Oggi, 17 settembre, come annunciato, nella mattinata, come Casa della Legalità si è tornata a Savona.
In Procura abbiamo depositato un esposto sulle imprese dei FOTIA e presentato una denuncia – querela sulle minacce, intimidazioni e diffamazioni promosse da molteplici soggetti dell'ambito della famiglia e delle imprese dei FOTIA (nei giorni 7, 8 e 9 settembre 2012).
In Prefettura abbiamo depositato, all'attenzione del Prefetto, un esposto sulle imprese dei FOTIA e quanto avvenuto a Savona sabato 8 settembre scorso.
Il tutto è avvenuto sotto l'attenta vigilanza disposta dal Questore per garantire la nostra incolumità, visto e considerato che questa mattina, nel centro di Savona, era anche in svolgimento la manifestazione dei “lavoratori della SCAVO-TER”. Ma andiamo con ordine...
Partiamo dalla nuova manifestazione pro FOTIA. Alla testa della mobilitazione sempre lui, il sindacalista della CISL, Roberto Speranza. I lavoratori della SCAVO-TER (?) in corteo con due camion e le bandiere della CISL che sventolano. Si, la CISL è con i FOTIA, ora non ci sono più dubbi. Gli altri sindacati (a cui abbiamo scritto, così come abbiamo fatto con la CISL stessa, Unione Industriali di Savona e Confindustria Liguria) non si sono visti, non si sono presentati oppure c'erano ma si sono tenuti lontano dai riflettori... certo è che non hanno preso una posizione su quanto comunicatogli (vedi qui). Girano un poco per le strade di Savona, si fermano davanti alla sede della Provincia di Savona e poi arrivano davanti alla Prefettura. Qui fanno un sit-in mentre il sindacalista Speranza sale le scale della Prefettura per incontrare il Prefetto che però non c'è... e quindi non può che espletare un informale incontro... Scende e tutti smobilitano. Cosa chiedevano? Ovviamente che venisse cancellato l'effetto dell'interdizione disposta dall'Autorità Giudiziaria. Inoltre qualcuno dovrebbe spiegare ai lavoratori che la Prefettura non può annullare o modificare un interdizione disposta dalla magistratura. Può invece adottare ulteriori misure di prevenzione, “oltre” a quelle disposte dall'Autorità Giudiziaria.. ed è proprio quello che abbiamo, formalmente, chiesto di fare al Prefetto di Savona.
Appare grave e inquietante l'atteggiamento del Sindacato. Supportare un'impesa dei FOTIA, ovvero terminale a Savona della cosca MORABITO-PALAMARA-BRUZZANITI. Il Sindacato che divende il "diritto al lavoro", davanti ad un contesto come questo, in presenza di un interdizione e di risultanze pesantissime sui FOTIA, dovrebbe fare ben altro che porsi alla testa di una mobilitazione che vuole, dalla piazza, piegata dal "ricatto occupazionale", negare le evidenze e imporre la cancellazione di Atti delle Autorità dello Stato.
Qualcuno può chiedere cosa deve fare il Sindacato in questi casi. Ecco una risposta: rispettare le risultanze ufficiali dei Reparti dello Stato, rispettare le decisioni delle Autorità (da quella giudiziaria a qualla delle articolazioni del Ministero dell'Interno, compresa quindi la Prefettura), negare ogni partecipazione ad iniziative volte a negare i fatti e gli Atti ufficiali e formali, chiedere al Prefetto di convocare le parti sociali e, con queste, promuovere un azione, di concerto con le Pubbliche Amministrazioni e l'Unione degli Industriali perché le imprese NON INTERDETTE assorbano - eventualmente anche temporaneamente - i lavoratori della SCAVO-TER (ovviamente che non abbiano alle spalle condanne), subentrando negli incarichi pubblici che per il provvedimento INTERDITTIVO la SCAVO-TER (e società collegate) non può e non deve espletare! Questo fanno i Sindacati, difendo "i lavoratori" non chi li usa per rifarsi la maschera di "impenditori puliti", che i fatti e gli Atti dicono che i FOTIA non sono!
