Il TAR: PUC Genova e' nullo per omessa trasparenza e sulle "Ville" denuncia il Comune alla Procura

Il TAR: PUC Genova e' nullo per omessa trasparenza e sulle "Ville" denuncia il Comune alla Procura

Mercoledì 09 Giugno 2010 01:00 Ufficio di Presidenza
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La signora Sindaco ed il Consiglio Comunale della nuova era
Il TAR della Liguria ha bocciato e reso nullo in PUC approvato dalla Giunta Pericu nel 2000. Non è un atto relativo ad una particolare questione la ragione della sentenza, bensì il motivo del provvedimento del TAR è che la Giunta Pericu ha approvato il PUC senza l'adeguata trasparenza e quindi impedendo una conoscenza del provvedimento ai cittadini e quindi limitando questi nella possibilità di presentare osservazioni...



E' un segnale importantissimo che dimostra che chi, in allora come anche noi e pochi altri oggi, sottolineava e sottolinea l'assoluta illegittimità degli Atti amministrativi approvati senza la necessaria trasparenza aveva ragione, nonostante gli sbeffeggi delle amministrazioni e dei partiti.

Il territorio è per questi Signori del Palazzo ad uso e consumo delle speculazioni e per questo non possono tollerare la trasparenza, che poi significa controllo, dei provvedimenti. La stessa pratica di "nascondere" gli atti e sottrarsi ad un controllo di partecipazione dei cittadini è il modus operandi della vecchia Giunta Pericu, come di quella attuale della Vincenzi, lo è per gli atti compiuti dalla Provincia di Repetto (e ieri della Vincenzi) e lo è per la Regione di Biasotti prima e Burlando poi.

La stessa pratica di approvare delibere decisive ed incisive con iter dalla rapidità fulminea e lontano dagli occhi dei cittadini (ed a volte senza nemmeno essere pubblicate sui siti internet dei diversi enti) è il carattere che contraddistingue non solo il PUC e le variante urbanistiche o le deroghe ai Piani di Bacino, ad esempio, ma anche per il Piano Energetico e quello dei Rifiuti, passando per quelle "partite" dei project financing come quello della Rizzani De Eccher per l'area dell'ex Mercato di Corso Sardegna, approvato in meno di 20 giorni nel 2007 e poi ratificato dalla Giunta Vincenzi senza confronto con i cittadini.

Non è un caso che con un altro provvedimento, nemmeno dieci giorni dopo quello che annulla il PUC, il TAR non solo ha accolto un ricorso dei cittadini della Levante genovese, relativo ad una concessione per costruzioni (speculazioni) in via Puggia, ma ha addirittura segnalato alla Procura della Repubblica il Comune di Genova per quella delibera che ha "agevolato" i privati nella loro iniziativa speculativa.

Un fatto di una pesantezza inaudita: il TAR denuncia alla Procura i reati del Comune in materia urbanistica! E ci sono i nomi e cognomi, i tempi. E questa volta la nuova amministrazione comunale non può nemmeno mascherarsi dietro la scusante di "abbiamo eredito" questo provvedimento, infatti la delibera è stata adottata il 17 ottobre 2009 dalla Giunta di Marta Vincenzi. E gli imprenditori e professionisti coinvolti nella "partita" non sono signor nessuno, bensì tra i più noti. Si parte da alcuni uomini vicinissimi a Claudio Burlando: uno è l'architetto Vittorio Grattarola, e l'altro è l'immobiliarista Mario Giacomazzi e poi vi è Edoardo Garrone... tutti tra i promotori e sostenitori dell'associazione Maestrale che, guarda caso, sono stati difesi davanti al TAR da un altro uomo forte di Burlando: l'avvocato Giorgio Giorgi. E se andiamo a vedere chi fu il Direttore del Settore Urbanistica del Comune di Genova che ideò i gli "spostamenti di volumi" che ha permesso l'operazione avviata su Via Puggia, si vede che è Gian Poggi, altro esponente di Maestrale che Burlando ha chiamato a sé in Regione nello scorso mandato per poi affidargli un posto nel Cda di "Infrastrutture Liguria srl" la società della Regione che ha il compito di seguire i grandi appalti su scala regionale e nel cui gruppo operativo è stato collocato, in blocco, quel vecchio Ufficio Appalti di Sviluppo Genova al centro dell'inchiesta della Procura per l'associazione a delinquere, con fulcro nei Mamone, per la spartizione degli appalti e subappalti di demolizioni e bonifiche a Cornigliano.

