attenzioni necessarie di chi di dovere. Ad ALBENGA, alla sua Amministrazione signora GUARNIERI, queste cose non sono mai arrivare all'orecchio? E' forse drammaticamente, per un Pubblico Amministratore, tanto ignorante in materia?
Non si offenderà la sindaco GUARNIERI se chiederemo (nuovamente) l'intervento del Prefetto di Savona e se informeremo di tutto questo anche il Ministro dell'Interno Roberto MARONI, vero? E, vista la situazione, nel caso se la prendesse, la GUARNIERI, faccia una cosa: metta la retromarcia e dichiari senza mezzi termini che quella discarica, così come altra iniziativa o progetto direttamente o riconducibile platelamente ai FAZZARI-GULLACE ed affini, non si farà!
In ultimo, per chiudere, la questione nuovo PUC del COMUNE DI ALBENGA. Hanno speso una marea di soldi e tempo per redigerlo. Oltre ai vincoli già citati ampiamente, secondo quanto contenuto nel nuovo progetto di PUC la DISCARICA della SA.MO.TER. non sa da fare... Forse l'amministrazione comunale guidata dalla Rosy GUARNIERI non ha nemmeno notato il nuovo progetto di PUC di ALBENGA? Forse il nuovo progetto di PUC di ALBENGA indica un "PARCO TURISTICO ALBERGHIERO" con vista discarica, tanto per citare un punto abbastanza significativo?
Beh, a questo punto ecco qui quanto riguarda la zona del progetto DISCARICA dei FAZZARI-GULLACE:
DESCRIZIONE FONDATIVA PUC
zone SCn - Campeggi di nuovo impianto nell'ambito urbanistico "F2" di Campochiesa, Ronchignole, Vallette.
COMUNE DI ALBENGA | PUC | progetto preliminare
schema delle norme
Specifici distretti di trasformazione in ambito frazionale vengono individuati dal PUC per governare il processo di dismissione e rifunzionalizzazione dell'area Testa e l'allestimento di un'offerta turistico-sportiva nelle aree in precedenza candidate ad ospitare la delocalizzazione dei campeggi dal litorale di Vadino; per queste aree il PUC prefigura per un verso la realizzazione di un villaggio ad alta sostenibilità su un modello insediativo compatto accompagnato da una azione perequativa che consente l'acquisizione di una vasta area collinare per valorizzare Campochiesa come porta di un sistema di fruizione ambientale. Un secondo distretto è connesso alla realizzazione di attrezzature turistico sportive con quote di ricettività complementari.
Obiettivi
3. I centri edificati sono:
- Bastia e Leca, per i quali si vanno determinando nuove condizioni di centralità indotte dalla riconfigurazione del sistema infrastrutturale della mobilità;
- S.Fedele e Lusignano, borghi collinari di grande impatto visivo per i quali garantire il miglioramento dell'accessibilità e la dotazione di servizi;
- Campochiesa e Salea, di elevato valore ambientale, che, anche per la vicinanza della montagna, potrebbero ospitare forme di fruizione e accoglienza in ambiente rurale.
Art. 2.36 - Disciplina urbanistica edilizia dei distretti di trasformazione
Campochiesa:
DTR CM - 1 | Rapalline
DTR CM - 2 | Polveriera
DTR CM - 3 | Parco turistico sportivo
DTR CM - 4 | Autostrada dei fiori
COMUNE DI ALBENGA | PUC |
Allegato 3 alle norme di conformità e di congruenza: schede normative DTR
CM 3 | Signola
DESCRIZIONE
Identificazione
Le trasformazioni insediative previste interessano un'area nel tessuto rurale urbanizzato, situata in Regione Signola, interclusa tra il tracciato autostradale della A21 ed i confini settentrionali del territorio comunale.
Analisi relazionale
Le attuali relazioni funzionali con il territorio urbano della città di Albenga sono deboli e condizionate, oltre che dalla collocazione territoriale, anche dalla configurazione infrastrutturale extraurbana locale presente al margine est del distretto.