Ed invece ecco, il Sindacato, la CISL con la SCAVO-TER (PDF SRL) dei FOTIA.... ecco due foto della loro manifestazione di questa mattina:
Si, oltre allo striscione SCAVO-TER c'è anche quello con la scritta “PDF”. Non è una visione e non è il formato dei file per il pc. E' quella società dei FOTIA che abbiamo indicato tanto tempo fa (nel 2010 – vedi qui) e che eravamo tornati ad indicare in un successivo articolo (nel 2011 - vedi qui), pubblicando l'albero genealogico della famiglia FOTIA e le loro imprese:
Dettagli di parentele che contano. Patti ed alleanze strette rigorosamente, ad Africo, con le altre famiglie della 'ndrangheta: i PALAMARA, i BRUZZANITI, gli SCORDO ed i CRIACO. Tra questi anche la Simona ROSSO, che compariva nelle cariche sociali della SCAVO-TER così come proprio della PDF e che è figlia di una BRUZZANITI.
E quella “PDF SRL” è un po una “cassaforte” per i FOTIA. Uno strumento utile e abilmente usato per cercare di eludere la misura interdittiva. Rivediamo il grafico con cui si apre questa pubblicazione, così da capire meglio i vari passaggi che andremo a vedere al dettaglio:
Si, la “PDF SRL” aveva un socio unico: la SCAVO-TER! Per questo viene creata una nuova società a cui passarne la proprietà a ridosso del provvedimento interdittivo sulla SCAVO-TER. L'obiettivo che chiaramente appare evidente è quello di evitare che l'interdizione – come dovrebbe – ricada anche sulla PDF. Vediamo i vari passaggi punto per punto...
Il 6 MARZO 2012 scatta dal TRIBUNALE DI SAVONA il sequestro preventivo a PIETRO FOTIA, come si evince dall'annotazione del Decreto del GIP nella visura camerale dell'altra società dei tre fratelli, la ACQUAVIVA SRL (quella che era socia, in INCISA, dove si ritrovava anche la Diocesi savonese). Ecco l'estratto:
Il 10 MARZO 2012 il GIP dispone con Ordinanza l'interdizione alla SCAVO-TER, il cui legale rappresentante è Donato FOTIA (anche socio della stessa con Francesco FOTIA). Il provvedimento è trasmesso in data 13 MARZO 2012 alla Camera di Commercio ed alla Prefettura di Savona. Ecco l'estratto [il testo integrale lo avevamo già pubblicato ed è ]:
Il 4 APRILE 2012 viene costituita a Savona, da Francesco FOTIA e Donato FOTIA (gli stessi soci della SCAVO-TER), la “SE.LE.NI. SRL”.
Il 5 APRILE 2012 la società viene registrata alla CCIAA. Questa ha un capitale sociale dichiarato e sottoscritto di 20 mila euro, ma di questi ne vengono versati solo 5 mila in contanti. Ecco estratto della visura camerale:
Il 14 APRILE 2012 la società interdetta SCAVO-TER (soci Donato e Francesco FOTIA) cede tutte le quote ed il controllo della “PDF SRL” alla SE.LE.NI. SRL (soci Donato e Francesco FOTIA):
Nella PDF SRL vi era già stato, subito dopo l'arresto di Pietro FOTIA, un cambio delle cariche sociali. L'atto è datato 19 MAGGIO 2011, mentre FOTIA Pietro è ancora in carcere, lo stesso FOTIA Pietro cessava dalla carica di Amministratore e Presidente del Cda che veniva assunta da Giuseppe CRIACO (nato a Reggio Calabria nel 1990 e domiciliato ad Africo – RC), mentre anche ROSSO Simona (già anche in SCAVO-TER) cessava dalla carica di Consigliere che veniva assunta da Tamara MONTELEONE (nata a Savona nel 1975 e domiciliata a Savona).