I reati che il TAR ha ravvisato sono abuso d'ufficio e violazioni edilizie, con responsabilità degli Uffici e dell'Amministrazione comunale. Ed ora la palla passa quindi alla Procura, mentre quel che è certo è che il progetto delle "Ville d'Albaro" è stato bloccato dal TAR.
Poca soddisfazione può venire dal fatto che quanto evidenziato dal TAR esaminando questa pratica sia una pratica abituale delle Amministrazioni Pubbliche che da lungo tempo denunciamo nel dettaglio (baccandoci insulti o derisioni).

Varianti e concessioni, convenzioni e progetti e deroghe approvati e permessi da Comuni, Provincie e Regione, a danno del territorio, dell'interesse generale ed a inequivocabile vantaggio dei costruttori... in alcuni casi anche compromettendo ulteriormente la stabilità e sicurezza di un territorio già fragile, è l'abitudine a Genova ed in Liguria. E non pare esserci cambio di rotta, come già abbiamo documentato ampiamente... in quanto le dichiarazioni di "discontinuità" sono contraddette, sistematicamente dai fatti.

Ma il pronunciamento Tar che annulla il PUC, così come anche quello che indica con chiarezza la pratica di agevolazione dei privati, è certamente importante ma diventa decisivo solo se la comunità saprà coglierlo, impedendo quindi che venga ignorato ed aggirato. Infatti, se il PUC del Comune di Genova è stato annullato per omessa trasparenza cosa pensano di fare i signori delle Amministrazioni Pubbliche e dei Partiti? In Regione hanno parlato di una delibera che, in 24 ore, poteva sanare le conseguenze della sentenza, riapprovando il PUC. In Comune tutta la maggioranza della Vincenzi, da Rifondazione all'Udc passando per gli "indipendenti" si sono riuniti in conclave per adottare una sanatoria (visto l'effetto retroattivo!) prontamente approvata nella scorsa seduta del Consiglio Comunale (la prima dopo il provvedimento del TAR), per riportare il PUC illegittimo a legittimo. Chiaro?

Se andiamo poi a vedere le dichiarazioni portate dal Sindaco Marta Vincenzi in Marchese, c'è da sgranare gli occhi e dire che se andasse a casa sarebbe certamente meglio. Infatti la stessa da un lato dichiara che le "colpe" sono della passata amministrazione di Pericu (quella con cui lei prima collaborava come Presidente della Provincia e quella stessa amministrazione dove poi è addirittura entrata come super-assessore) per poi lasciarsi andare ad un attacco vergognoso al TAR ed alla Giustizia. Prima dice che "non è possibile, in modo tardivo, dopo 10 anni dire alla città di fermare i cantieri e fermare quello che è fatto"... come a dire non ci avete scoperto subito quindi lasciate passar tutto in cavalleria, e poi l'affondo in cui dichiara che lei "considera che non si deve fermare nulla" e dichiara che si assumerà la responsabilità di mandare avanti tutti i cantieri e progetti... per la serie facciamo quello che vogliamo e ce ne fottiamo del TAR. Infatti arriva a pronunciare il concetto "La città deve sapere che ha una guida e non è in balia delle sentenze del TAR".
L'avesse detto Berlusconi vi sarebbe stata la sollevazione, ma lo ha detto una del centrosinistra quindi tutti muti e accodati.

Quindi la questione è: loro non hanno intenzione di cambiare rotta, ma dobbiamo fargliela cambiare. Gli strumenti di pianificazione così come le scelte strategiche che incidono sul territorio, l'ambiente, la mobilità, la salute e l'economia, devono essere discussi con la massima trasparenza e coinvolgendo la cittadinanza e non quindi con finti percorsi participativi pilotati, come quelli messi in piedi dalle Amministrazioni ad esempio in occasione del progetto su Corso Sardegna, la Gronda, il litorale del Levante o il futuro dell'area ex Stoppani, per citare alcuni dei casi più recenti.
La trasparenza è essenziale per contrastare le commistioni di interessi, così come anche le infiltrazioni mafiose e le grandi operazioni speculative, ma questo aspetto, nonostante non servano nuove leggi (ci sono già) e non servono stanziamenti (dovrebbe essere la normale pratica) non la si vuole proprio adottare nelle P.A.

