Le illegalità della Sms Perugina, sotto copertura ARCI

Le illegalità della Sms Perugina, sotto copertura ARCI

Martedì 04 Luglio 2006 01:00 Ufficio di Presidenza
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NOTA STAMPA dell'Ufficio di Presidenza
Sconcertante! La SMS Perugina non risulta in alcun Registro regionale, non ha un codice fiscale e ne usa uno falso (80035030107), assegnato il 1 aprile 1979 ad un Società Cooperativa a responsabilità limitata “PERUGINA ARCI” per il commercio al dettaglio di alimenti, chiusa/cessata il 31 agosto 2000.Fatto inquietante perché vengono meno i presupposti per le autorizzazioni/licenze per somministrazione alimenti, bevande, alcolici e superalcolici ed anche la Convenzione SIAE e le agevolazioni previste dalla legge e sottraendo la struttura di fatto ai controlli...


L’ARCI, ente di affiliazione, era conscia e complice oppure ha omesso ogni controllo limitandosi a ritirare la quota di affiliazione e tessere?
Poi vengono i problemi degli abusi edilizi e dell’ICI mai pagata, della presenza dell’Amianto che nonostante le notifiche della ASL è ancora lì, l’utilizzo privato e commerciale della struttura da parte dei Consiglieri. Ma questo si lega,  ad una struttura che abbiamo scoperto (e denunciato) essere “fantasma” in quanto:-nel PUC la palazzina risulta (come per altro il capannone industriale retrostante) come “residenziale”;-nella Visura Catastale (è registrata come a via Tiro a Segno 15 e non via Sergio Piombelli 15) risultano 47 mq su un solo piano terreno, come impianto sportiva senza fine di lucro. La palazzina in realtà è costituita da tre piani e circa 600mq coperti oltre l’area esterna;-sempre nella Visura Catastale risulta che l’immobile sia stato ceduto dalla SMS Perugina il 27 ottobre 1987 a 4 persone ( di cui una deceduta), nate, operanti e residenti sempre in altra regione per un totale 25/24;-da verifica effettuata dette persone non hanno mai saputo dell’esistenza di via Sergio Piombelli, ne della SMS Perugina e tanto meno di essere divenute dall’ottobre del 1987 proprietarie di questo immobile con annessi e connessi, come abusi edilizi, evasione d’imposta e fiscale, le altre gravi irregolarità.Detto passaggio di proprietà è illegittimo non solo per quanto sopra, ma anche in quanto la legge vigente prevede che una SMS possa cedere, sciogliendosi, il proprio bene gratuitamente ad un ente no-profit. Come sia stato possibile invece quanto accaduto e documentalmente ricostruito? Forse che all’interno degli Organismi dell’ SMS Perugina vi fosse, per esempio, un funzionario di banca (come in effetti era) con accesso ai dati protetti dei correntisti e che quindi questi li abbia usati impropriamente per questi atti? Il Consiglio perché ha compiuto questa scelta illegale, cedendo il bene sociale patrimonio di tutti i soci? Alla luce di tutto questo l’uso riservato e privato del giardino e campi da bocce per le auto dei Consiglieri, familiari e amici personali, come l’affitto dell’ultimo piano ad una struttura esterna (configurante l’attività commerciale), le sei porte di accesso contro una solo prevista dalle normative, come ancora l’assenza degli adempimenti per le garanzie igienico-sanitarie e di sicurezza, risultano bazzecole.

L’ARCI che ha omesso, per negligenza o complicità (dimostrando una pericolosa inaffidabilità nel controllo), ogni sorta di controllo coprendo di fatto un’associazione a delinquere posta in essere a danno dei soci della SMS Perugina, dello Stato e di quanti altri coinvolti (altro che poveri “vecchietti”), che (su mandato del Presidente Provinciale di Genova Gabriele Taddeo) vengono apostrofati a nome dell’ARCI di Genova come: “molesta presenza disturbatrice”. Non solo: l’ARCI chiede anche che non sia conosciuta la realtà problematica delle “minacce e intimidazioni subite da ambienti legati a Cosa Nostra ed ‘Ndrangheta dal settembre 2005” per le attività svolte di contrasto alle attività e famiglie mafiose presenti e operanti a Genova, ma difende questa situazione di radicale illegalità, chiedendo che si “consenta quindi alla Società di mutuo soccorso Perugina” di riprendere in pieno le proprie attività”. Quale è l’intenzione dell’Arci, adesso è chiaro: coprire e coprire ancora gli illeciti gravi dei Consiglieri/Amministratori della cosiddetta SMS Perugina, impedire il lavoro della Casa della Legalità e dell’Osservatorio sulle Mafie; arrivando anche a compiere diffamazioni, insieme ai Consiglieri, in atti pubblici nonché produrre elementi falsi in Atti Giudiziari, al fine di trarre in inganno, su una semplice istanza di Convocazione dell’Assemblea dei Soci, il Presidente del Tribunale di Genova.

Abbiamo già presentato dettagliate denunce in merito, producendo elementi probatori documentali ufficiali e provvederemo, oltre a richiedere i danni, a presentare querela  nei confronti dell’ARCI di Genova per la diffamazione attuata e perpetuata, attraverso dichiarazioni ed atti del Presidente Provinciale, Gabriele Taddeo.