Ora il quadro è chiaro sull'operazione per evitare che l'interdizione della SCAVO-TER ricadesse sulla PDF SRL, quando è di tutta evidenza che le ragioni dell'interdizione alla SCAVO-TER (dei FOTIA) automaticamente si deve estendere alle società di proprietà e controllate dalla SCAVO-TER stessa. Inoltre il fatto che i soci del nuovo socio unico e quindi controllante della PDF SRL, ovvero i proprietari della SE.LE.NI. SRL, sono gli stessi di SCAVO-TER: Donato e Francesco FOTIA, non è per nulla un dettaglio trascurabile. Poco può influenzare l'eventuale ulteriore parentela dei FOTIA con il neo amministratore e presidente del Cda. (il marito di Adalgisa FOTIA - sorella di Pietro, Donato e Francesco – è infatti un CRIACO, Francesco CRIACO).
Visto questo “dettaglio” che non farà certo piacere ai FOTIA che venga reso noto e documentato, come facciamo su ogni loro vicenda che affrontiamo, che, ancora una volta, mette in evidenza (come già ha fatto per il caso di BELLISSIMO Giuseppe) alcuni lavori in corso, e nel caso specifico di quelli per una società del gruppo DEMONT dei Dellepiane (il marito di Lorenza Dellepiane è anche il Presidente dell'Unione Industriali di Savona, quelli sempre tanto silenti su certe vicende). Le società di questo gruppo le abbiamo già incontrate per cantieri (anche in Piemonte) e in vicende giudiziarie (come le perquisizioni della Guardia di Finanza relative ai lavori nelle aree delle ex Acciaierie di Cornigliano a Genova) accanto alla ECO-GE dei MAMONE, famiglia legata ed imparentata alla cosca dei GULLACE-RASO-ALBANESE, e oggetto non soltanto di molteplici indagini giudiziarie e rilievi investigativi, ma anche di un interdizione “atipica” antimafia del Prefetto di Genova... ma questa è un'altra storia che ci porterebbe distanti e di cui abbiamo ampiamente parlato (vedi qui)
Riprendiamo sulla questione FOTIA... e lo facciamo su un dettaglio che proprio una bazzecola non ci pare...
Torniamo ai fatti dell'8 settembre scorso. Alla contro-manifestazione dei cosiddetti “lavoratori della SCAVO-TER”. Alle intimidazioni e diffamazioni che questi hanno eseguito nei nostri confronti (che si aggiungono alle minacce del Maicol PISCOPO, il parente stretto con la “Sala Giochi”, che le ha postate su facebook il 9 settembre)... [vedi qui, qui e qui] ... Abbiamo già messo in evidenza che è la “famiglia FOTIA” che il giorno precedente (7 settembre), lo stesso dei primi attacchi diffamatori online contro il Presidente della Casa della Legalità, avrebbe infatti inviato un comunicato che è stato così ripreso da “La Stampa”. La “famiglia FOTIA” nel comunicato ventilava possibili disordini per l'ordine pubblico a Savona se si fosse realizzato il nostro volantinaggio. E guarda caso è scattata, poche ore dopo, l'azione che avrebbe potuto davvero creare disordini. Chi l'ha messa in atto? Quelli che si presentavano come “lavoratori della SCAVO-TER”. A parte che tra i lavoratori della SCAVO-TER vi sono molteplici soggetti con precedenti, la nostra attenzione si è posta su un soggetto in particolare. Quello che con ogni evidenza “coordinava” questi cosiddetti “lavoratori della SCAVO-TER”... Il soggetto è quello ritratto in queste foto. Robusto e con camicia azzurra...
Questi non è un dipendente della SCAVO-TER. E' Walter DI MEO, pluripregiudicato per reati contro il patrimonio e legato alle attività illecite di un clan degli zingari. Ma come: un pluripregiudicato, legato alle attività illecite di un gruppo ben noto a Savona, che cosa ci fa con i tanto tanto poveri “lavoratori della SCAVO-TER" e soprattutto cosa lo porta in un parte attiva nella difesa dei FOTIA che tanto si dicono puliti anche se puliti non sono proprio per nulla?