Ma non basta ancora, occorre infatti smascherare una volta tutte i "paraventi" delle Amministrazioni Pubbliche, sia quelli delle fantomatiche associazioni ambientaliste e di massa che in cambio di contributi e promozione nascondo ai cittadini i fatti o deviano le attenzione delle comunità locali dove non si disturba, sia quelle dei "politici" cosiddetti ambientalisti che coprono le porcate con acrobazie e mistificazioni. Prendiamo proprio l'esempio della seduta del Consiglio Comunale di riapprovazione del PUC in "sanatoria".
I cosiddetti consiglieri "ambientalisti" dal color cemento, la "grillina" Manuela Cappello, e le cosiddette "sinistre" con gli Antonio Bruno & C. hanno promosso un "ordine del giorno" per far credere ai cittadini che si stesse combattendo contro la trasformazione del Parco dell'Acquasola in parcheggio. Una farsa. Perché? Semplice le dichiarazioni (di intenti) in apertura di seduta, gli ordini del giorno e le mozioni varie a nulla servivano e servono. Non solo la proposta di "annullamento della Convenzione relativa al Parcheggio dell'Acquasola (come qualunque altra approvata dal Consiglio Comunale) può essere annullata solo da una Delibera (ed i Consiglieri hanno il potere di presentarla e gli Uffici hanno il dovere di fornire tutto il supporto e le informazioni necessarie alla stesura) in cui il Consiglio Comunale (e non il Sindaco o la Giunta che se lo facessero compirebbero un abuso) revoca la concessione, indicando anche i capitoli di spesa dove attingere i fondi per le spese conseguenti e dando quindi mandato agli Uffici di procedere. L'Ordine del Giorno presentato - non a caso dichiarato dalla Segreteria Generale non ammissibile - se fosse stato mai approvato avrebbe chiesto a Sindaco e Giunta di compiere un atto illegale e nullo.
La Segreteria Generale ha fatto bene nel ricordare che un ordine del giorno di quel tipo era inammissibile e serve invece una proposta di Delibera, ma quell'Ordine del Giorno non serviva a risolvere il problema bensì era solo (purtroppo) propaganda ed ipocrisia che permetteva ai consiglieri che hanno promosso di poter dire ai cittadini che loro ci hanno provato in tutti i modi e poi, subito dopo aver acquisto questa bella immagine "ambientalista" potevano procedere senza problema alcuno nel votare a favore della Delibera di "sanatoria" per riportare in vigore il PUC che il TAR aveva annullato, perché non approvato secondo i criteri di trasparenza e coinvolgimento dei cittadini previsti dalla Legge. Da un parte propaganda e iniziative inutili e dall'altra i voti puntuali alla politica delle speculazioni.

Inoltre, le scuse adottate per questo provvedimento d'urgenza non stavano in piedi. Primo perché il PRG dell'80 era già stata aggiornato da un apposita variante di salvaguardia approvata su proposta della Giunta Sansa e che aveva quindi bloccato le iniziative di cementificazioni su larga scala che quel PRG permetteva... ma questo hanno omesso puntualmente di ricordarlo e dirlo. E poi c'è un aspetto inquietante. Hanno adottato la delibera di "sanatoria" del PUC con inviti a non presentare "osservazioni" così da non ostacolarne l'iter. Cioè hanno invitato di fatto a ripetere la stessa "porcata" fatta dalla Giunta Pericu e per cui il TAR ha annullato il PUC. Infatti la delibera ed il PUC riapprovato, ad oggi, non è ancora stato pubblicato integralmente (non ci vuole tanto a caricare tavole e testi sul server!) sul sito internet del Comune di Genova. La trasparenza ed il coinvolgimento dei cittadini proprio non lo si vuole, manco quando il TAR gli ricorda che è fondamentale!



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