Ebbene sì: il Centro di Betonaggio “nel” torrente Merula, ad Andora, di Michele Bavaro, realizzato ed utilizzato grazie all'amministrazione pubblica è stato sequestrato dalla Procura della Repubblica, insieme a tutti i mezzi dell'impresa.
Un fattaccio in casa “ViviAndora”, ovvero il gruppo di centrosinistra del Comune di Andora, di cui è espressione il sindaco Franco Floris. Infatti se l'Amministrazione andorese è quella di “ViviAndora”, il Vice-Presidente di “ViviAndora” è proprio Michele Bavaro!
Noi denunciammo la situazione di illegalità del Centro di Betonaggio e le anomalie amministrative che avevano permesso di attivare questo impianto. Lo facemmo circa due anni or sono alle Autorità competenti. Oggi, anche su questo, si deve dire che ci avevamo visto giusto.
Per ora qualche foto ed una dichiarazione del Sindaco FLORIS che difendeva quella collocazione per il Centro di Betonaggio ed il fatto che fosse stato autorizzato con una semplice DIA... e qualche altro dettaglio, oltre al Comunicato Stampa ufficiale sul sequestro...
La dichiarazione, in Consiglio Comunale, fornita dal sindaco FLORIS, nella seduta dell'8 giugno 2011, in risposta ad un interrogazione:
“Sul betonaggio. Ma come si fa a parlare di una pratica che prima di tutto non attiene al Consiglio Comunale perché è una questione tecnica. L'ho detto già prima, noi non abbiamo competenze, cioè il problema è che o noi riusciamo a scindere quale è la nostra competenza da quella che sono gli atti tecnici, allora veramente facciamo una confusione e non facciamo un bel servizio.
Sul betonaggio però le dico... le dico, allora noi abbiamo fatto un atto condiviso da tutti, condiviso da tutti, che l'interesse era quello di spostare le attività... meccanici nelle zone individuate dal PUC e su questo abbiamo lavorato tutti, eravamo tutto d'accordo, dunque non è questo. Sul betonaggio le posso dire una cosa: l'autorizzazione non è stata data da noi in primis, perché lì è zona demaniale, cioè la Provincia aveva autorizzato di mettere questa struttura, poi loro hanno fatto una D.I.A. che è stata assentita etc etc. Dunque voglio dire cerchiamo di guardare le cose come sono: lì c'era un'area demaniale, questo qui aveva un'attività già esistente, non che non esisteva, che è stata spostata là.”
Ora il centro di betonaggio ed i mezzi sono sotto sequestro. La miglior risposta (e smentita) alle dichiarazioni tranquillizzanti del Sindaco Floris!
IL COMUNICATO STAMPA UFFICIALE SUL SEQUESTRO
Nella giornata del 18 giugno 2013, personale della Polizia Provinciale di Savona e della Sezione Polizia Giudiziaria – Nucleo Ambiente, coordinati dal Sostituto Procuratore della Repubblica Dr.ssa Cristiana Buttiglione, hanno dato esecuzione al Decreto di Sequestro Preventivo disposto dal Giudice per le Indagini Preliminari Dott. Emilio Fois, che ha decretato la chiusura dell’impianto di betonaggio e relative aree site in località San Bartolomeo sulle sponde del Torrente Merula.
Il provvedimento che preclude l’accesso ad un’area di circa 7.000 mq di superficie, si è reso necessario per la presenza di opere abusive realizzate sul demanio fluviale che hanno comportato anche problematiche di sicurezza idraulica.
Sono tutt’ora in corso accertamenti da parte degli organi inquirenti sui rilevanti profili di tutela ambientale emersi.
Qualche dettaglio in più...
Nell'ambito della nostra prima denuncia, come Casa della Legalità, a seguito di un'approfondita indagine, in merito alla questione del Centro di Betonaggio “nel” Merula, ad Andora, scrivemmo:
“Ulteriore elemento significativo della criticità in merito alle concessioni del COMUNE DI ANDORA ed all'adozione da parte dello stesso di interventi volti all'utilizzo delle risorse pubbliche per agevolare soggetti privati, risulta essere quello del Centro di Betonaggio sito sull'argine destro del torrente Merula in località SAN BARTOLOMEO.