Ecco, per ora ci fermiamo qui, abbiamo scritto e documentato abbastanza... Ci limitiamo a riportare, visto che fanno sempre i furbetti, i FOTIA, gli estratti di alcuni degli Atti ufficiali in cui i FOTIA, loro, sono chiaramente indicati come 'Ndrangheta e come cosca MORABITO-PALAMARA-BRUZZANITI. Buona rilettura, visto che li abbiamo già pubblicati e ripubblicati più volte...
• Relazione annuale DNA – dicembre 2011
“La Liguria di Ponente.
La provincia di Savona vede la presenza di alcuni nuclei familiari storici legati alla criminalità organizzata di matrice calabrese tra gli altri la famiglia “GULLACE” nonché quella degli “STEFANELLI” originari di Oppido Mamertina (RC), operante nel comune di Varazze (SV) e già in passato coinvolta in un sanguinoso conflitto con la cosca “MARANDO” sorto proprio a causa di problemi relativo alla gestione di alcuni traffici di droga sia in Piemonte che in Liguria. Il 21 dicembre 2010 il R.O.S. CC di Reggio Calabria nell’ambito dell’operazione “REALE 3” trae in arresto a Savona presso l’abitazione di Donato FOTIA il pregiudicato VERSACI Mario.”
• Relazione annuale DNA – dicembre 2009
“La crescente ampiezza della sfera di interessi economici ruotante attorno alle varie anime della ‘ndrangheta presenti nella regione ligure ben contribuisce a spiegare l’attivo interesse di tali articolazioni, registrato in recenti contesti investigativi, ad individuare in ambito locale specifici referenti amministrativi e politici, oltre che a rinsaldare e saldare le molteplici relazioni delle proprie rappresentanze economiche fiduciarie con gli ambienti imprenditoriali della regione. Il fenomeno appare connotato da speciali note di concretezza con precipuo riguardo alla situazione nelle province di Savona (ove operano soprattutto le famiglie Fameli, Fazzari, Gullace e Fotia)...”
• già nella Relazione annuale DNA – dicembre 2008
“La crescente ampiezza della sfera di interessi economici ruotante attorno alle varie anime della ‘ndrangheta presenti nella regione ligure ben contribuisce a spiegare l’attivo interesse di tali articolazioni, registrato in recenti contesti investigativi, ad individuare in ambito locale specifici referenti amministrativi e politici, oltre che a rinsaldare e saldare le molteplici relazioni delle proprie rappresentanze economiche fiduciarie con gli ambienti imprenditoriali della regione.
Il fenomeno appare connotato da speciali note di concretezza con precipuo riguardo alla situazione nelle province di Savona (ove operano soprattutto le famiglie Fameli, Fazzari, Gullace e Fotia) e Imperia (ove sono attivi i gruppi Ventre, Sergi, Pellegrino e Iamundo), ma è riconoscibile con nitidezza anche nel Levante (ove sono attive le famiglie De Masi, Romeo e Rosmini) e nel genovese (ove operano le famiglie Nucera, Rampino, Fogliani, Asciutto), in ogni caso confermandosi l’importanza di un penetrante e continuo monitoraggio delle realtà connotate da più rilevante e tradizionale presenza di figure di speciale potenziale criminoso al fine dell’emersione dei reali tratti dei processi di aggregazione e radicamento territoriale dei gruppi di origine calabrese.”
