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LA CALABRIA SCONFESSA IL DIRITTO DI CRONACA
Oscurati tutti i siti internet ed il quotidiano Calabria Ora che hanno reso pubblico il Rapporto Basilone, di natura amministrativa e non giudiziaria, sull'Azienda Sanitaria locrese. Attraverso un'interrogazione, il Prc chiede al ministro degli Interni di eliminarne i requisiti di riservatezza.
di Barbara Panetta
Reggio Calabria – Da troppo tempo in Calabria il rispetto della legge pare non sia un esercizio praticato da molti. A prova di tale asserzione potrebbe risultare utile leggere la relazione sull'Asl 9 di Locri, redatta nel marzo di quest'anno dalla Commissione di Accesso del Ministero degli Interni, voluta dall’allora presidente Ciampi e guidata dal prefetto Paola Basilone. Le centoottantatre pagine mettono in rilievo come appalti, contratti e prestazioni fossero stati affidati, nel quinquennio preso in esame, senza rispetto alcuno per le normative vigenti. Tra gli obblighi di legge, ricordiamo, vi è la richiesta del certificato antimafia.
Nel maggio scorso, il neonato quotidiano Calabria Ora, pubblicò le prime cinquantuno pagine della relazione, ma non fece in tempo a divulgare il resto del documento in quanto la Digos fece irruzione in redazione e sequestrò il materiale.
Fu questo il primo atto della censura al Rapporto Basilone che ancora oggi, a sei mesi di distanza, ci si ostina a non rendere pubblico nonostante il vice ministro degli Interni, Marco Minniti, pensi “debba essere distribuita e studiata in tutte le scuole per far capire il livello dell’infiltrazione mafiosa nelle strutture pubbliche”.
A metà ottobre, il sito che fa riferimento ad Elio Veltri pubblica la relazione nella sua interezza. Sconcerto. Per il contenuto e per le conseguenze.
Tra gli impiegati dell’ As di Locri figurano pregiudicati ed affiliati alle cosche della Locride e lo stipendio, in un caso, risulta costantemente erogato ad un dipendente non più in servizio a causa della detenzione per associazione di tipo mafioso.
Ad una decina di giorni dalla pubblicazione, i carabinieri di Firenze perquisiscono l’abitazione del gestore del sito e sequestrano computer ed hard disk. Oscurato naturalmente il link che rendeva noto il documento.
Il tre novembre tocca a , sito della “Casa della Legalità – Osservatorio sulle mafie. Onlus”. Il file relazione_locri.pdf viene sostituito con uno visualizzante una pagina che informa del sequestro. Il presidente Christian Abbondanza dichiara “Con il procedimento penale 2243/06 è stato oscurato il link alla relazione sia nel nostro caso che nel caso di Democrazia e Legalità. Pubblicazione sparita anche dal sito di Repubblica on line del gruppo l’Espresso. Noi non abbiamo mai ricevuto alcuna notifica di tale procedimento, alcuna comunicazione in merito a tale iniziativa giudiziaria. E’ un atto illegale che viola l’art. 21 della Costituzione. I siti sono per il resto intatti, anche il dossier con l’estratto della relazione. Sembra che qualcuno voglia impedire che i cittadini sappiano il contenuto di una relazione amministrativa, non giudiziaria, su appalti e soldi pubblici”.
Ma intanto, il 2 novembre, la Procura di Reggio Calabria aveva disposto l’acquisizione dei messaggi di posta elettronica giunti al direttore di Calabria Ora, Paride Leporace, tra il 15 aprile ed il 15 maggio scorsi e tra il primo ed il 10 ottobre. Il direttore, indagato per rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio, commenta così: “Potevano convocarmi per poter scegliere se avvalermi del mio diritto a preservare il segreto professionale”.
Tra le pagine di Calabria Ora si possono leggere in questi giorni alcune delle e-mail di solidarietà fatte pervenire al direttore. Solidarietà espressa anche dall'ex sottosegretario alla Giustizia Jole Santelli, di Forza Italia: "La libertà di stampa ed il diritto di cronaca sono principi fondamentali sanciti dalla Costituzione e quindi vanno tutelati e per questi motivi il sequestro della posta elettronica del direttore di Calabria Ora, ledono gravemente i diritti della liberta di stampa, la loro libertà di organizzazione e di azione editoriale".
Intanto, il vice capogruppo alla Camera del Prc, Antonello Falomi, ha presentato un’interrogazione al ministro degli Interni per chiedere i motivi dell’oscuramento e per richiedere l’eliminazione dei “requisiti di riservatezza in virtù del carattere pubblico che ha di fatto assunto il documento in modo da evitare conseguenze giudiziarie per quanti intendano consultarlo”.
Ed i calabresi si vedono costretti a sopportare i soprusi “legali” della procura, oltre a quelli illegali degli ‘ndranghetisti.
Rinviato a data
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SIAMO DI NUOVO
OPERATIVI ONLINE
(IN ESILIO DIGITALE)
Dal 29 dicembre si è
lavorato sodo per
salvare i dati e portare il
sito in sicurezza all'estero.
Abbiamo cercato, già che
si doveva operare sul sito,
di rinnovarlo e migliorarlo.
Ci sono ancora alcune cose
da sistemare e lo faremo
nei prossimi giorni.
Ma intanto si riparte!
Andiamo avanti.
f.to i banditi
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