Per meglio inquadrare la questione si riporta la parte dell'interrogazione effettuata dalla consigliera Comunale di Andora Alessandra Barberis nella seduta del 08 giugno 2011, relativa alla questione specifica:
“come si è potuto permettere la realizzazione di una centrale di betonaggio così grande come quella situata sull'argine destro del Merula in località San Bartolomeo? Centinaia di metri cubi di cemento in prossimità di pozzi dell'acquedotto - con un semplice Dia - per realizzazione di struttura precaria e per di più senza disporre neanche delle adeguate strade di accesso?
Potrete tutti ricordare che per un lungo periodo l'accesso è stato possibile solo mediante un guado attraverso il torrente e poi, solo in un secondo tempo, si è intervenuto sul Ponte di Moltedo con una spesa di decine e decine di migliaia di euro a carico della comunità, solo per poter agevolare il transito dei camion della ditta in questione.
Se non è stata questa una decisione “ad societatem” mi dica lei cosa può essere stata.
A questo punto si impone una riflessione: possibile che nessuno dell'attuale maggioranza si sia mai chiesto che cosa stessero facendo lungo il fiume, e che tipo di autorizzazione fosse stata concessa?! Dopo due anni dalla mia elezione, mi domando perché i miei colleghi di minoranza siano totalmente muti”
La risposta (che abbiamo già visto, ndr) fornita dal sindaco FLORIS nella seduta citata è stata la seguente:
“Sul betonaggio. Ma come si fa a parlare di una pratica che prima di tutto non attiene al Consiglio Comunale perché è una questione tecnica. L'ho detto già prima, noi non abbiamo competenze, cioè il problema è che o noi riusciamo a scindere quale è la nostra competenza da quella che sono gli atti tecnici, allora veramente facciamo una confusione e non facciamo un bel servizio.
Sul betonaggio però le dico... le dico, allora noi abbiamo fatto un atto condiviso da tutti, condiviso da tutti, che l'interesse era quello di spostare le attività... meccanici nelle zone individuate dal PUC e su questo abbiamo lavorato tutti, eravamo tutto d'accordo, dunque non è questo. Sul betonaggio le posso dire una cosa: l'autorizzazione non è stata data da noi in primis, perché lì è zona demaniale, cioè la Provincia aveva autorizzato di mettere questa struttura, poi loro hanno fatto una D.I.A. che è stata assentita etc etc. Dunque voglio dire cerchiamo di guardare le cose come sono: lì c'era un'area demaniale, questo qui aveva un'attività già esistente, non che non esisteva, che è stata spostata là.”
Appare evidente che la procedura di una semplice DIA non possa autorizzare l'attivazione di un impianto di betonaggio lungo un argine di torrente, anche se in assenza di vincoli particolari.
A quanto ci risulta la collocazione di impianti di questo tipo necessitano di particolari autorizzazioni, quanto meno di una Conferenza di Servizi, e non di un semplice nulla-osta dell'Ente responsabile per l'area demaniale e del semplice accoglimento di una Dichiarazione di Inizio Attività.
Appare ancor più evidente, come poi vedremo in altre occasioni, che il COMUNE DI ANDORA non provveda nemmeno al far rispettare le distanze di norma dai pozzi, così come non si curi affatto dell'assenza di adozione da parte dei privati dei necessari accorgimenti per evitare la dispersione nell'ambiente, terreno e acque, di materiali da costruzione, di scarti di lavorazione od anche rifiuti speciali e pericolosi. Si tenga anche presente, nel merito della questione del Centro di Betonaggio che questi è stato attivato circa 4/5 anni fa e l'intervento sul Ponte di Moltedo [...], disposto e sostenuto dal COMUNE DI ANDORA con incarico dei lavori alla società SCAVO-TER (come già abbiamo indicato nell'apposito capitolo II) è stato nel 2008, ovvero dopo l'apertura del Centro di Betonaggio.