• già la Commissione Parlamentare Antimafia – Relazione 2006
“La DNA indica anche puntualmente le sfere di penetrazione economica dei gruppi della ’Ndrangheta in Liguria:
«Non di meno, al rilevato processo di ristrutturazione criminale dei gruppi calabresi prima sinteticamente delineato corrisponde una coerente espansione della dimensione affaristica dei medesimi gruppi, risultando da molteplici fonti investigative l’interesse di soggetti legati alla ‘ndrangheta in attività` economiche legali controllate attraverso una fitta rete di partecipazioni societarie (nel campo dell’edilizia, soprattutto, ma anche dello smaltimento dei rifiuti e del commercio) e una spregiudicata pressione usuraria su operatori economici locali funzionale ad obiettivi di sostituzione nell’esercizio delle imprese in crisi finanziaria. La crescente ampiezza della sfera di interessi economici ruotante attorno alle varie anime della ‘ndrangheta presenti nella regione ligure ben contribuisce a spiegare l’attivo interesse di tali articolazioni, registrato in recenti contesti investigativi, ad individuare in ambito locale specifici referenti amministrativi e politici, oltre che a rinsaldare saldare le molteplici relazioni delle proprie rappresentanze economiche fiduciarie con gli ambienti imprenditoriali della regione. Il fenomeno appare connotato da speciali note di concretezza con precipuo riguardo alla situazione nelle province di Savona (ove operano soprattutto le famiglie Fameli, Fazzari, Gullace e Fotia) e Imperia (ove sono attivi i gruppi Ventre, Sergi, Pellegrino e Iamundo), ma e` riconoscibile con nitidezza anche nel Levante (ove sono attive le famiglie De Masi, Romeo e Rosmini) e nel genovese (ove operano le famiglie Nucera, Rampino, Fogliani, Asciutto), in ogni caso confermandosi l’importanza di un penetrante e continuo monitoraggio delle realtà` connotate da piu` rilevante e tradizionale presenza di figure di speciale potenziale criminoso al fine dell’emersione dei reali tratti dei processi di aggregazione e radicamento territoriale dei gruppi di origine calabrese».”
• Significativo anche del “patto” di convivenza con le altre cosche 'ndranghetiste presenti ed attive nel savonese e più in generale in Liguria, appare la Relazione di servizio della Polizia di Stato sul funerale del boss Francesco FAZZARI:
"Si segnala che, in data 26.2.2009, nel Comune di Borghetto S. Spirito (SV), si sono svolte le esequie di FAZZARI Francesco, nato a Mammola (RC) l'1.10.1926, residente in vita a Borghetto S. Spirito (SV) in Via Per Toirano, come già evidenziato noto esponente in questa provincia della cosca dell'ndrangheta RASO-GULLACE-ALBANESE (originaria della Piana di Gioia Tauro -RC-).
(omissis)
Nel corso del servizio di osservazione svolto in occasione del citato evento, veniva altresì documentata la presenza di FOTIA Sebastiano e del proprio figlio FOTIA Pietro, noti esponenti in questo territorio della cosca dell'ndrangheta MORABITO-PALAMARA-BRUZZANITI (originaria della costa jonica calabrese), malgrado – per quanto consta a questo Ufficio - non risultino legami di parentela tra i predetti e la famiglia FAZZARI e gli stessi appartengano a due diverse cosche, geograficamente originarie ed operanti in due distinte zone della provincia di Reggio Calabria.
(omissis)
Il personale operante aveva modo, altresì, di constatare il verificarsi dapprima di un incontro formale tra i citati FOTIA e MAMONE e, subito dopo, di un colloquio ristretto ai soli FOTIA Sebastiano e MAMONE Luigi, protrattosi per alcuni minuti e - a parere di questo Ufficio - di particolare significato considerate le circostanze in cui esso si è svolto, nonché per il carattere degli interlocutori i quali - come detto – risultano appartenere a due distinte cosche."
• Il ruolo dei FOTIA (Sebastiano è il padre di Pietro, Donato, Francesco e Adalgisa, con precedenti per droga e armi e da allora "evaporato" da ruoli formali nelle società di famiglia) emerge anche dagli Atti dell'indagine MAGLIO del ROS di Genova. Infatti nella Richiesta di misure della cosiddetta Operazione “MAGLIO 3” risulta altresì riportato:
“Il giorno 31 gennaio 1994 il collaboratore di giustizia GULLA' GIOVANNI dichiara:
(...omissis...)