Analisi delle infrastrutture della mobilità
L'area non è connessa alla rete di trasporto pubblico locale. La rete infrastrutturale ciclabile è assente.
Il livello di sicurezza della circolazione pedonale (marciapiedi e attraversamenti protetti) è critico.
Analisi funzionale
Le funzioni prevalenti, all'interno del distretto, sono relative alla produzione agricola. Non sono presenti funzioni di servizio alla città pubblica.
Analisi morfologica-insediativa
Nel distretto è identificabile, nel quadrante nord-est, una morfologia insediativa a tessuto discontinuo.
La densità territoriale esistente è inferiore a 0.01 mq/mq, per una superficie territoriale complessiva di 318.000 mq.
Analisi ambientale
Il distretto CM 3 si inserisce nella fascia pedecollinare del territorio albenganese caratterizzata da una ricca articolazione litologica e morfologica. Alle formazioni di origine marina si affiancano i depositi continentali più recenti. Le quote vanno da 133 a 67 m s.l.m. La maggior parte del territorio del distretto è sottoposto al vincolo idrogeologico.
Il reticolo idrografico rileva il rio Fasceo nel quadrante ovest del distretto.
La rete di raccolta delle acque reflue è di tipo misto e recapita nel bacino fognario di Campochiesa con scarico nel torrente Carenda previa depurazione. La rete di adduzione idrica e di gas metano supporta gli insediamenti esistenti.
Il distretto, caratterizzato per un livello basso di impermeabilizzazione dei suoli. È segnato da una rilevante presenza di aree con vegetazione arbustiva e cespuglieti, coincidenti con le aree attraversate dal fuoco, e da una presenza residuale di frutteti ed oliveti, vigneti, aree boschive, aree sterili ed aree residenziali a tessuto discontinuo. Parte del distretto ricade nelle "aree percorse dal fuoco".
Da un punto di vista acustico, l'area è classificata dalla vigente Zonizzazione Acustica Comunale interamente in Classe II; l'Autostrada A21 è una "sorgente fissa" di tipo infrastrutturale.
Non sono rilevate cabine MT ENEL di zona.
Analisi paesistico-culturale
Il distretto non presenta elementi paesistico-culturali, pur tuttavia avendo specifica rilevanza nella composizione del paesaggio rurale e collinare della zona.
OBIETTIVI
Il distretto di trasformazione DTR-CM-3 Parco Turistico sportivo dovrà:
- promuovere la riqualificazione ambientale e l'integrazione fruitiva del sistema paesistico-ambientale ricadente nel distretto;
- promuovere e supportare la riqualificazione ambientale e paesaggistica delle aree percorse dal fuoco presenti nel distretto;
- riqualificare e valorizzare la sentieristica esistente e le strade vicinali rurali per una fruizione turistica del territorio rurale e collinare ambientalmente sostenibile;
- promuovere e garantire una fruizione pedonale e ciclabile sicura e protetta delle aree rurali collinari;
- garantire condizioni di efficienza e accessibilità infrastrutturale per la mobilità veicolare, anche attraverso la valorizzazione funzionale di interventi ed infrastrutture esterne al distretto di trasformazione, in un quadro coordinato di interventi ambientalmente compatibili;
- limitare l'impermeabilizzazione dei suoli, in particolare nelle nuove aree insediate;
- promuovere la sostenibilità energetica sia in ambito insediativo che edilizio, ed in particolare negli interventi di nuova costruzione;
- integrare e valorizzare, nei processi di trasformazione ed integrazione funzionale del distretto, le specificità paesistiche ed ambientali del contesto;
- garantire il mantenimento delle colture e delle modalità di coltivazione tradizionali, caratterizzanti il tipico paesaggio ligure;
- realizzare, nell'ambito del distretto, e per una superficie pari ad almeno il 50% della St, un orto botanico diffuso con funzione sperimentale e pilota per la piana di Albenga;
- garantire il recupero e la valorizzazione testimoniale dei muretti in pietra di sostegno e demarcazione o di irregimentazione idraulica, ed in generale degli elementi dell'architettura minore presenti nel territorio rurale.