La dinamica complessiva relativa a questo sito appare utile a comprendere meglio la questione.
[…]
A seguito di tale costruzione ed attivazione del centro di betonaggio, come ricordato sopra, il COMUNE DI ANDORA provvede a stanziare i fondi e far eseguire dalla ditta SCAVOTER dei FOTIA i lavori sul ponte per aumentarne la portata e quindi permettere il passaggio dei camion del Centro di Betonaggio.
Un consigliere di opposizione, LAURERI, in seduta di Consiglio Comunale di Andora, sottolinea che in tale sito sulla base del PUC (approvato dalla medesima amministrazione FLORIS) non poteva essere collocato un impianto come quello in questione.
Tale situazione iniziava a portare notevoli critiche all'Amministrazione FLORIS e non si esclude che non sia stato oggetto, in considerazione della palese incompatibilità dell'impianto in tale sito, di attenzioni da parte di settori di controllo e/o della Procura.
A seguito di ciò il COMUNE DI ANDORA, con la medesima amministrazione del FLORIS, procede quindi ad ordinare la demolizione di parte della struttura del centro di betonaggio (che prima aveva acconsentito a costruire).
Dinnanzi a tale provvedimento la società titolare dell'impianto, la CALCESTRUZZI MIRAMARE SRL, procede a presentare ricorso al TAR.
Il COMUNE DI ANDORA (prima favorevole e poi contrario all'impianto) ha quindi dovuto procedere nel costituirsi dinnanzi al TAR, con incarico esterno all'Avv. VALLERGA attraverso DD 325 del 20/04/2010.
Non risulta invece alcun tipo di ordinanza sindacale in merito agli scarichi dell'impianto stesso nel Merula, ovvero per l'assenza di adeguato impianto di raccolta dei fanghi e delle acque insistenti sull'impianto di betonaggio che, come si palese anche dalle foto, comporta lo sversamento continuo nel torrente stesso.”
Successivamente acquisivamo anche una testimonianza, prontamente trasmessa alla Procura della Repubblica di Savona:
“che l'Amministrazione FLORIS ha proceduto a contestare parte della costruzione del Centro di Betonaggio nel torrente MERULA - autorizzato con una semplice DIA – solo al seguito dell'accesso agli atti presso la PROVINCIA DI SAVONA dello stesso [..omissis..] e di un consigliere di minoranza del Comune di Andora. Con tale accesso gli stessi avevano potuto constatare che il progetto presentato in PROVINCIA (ovvero anche in COMUNE) aveva omesso l'indicazione del torrente MERULA!”
Ad Andora, la famiglia del Bavaro, quello del Centro di Betonaggio ora sequestrato e chiuso dalla Procura della Repubblica di Savona, e l'Amministrazione Floris, li ritroviamo anche in un'altra partita. Quella della borgata “Duomo”.
Nel settembre del 2007 il Comune di Andora acconsente alla ristrutturazione con frazionamento interni del palazzo nobiliare e connessa costruzione di parcheggio privato di circa 900 metri quadri su un terreno agricolo. La Denuncia di Inizio Attività è della DUOMO SRL, società appositamente costituita, con sede ad Anzio. Tralasciando qui ogni considerazione sulla legittimità di tale operazione immobiliare e sulla correttezza dell'iter autorizzativo e realizzativo, così come, sempre per ora, si tralascia di entrare nel merito dei diversi soggetti legati a ViviAndora ed all'Amministrazione Comunale che ruotano attorno a questa operazione, ci si limita a segnalare solo il particolare che sul palazzo “ristrutturato” sventolavano poi gli striscioni con i recapiti dell'agenzia immobiliare della consorte di Michele Bavaro, proprio quel Bavaro vice-presidente di “ViviAndora”, la lista di maggioranza del sindaco Floris, e proprio lo stesso del Centro di Betonaggio “nel” Merula.