“Il riferimento in Liguria della famiglia di Sarzana era VINCENZO NUCERA che allora abitava a Lavagna e che poi si trasferì a Frosinone lasciando a Lavagna il figlio SANTINO NUCERA anche lui appartenente (allora e, ritengo, tuttora) all'Onorata Società e che svolge attività di imprenditore edile. Che io sappia non ha parenti nel Ponente Ligure. Ha invece parenti a lavagna; in particolare PAOLO NUCERA che gestisce un ristorante sito davanti alla Stazione dei Carabinieri di Lavagna. Mi risulta che PAOLO e SANTINO NUCERA siano tuttora affiliati all'Onorata Società. I NUCERA sono originari di Fossato a quanto mi risulta, non sono inseriti in una cosca calabrese particolare tanto è vero che non sono mai stati implicati in guerre tra cosche. (...omissis...) L'organizzazione dell'onorata società era allora (e devo ritenere ancor oggi visto che sconvolgimenti non ve ne sono stati) strutturata in questo modo: vi era una presenza ramificata da Sarzana a Ventimiglia passando per Lavagna, Rapallo, Genova, Savona, Taggia, Sanremo ecc.; tutti poi convergevano nel “locale” (inteso per tale la famiglia, il gruppo) di Ventimiglia che fungeva, come si diceva in gergo, da “Camera di Controllo” di tutta la Liguria, vale a dire che per tutte le questioni inerenti all'organizzazione (prescrizioni, regole ecc) il riferimento per ogni singola 'ndrina e per ogni singolo locale era la camera di controllo di Ventimiglia la quale fungeva da filtro per la Calabria.
I rappresentanti alle riunioni potevano cambiare ma localmente vi erano capi riconosciuti delle varie famiglie:
- a Sarzana i principali esponenti erano i ROMEO e i SIVIGLIA;
- a Ventimiglia Ernesto MORABITO, Ciccio MARCIANO', Antonio PALAMARA; anche un certo SCARFO' di cui non ricordo il nome era un personaggio di spicco della zona;
- a Lavagna, come già detto, i NUCERA;
- a Genova ANTONIO RAMPINO e PIETRO NASTASI, originario di Santa Cristina, che aveva un forno in via Bovvio;
- a Savona SEBASTIANO FOTIA;
- a Taggia erano molti influenti i MAFODDA e NINO RAGUSEO. Un mio amico, PIETRO MOLLICA di Africo, anch'egli affiliato, mi parlava spesso di suoi parenti affiliati che però non ho conosciuto personalmente;
- a Sanremo MICHELANGELO TRIPODI di Rosarno e, mi sembra, alcuni appartenenti alla famiglia FALLETI (uno dei quali, PINO, abitava a Vallauris);
- a Diano Marina gli STELLITANO. Io ne ho conosciuto uno, di cui non ricordo il nome, originario di Seminara, che aveva un negozio di abbigliamento a Diano.
Non ricordo chi fossero gli esponenti di Albenga e Borghetto Santo Spirito”.
(...omissis...)”
E poi, per chiudere, un'altra annotazione del ROS, negli Atti dell'indagine MAGLIO. E' relativo ad un incontro di 'ndrangheta a cui hanno partecipato il capo della 'ndrangheta in Liguria, RAMPINO Antonio, diversi uomini legati al GULLACE come ad esempio il PRONESTI' Salvatore, il Cosimo GORIZIA e tanti altri uomini delle famiglie della 'ndrangheta... chi ti spunta tra i presenti? Qualcuno giunto con una bella macchina della SCAVO-TER:
P.S.
Abbiamo già spiegato (vedi qui) che nel provvedimento con cui "allo stato" non è stata accolta l'istanza della DIA per il sequestro e la confisca dei beni NON c'è traccia di alcuna smentita alle risultanze, molteplici ed univoche, degli Atti ove è indicata la mafiosità dei FOTIA. Qui anche le note sulla decisione in merito a tale istanza della DIA: vedi qui e qui.
Per gli approfondimenti
si rimanda alle molteplici pubblicazioni nello Speciale sui FOTIA